Teatro Sistina
24 maggio 2016
P O L I T E A M A S.r.l.
presenta
Claudia Campagnola, Marco Morandi, Carlotta Proietti e Matteo Vacca
in
NON C’E’ DUE SENZA… TE
Musiche: Enrico Blatti, Testi: Toni Fornari
Regia: Toni Fornari
Supervisione artistica: Gigi Proietti
Movimenti coreografici di Fabrizio Angelini
Non c’è due senza te è una divertente commedia scritta dalla prolifica penna di Toni Fornari e presentata già con successo in vari Teatri d’Italia.
E’ stata infatti rappresentata a Roma al Teatro de’Servi prima e al Teatro Golden dopo, a Milano al Teatro/Cinema Martinit, al Teatro degli Oscuri di Torrita di Siena, al Teatro Petrarca di Arezzo, al Teatro Augusteo di Napoli. Ora arriva, per una settimana, al Teatro Sistina di Roma.
Un lavoro valido e ben scritto, come spesso accade per i lavori di Toni Fornari, che nel tempo ha trovato il gradimento di Gigi Proietti che ne è diventato supervisore artistico.
Da quello che sono riuscito a capire leggendo qua e là, la commedia è nata come atto unico e, nonostante avesse un sottofondo musicale, in origine non era una commedia musicale come, invece, si è presentata ieri al Teatro Sistina e già sicuramente all’Augusteo di Napoli e al Petrarca di Arezzo.
Non c’è due senza te è una commedia leggera che diverte molto e interpretata da un bel cast.
La storia racconta di un caso di biandria, ovvero di una donna sposata con due uomini. Mariateresa (Claudia Campagnola), infatti, è sposata contemporaneamente con due uomini.
Per Giorgio (Matteo Vacca), professore di matematica preciso, pignolo, fissato con i numeri e le probabilità, è Maria, persona quieta e dedita al lavoro. Per Daniele (Marco Mornadi), detto Danny, cantautore in preda ad un blocco creativo, è Teresa, donna “sciolta”, ma sempre dedita al lavoro. Mariateresa scrive romanzi e usa la scusa degli impegni di lavoro per giustificare le continue assenze dalle due case: ogni settimana, infatti, vive tre giorni con Giorgio e tre giorni con Danny (ci sarebbe da chiedersi cosa faccia il settimo giorno: probabilmente si riposerà!). L’editrice di Mariateresa, Sara (Carlotta Proietti), è anche una sua grande amica che è a conoscenza della sua doppia vita. Il problema nasce quando Mariateresa scopre di essere incinta e non ha minimamente idea di chi, tra i due uomini, possa essere il padre. Mariateresa comincerà ad indagare sul desiderio di paternità dei mariti, rimanendo delusa alla scoperta che mai avrebbero pensato di avere figli.
Da questo punto in poi nasceranno una serie di situazioni divertentissime: Giorgio e Danny si conosceranno incontrandosi per caso davanti alla vetrina di un negozio per neonati dove entrambi erano andati per acquistare un regalo per le rispettive mogli, presi dai sensi di colpa per essersi comportati in maniera insensibile e decisi ad avere un figlio con la propria moglie. Giorgio, però, inviterà Danny a casa per cena per festeggiare la scelta fatta e il felice incontro fortuito. Mariateresa entrerà nel panico, non sapendo come gestire la situazione e chiederà aiuto a Sara che si troverà, suo malgrado, a dover sbrogliare, in modi piuttosto inconsueti, l’intera matassa.
Uno dei punti di forza di questo spettacolo è il testo: ben scritto e attento a collegare tutti i passaggi narrativi e logici, dimostra continuità e leggerezza, riuscendo a delineare quattro personalità diverse che ben si amalgamano.
Altro punto di forza è l’interpretazione delle due donne del cast e la caratterizzazione vocale che entrambe danno ai loro personaggi. Claudia Campagnola dà voce a Maria e a Teresa, differenziandole per tono e cadenza, e anche a Mariateresa, che, seppure in maniera lieve, si distingue da entrambe. Molto giusta e in parte, riesce a divertire grazie anche ad una bella espressività.
Carlotta Proietti rende il suo personaggio molto particolare, leggermente sulle righe e davvero comico, contraddistinguendolo con una voce “stridula” che riesce a mantenere inalterata per tutto il tempo.
Bravi tutti i protagonisti nel mantenere tempo e ritmo.
Molto curata, ricca e coloratissima la scenografia, curata da Alida Cappellini e Giovanni Licheri, che divide benissimo gli spazi in cui le scene si svolgono. Grazie all’uso di pannelli che scendono dall’alto, pedane scorrevoli a scomparsa, il velatino dipinto e un ottimo uso delle luci vengono ogni volta utilizzati spazi diversi: le due case, l’ufficio di Sara, la strada.
Ho gradito meno la parte musicale, soprattutto per quanto riguarda i testi e l’interpretazione.
Testi poco curati, un po’ banali e poca melodia. Frizzante, però, e davvero carino il pezzo Curumba (spero di ricordare bene il nome) con la divertente coreografia di Fabrizio Angelini che ha curato i movimenti coreografici dello spettacolo.
Carlotta Proietti è forse quella più forte nel canto, ma le armonizzazioni e i cori non funzionano molto.
La regia si perde un attimo nel secondo atto, rischiando di rallentare un andamento fino a quel momento sostenuto.
Nulla che non possa essere facilmente sistemato e riarrangiato in una commedia che comunque resta gradevolissima.
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