
Teatro Tirso de Molina
12 ottobre 2016. Prima
Chi mi conosce sa che sono un appassionato di Trasteverini e non potevo certo perdermi la prima al Teatro Tirso de Molina, considerando anche la curiosità di vedere all’opera quattro nuovi membri del cast.
Trasteverini è uno spettacolo amatissimo non solo dal pubblico che non fa mancare mai la propria presenza a teatro e che, come il sottoscritto, tiene il cd in macchina e lo ascolta immerso nel traffico della capitale, ma anche da chi lo fa: lo spettacolo infatti, fermo uno zoccolo duro di interpreti, ha visto avvicendarsi in otto anni di rappresentazioni diversi protagonisti che spesso sono stati prima pubblico entusiasta.
E’ questa una bellezza aggiunta dello spettacolo: la capacità di coinvolgere il pubblico in maniera totale e di far dire ad attori professionisti “io voglio esserci”.
Scritto da Gianfranco Vergoni e con la regia di Fabrizio Angelini, Trasteverini racconta storie di comune umanità, storie vicine ad ognuno di noi, storie di amicizia, amore, tradimenti, sogni e disillusioni in cui ognuno può riconoscersi.
Storie di persone che desiderano migliorare la propria vita e che, a volte, confondono la realtà con un’illusione, commettono errori e cercano di riscattarsi.
Il tutto è raccontato con leggerezza e vivacità, dosando bene momenti di grande divertimento e attimi di commozione pura.
Dario (Andrea Perrozzi) ed Enrico (Enrico D’Amore) sono due amici inseparabili: cresciuti insieme, sono l’uno il punto di riferimento dell’altro. Enrico fa il meccanico, Dario canta per strada suonando la chitarra. Sempre a corto di soldi, vengono ingaggiati come stornellatori nel ristorante del Sor Guerino (Alessandro Salvatori), padre di Adriana (Silvia Di Stefano), paziente fidanzata di Dario. Dario ed Enrico cadono nella trappola di un truffatore, l’impresario Capodaglio (sempre Alessandro Salvatori), che promette loro una luminosa carriera musicale in cambio di un sostanzioso impegno economico. Enrico e Dario, però, non hanno soldi e questo sarà l’inizio di tutti i loro problemi.
Allo stesso tempo altri personaggi e altre storie si intrecciano indissolubilmente alle vite di Enrico e Dario: Gabriella (Irene Cedroni), la segretaria di Capodaglio di cui Enrico si innamorerà a prima vista; Anna detta Nina (Ilaria Nestovito), sorella di Dario, col quale ha un rapporto conflittuale, e che è invaghita di Mirko (Emanuele De Luca), cravattaro e spacciatore; Sara (Chiara Famiglietti) e Iva (Ludovica Di Donato) le amiche del cuore di Anna.
Il testo dimostra la capacità dell’autore di cogliere la natura umana e portarla in scena trasmettendo emozioni vere.
La regia delinea con abilità un difficile ingranaggio di storie che si intrecciano e vite che si respingono e si abbracciano. Con pochi oggetti di scena si costituiscono ogni volta ambienti e situazioni diverse con gesti rapidi e precisa coordinazione.
A completare ed arricchire il tessuto narrativo ci sono le musiche di Andrea Perrozzi e le liriche, bellissime, emozionanti e che restano nella testa, di Veruska Armonioso, Gianfranco Vergoni ed Elisabetta Tulli, che strizzano l’occhio alla tradizione romanesca e la rinnovano con freschezza.
Testi che raccontano storie; bellissime voci, calde e tonde che reclamano la propria dignità.
Voci tutte diverse che conquistano nelle parti soliste e catturano in quelle a due per esplodere nei controcanti e nei momenti polifonici; voci che si intrecciano anche nel recitativo, come le storie degli uomini, come le strade di Roma, tra vicoli e palazzi.
Il cast, come scritto, è formato da un gruppo storico di grandi attori a cui si affiancano in questa edizione nuovi bravi protagonisti.
Ritroviamo il grande Andrea Perrozzi, attore, cantautore, musicista e interprete brioso e ricco di talento.
Alessandro Salvatori ogni volta mi conquista sempre di più! Qui interpreta dieci travolgenti personaggi completamente diversi dando dimostrazione di un incredibile eclettismo, riuscendo a caratterizzare ognuno in maniera differente e personale grazie alla piena padronanza della voce, declinata in registri diversi e ad una espressività molto efficace.
Enrico D’Amore è un altro punto fermo dello spettacolo. Sono sempre contento di vederlo sul palco. La sua voce mi piace e mi è piaciuto il fatto di vederlo più contenuto nella gestualità trovandolo molto presente nel recitativo.
Irene Cedroni mi ha fatto innamorare della sua voce sin dalla prima volta che l’ho vista in questo spettacolo: amo il suo registro così chiaro e cristallino e quella potenza espressiva che emerge dalle sue interpretazioni.
Ilaria Nestovito è un’altra trasteverina storica che continua a crescere. Ho apprezzato il suo modo di approcciarsi al personaggio con un tocco nuovo, senza adagiarsi sul già fatto, ma cercando di rinnovarsi.
Arriviamo alle novità di questa edizione.
Silvia Di Stefano sembra entrare in punta di piedi in questo spettacolo, rimanendo, al principio, un po’ trattenuta. E’ stato evidente che si trattasse solo di prendere dimestichezza col personaggio, come ha dimostrato già a metà del secondo atto dove l’ho trovata più sicura e coinvolgente.
Tra gli ultimi acquisti anche Emanuele Di Luca: evidentemente emozionato è riuscito a mantenersi saldo e a garantire presenza al suo personaggio. Emanuele è anche un giovane autore e regista e c’è da aspettarsi da lui belle cose.
Ludovica Di Donato è travolgente. Conosco le grandi qualità di questa ragazza dotata di una grandissima versatilità: bravissima attrice drammatica, qui Ludovica ha dimostrato una vis comica e interpretativa tagliente, diretta e immediata. Non contenta, Ludovica sta mettendo da parte anche un bel po’ di esperienze come aiuto regista.
Chiude le fila delle nuove entrate Chiara Famiglietti che riesce a far proprio il personaggio facendolo vivere attraverso le proprie corde.
Trasteverini vi aspetta al Teatro Tirso de Molina fino al 16 ottobre 2016.
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