Teatro Brancaccio
16 marzo 2017
Viola Produzioni in coproduzione con Società per Attori riporta in scena al Teatro Brancaccio Lorella Cuccarini con un nuovo musical completamente originale: La Regina di Ghiaccio – Il Musical.
Lo spettacolo, ideato e diretto da Maurizio Colombi, è un prodotto completamente italiano e originale: liberamente ispirato ad una fiaba persiana, prima ripresa da Gozzi e poi divenuta ispirazione per la Turandot di Puccini, La Regina di Ghiaccio vanta il merito di essere un’opera completamente nuova sotto ogni aspetto. Non un prodotto importato dall’estero, confezionato da altri e riadattato, ma un lavoro creato dal nulla da un team creativo di “pazzi” che hanno voluto mettersi in gioco. Tutto è nuovo: la storia presenta molti personaggi inventati; i testi, le musiche e le scenografie sono completamente originali.
La storia riprende il tema principale della Turandot: la figlia dell’Imperatore, per evitare di unirsi ad un uomo, decide di sottoporre ai propri pretendenti tre indovinelli. Se il pretendente di turno scioglierà gli enigmi potrà sposare Turandot, altrimenti gli verrà tagliata la testa. Dopo dodici decapitazioni, arriva a corte un uomo misterioso, Calaf, il quale risolverà gli indovinelli e avrà diritto di sposare Turandot, la quale, però, si ribellerà. Non volendo sposare una donna che non lo ama, Calaf deciderà di sottoporre un indovinello a Turandot: se scoprirà il suo nome non dovrà sposarlo e potrà tagliargli la testa.
Questa, in linea generale, l’attinenza con le opere di Gozzi e Puccini. Il resto è tutta creazione di Maurizio Colombi, attraverso una chiave di lettura fantastica che affascina i bambini e piace agli adulti: Turandot è una perfida regina che strega con lo sguardo tutti gli uomini, i quali sono costretti a portare una maschera per non guardarla direttamente negli occhi e cadere vittime del suo maleficio. Il suo cuore è gelato a causa di un incantesimo destinato a lasciarla “sola e disperata” e che viene reiterato da tre streghe, presenti tra le sue ancelle: sono Tormenta, Gelida e Nebbia. Come fanno ben capire i loro nomi, le tre streghe dominano gli eventi atmosferici e col loro potere rendono arido il cuore di Turandot. In contrasto col potere malefico delle streghe, sono stati creati altri due personaggi: Yao, signore del Sole e Chang’é, signora della Luna, due divinità incarnate in uomini che cercano di mantenere l’equilibrio degli eventi. Ping, Pong e Pang sono in questa versione tre consiglieri dell’imperatore buffi e simpatici, che obbediscono a Turandot, ma cercano insieme all’imperatore, di farla tornare alla ragione.
Calaf, il cui nome significa Calore, Amore e Fuoco, è un personaggio rubato a Shakespeare e scaraventato in un mondo orientale: non un nobile principe, ma un ragazzaccio, un monello che dovrà faticare per scaldare il cuore della sua amata. Un personaggio che si muove su due registri diversi: uomo spavaldo da una parte e innamorato e temerario dall’altra.
La Regina di Ghiaccio è, dunque, una fiaba rivisitata in chiave moderna in cui non mancheranno incredibili e suggestivi effetti speciali, opera dei poteri delle tre streghe: nebbia e neve stupiranno il pubblico in platea e i tuoni scuoteranno le poltrone, grazie all’imponente disegno suono di Emanuele Carlucci.
Anche la partitura musicale è completamente originale: diciotto brani composti, arrangiati e diretti dalla stessa squadra che creò le musiche di Rapunzel e composta da tre elementi con caratteristiche molto diverse: Alex Procacci, soul, Davide Magnabosco, classico e Paolo Barillari, melodico. Un impianto musicale molto pop che volutamente evita il confronto con l’Opera, per virare verso qualcosa di più vicino al clima fantastico e alla storia d’amore raccontata. Nonostante questa intelligente scelta di fondo, la struttura musicale mantiene alcuni riferimenti melodici alle arie pucciniane, rivisitate con maggiore o minore fortuna.
