Roma – Sala Umberto
3 novembre 2022
Qualcuno volò sul nido del cuculo in scena al Sala Umberto di Roma è la trasposizione teatralediretta da Alessandro Gassmann della drammaturgia originale che nel 1971 Dale Wasserman portò in scena a Broadway, a sua volta ispirata al romanzo di Ken Kesey del 1962 e base per la sceneggiatura dell’omonimo film di Miloš Forman, interpretato da Jack Nicholson ed entrato di diritto nella storia del cinema.

Tradotto da Giovanni Lombardo Radice, adattato e rielaborato dal giallista napoletano Maurizio de Giovanni, lo spettacolo torna a teatro con una riscrittura moderna che tenta di avvicinare maggiormente la storia ai nostri tempi.
In questa riscrittura cambiano tempo e luogo: ci troviamo, infatti, nell’Ospedale psichiatrico di Aversa nel 1982.
Il protagonista non si chiama più Randle McMurphy, ma è diventato il napoletano Dario Danise.
Per il resto, la storia è la stessa: il fu Randle McMurphy, ora Dario Danise, interpretato da un bravissimo Daniele Russo, è un delinquente sfacciato e spavaldo che si finge matto per sfuggire alla detenzione in carcere.
Si ritroverà a trascorre le sue giornate in compagnia di altri sei pazienti, sei “pazzarielli”, definiti acuti perché, a differenza di quelli cronici tenuti chiusi dentro le proprie stanze, questi hanno una possibilità di guarigione, tanto più che hanno scelto autonomamente di farsi internare per la loro paura verso il mondo esterno.
Da subito Danise si scontrerà con le regole dell’ospedale e con quelli che devono farle rispettare, prima fra tutti severa e austera Suor Lucia, ma, allo stesso tempo, entrerà in contatto coi suoi nuovi compagni di cui, mano a mano, comprenderà la condizione di vulnerabilità e di paura nei confronti della vita nel mondo esterno.
Più si farà stretto il legame emotivo tra lui e gli altri pazienti, più sarà forte in lui il desiderio di ribellarsi ad un sistema repressivo nel tentativo di far acquisire consapevolezza e dignità ai propri compagni.
Questa strada, se da un lato lo porterà a compiere un percorso di evoluzione interiore, dall’altro lo condurrà ad un esito drammatico.

Qualcuno volò sul nido del cuculo è sicuramente un atto di denuncia contro certe strutture coercitive che passavano un tempo per riabilitative della psiche umana.
Ancora di più, però, soprattutto oggi che queste strutture non esistono più, è un testo civile che racconta la malattia, la diversità, il desiderio di libertà e la paura di essere liberi, di essere nel mondo.
Inoltre, è una riflessione sul rapporto tra singolo e Autorità o Potere, sulla coercizione di un sistema inadeguato, che non è capace di accogliere e gestire le differenze, ma, piuttosto, tende a omologare tutti entro rigidi schemi, regole e leggi.
Qualcuno volò sul nido del cuculo di Alessandro Gassmann è uno spettacolo appassionato interpretato da un cast di eccellenti attori, con in testa Daniele Russo, in perfetta sinergia e dalla recitazione incalzante, energica, capaci di sostenere il ritmo dello spettacolo per tutta la sua lunga durata (160 minuti).
Ognuno di loro riesce a ben caratterizzare il proprio personaggio conferendogli un valore simbolico più che personale in una continua rincorsa l’uno con l’altro.
Proprio la lunga durata, però, rappresenta uno dei problemi dello spettacolo.
Una durata eccessiva per un testo che non pensa a far salire la tensione progressivamente, animando un continuo senso di attesa di quello che sarà dopo, ma che parte subito forte e deve poi mantenere tale impatto tutto il tempo.
Ci riesce solo in parte, divenendo a volte ridondante, depauperando di intensità alcuni passaggi invece ispirati e poetici e minando la capacità di coinvolgere in pieno il pubblico.
E’ qui che si innesta un secondo problema: un certo semplicismo drammaturgico in cui il dramma si scolora in un sentimentalismo un po’ retorico che fa perdere potenza alle intenzioni.
Dal punto di vista scenografico e tecnico sono molti gli elementi interessanti, a partire dalle videografie di Marco Schiavoni proiettate sul velatinoche danno un senso di tridimensionalità e di incombenza sul pubblico.
La scenografia di Gianluca Amodio è come sempre molto curata e rappresenta l’interno dell’ospedale psichiatrico con la sua sala comune con tavoli e sedie, la postazione infermieristica e il bagno. In alto, su un secondo livello, le porte chiuse delle camere dei pazienti cronici, da cui a volte si sentono voci e lamenti e di cui può capitare di scorgere l’ombra dietro il vetro satinato.
Completano il bell’allestimento le musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi, davvero ispirate nei momenti topici; il disegno luci intimo di Marco Palmieri e i costumi di Chiara Aversano.
Produzione Fondazione Teatro di Napoli | Teatro Biondo Palermo
DANIELE RUSSO
MAURO MARINO | VIVIANA LOMBARDI | GIACOMO ROSSELLI
EMANUELE MARIA BASSO | ALFREDO ANGELICI | DANIELE MARINO
GILBERTO GLIOZZI | GAIA BENASSI | SERGIO DEL PRETE
ANTIMO CASERTANO | RENATO BISOGNI
in
QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO
di Dale Wasserman
dall’omonimo romanzo di Ken Kesey
uno spettacolo di ALESSANDRO GASSMANN
traduzione Giovanni Lombardo Radice | adattamento Maurizio de Giovanni
scene Gianluca Amodio | costumi Chiara Aversano
disegno luci Marco Palmieri | musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
videografie Marco Schiavoni