Teato Lo Spazio
7 marzo 2025
InVIOLAta, spettacolo Primo classificato al Concorso di corti teatrali Idee nello Spazio 2024, arriva al Teatro Lo Spazio di Roma nella sua versione estesa.
Lo spettacolo, scritto e diretto da Teresa Cecere e David Marzi, è una riflessione sull’onore maschile e sulla vergogna imposta alle donne, sentimenti che hanno segnato e macchiato la cultura e la legislazione italiane e che nonostante l’abolizione, recente, di queste leggi, hanno strascichi fino ai nostri giorni.
Siamo in Sicilia, terra in cui questo fenomeno ha assunto carattere paradigmatico tanto che la “fuitina” e il matrimonio riparatore sono diventati elementi della tradizione e della cultura di questa splendida terra, ma potremmo essere ovunque.
Ancora oggi leggiamo di storie drammatiche di uomini che considerano la donna una loro proprietà tanto da poterne decidere la vita e la morte.
Franca Viola, la protagonista di questa storia e la prima donna italiana ad aver rifiutato il matrimonio riparatore, disse: “Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”.
Lo spettacolo prende spunto da fonti storiche e letterarie, tra cui il libro-inchiesta “Le Svergognate” di Lieta Harrison, con prefazione di Pier Paolo Pasolini, che offre una testimonianza diretta della condizione femminile in Italia negli anni Sessanta.
InVIOLAta, il titolo richiama il nome della protagonista, vuole ribadire il valore assoluto dell’inviolabilità dell’integrità personale, spesso negata in nome di tradizioni arcaiche e di un maschilismo becero, cieco e assurdo che ancora avvelena la nostra cultura.
Siamo nella Sicilia degli anni ’60: l’amore è strettamente connesso alla verginità.
Una donna che non arriva illibata al matrimonio è una svergognata e non merita di trovare marito, ma è destinata a rimanere sola a vita.
E non conta se l’innocenza le sia stata portata via con la violenza e contro la propria volontà. Sarà sempre stata colpa sua.
A quei tempi, l’unica soluzione era il matrimonio riparatore. Un uomo che voleva una “femmina”, la rapiva, la svergognava e poi aveva il diritto di sposarla, potendone abusare legalmente per tutta la vita.
Era sempre la stessa cosa, era sempre la stessa cosa: è sempre la stessa cosa?
No, non sempre.
Franca Viola, sostenuta da un padre amorevole, rispettoso e di mentalità molto aperta, oltre che molto coraggioso, ha saputo e potuto dire di no e spezzare questa catena infame.
La storia di Franca Viola non è solo l’esperienza personale di una ragazza, ma il simbolo di un periodo storico e l’inizio di un cambio di rotta.
Franca rifiuta il matrimonio riparatore: così facendo, infrange una tradizione aberrante e sfida un sistema che per decenni aveva legalizzato il potere dell’uomo sulla donna.
InVIOLAta porta in scena tutto questo, con un’opera teatrale che è una commistione di linguaggi forti ed efficaci.
La prosa di Teresa Cecere e David Marzi è asciutta, diretta e si mescola con grande capacità in un linguaggio stratificato musicale fatto di parola e suono, suono verbale e corporeo prima che prettamente strumentale.
Attraverso la voce, il corpo e il gesto, le tre bravissime, giovani e sorprendenti attrici, Maria Barnaba, Sandra Di Gennaro e Ilenia Sibilio ricreano un linguaggio prosaico musicale impostato sulla cadenza siciliana e sostenuto dalle musiche originali della giovane cantautrice palermitana, Kemonia, che si rifanno al folk siciliano.
La suggestione tra tutti questi elementi è molto forte così come è equilibrato il rapporto tra essi.
C’è poi un forte richiamo al “Cunto” siciliano (ritroviamo qui l’influenza di Mario Incudine) a cui viene affidato il momento più alto di denuncia.
La tradizione del Cunto viene qui sovvertita affidandolo alla splendida interpretazione di una giovanissima attrice e non più alla voce di un uomo.
Possiamo affermare che il monologo del Don Chisciotte sia uno dei momenti più intensi di questo spettacolo, ma è l’intera opera che suscita un forte impatto emotivo e grande coinvolgimento.
La scena è dominata da vestiti stesi, mollette e fili (l’allestimento scenico è di Lisa Serio) a rappresentare un mondo domestico fatto di piccole semplici cose che viene dissacrato e disonorato.
I movimenti coreografici contribuiscono a dare slancio all’intera rappresentazione creando linee, curve e disegni che accompagnano parola e suono.
InVIOLAta è uno spettacolo necessario, di teatro civile e sociale, un teatro fisico, ma, allo stesso tempo, di narrazione.
E’ una composizione matura, con una forte identità; uno spettacolo interpretato da tre splendide attrici che non si risparmiano, donandosi pienamente all’opera e che, nonostante la giovane età, dimostrano consapevolezza.
Merito anche di chi le ha seguite e dirette: Teresa Cecere e Davide Marzi.
InVIOLAta è uno spettacolo contemporaneo che ha molto da dire a tutti noi.
Siamo nella Sicilia degli anni ’60 ma potremmo essere ai giorni nostri.
Nella grande città come nella piccola provincia, quanto è facile nascondere e nascondersi in mezzo alla confusione e al disinteresse della gente?
Cambiano i tempi e cambiano i modi: nonostante l’abolizione di leggi che prevedevano il matrimonio riparatore e il delitto d’onore, l’uomo conosce e utilizza ancora molti modi per tentare di sottomettere la donna e farla vergognare di essere femmina.
E’ sempre la stessa storia? No. Fortunatamente al mondo è pieno di Franche che sanno dire di no.
Dovremmo solo imparare ad ascoltarle e a rispettarle di più.
InVIOLAta
di Teresa Cecere e David Marzi
regia Teresa Cecere e David Marzi
con Maria Barnaba- Sandra Di Gennaro- Ilenia Sibilio
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