Grazie alla scelta di protagonisti dall’impostazione lirica o comunque molto vicina all’Opera, lo spettacolo regala esibizioni di grande impatto come l’assolo dell’Imperatore Altoum, alias Paolo Barillari (tra l’altro tra i compositori dello spettacolo) e la scena dei fantasmi dei dodici principi decapitati che si presentano a Calaf in cui è sempre Paolo Barillari a dare piena potenza al brano con la sua potente e bellissima voce, qui decisamente valorizzata.
I brani sono molto belli, alcuni anche emotivamente intensi ed esprimono bene il mondo interiore dei personaggi. Quello che mi ha creato un po’di perplessità è il fatto che siano brani più pop che prettamente musical e questa cosa suscita in me un’ambivalenza: da un lato sono belle canzoni da ascoltare anche al di fuori del contesto dello spettacolo, dall’altro, per lo stesso motivo, manca una continuità, una unicità melodica, un motivetto che sia ricorrente, un tema di fondo che resti impresso nella mente e sia pronto ad essere canticchiato all’uscita del teatro.
A proposito delle musiche, cito gli autori dei testi che sono Maurizio Colombi e Giulio Nannini, testi in generale di buon livello, ma non sempre di felice riuscita, per quanto riguarda, per esempio, i personaggi di Ping, Pong e Pang su cui mi soffermerò in seguito.
Le meravigliose scenografie di Alessandro Chiti, ricche, eleganti e curate, ricreano la città di Pechino e il Palazzo Reale (c’è anche un melo incantato) grazie all’uso di un impianto fisso e varie strutture mobili e vivono molto con le video proiezioni di Marco Schiavoni e sono esaltate dal disegno luci Alessio De Simone. Sono molte e belle le immagini ricreate al computer e proiettate sui pannelli e bellissimo è l’effetto di luci e proiezioni sull’abito indossato da Turandot in una scena molto importante.
Completano l’allestimento i bellissimi costumi di Francesca Grossi che vince la sfida di ricreare gli abiti per un musical che si rifà all’Opera: elegante e raffinata per gli abiti di Turandot, Francesca può scatenare la fantasia nei costumi di Tormenta, Gelida e Nebbia che hanno elementi che richiamano i loro nomi e poteri.
Le coreografie di Rita Pivano, coadiuvata dall’assistenza di Francesco Spizzirri, nonostante alcuni bei momenti acrobatici (da segnalare la presenza nell’ensemble di Ivan Trimarchi, già acrobata per Notre Dame de Paris), non sono incisive, ma sembrano orientate più a creare figure nell’aria (c’è un grande uso della gestualità) che dei veri e propri passi di danza (infatti, a ragione, si parla di ensemble e non di corpo di ballo).
Arriviamo finalmente al cast.
Lorella Cuccarini veste i panni della malefica Turandot. Un personaggio affascinante e ambivalente: regina dal cuore di ghiaccio a causa di un incantesimo e donna romantica che scopre l’amore con Calaf.
Lorella riesce a rappresentare molto bene questo atteggiamento doppio e a restituire con grande vividezza il momento esatto in cui il cuore della regina si scioglie in presenza di Calaf (“che cos’è? questo calore non so cos’è” canterà). Il loro incontro “clandestino” nelle stanze della regina, infatti, resta un momento molto intenso che trova sfogo in un bel brano molto intimo.
C’è da dire che in questo spettacolo Lorella è chiamata molto a cantare, e lo fa molto bene, con grande intenzione e intensità, dimostrando i frutti di una costante preparazione e una continua crescita professionale. E’ sempre una meraviglia vederla in scena e colpisce sempre per la capacità che ha di centrare il personaggio e rappresentarlo.
