Appuntamento a Londra
Sala Umberto
4 novembre 2024
Prima
Appuntamento a Londra: un dramma dell’identità
Appuntamento a Londra, il testo del premio Nobel Mario Vargas Llosa che più racconta il tema dell’identità così caro all’autore, arriva al Sala Umberto di Roma interpretato da Lucia Lavia e Luigi Tabita e con la regia di Carlo Sciaccaluga.
Siamo a Londra. In un’elegante camera d’albergo un ricco uomo d’affari di successo, Luca Croce (Luigi Tabita) incontra una donna, Maddalena Merisi (Lucia Lavia), che sostiene di essere la sorella del suo vecchio amico Nino (i nomi sono italianizzati rispetto al testo originale), con cui Luca ha perso bruscamente ogni contatto venticinque anni prima.
La figura di Maddalena creerà un corto circuito nella mente di Luca che si troverà a fare i conti con il passato, affrontando pulsioni rimosse e sentimenti repressi e innescando proiezioni mentali che confonderanno realtà e immaginazione.
Appuntamento a Londra si incentra sul tema della verità, la cui esistenza, per Vargas, si dà solo nella relazione con l’altro e sul tema dell’identità (sessuale, ma non solo).
Mano a mano che l’identità di Maddalena si fa più chiara, nella mente di Luca i pensieri si confondono, in una rappresentazione che è sempre a cavallo tra realtà e immaginazione, sogno e incubo.
Maddalena c’è, ma allo stesso tempo non esiste; Maddalena è in quel pugno sferrato, ma è anche in quel bacio mai dato. Maddalena è il rimpianto per le vite non vissute, Maddalena è la nostalgia di una vita non percorsa.
Appuntamento a Londra è uno spettacolo sulla ricerca della propria identità; è il delirio di una mente fragile che si perde in mille personalità proiettata su un mondo di possibilità.
Non appena lo spettatore pensa di aver afferrato la verità ecco che l’autore lo spiazza e destabilizza: Luca e Maddalena diventano ogni volta qualcosa di diverso l’uno per l’altra.
Davanti allo spettatore si aprono varie strade, nessuna vera, ma tutte valide.
Lucia Lavia e Luigi Tabita ci trasportano in un viaggio surreale nell’intimità dei propri personaggi, un continuo dentro e fuori dove realtà e sogno si confondono facilmente.
Lo fanno, l’una, Lucia, con una recitazione estremamente di maniera, una recitazione vecchia maniera accentuata ed esasperata nei toni, negli accenti e nei respiri, accompagnata da una postura altera, elegante e da continui “scatti”, il tutto, forse, a sottolineare il distacco dalla realtà conferendo il giusto valore di immaginifico al racconto.
L’altro, Luigi Tabita, attraverso un potente ed efficacissimo processo di interiorizzazione grazie al quale il suo personaggio è continuamente dentro se stesso, in una conversazione quasi solitaria dove l’altro, anzi l’altra, Maddalena, diventa solo oggetto del suo pensiero, raccontato e non realmente vivente.
Il rapporto tra i due, le loro dinamiche, sono giocate tutte sul piano interno: l’interno fisico dell’appartamento e l’interno della mente di Luca.
Un interno scosso dai pensieri, così come dalla musica e dai suoni di nogravity4monks e illuminato dal gioco freddo/caldo delle luci di Gaetano La Mela.
Altissimi momenti sono costituiti dal monologo di Maddalena/Lavia e dal tormento di Luca/Tabita quando canta Vedrai Vedrai di Tenco.
Lucia e Luigi sono eleganti negli abiti di Anna Varaldo di cui non si può non apprezzare anche la scena, continuamente percorsa e agita dai due, con il letto che diventa tana o trappola da cui Maddalena grida la propria volontà di esistere.
I gesti di Tabita/Luca eseguiti all’inizio davanti allo specchio, tornano nel finale in lui e nei gesti di Nino: quel tentativo di togliersi la faccia o portarsi via la maschera a rischio di graffiarsi il volto, nel rifiuto di una identità che non si riconosce più, ma anche nell’inganno di un’altra identità.
Alcuni momenti onirici sono sottolineati da scene e dialoghi che si ripetono in loop e da rewind.
Il tutto è calibrato, dosato e misurato sin nel minimo dettaglio dalla regia di Carlo Sciaccaluga che viene da immaginare abbia fornito indicazioni precise anche sulla recitazione.
Il rischio grande di questo difficile spettacolo, però, è che lo spettatore, diviso tra l’enorme impegno interpretativo dei due attori e la difficoltà di riuscire ad essere sempre dentro al racconto, sia più portato a ragionare che a emozionarsi.
Appuntamento a Londra
di Mario Vargas Llosa
Regia di Carlo Sciaccaluga
Interpreti: Lucia Lavia e Luigi Tabita
Scene e costumi: Anna Varaldo
Musiche: nogravity4monks
Luci: Gaetano La Mela
Produzione Teatro Stabile di Catania
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