
Zero
Piccolo Eliseo
9 gennaio 2020
Zero è un conto alla rovescia, ma è anche il valore che certe persone hanno per altre.
Zero è quanto valgono i cinque protagonisti per l’Onorevole che comanda un paesino calabrese e gestisce un riciclo di denaro sporco a livello internazionale.
I cinque protagonisti (quattro uomini e una donna) da bambini hanno assistito ad un tragico e cruento evento che li ha segnati e traumatizzati per tutta la vita e si ritrovano oggi, a vent’anni da quel giorno nefasto, per consumare la propria vendetta e applicare quella “giustizia” che fu loro negata da un uso corrotto della legge.
Zero si apre con la figura del Maresciallo Sensi che sta interrogando un giovane postino, il Sig. Covelli, da tutti conosciuto con il soprannome di “Cacasotto”. Il suo racconto parte da un lontano passato e rievoca la storia di quei cinque ragazzini, la vacanza che trascorsero insieme e che li segnò per tutta la vita e la promessa che si fecero di rincontrarsi dopo vent’anni per vendicarsi.
“Cacasotto” racconta e i personaggi si materializzano davanti al pubblico come erano ieri e come sono diventati vent’anni dopo, ognuno apparentemente realizzato, ma tutti alimentati da una sete di vendetta che sembra averli tenuti in vita fino a quel momento, uno scopo ultimo che è diventato una ragione di vita.
Mentre “Cacasotto” parla sotto interrogatorio il tempo scorre; dalla rievocazione del passato arriva ad un presente in cui gli eventi si stanno svolgendo, un punto Zero.
Tutti i personaggi sono interpretati da Massimiliano Bruno in un monologo a più voci che è un climax ascendente in cui vengono presentati con tratti leggeri, comici; mano a mano che la narrazione avanza il comico si fa grottesco e si rilevano i caratteri dei personaggi e i motivi che li hanno portati, dopo vent’anni in cui non si erano né visti né sentiti, nel paese dove era accaduto quell’evento eclatante che sconvolse le loro vite, fino ad un finale che si rivelerà solo nell’ultima scena.
Massimiliano Bruno ha scritto e interpreta con agio, leggerezza e intensità, uno spettacolo che è un giallo teatrale che lentamente diventa psicologico; riesce a descrivere e poi interpretare attraverso caratterizzazioni diverse e dialetti differenti persone apparentemente ordinarie di cui si percepisce però subito una profondità, che emergerà sempre più procedendo nella rappresentazione.
La scenografia di Alessandro Chiti prevede sei sedie (cinque sedie e una poltrona) in prima linea sul palco e, subito dietro una serie di pannelli velati su cui campeggia un graffito stilizzato serigrafato di cui si intravedono alcune immagini: un volto, il muso di un cane, delle lettere, forse dei palazzi.
Bruno si trasforma ogni volta in uno dei personaggi attraversando queste sottili pareti velate che ne lasciano intuire la metamorfosi, affiancato e sostenuto in scena da un quartetto di musicisti che accompagnano i cambi emotivi e che, in certa parte, interagiscono con lui sul palco fino a superare il velo che li divide.
Zero è un testo che riflette sulla cattiveria umana, parlando di famiglia, di amicizia, amore, corruzione, sopraffazione e che si indigna e impone allo spettatore una domanda: la vendetta guarisce?
Zero
Scritto e interpretato da Massimiliano Bruno
Regia Furio Andreotti
Chitarra e basso Massimo Giangrande
Piano rhodes e moog Andrea Biagioli
Violoncello Fabrizia Pandimiglio
Batteria e percussioni Augusto Zanonzini
Scene Alessandro Chiti
Costumi Alberto Moretti
Light designer Giuseppe Filipponio
Fonico audio Sante Di Clemente
Musiche Massimo Giangrande
Produzione Corte Arcana | Isola Trovata
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