Teatro Sala Vignoli. Presentazione della Nuova Stagione
Ieri sera, lunedì 7 novembre 2016, è stata presentata la Nuova Stagione del Teatro Sala Vignoli alla presenza di alcuni rappresentanti delle Compagnie aderenti al cartellone, giornalisti, critici web e spettatori.
Il Teatro Sala Vignoli, già molto attivo a livello territoriale grazie alle attività della Parrocchia di San Leone, ha accolto con gioia e partecipazione l’iniziativa di Eugenio Dura, direttore artistico di questa nuova stagione. In questo modo l’intero quadrante sud della capitale potrà godere della vitalità e della bellezza del teatro.
Il Teatro Sala Vignoli offre una importantissima proposta culturale che va ad apportare valore aggiunto ad un quartiere in fermento come il Pigneto, multietnico e popolato da moltissimi giovani, e a quelli limitrofi, presentando una programmazione davvero valida e varia per genere.
Un teatro indipendente e avulso da certi meccanismi commerciali che si prefigge di essere veicolo non solo di cultura, ma soprattutto di idee e sollecitazioni.
Le Compagnie presenti in cartellone hanno aderito con slancio a questo nuovo progetto di Eugenio Dura, portando ieri in conferenza le loro motivazioni e presentando i propri spettacoli.
Di seguito una breve presentazione della stagione e dei singoli spettacoli in scena che vi invito a leggere per intero per riscontrare la validità culturale degli stessi e il grande valore umano che saranno il motore della stagione stessa, oltre alla varietà tematica e di genere.

Teatro Sala Vignoli: La Nuova Stagione
“Il quartiere prenestino avrà il suo punto di riferimento culturale. Apre il Teatro Sala Vignoli. Un cartellone di dieci spettacoli dà vita alla prima stagione”
Investire nel Teatro oggi è un’impresa coraggiosa. Eugenio Dura, regista e coreografo che il teatro lo ha vissuto e vive ancora sotto molteplici aspetti, come danzatore classico professionista prima, grandemente attivo nel musical poi, aiuto regista in importanti produzioni e, più recentemente, regista e coreografo di Family Show quali Monster Allergy, Pippi Calzelunghe e Aladin, reduce dal successo in terra Georgiana dello spettacolo Goodbye Lilì Marlene, si assume l’onere e il rischio di portare il Teatro nel quadrante sud della città, dando nuova vita al Teatro Sala Vignoli nel cuore del Pigneto, storico quartiere di Roma.
Si parte il 26 e 27 novembre con la Compagnia T.T.R Il Teatro di Tato Russo con La Trilogia della Villeggiatura di Tato Russo da Carlo Goldoni, con la regia di Carmen Pommella. Il 17 e 18 dicembre la Compagnia Bottega del Pane presenterà Le Rane – Malincommedia sull’orlo del mondo da Aristofane, regia e drammaturgia di Cinza Maccagnano. Il 21 e 22 gennaio Gli Spettri di Henrik Ibsen, regia di Eugenio Dura.
Il 28 e il 29 gennaio andrà in scena Li nipoti de lu sinneco di Eduardo Scarpetta, regia di Pino Carbone. Il 18 e 19 febbraio Il Viaggio – Uno spettacolo sulla Shoà, regia e drammaturgia di Giuseppe Argirò.
Il 25 e 26 febbraio la Compagnia Le Pecore Nere presenterà Romeo e Giulietta di William Shakespeare, regia di Carmen Pomella.
Il 4 e 5 marzo la Compagnia KinesisArt sarà presente con Little Women – Piccole Donne, regia di Selene Gandini, mentre il 18 e 19 marzo sarà in scena Io, Betty e il Liverpool di Giuseppe Manfridi, regia di Paolo Triestino. L’8 e 9 aprile Toghe Rosso Sangue La vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia, di Giacomo Carbone, regia di Francesco Marino. Chiuderà la stagione, il 22 e 23 aprile, la Produzione P-Nuts con Topolini, mici e pinguini innamorati – Un viaggio nelle swing con Le Sorelle Marinetti.

Presentazione
Stagione
2016/2017
Teatro Sala Vignoli
La Trilogia della Villeggiatura
26 – 27 novembre 2016
di Tato Russo da Carlo Goldoni
regia di Carmen Pommella
Compagnia T.T.R Il Teatro di Tato Russo
con Antimo Casertano, Riccardo Citro, Rita Corrado, Elisabetta D’Acunzo, Roberta Esposito, Simona Esposito, Mario di Fonzo, Adriano Falivene, Annarita Ferraro, Irene Grasso, Nuvoletta Lucarelli, Peppe Mastrocinque, Antonio Vitale
La rivisitazione del testo di Carlo Goldoni ispira una regia frenetica e bizzarra. L’ambientazione nella Capri degli anni 50 suggerisce l’utilizzo di colori e atmosfere dalla bellezza irripetibile. L’anello di congiunzione tra la frivolezza dell’epoca e i reali contenuti del periodo, sono le canzoni che si alternano alla prosa e che permettono un piacevole tuffo nel passato quando la musica sostituiva tutta o in parte un racconto di una storia d’amore o le avventure di un’allegra compagnia. Tutto quindi ruota intorno alle smanie, alle isterie, ai capricci di una gioventù che pretende di “stare” piuttosto che di “essere”.
