Teatro Vascello
28 settembre 2022
Tebe al tempo della febbre gialla: addio alle scene di Eugenio Barba e dell’Odin Teatret
Presentato in prima nazionale al Teatro Vascello di Roma, Tebe al tempo della febbre gialla, l’ultimo spettacolo di una delle più importanti compagnie teatrali del mondo, Odin Teatret, fondata nel 1964 dal regista italiano Eugenio Barba, rappresenta la conclusione del lungo lavoro svolto dalla compagnia in questi quasi 60 anni di teatro e il loro addio alle scene.
Del lavoro di Eugenio Barba si è tanto detto in questi 60 anni: allievo e amico di Jerzy Grotowski, è considerato l’ultimo maestro vivente.
Il suo modo di lavorare, la sua concezione dell’attore e del lavoro dell’attore, sull’attore e con l’attore, hanno portato nel teatro mondiale qualcosa di unico e di non sempre facile comprensione e assimilazione.
La componente intellettuale di Barba si fa una cosa sola con l’ispirazione, divenendo non solo un pratica teatrale, ma un atteggiamento nei confronti della vita.
Se, probabilmente, si devono leggere molti libri di Eugenio Barba per capire Eugenio Barba e il suo teatro, ciononostante anche ad una visione scevra da riferimenti culturali e biografici specialistici, le sue opere messe in scena dal gruppo di attori internazionali dell’Odin Teatret possono essere comprese, avvertite attraverso i sensi e hanno la capacità di coinvolgere ed emozionare.

Tebe al tempo della febbre gialla è uno spettacolo che riempie il cuore, gli occhi e le orecchie. Nonostante sia recitato in greco antico, a parte alcune frasi in italiano utilizzate per dare dei punti di riferimento allo spettatore, davanti agli occhi si presenta un dramma umano che è percepibile grazie allo sforzo, all’interpretazione e alla tensione di ogni fibra di attori dalla bravura incredibile.
La singolarità delle voci e la fusione che ne emerge, tra toni melodiosi, eccessi acuti e suoni gutturali; la tensione dei corpi; il sincronismo dei gesti e la disposizione dei movimenti nello spazio; la potenza degli sguardi; la capacità di suscitare immagini con l’utilizzo di pochi oggetti di scena: tutte queste cose insieme sono capaci di superare quello che può essere pensato come un limite, la barriera linguistica, per creare forme significanti che colpiscono i sensi e quasi scolpiscono parole nella mente.
Il teatro di Eugenio Barba e dell’Odin Teatret utilizza tecniche applicate al peso, all’equilibrio, all’uso della colonna vertebrale e degli occhi che producono tensioni fisiche pre-espressive in grado di rendere il corpo scenicamente deciso, vivo e credibile.
In questo modo, la presenza dell’attore è in grado di tenere l’attenzione dello spettatore prima di trasmettere un qualsiasi messaggio.

Non è necessario che tutto sia sempre direttamente e agevolmente accessibile per lo spettatore affinché questo venga rapito e affascinato da uno spettacolo, ma è indispensabile che ogni gesto, suono, parola, immagine siano finalizzati a creare una performance che abbia un senso e un impatto emozionale sullo spettatore, andando a stimolare organi ricettivi che non siano necessariamente i più immediati.
E non è necessario conoscere i Sette contro Tebe o la storia di Edipo per farsi trasportare dal dramma di Antigone.
La materia prima del teatro, per Barba, non è l’attore, lo spazio, il testo, ma l’attenzione, lo sguardo, l’ascolto, il pensiero dello spettatore.
Grazie allo sforzo interpretativo di eccellenti attori, vediamo la guerra tra i due figli di Edipo per il dominio di Tebe; la morte di Antigone; i riti di purificazione; la Sfinge; la peste e i morti che vengono seppelliti.
Avvertiamo lo strazio, la paura, il dolore; sentiamo la pazzia (o mania direbbero i greci).
Su tutto aleggia una nuova primavera fatta di innamoramenti; una “frenesia di sole e oro: una febbre gialla”.
E’ triste apprendere che l’esperienza pluridecennale dell’Odin Teatret è ormai agli sgoccioli, essendo questa l’ultima rappresentazione che verrà portata in scena dal gruppo.
Si chiude un’epoca fondamentale per la storia del teatro mondiale, senza che sulla scena appaiano, al momento, realtà incisive e folli come questa.
Tebe al tempo della febbre gialla
Testo e regia: Eugenio Barba
Attori: Kai Bredholt, Roberta Carreri, Donald Kitt, Iben Nagel Rasmussen, Julia Varley
Spazio scenico: Odin Teatret
Costumi e oggetti scenici: Lena Bjerregård, Antonella Diana e Odin Teatret
Consulente arti visive: Francesca Tesoniero
Direzione musicale: Elena Floris
Disegno luci: Fausto Pro
Supervisione disegno luci: Jensper Kongshaug
Assistenti alla regia: Elena Floris, Dina Abu Hamdan
Consiglieri: Gregorio Amicuzi, Juliana Capilé, Tatiana Horevicht
Dramaturg: Thomas Bredsdorff
Manifesto: Peter Bysted
Direttrice di tournée: Anne Savage
Foto: Francesco Galli e Rina Skeel
uno spettacolo dell’Odin Teatret