12.17 aprile
Gitiesse Artisti Riuniti
presenta
GEPPY GLEIJESES
PROCESSO A GESÙ
di Diego Fabbri
e con
MARCO CAVALCOLI DANIELA GIOVANETTI GIOVANNA BOZZOLO
e
MARIA ROSARIA CARLI MARCO PROSPERINI PAOLA SAMBO
MASSIMO LELLO LEONARDO SBRAGIA SERGIO MANCINELLI
FRANCESCO LARUFFA ANTONIA RENZELLA YASER MOHAMED
CECILIA ZINGARO PAVEL ZELINSKY FRANCESCA ANNUNZIATA
GIACOMO LISONI GIORGIO SALES LORENZO GUADALUPI
musiche Teho Teardo
artigiano della luce Luigi Ascione
regia GEPPY GLEIJESES
(recupero stagione 2019/2020)
personaggi e interpreti
Elia / Geppy Gleijeses
Rebecca / Giovanna Bozzolo
Davide / Marco Cavalcoli
Sara / Daniela Giovanetti
Una signora irrequieta / Maria Rosaria Carli
Giuseppe – Il contraddittore bonario / Marco Prosperini
La donnetta delle pulizie / Paola Sambo
Un sacerdote / Massimo Lello
Pilato / Leonardo Sbragia
Caifa / Sergio Mancinelli
Un intellettuale / Francesco Laruffa
Giudice improvvisato / Antonia Renzella
Giuda / Yaser Mohamed
Maria di Nazareth / Cecilia Zingaro
Pietro / Pavel Zelinsky
Maria Maddalena / Francesca Annunziata
Un provinciale / Giacomo Lisoni
Tommaso / Giorgio Sales
Giovanni / Lorenzo Guadalupi

PROCESSO A GESU’ – TEATRO QUIRINO DAL 12 AL 17 APRILE
Queste mie parole non costituiscono certo delle “note di regia”, ma sollecitano a me e a chi legge una domanda: perché abbiamo rimosso tutti gli autori teatrali del ‘900 italiano ? Perché un giovane nato nel 2000 non sa e probabilmente non saprà mai chi sono e cosa hanno scritto per il teatro Gabriele D’Annunzio, Ugo Betti , Natalia Ginzburg, Curzio Malaparte, Alberto Moravia, Renato Simoni, Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Raffaele Viviani e potrei continuare per pagine e pagine… Credo sia certamente compito del Teatro Pubblico ( in modo precipuo, ma tocca a tutti noi ) salvaguardare la memoria ma soprattutto dimostrare l’attualità a volte devastante della drammaturgia italiana del ‘900. E invece, escludendo De Filippo e Pirandello, certamente i massimi, ma anche i più vendibili, non gliene frega niente a nessuno. Uno dei recuperi per me più belli e significativi credo risalga a 41 anni fa, a “Il Cardinale Lambertini” di Alfredo Testoni -oggi qualcuno sa chi sia?- regia di Squarzina, con Squarzina direttore del Teatro di Roma e con un gigantesco Gianrico Tedeschi ( in camerino da lui mi inginocchiai e lui mi disse : “Geppy, mi stai scambiando con il personaggio?” ). Qualcuno potrebbe citare il meraviglioso “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” regia Ronconi, anch’egli allora direttore del Teatro di Roma (guarda un po’…) del 1996, anche se quello spettacolo era la riduzione del grande romanzo di Carlo Emilio Gadda. Ma non importa: era un capolavoro.
E oggi questa rimozione colpevole, per non dire vergognosa, personalmente la riscontro sulla mia pelle. E purtroppo soprattutto su quella di Diego Fabbri. Con tutti gli spettacoli prodotti dalla Impresa che dirigo rappresentiamo centinaia di recite. Vendute prima che lo spettacolo sia andato in scena. Ma “Processo a Gesù”, opera meravigliosa, pietra miliare della nostra drammaturgia, non interessa. A nessuno. Anche alla cerchia ristretta a cui dovrebbe interessare. E questo nonostante un successo lusinghiero nell’anteprima rappresentata in tempo di Covid estremo, e un cast di 18 attori (dico diciotto) di livello formidabile da Paolo Bonacelli a Marco Cavalcoli a tutti i giovani e i meno giovani che vedrete in scena. Come naturalmente non interessa il suo autore. Diego Fabbri è stato a lungo persona delle Istituzioni, Presidente dell’ETI, intellettuale riconosciuto. Ma autore scomodo: poco amato dai laici perché cattolico; e poco amato dai cattolici perché “cattolico del dissenso”. Eppure per chi crede e per chi non crede, Processo a Gesù è un’opera fondamentale. In due parole: in un trito processo itinerante, celebrato in qualsiasi teatro o palestra o fabbrica dismessa, Gesù viene messo sotto accusa. E puntualmente condannato. Ma questa volta, in una dinamica brechtiana e ancor di più mutuata dalla trilogia Pirandelliana del “teatro nel teatro”, il pubblico in sala si ribella. Gesù non può essere condannato. Gesù è forse l’unica e ultima speranza. Il contrasto tra i due mondi degli accusatori e dei difensori, entrambi innocenti e colpevoli, è dilaniante, attuale come carne viva, determinante per la coscienza di ognuno di noi. “…Se mi si mostrasse che Cristo è fuori dalla Verità, ed effettivamente risultasse che la Verità è fuori di Cristo, io preferirei restare con Cristo anziché con la Verità. Perché Cristo è il reale…Cristo è il vero scandalo”. È Dostoevskij che parla. E Kierkegaard gli fa eco: “…Profondamente nell’intimo di ogni uomo si nasconde l’angoscia che egli debba ritrovarsi solo nel mondo, dimenticato da Dio, sperduto tra milioni e milioni di esseri, nello smisurato ordinamento del mondo…”
E quindi, se credi, in Gesù c’è la salvezza, se non credi e non sei un decerebrato, con Gesù devi fare i conti.
Geppy Gleijeses
ORARI
mar 12, merc 13, ven 15, sab 16 ore 21 – gio 14, sab 16, dom 17 ore 17