Le Rane – Malincommedia sull’orlo del mondo da Aristofane
17 – 18 Dicembre 2016
regia e drammaturgia Cinza Maccagnano
Compagnia Bottega del Pane
con Oriana Cardaci, Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Chiara Pizzolo. Musica dal vivo eseguita da Lucrezio De seta.
Le Rane di Aristofane sono una parodia della decadenza politica e culturale dell’Atene dell’epoca del 405 a.C., ma soprattutto una riflessione sul teatro e sulla vita morale e sociale. Protagonista è Dioniso, il dio del teatro, ma che qui non è più il seducente straniero delle Baccanti, bensì un patetico personaggio in cerca d’autore. Il ridicolo Dioniso, pazientemente guidato dal servo Xantia, intraprende il viaggio per l’oltretomba in cerca dell’autore che possa ridargli dignità, e con lui anche al teatro. Inizia così la Catabasi verso gl’inferi, dove non possono mancare gli incontri con Caronte, il portiere di Plutone, la Fantesca e molti altri personaggi, i quali appaiono come la copia deformata di una umanità bassa e volgare che abita il mondo terreno. Parentesi poetica è il coro di Rane della palude infernale che sulla soglia tra la vita e la morte, tra la realtà e la finzione, il sogno e l’incubo, canta cignescamente inafferrabili versi poetici, unico conforto dell’anima. Le Rane sono la poesia, che non si vede, ma è ovunque la si voglia evocare; sono la natura altra del mondo. Alla fine del viaggio ciò che conta è riconoscersi tra Rane e insieme intonare il bel canto che accompagni l’impresa della risalita o almeno che illuda i sognatori d’essere più vicini al sublime.
Gli Spettri
21 – 22 gennaio 2017
di Henrik Ibsen
Compagnia MediArte
regia di Eugenio Dura
cast da definire
Spettri è il dramma di una donna che non ha saputo sin dalla giovinezza ribellarsi alla menzogna.
La signora Alving si è sposata senza trasporto, ha tenuto celato agli occhi degli altri un terribile segreto ed ora sconta nella maturità il peccato di non aver abbracciato, a suo tempo, la verità.
Nell’etica di Ibsen chi non si batte per la verità contro l’ipocrisia è destinato a cadere.
In tutta la storia la vita non vissuta, rimossa e il passato tornano vittoriosi in un esistenza spettrale popolata e dominata dai fantasmi dell’eterno ieri, in cui la patologia psichica dei personaggi è la risposta a una situazione esistenziale dove la degenerazione è la metafora di un decadimento patologico che insidia ogni individuo inserito nell’ingranaggio sociale.
In questo scenario sembra quasi che gli elementi della tragedia greca si confondono con quelli del dramma borghese, dando vita ad un opera in cui i personaggi devono fare i conti con la propria coscienza fino all’ultimo istante.
Li nipoti de lu sinneco
28 – 29 gennaio 2017
di Eduardo Scarpetta
regia di Pino Carbone
con Rino Di Martino e Antonella Morea
Eduardo Scarpetta fu il più importante attore e autore del teatro napoletano tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Creò il teatro dialettale moderno. Qui, l’idea è quella di bambini che giocano a essere li nipute de lu sinneco. Sono i bambini che, con i loro giocattoli, danno vita a quest’opera come se la stessero immaginando sotto gli occhi del pubblico. Le loro bambole, i loro giocattoli, diventano i personaggi; i trucchi della mamma, i vestiti troppo grandi del padre, servono a creare e ricreare una storia, assecondando l’intreccio principale che vede nel travestimento in scena e nell’equivoco che ne scaturisce, il filo centrale della narrazione. Una grande opera di un grande autore, interpretata da attori adulti che, come bambini, giocano nel piccolo teatrino della loro immaginazione.
Il Viaggio – Uno spettacolo sulla Shoà
18 – 19 febbraio 2017
regia e drammaturgia di Giuseppe Argirò
con Renato Campese, Paola Lorenzoni, Maddalena Fallucchi, Cinzia Maccagnano, Maurizio Palladino, Alberto Caramel, Daniele Zappalà, Carmen Di Marzo
“A molti individui o popoli può accadere più o meno consapevolmente che ogni straniero è nemico”.