Davvero emozionante è l’interpretazione del Nessun Dorma, una rivisitazione moderna molto apprezzata e molto ben eseguita da Lorella e Pietro Pignatelli.
Il bravissimo Pietro offre un’interpretazione molto bella e a tratti divertente del suo Calaf, uomo sfrontato, avventato e innamorato. Riesce a colorarlo nelle sfumature ed è straordinario nel cantato raggiungendo il culmine col Nessun Dorma.
I personaggi delle tre streghe, Tormenta, Gelida e Nebbia, che richiamano le tre fiere del I Canto dell’Inferno di Dante (leonessa, lupa e lonza), sono bellissimi e costituiscono un secondo livello narrativo molto suggestivo.
L’interpretazione delle loro protagoniste è eccezionale, carica di energia e di grinta: Valentina Ferrari (Tormenta), Federica Buda (Gelida) e Silvia Scartozzoni (Nebbia), sono tre splendide protagoniste completamente diverse per voce e carisma che insieme creano realmente un trio di forte impatto. Tre mondi diversi, con background differenti e ricchi, tre talenti incredibili che sul palco sprigionano una grandissima energia incantando con le loro potenti voci e l’interpretazione aggressiva e che, nonostante rappresentino tre personaggi “negativi”, piacciono molto ai bambini.
Perfetto loro contraltare sono le figure di Yao, dio del Sole e Chang’è, dea della Luna. Yao è un divertentissimo e impertinente personaggio che parla per proverbi e si fa beffa di tutti. Solo Chang’è, più posata e riflessiva, è in grado di tenerlo a bada. Yao e Chang’è sono interpretati dai bravissimi Sergio Mancinelli e Simonetta Cartia che sulla scena formano una coppia ben amalgamata.
Ci sono poi Ping, Pong e Pang, tre eunuchi, un tempo uomini valorosi e coraggiosi, oggi tre personaggi buffi e simpatici interpretati rispettivamente dai bravi Giancarlo Teodori, Jonathan Guerrero e Adonà Mamo, tre attori e cantanti dotati di voci diverse e particolari.
Devo dire, a malincuore, tre personaggi non scritti al meglio, troppo fumettistici e che non rendono merito al talento vocale dei tre protagonisti.
L’Imperatore Altoum, padre di Turandot, è il già citato Paolo Barillari in una parte molto divertente e molto poco autorevole.
Completano il cast Flavio Tallini nei panni del Principe di Persia, e Laura Contardi in quelli di Zelima.
Nel complesso La Regina di Ghiaccio è uno spettacolo bello e denso che mette in campo molti e diversi elementi narrativi in una rappresentazione sospesa tra presente e passato, immersa in un mondo immaginifico che cattura adulti e bambini.
La regia di Maurizio Colombi, supportato dall’aiuto regia di Davide Nebbia, riesce a combinare tutti questi elementi narrativi coordinandoli con le numerose immagini prodotte in un complesso e articolato disegno, per raccontare una storia densa e affascinante.
Come tutte le nuove opere e soprattutto in virtù del fatto che si tratta di un lavoro completamente originale e che quindi non ha la possibilità di riferirsi a qualcosa di già rappresentato, La Regina di Ghiaccio è uno spettacolo che può solo crescere nel tempo conquistando una sempre maggiore fetta di pubblico.
La Regina di Ghiaccio
ispirato alla Turandot di Giacomo Puccini
regia Maurizio Colombi
musica Davide Magnabosco, Paolo Barillari, Alex Procacci
testo Maurizio Colombi, Giulio Nannini
con Lorella Cuccarini, Pietro Pignatelli, Simonetta Cartia, Sergio Mancinelli, Valentina Ferrari, Federica Buda, Silvia Scartozzoni, Giancarlo Teodori, Jonathan Guerrero, Adonà Mamo, Paolo Barillari, Flavio Tallini, Laura Contardi
ensemble Luca Contini, Martina Gabbrielli, Filippo Grande, Camilla Maffezzoli, Antonella Martina, Eleonora Peluso, Ivan Trimarchi.