
Teatro e Filosofia: finzione e ricerca in nome della Verità e della Libertà di pensiero in Dialoghi/Platone
Off/Off Theatre.
19 ottobre 2019
E’ difficile e pericoloso portare la filosofia a teatro; si può rischiare di essere pedanti e pretenziosi oppure banali.
Ci riesce invece benissimo Giovanni Franci, autore di opere di successo come L’effetto che fa, Spoglia-toy e Roma Caput Mundi, con Dialoghi/Platone, lo spettacolo che apre la stagione dell’Off/Off Theatre, gioiello in pieno centro di Roma, diretto da Silvano Spada.
Dialoghi/Platone è un compendio della filosofia platonica attento e coinvolgente inserito in una drammaturgia suggestiva.
Lo spettacolo è suddiviso in due parti continue, Eros e Tanatos, Amore e Morte, suddivise a loro volta in sette scene (sette, numero alchemico e biblico).
Cinque attori si accingono a fare le prove di uno spettacolo: si tratta dei Dialoghi di Platone. Immediato è il coinvolgimento degli attori che realizzano quanto le parole e le domande che il filosofo fa pronunciare a Socrate siano attuali. Gli attori, entrando e uscendo continuamente dai loro ruoli, sperimenteranno in prima persona la maieutica di Socrate.
Si parte dalla fine, dalla condanna a morte di Socrate, non un filosofo, ma Il Filosofo, padre della filosofia occidentale, primo grande martire caduto in difesa della libertà di pensiero, colui che con la sua maieutica aiutava l’altro a ricercare dentro di sé la verità e a tirarla fuori, colui che fece dell’ironia, ossia della dissimulazione, del fingere di non sapere, un metodo per sollecitare l’altro alla ricerca della verità.
E’ da questa finzione che muove lo spettacolo, dal “fare finta che” come l’unico modo che abbiamo di dire la verità.
Attraverso gli interventi di Socrate e i Dialoghi con i propri amici, vengono affrontati i temi principali della filosofia platonica e i quesiti umani fondamentali a cui l’uomo da sempre cerca di dare risposta: il rispetto delle leggi anche se la loro applicazione appare ingiusta agli occhi dell’uomo; l’impossibilità di definire univocamente concetti morali, quali giusto e ingiusto, pio ed empio, santo e non santo; la necessità dell’uomo di creare entità superiori per spiegare ciò che appare inspiegabile o per dare la responsabilità ad altri delle proprie disgrazie; i concetti di essenza, idea e forma; il demone che guida le decisioni di Socrate; l’io; il desiderio e l’amore per la conoscenza (la filosofia, appunto, nel suo significato più letterale); la morte, intesa come liberazione dell’anima per l’immortalità.
Attraverso i dialoghi (con) Eutifrone, Critone, Alcibiade e Fedone viene svolto un viaggio della filosofia platonica nel Conosci te stesso. Estrapolando e mettendo in sequenza le frasi più significative che vengono fatte dire da Socrate, ne esce, infatti, una chiara e potente riflessione filosofica (abilità e magia della drammaturgia di Giovanni Franci).
Ammirevole e lodevole, come sempre, la capacità di Franci di saper rendere facilmente comprensibili concetti difficili. E’ evidente uno studio profondo e appassionato, una consapevolezza della materia trattata e dello strumento teatrale, sia dal punto di vista drammaturgico che registico, nel quale emerge un certo divertimento.
La drammaturgia originale di Giovanni Franci ripercorre il metodo socratico facendosi latrice di uno stimolo fondamentale: quello a pensare. Saper pensare è il primo passo per la libertà e Socrate era libero.
A sua volta lo spettatore rimane coinvolto nell’indagine socratica sulla verità e sollecitato a mettersi in dubbio, a riscoprire la libertà di pensare.
Lo spettacolo è una costruzione perfetta sui due piani di finzione e realtà. Paolo Graziosi è soave e leggero, un perfetto Socrate, sempre pacato e pronto a mettersi sul piano del dialogo con i propri discepoli, mantenendo però quel guizzo furbo nello sguardo.
Gianmarco Bellumori interpreta Eutifrone, un ragazzo che denuncia il proprio padre di un reato gravissimo; Fabio Vasco è Critone, migliore amico del filosofo, onesto e disonesto al tempo stesso; Riccardo Pieretti è Alcibiade, incarnazione dell’erotismo; Alberto Melone, Fedone, descriverà gli ultimi istanti di vita del filosofo. Gli attori sono molto bravi in questo gioco di teatro nel teatro, entrando e uscendo ogni volta dai propri personaggi.
Non sarebbe potuto essere diversamente in una pièce in cui si gioca a fare finta che: “Facciamo finta di essere uomini, attori, filosofi; facciamo finta di aver capito cosa sia la felicità; facciamo finta di aver capito cosa sia la tristezza; facciamo finta di aver amato; facciamo finta di essere stati amati. Il teatro è finzione, ma può dire la verità o almeno spingere a cercarla”.
E’qui che teatro e filosofia condividono l’obiettivo.
Dialoghi/Platone
Scritto e diretto da Giovanni Franci
con Paolo Graziosi
e con Gianmarco Bellumori, Alberto Melone, Riccardo Pieretti e Fabio Vasco
elaborazioni digitali Nuvole Rapide Produzioni, assistente Fabio Del Frate
Prodotto da Fondamenta Srl
Le foto sono prese dalla pagina Facebook di Giovanni Franci
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