Da questa convinzione di Primo Levi parte Il viaggio, uno spettacolo che attraversa il dolore umano, raccontando i campi di sterminio. La tessitura drammaturgica ha una struttura metateatrale: immagina, infatti, una compagnia di attori ebrei che prova Le Baccanti di Euripide. La scelta non è ovviamente casuale. La tragedia narra l’invasamento di Agave e l’uccisione del figlio Penteo che si rifiuta di credere in Dioniso, rigettando il culto della personalità e l’adorazione incondizionata del dio. L’analogia con il nazismo e ogni dittatura nata dall’acquiescenza delle masse è evidente. Gli attori diventano essi stessi protagonisti di un viaggio senza ritorno verso Auschwitz, che verrà rappresentato grazie alle testimonianze del processo di Francoforte che si svolse dal 1963 al 1965.
Romeo e Giulietta
25 – 26 Febbraio 2017
di William Shakespeare
regia di Carmen Pommella
Compagnia Le Pecore Nere
con Vincenzo Esposito, Lorena Leone, Simona Esposito, Adriano Falivene, Annarita Ferraro, Giuseppe Mastrocinque, Daniele Marino, Agostino Pannone, Antimo Casertano
E’ un’opera, per quanto la categoria nella quale si pone ci lascia pensare il contrario, attualissima, violenta, rumorosa, irruenta e quindi accessibile all’orecchio dei giovani.
Nel mio adattamento le due famiglie sono tra le poche scampate ad una guerra di chissà quale epoca; l’azione quindi, si svolge tra i resti di una città dove aleggia ancora nell’aria la tragedia passata; ma ciò non basta a calmare l’ira e la violenza, violenza che viene placata di tanto in tanto da una voce fuori campo triste, fioca, quasi a rappresentare la resa umana. Da questo grigiore è facile immergersi nel romanticismo fresco e travolgente dei due amanti tanto da rendere anche le lunghe scene d’amore finalmente piacevoli all’ascolto come a placare quel ritmo angoscioso e sfrenato del resto dell’opera. L’anello di congiunzione tra la poeticità del testo e il linguaggio giovanile è rappresentato dalle musiche scelte
Little Women – Piccole Donne
4 – 5 Marzo 2017
regia di Selene Gandini
Compagnia KinesisArt
con Stefania Casellato, Selene Gandini, Laura Garofoli, Carlotta Piraino, Claudia Salvatore
La storia è quella della famiglia Alcott, diventata March nel libro ed è incentrata sulla vicende di quattro sorelle: Meg, Jo. Beth ed Amy ,che vivono con la madre. Il padre è al fronte a combattere la Guerra di Secessione che fa da sfondo alle loro vicende, mentre in primo piano ci sono le grandi avventure e le piccole disavventure delle quattro ragazze.
Le sorelle affrontano le giornate godendo delle piccole cose quotidiane, riuscendo a non
soccombere alle difficoltà che si presentano.
La spensieratezza che c’è in casa March viene messa a dura prova da vari eventi ed è proprio in queste fasi negative che le ragazze mostrano la bellezza e la solidità del loro rapporto, nonostante la diversità del loro carattere e del modo di affrontare i problemi.
La storia ruota attorno ai racconti che descrivono le relazioni delle quattro sorelle e lo
svilupparsi del loro legame nel tempo, individuando le differenti personalità che le
caratterizzano.
La messa in scena ha come obiettivo quello di rendere reale e sincero il rapporto tra le eroine del racconto , dimostrando che i sentimenti più profondi dell’uomo non conoscono epoche storiche.
La trasposizione teatrale del romanzo rispetta l’epoca originaria in cui è stato scritto, descrivendo la società e le sue regole, ma s’immerge contemporaneamente nella natura femminile che non ha tempo.
Io, Betty e il Liverpool
18 – 19 marzo 2017
di Giuseppe Manfridi
regia di Paolo Triestino
con Paolo Triestino
L’amore impossibile per una donna e per una squadra, il cuore che batte per Betty e la passione giallorossa che si intrecciano irresistibilmente, divertendo ed emozionando. Sullo sfondo, la Roma dei primi anni ’80 ed una finale di Coppa Campioni da regalare come gemma preziosa. E tanto altro…
Un monologo da vivere tutto di un fiato.
Toghe Rosso Sangue – La vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia”
8 – 9 Aprile 2017
di Giacomo Carbone
regia di Francesco Marino
con Francesco Polizzi, Emanuela Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso
Dalla morte della giustizia alla giustizia della morte una linea rossa, del rosso del sangue, unifica tristemente l’Italia nella sua storia più cupa. Nell’arco di 25 anni, dal 1969 al 1994, 27 magistrati italiani hanno perso la vita per mano della mafia, della ‘ndrangheta, del terrorismo rosso, di quello nero, di soliti ignoti o di tristemente noti. Con pochissime eccezioni, oltre alla pena di morte decretata dai mandanti e decantata dagli esecutori, tali magistrati hanno subito una nuova morte: l’oblio. Da tutto questo nasce il progetto Toghe Rosso Sangue che è diventato uno spettacolo teatrale. Quattro voci, quattro attori, quattro anime avvolte da un’atmosfera tra il realismo e il noir e da una scenografia essenziale, che mirano con rabbia e con amore ad un teatro che non spettacolarizza ma, senza condanne né valutazioni politiche, silenziosamente grida un omaggio a uomini morti nell’adempimento del loro dovere: un omaggio al loro senso dello Stato. Un vecchio Stato di appena 150 anni.
