Teatro Stanze Segrete
25 marzo 2016
Torna in scena l’improvvisazione di Patrizio Cossa e Fabrizio Lobello, al Teatro Stanze Segrete ieri, 25 marzo e oggi, 26 marzo 2016.
Dico torna perché per tutto il tempo della rappresentazione di ieri continuavo a ripetermi che io quelle facce le avevo già viste e anche guardandomi intorno riconoscevo volti familiari. Alla fine un’idea di dove li avessi già visti me l’ero fatta e trovare la conferma è stato facile: B.L.U.E. Il Musical completamente improvvisato.
A differenza del lavoro sopra citato, in questa occasione Patrizio e Fabrizio sono soli, assistiti dalla regia di Giorgia Giuntoli, insegnante di improvvisazione insieme a Patrizio Cossa, e accompagnati alle luci e al suono improvvisato da Barbara Sperandii.
Soli e Naked è davvero il caso di dirlo: in scena solo due sedie e un tavolo collocati a piacimento da uno spettatore. I due attori sono soli senza traccia né canovaccio; senza alcuno stimolo esterno improvvisano una storia, diversa ogni volta. Sono nudi: vestiti, ma privi di ciò che costituisce di solito una messa in scena. Non ci sono costumi, non c’è quarta parete, né scenografia.
I due attori devono creare ogni sera una storia nuova e diversa avendo a disposizione cinquanta minuti e mettendo alla prova la propria capacità attoriale portata all’estremo. Non c’è testo, essi stessi sono attori, autori, registi e sceneggiatori.
Un’esperienza sicuramente interessante e un approccio indubbiamente originale che se per un verso mi ha colpito, per l’altro mi ha lasciato un po’ perplesso.
Se non avessi già visto all’opera i due attori in un altro lavoro di improvvisazione, di diversa natura, molto più dinamico e con una partecipazione iniziale del pubblico più spiccata, avrei avuto difficoltà a credere che si trattasse realmente di improvvisazione.
Uno spettatore che non dovesse conoscere il lavoro di questi attori potrebbe metterne in dubbio il carattere fondante e fondamentale che è costituito dall’improvvisazione. Non ci sono stati elementi così evidenti che la storia fosse realmente nuova, che nascesse in quel posto e in quel momento nella mente dei due attori. Sicuramente questo depone a favore della bravura di questi due attori, ma, d’altrocanto, potrebbe essere un aspetto che lascia perplessi.
Probabilmente anche lo scarso utilizzo fatto dei tre unici oggetti presenti sulla scena ha reso tutto un po’ troppo statico, dando l’impressione che i due attori fossero presi più dalla creazione della storia che da quella della scena.
Nonostante un inizio un po’ sottotono, ci sono stati momenti interessanti e alcune soluzioni nel testo che si andava sviluppando davvero ben riuscite, fino ad arrivare ad una finale bellissimo con una chiusa geniale.
Ho trovato Patrizio Cossa e Fabrizio Lobello molto in sintonia e questo credo sia fondamentale nell’improvvisazione: è necessario parlare uno stesso linguaggio anche se il testo non è ancora scritto, muoversi su un comune registro e in questo sono stati molto affiatati.
Questi attori, inoltre, sono dotati di grande espressività e capace uso della gestualità, ma soprattutto della mimica facciale.