Sala Umberto
18 marzo 2025 – Prima
Spettacolo falso e non autorizzato (A Mirror): Arte e politica
In scena al Sala Umberto di Roma, Spettacolo falso e non autorizzato (A Mirror) è lo spettacolo di Sam Holcroft che, dopo il grande successo inglese, arriva in Italia con la regia di Giancarlo Nicoletti.
In un immaginario stato totalitario, il Ministero della Cultura, rinominato “ufficio censura”, passa al setaccio tutte le opere d’arte cestinando con rigore quelle contrarie al regime e denunciandone gli autori.
Così, un gruppo di attori inscena un finto matrimonio al fine di poter recitare il proprio spettacolo in maniera clandestina e non autorizzata, di fronte a un pubblico di finti invitati, ma in realtà spettatori conniventi.
La polizia, però, è in agguato.
Spettacolo falso e non autorizzato (A Mirror) è uno spettacolo che gioca su incastri delicati e in cui realtà e finzione si scambiano i ruoli, spesso confondendosi.
Sul più classico espediente di teatro nel teatro si innesta il fattore di rischio per i personaggi, costantemente in pericolo di essere scoperti dalla polizia e denunciati.
Un meccanismo di scatole cinesi che deve funzionare perfettamente e in cui i ruoli si confondono con l’intento di confondere anche i controllori.
Spettacolo falso e non autorizzato (A Mirror) è sicuramente un testo insolito e uno spettacolo spiazzante, in cui si alternano momenti di divertimento a momenti di maggiore tensione.
Uno spettacolo ironico e provocatorio che richiede anche il coinvolgimento del pubblico.
Lo spettacolo riflette e fa riflettere sul ruolo dell’arte in genere e sul rapporto e il confine tra essa e la politica. Suscita considerazioni sulla libertà di espressione e su quanto questa possa essere condizionata o limitata dal potere e su quanto lo spettatore sia pronto ad ascoltare la verità e non preferisca, piuttosto, una bella menzogna.
Qui la verità è sempre in discussione e i ruoli si confondono costantemente.
Protagonista di questa storia è un gruppo di attori eterogeneo, proveniente da esperienze diverse eppure ben amalgamato: Ninni Bruschetta, Claudio “Greg” Gregori, Fabrizio Colica e Paola Michelini.
Il regista Giancarlo Nicoletti non è nuovo a questi temi né a testi di oltremanica che riservano sempre risvolti ambivalenti e sottintesi politici.
Il rapporto tra verità e finzione, come quello tra arte e politica, sono spesso presenti nelle opere di Nicoletti, sia come regista che come autore (Festa della Repubblica; Kensington Gardens; 1984)
Inoltre, Nicoletti guarda spesso al mondo oltremanica per affrontare questi temi.
L’adattamento di questi testi, però, non è sempre facile perché in genere raccontano storie e adottano linguaggi e punti di vista diversi dal nostro comune sentire.
Rendere fruibile e comprensibile al pubblico italiano una riflessione che proviene da contesti sociali e politici diversi, adattarla alla sensibilità e al gusto italiani non è sempre semplice e forse non è nemmeno un’operazione sempre corretta.
Nicoletti ha scelto probabilmente di non tradire il testo, non andando incontro allo spettatore italiano, ma scomodandolo.
Un’operazione forse troppo ardita vista la stratificazione di livelli della storia che ha come risultato quello di portare in scena un’opera che per ora appare poco convincente e poco coinvolgente.
Così facendo, un’opera che potrebbe essere di monito per tutti, veicolando importanti riflessioni sociali e politiche, rischia di rimanere un esercizio di stile, un gioco intellettuale tra autore e pubblico, perdendo il suo valore di spettacolo civile.
Gli stessi protagonisti in questa Prima sono apparsi a volte spaesati e non perfettamente centrati.
Colpisce la scenografia di Alessandro Chiti che richiama con immediatezza ad un regime totalitario.
In una elegante sala di un Ministero la scena si alterna tra sala delle celebrazioni e ufficio del supervisore.
Ci sono fiori, due bandiere e l’altare diventa facilmente una scrivania.
L’ambiente è caratterizzato da alti pannelli rossi girevoli con vetri opachi al centro e reti metalliche ai lati.
Su tutto campeggia il simbolo dello Stato, uno scudo con rappresentata una sorta di catena simile a quella del Rotary e con dentro un’aquila reale.
Spettacolo falso e non autorizzato (A Mirror) è uno spettacolo che sicuramente destabilizza lo spettatore, ma non lo cattura.
Per la sua struttura complessa e articolata su più livelli richiede una maggiore praticità e dimestichezza degli attori con i numerosi e improvvisi cambi di registro che il testo impone.
Siamo certi che lo sguardo acuto di Nicoletti saprà aggiustare in corsa gli elementi ancora non centrati.
Una coproduzione Altra Scena & Viola Produzioni
NINNI BRUSCHETTA CLAUDIO “GREG” GREGORI
FABRIZIO COLICA PAOLA MICHELINI
GIANLUCA MUSIU
in
SPETTACOLO FALSO E NON AUTORIZZATO
(A Mirror)
di Sam Holcroft
regia di GIANCARLO NICOLETTI
Aiuto regia Giuditta Vasile
Scene Alessandro Chiti
Musiche Mario Incudine
Costumi Giulia Pagliarulo
Disegno Luci Sofia Xella
per gentile concessione dell’Agenzia Danesi Tolnay
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