
Antonio Melissa studia pianoforte e canto e si esibisce con diverse cover band aggiudicandosi vari premi in concorsi canori e manifestazioni nazionali.
Si appassiona successivamente alla danza, maturando presto una forte passione per il Musical Theatre.
Conferisce il Diploma Accademico presso il Lim – Laboratorio Ials Musical e successivamente approfondisce lo studio della recitazione all’Accademia di Arti Drammatiche Teatro Senza Tempo. Segue numerose Masterclass e Laboratori con grandi professionisti del settore.
Dopo diverse esperienze lavorative che lo vedono coinvolto in corti, videoclip e programmi televisivi, esordisce come autore e regista oltre che interprete con l’opera “.Zero”
Entra a far parte della compagnia new generation per la Tournée del Musical “Forza Venite Gente” regia M.Paulicelli, nel ruolo di capo arabo.
E’ autore e regista del Musical Snoopy Show; recita a fianco di Ivana Monti ed Enzo Garinei; è protagonista del dramma Around Macbeth ispirato all’opera Shakespeariana.
Sperimenta il teatro danza in diversi spettacoli ispirati alle Opere Dantesche e con spettacoli sperimentali come “Silent Movie Ghost” di Mino Freda.
Attore professionista, docente di movimento scenico alla DAREC, insegnante di recitazione presso la Danzarmonia Academy di Roma diretta da Sabrina Moranti, Antonio sarà impegnato a breve nello spettacolo Amalfi Musical Opera.
Incontro Antonio Melissa in occasione del debutto romano, presso il Teatro Sistina il 25 e 26 aprile 2016, del musical Uomo Tra Gli Uomini. Cos’è la santità se non un sì, scritto e diretto da Sabrina Moranti e di cui egli è protagonista e aiuto regista.
Uomo Tra Gli Uomini è la storia di alcuni amici che si ritrovano per caso dopo 20 anni alla veglia funebre di Giovanni Paolo II; si riuniscono a casa di uno di loro e, sfogliando un album di ricordi, cominciano a raccontarsi. Nei loro racconti esce fuori il modo in cui il male si è insinuato nelle loro vite e, allo stesso tempo, si racconta la Storia nel suo mutare nel tempo.
Uomo tra gli uomini racconta il bene attraverso la visione malvagia e contorta del male ed è nato come un affresco nella testa dell’autrice Sabrina Moranti, con tre figure fondamentali: l’uomo al centro, la figura straordinaria di Giovanni Paolo II e poi il suo antagonista.
E’ una storia che parla dell’uomo e all’uomo, in cui possiamo ritrovare, come ha dichiarato la regista, una dimensione reale, di Dio che opera nella realtà; una dimensione della fantasia legata al piano di seduzione del Male e una dimensione storica che attraversa le azioni compiute da Giovanni Paolo II durante il suo pontificato e che hanno cambiato la storia dell’umanità.
In questo spettacolo Antonio interpreta il Male.
Gli chiedo subito come sia avvenuto il suo incontro con questo musical.
Ovviamente in quel momento non potevo sapere il grande lavoro che poi sarebbe arrivato. Raggiungere il personaggio non è stato semplicissimo; il male lì è estremo, dichiaratamente cattivo dal primo momento; potevo prendere qualcosa da me, ma non ho un vissuto simile. Il lavoro è stato inizialmente più tecnico: cercare una voce, un respiro, un movimento e costruirlo tecnicamente e poi da lì lavorarci a livello di pancia, costruendolo e affinandolo. Il personaggio del Male, per quanto possa avere dei punti di contatto, è lontano da me, anche perché considero alla base del mio lavoro la necessità di portare in scena sempre qualcosa di altro diverso da me stesso. Ho bisogno ogni volta di meravigliarmi: in ogni personaggio c’è una vibrazione sempre nuova che va cercata continuamente. Il mio personaggio, il Male, è dichiarato sin dall’inizio: la voce e l’abbigliamento lo dichiarano; una volta consolidata la parte tecnica, quando sono sul palco cerco una vibrazione, quel sussulto che deve far arrivare qualcosa agli altri.
Approfondiamo i caratteri del tuo personaggio.
Il personaggio del Male è presentato come una star, uno che vuole apparire, mostrarsi al mondo. Nella società di oggi sappiamo quanto conti l’immagine. Abbiamo lavorato anche su questo per cercare di catturare l’attenzione del pubblico, conquistarne la simpatia, non verso l’attore, bensì nei confronti del personaggio. Discorsi, linguaggio, promesse, immagini, presenza scenica, tutto è finalizzato alla conquista del pubblico, nel tentativo di sedurlo e convincerlo a passare dalla sua parte, convincerlo che quello che fa sia bello. Il mio personaggio cerca sempre di contestualizzare quello che fa, di giustificare il suo operato, di dare a se stesso e agli altri delle ragioni per le proprie azioni; si aggroviglia nel pensare a come fare, come incastrare le cose. Non si tratta mai di azioni gettate lì senza senso o fine. Anche io, alla fine, vivo quasi come una lotta sul palco, nel tentativo scenico di portare a me la gente del pubblico: devo vincere sul bene e vengo contrastato dagli altri, dai “ragazzi del salottino”. Non lo fanno, però, in maniera forte come il mio personaggio: il mio è uno scopo, mentre loro presentano il proprio vissuto e lanciano il loro messaggio. Io ho una missione precisa, gli altri no: semplicemente vivono.
Sabrina Moranti, parlando dell’impianto musicale, mi ha detto: “il musical è un mix di genere e contaminazioni, dipende anche dai brani. Non è possibile cristallizzarlo in una definizione: possiamo dire che sia un genere lirico, ma ci sono anche brani realmente rock, grazie anche a Luigi Montagna che si è occupato degli arrangiamenti e che è un musicista metal e ha inserito parti più forti.”
Tu, visto che sei il protagonista e canti, hai qualcosa da aggiungere?
Lo spettacolo musicalmente abbraccia molti stili; non si può definire Musical Opera. Trattandosi di un testo evocativo, ci sono molti monologhi. I testi delle canzoni sono importantissimi. Sommariamente si potrebbe dire pop, ma sarebbe riduttivo perché l’impianto è lirico.
Questo musical ti ha cambiato in qualche cosa? Ha toccato delle tue corde facendoti fare un cammino oltre che professionale, umano?
Con Sabrina abbiamo affrontato un bellissimo discorso sulla drammaturgia. Tu cosa ti sentiresti di dirmi a proposito?
Alla fine del primo atto lui dice che tornerà al momento opportuno; nel secondo atto non si vede molto, ma se ne avverte la presenza, in quella tensione dettata dalla promessa o minaccia che tornerà. Alla fine, quando lo spettatore è stato trascinato verso il bene, riapparirà per…
Per sapere come andrà a finire dovrete andare al Teatro Sistina il 25 e 26 aprile 2016 per vedere Uomo Tra Gli Uomini. Cos’è la santità se non un sì.
Ringrazio tantissimo Antonio per la sua disponibilità e per la bellissima chiacchierata e vi aspetto a teatro!
Leggi anche la mia intervista alla coreografa dello spettacolo, Paola Leste.
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