Teatro San Babila di Milano
10 aprile 2018
Recensione di Carlo Tomeo
“Non sempre le ciambelle riescono col buco”: sembra essersi ispirata a questo popolare proverbio Iaia Fiastri nel raccontare la parte iniziale della sua nuova divertente commedia “Una moglie da rubare”. La storia, infatti, all’inizio, e per buona parte del suo svolgimento, sembra mandare a monte il piano architettato dal protagonista, un imprenditore a rischio fallimento, al quale, siccome hanno rapito la moglie cui lui è legatissimo, a scopo di un riscatto di un miliardo di lire, pensa bene di rapire a sua volta la moglie di un ricco industriale blasonato per chiedere la stessa cifra che gli occorre per pagare i rapitori e liberare così la propria.
Tutte le azioni si svolgono in un magazzino insonorizzato dove il protagonista che si chiama Giovanni ed è interpretato da Stefano Masciarelli rinchiude la donna che ha rapito, Anna, chiamata Nanà, e che è interpretata da Patrizia Pellegrino. Se Giovanni è un uomo ansioso e fondamentalmente ingenuo, non altrettanto sembra essere Nanà che cerca di consigliare per il meglio il suo rapitore affinché si risolva la triste situazione in cui sono incappate lei e la moglie di lui.
C’è un terzo personaggio, un dipendente di Giovanni, Priamo, interpretato da Luigi Tani, e che svolge le mansioni di guardiano notturno del magazzino e che scopre la presenza di Nanà nel magazzino, traendo all’inizio conclusioni errate e poi facendo chiarezza sulle motivazioni del suo datore di lavoro e sull’identità della donna rapita.
Una serie di colpi di scena nella commedia, già abbondantemente fornita di dialoghi e battute esilaranti, porta pian piano a far emergere la vera natura dei due personaggi principali. Per esempio, poco dopo l’inizio, si comprende come Nanà, che sembrava una donna fredda e calcolatrice, tanto che non a caso viene chiamata come la protagonista del famoso romanzo di Zola, sia affetta dalla sindrome di Stoccolma e nei sentimenti è ben diversa dal personaggio che le circostanze della vita l’hanno portata a interpretare.
Iaia Fiastri gioca molto con i nomi e alcuni termini. Per esempio il guardiano è chiamato non a caso Priamo, per offrirgli l’opportunità di una battuta comica rivolta a Nanà, ritenuta donna di facile costumi (è facile immaginare con quale termine venga considerata dall’uomo)
Ma lo stesso titolo della commedia che, stante all’argomento principale, sarebbe dovuto essere “Una moglie da rapire”, ha un suo motivo per intitolarsi “Una moglie da rubare”.
Una commedia molto divertente che però non è evasiva nel senso che pone un problema sulla vera identità delle persone e cosa esse siano costrette a compiere per non far emergere il loro vero “io”, dove quello che viene mostrato di sé è una serie di atteggiamenti comportamentali che in realtà non sono reali ma più o meno tacitamente imposti dalla società.
Durante lo spettacolo vengono cantate (e ballate) anche tre canzoni. Patrizia Pellegrino è molto a suo agio in queste circostanze (ricordiamo che lei è nata showgirl e, ha alle spalle, in tempi neanche lontani, l’incisione di diversi dischi: il suo secondo CD risale al 2005 e l’ultimo singolo è datato 2015).
Una vera sorpresa si è dimostrata la prestazione canora (e ballata) di Stefano Masciarelli in una swingatissima “Lady Is A Tramp” .
Luigi Tani è stato in scena per meno tempo degli altri ma ha interpretato magnificamente il personaggio che, con battute sagaci, ha saputo mettere in luce la vera natura dei protagonisti.
Un plauso particolare va all’autore delle musiche originali, Stefano Magnanensi, apprezzabile specialmente nel primo tango all’inizio della commedia.
Il regista Diego Ruiz ha gestito nel migliore dei modi gli attori che si sono mossi sulla scena senza alcun tempo morto e creando continui e imprevedibili momenti di suspense.
Ma alla fine tutte le ciambelle sono riuscite con il buco oppure no?
Lo sapranno le persone che si recheranno a vedere questa brillante commedia.
Alla “prima” il teatro era pieno e il pubblico ha applaudito molto. Il mio consiglio è di non perdere le repliche che si terranno fino alla prossima domenica.
Una moglie da rubare
di Iaia Fiastri
regia Diego Ruiz
con Patrizia Pellegrino e Stefano Masciarelli
e con la partecipazione di Luigi Tiani
musiche Stefano Magnanensi
scene Salvo Manciagli
costumi Marian Osman
aiuto regia Manuela Perfetti
make up Giada Laganà
gli abiti di Patrizia Pellegrino sono di Marco Strano
foto Alessandro Canestrelli Reporter Associati e Archivi, Roma
PT produzione
https://www.youtube.com/watch?v=73qhDVBynTw
In scena al Teatro San Babila di Milano fino al 15 aprile
Si ringrazia la Sig.ra Roberta Cucchi dell’ufficio stampa
Precisa ed obiettiva recensione di Carlo Tomeo che come sempre raggiunge il vero scopo che è quello di trasmetterci la voglia di andare a Teatro. Emanuela
Ottima recensione del sig. Tomeo, per la commedia “Una moglie da rubare”. Complimenti!