Topolini, mici e pinguini innamorati – Cronache dal meraviglioso zoo dello swing italiano
22 – 23 aprile 2017
Produzione The Singing Family S.r.l.
di Giorgio Umberto Bozzo
con Le Sorelle Marinetti e il M° Christian Schmitz
La radio ha da poco compiuto 90 anni.
All’inizio non ebbe molta fortuna: ci vollero anni perché l’apparecchio facesse la sua apparizione nelle case degli Italiani. Per molti fu, per lungo tempo, un bene di lusso del tutto superfluo.
E’ della metà degli anni Trenta la brillante idea dei dirigenti dell’E.I.A.R. di dotarsi di orchestra ritmo-sinfoniche e da subito divennero dei veri beniamini degli Italiani i direttori d’orchestra D’altra parte i nostri compatrioti di allora amavano tantissimo il ballo. Ma agli Italiani piaceva anche cantare e fu proprio grazie a dei concorsi per voci nuove dell’E.I.A.R. che venne inventata la figura del cantante leggero moderno
E le canzoni? Divertenti, orecchiabili, nella maggior par t e dei casi del tutto inoffensive alle orecchie della severa censura del tempo.
Non può certo passare inosservato un fenomeno: come mai molti di quei simpatici motivetti avevano per protagonisti animali?
Il pinguino innamorato, il gatto in cantina, la canzone delle mosche, Maramao perché sei morto, etc…
Le programmazioni cinematografiche di quegli anni cominciarono a ospitare i primi cartoni animati di Walt Disney, le Silly Symphonies, da noi italianizzate in Sinfonie Allegre.
I programmi leggeri dell’EIAR intuirono immediatamente il grosso successo di questi cortometraggi animati e stimolarono autori, compositori e direttori delle orchestre a creare canzoncine in sintonia con quel mondo fantastico.
Questo spettacolo ha lo scopo di illustrare ai ragazzi e ai loro genitori i seguenti argomenti:
– l’invenzione e l’avvento nelle case degli italiani della radio
– l’arrivo in Europa dei nuovi suoni (swing e jazz)
– la storia di alcuni dei più prolifici autori del tempo
– la storia degli artisti più amati

Eugenio Dura

Nato a Napoli, dove si diploma in danza classica accademica presso il Liceum diretto da Mara Fusco, inizia la sua attività professionale come danzatore presso numerosi enti lirici e compagnie private, Teatro San Carlo (Na), Teatro Comunale (Fi) Teatro Massimo (Pa), Compagnia balletto Carla Fracci, Teatro Koros Massimo Morione, MDA Aurelio Gatti, etc.
Dal 1997 inizia la sua avventura nel musical.
Numerose le produzioni che lo vedono impegnato con la Compagnia della Rancia: Sette spose per sette fratelli, Hello Dolly, A qualcuno piace caldo, Il giorno della tartaruga.
Nel 2004 è nel cast di Chicago produzione Clear Channel, regia Walter Bobbie.
Dal 2005 collabora come coreografo e aiuto regia con diversi registi: Gabriele Russo, Paolo Coletta, Aurelio Gatti.
Da segnalare la sua collaborazione con il regista Carlo Cerciello in Don Giovanni ritorna dalla guerra di Ödön von Horváth con Remo Girone per il Teatro Mercadante (Na),ed Ecuba di Euripide con Isa Danieli per il Napoli Teatro Festival.
Nel 2009 firma le coreografie per “Gran Varietà” del teatro Bellini di Napoli,e 2010/2011 i movimenti coreografici per “La Tempesta” di Shakespeare produzione Globe theatre di Roma regia di Daniele Salvo.
Collabora con Gabriele Russo alla regia di “Odissé, alla ricerca del padre” per il Napoli Teatro Festival e “Arancia Meccanica” produzione Teatro Bellini-Napoli. Nel 2016 firma la regia e le coreografie degli spettacoli del FamilyShow produzione Project Leader e Francesca Cipriani: “ Monster Allergy”, “Pippi Calzelunghe” e Aladin e la lampada meravigliosa”.
Nell’autunno 2016 firma la regia di “Goodbye Lilì Marlene” per un progetto internazionale a Tibilisi in Georgia.