Silvano Toti Globe Theatre
10 agosto 2016. Prima
Sogno di una notte di mezza estate torna al Silvano Toti Globe Theatre di Roma per il decimo anno consecutivo accolto con enorme entusiasmo da un numerosissimo pubblico, cosa non scontata visto che il periodo di programmazione coincide con le ferie estive di moltissimi romani.
Ben 1047 spettatori per la prima romana di uno spettacolo che rappresenta un cult per il Globe Theatre e che mantiene e conferma, nonostante la lunga serie di rappresentazioni, una freschezza che arriva al pubblico sempre nuova ed immediata.
Sogno di una notte di mezza estate resta fedele alla regia dell’indimenticabile Riccardo Cavallo (la traduzione è di Simonetta Traversetti) continuando a coinvolgere anche lo spettatore più avvezzo alle opere di Shakespeare e ad emozionarlo come fosse la prima volta che assiste allo spettacolo.
Allo stesso tempo, questo “Sogno” accoglie il pubblico neofita con sapienza e capacità seduttiva, accompagnandolo a distanza in un viaggio attraverso una intricata trama che parla linguaggi diversi.
Perché a distanza? Al pubblico vengono forniti in maniera chiara tutti gli elementi, e sono tanti, per poter discernere, in una unica grande storia, le molteplici vicende raccontate e i diversi livelli di linguaggio adottati che in essa confluiscono, senza strappi o forzature, lasciando allo spettatore la possibilità di interrogarsi sul destino dei personaggi e di essere coinvolto in base alla propria risposta alle emozioni suscitate.
Sogno di una notte di mezza estate racchiude mondi e storie diverse che vengono raccontati con linguaggio diversi. Come nelle scatole cinesi, dove una ne contiene un’altra, ma è a sua volta contenuta in una più grande, così le vicende narrate in questa commedia contengono e sono contenute come l’apertura dei petali di un bel fiore, in cui quelli esterni, aprendosi, svelano altri bellissimi petali interni, eppure il fiore resta uno e sempre se stesso.
Nel “Sogno” tre mondi o dimensioni vengono a collidere e ad accavallarsi: il mondo reale, quello di Teseo, Ippolita e la corte; il mondo della realtà teatrale, quello degli artigiani che allestiscono la rappresentazione; il mondo della fantasia o del sogno, quello animato da spiriti e fate e dominato dai capricci e dal dispotismo di Oberon in dissidio con Titania, dispotismo che possiamo ritrovare nell’atteggiamento di Teseo ed Egeo (potremmo aggiungere un quarto livello di narrazione che è la storia di Piramo e Tisbe che i commedianti riusciranno a mettere in scena).
Nella rappresentazione di questi tre mondi si intrecciano linguaggi diversi: il formalismo di corte, la prosa di ogni giorno degli artigiani teatranti che passa dal verso raffinato alla parodia con naturale immediatezza e le canzoni e le filastrocche di Fata e Puk.
Sogno di una notte di mezza estate presentato dalla compagnia del Silvano Toti Globe Theatre è uno spettacolo bellissimo che sospende il tempo per tutta la durata della rappresentazione che scorre senza che lo spettatore ne abbia percezione: due ore e venti minuti circa di spettacolo che volano via in un soffio, eppure densi, vivi e pungenti.
Straordinari gli attori e le attrici in scena che hanno saputo mantenere ritmo e tempo trasmettendo grande dinamismo e freschezza.
E’ giusto e opportuno rendere merito a tutti per il grande impegno e la perfetta aderenza ai personaggi, per le caratterizzazioni così diverse eppure così precisamente amalgamate. A partire da Martino Duane e Daniela Tosco, Teseo e Ippolita, passando per Alessio Sardelli, Egeo, Raffaele Proietti, Filostrato, Marco Paparella che ha interpretato un colorato Lisandro; Valentina Marziali, innamorata e combattiva Ermia; la bravissima e carica di espressività Federica Bern, Elena; gli strepitosi e divertentissimi Fabio Grossi e Andrea Pirolli rispettivamente nei panni di Puk e Fata.
Proseguo con un grande Carlo Ragone nei panni dell’altero, algido, capriccioso e dispotico Oberon che ipnotizza nel recitato e che conquista anche con l’esecuzione del brano I pescatori di perle di Bizet e con la bravissima Claudia Balboni nelle meravigliose vesti di Titania.
Ho lasciato per ultimi i miei preferiti.
Un grandissimo e sempre in parte Sebastiano Colla, seducente ed avvolgente nei panni di Demetrio e, infine, il gruppo degli artigiani/attori, coloro che hanno il compito di alleggerire il tono severo delle contese tra padri e figli, uomini dispotici e donne da sottomettere al potere maschile, deità in guerra che giocano col destino dei mortali.
Uno straordinario gruppo di magnifici attori che danno esempio della commedia pura che mi ha portato alla memoria la Commedia dell’Arte, inanellando una serie di battute esilaranti tra riprese e giochi di parole, mantenendo tempi perfetti e ritmi serrati.
Primo fra tutti uno straordinario e trascinante Marco Simeoli in grandissima forma che interpreta il capocomico dall’accento partenopeo Peter Zeppa caratterizzandolo con la sua particolare ed espressiva mimica facciale. Poi l’esuberante, energico e frizzante Gerolamo Alchieri nei panni dell’eccentrico Nick Chiappa, l’unico della compagnia improvvisata che potrebbe definirsi attore e, per questo, incline a strafare. A seguire il grande Roberto Della Casa, attore di grande carica e carisma qui nei panni dell’insicuro ed esilarante Tassello. Infine i divertentissimi Claudio Pallottini e Roberto Stocchi rispettivamente nei panni di Tom Beccuccio e Francis Ciufolo.
Tutto di Sogno di una notte di mezza estate è di grande livello, anche la musica che accompagna soavemente la scena soprattutto nelle parti oniriche o sottolinea i passaggi dal mondo reale a quello della fantasia. Una musica utilizzata con parsimonia e discrezione, ma di grande afflato poetico, che fa quasi da sottofondo al sogno: Una furtiva lacrima cantata da Beniamino Gigli, La Traviata di Verdi, Casta Diva di Bellini eseguita dalla divina Callas, il già citato Il Pescatore di perle di Bizet e altre arie di Bizet.
Infine vanno menzionati i bellissimi, curati e dettagliati costumi di Manola Romagnoli, molto ben ispirati e che suggeriscono mondi diversi: la ricchezza delle vesti di Teseo e l’eleganza di quelli di Ippolita ed Egeo; la leggerezza delle vesti di Ermia ed Elena, delicati come dovrebbero essere le loro anime giovani; la decorazione particolare degli abiti di Demetrio e Lisandro che richiamano alla divisione delle dimensioni spazio temporali; la ricchezza e ricercatezza delle vesti di Oberon e Titania, l’eccentricità e il colore dei panni di Puk e Fata; infine, gli abiti degli artigiani e teatranti e i vari travestimenti qua e là richiesti.
Sogno di una notte di mezza estate è uno spettacolo da non perdere e che regala emozioni e risate, ma, soprattutto, Arte.