Cometa Off
9 ottobre 2024
Desdemona continua a morire: tradimento, intrigo, complotto e femminicidio ante litteram nell’Otello di Luigi Siracusa
In scena al Cometa Off di Roma l’Otello di William Shakespeare nell’adattamento e con la regia di Luigi Siracusa prodotto da Goldenart Production in coproduzione con Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico è uno spettacolo sferzante.
Il pubblico entra in sala mentre gli attori sono già disposti in scena intorno a un grande letto matrimoniale quadrato che domina lo spazio centrale in diagonale.
Mentre gli spettatori prendono rumorosamente posto, gli attori e le attrici agiscono in silenzio sulla scena: il letto è disfatto, le coperte sono arruffate e sopra e tutto intorno è ingombro di numerosi oggetti di vita quotidiana.
Uno sgabello con sopra due libri (uno è una copia dell’Otello) e della carta igienica; tazze da colazione; una palla da basket; una bottiglia di vetro vuota; altre tazze; scarpe; vestiti; biancheria; calze; una cravatta…sono tutti oggetti di uso quotidiano incastonati in ordine sparso in una scena sospesa. Sono lì, fermi e immutabili a ricordare qualcosa che è stato.
Intorno, sulle pareti che sembrano di cemento, campeggiano delle foto di espressioni diverse dello stesso volto (quello di Desdemona), proiettate come fossero quadri appesi facenti parte di un’installazione.
Comincia la tragedia di Shakespeare. Il dramma si mantiene per una buona parte del tempo su un ritmo brioso, frizzante e ironico, con alcuni momenti entusiasmanti, per farsi poi, passo passo, sempre più cupo e tragico.
Con capacità, padronanza, mestiere, intenzione, passione, colore e accenti Francesco Sferrazza Papa (Iago), Gianluigi Rodrigues (Otello), Zoe Zolferino (Desdemona), Laurence Mazzoni (Cassio), Eleonora Pace (Emilia) e Luca Carbone (Roderigo) portano in scena il dramma della gelosia di Shakespeare, in cui intrigo, complotto, menzogna e manipolazione la fanno da padroni.
La prova attoriale è eccellente, le dinamiche tra i personaggi sono rapide, nette, taglienti e conferiscono ritmo allo spettacolo per gran parte del tempo.
E’ evidente che la regia di Luigi Siracusa (che ha curato anche l’adattamento) sia stata preparata e curata con un rigore quasi maniacale, dimostrando la grande analisi e riflessione in merito all’opera, alla sua messa in scena e alle intenzioni del regista che, per fortuna, riesce a fermarsi giusto un attimo prima di cadere nell’intellettualismo autoreferenziale di cui si evoca il pericolo (scampato) in un certo indugiare eccessivo su alcune dinamiche.
Sebbene in Otello il “regista” di tutto sia Iago (è lui a muovere le fila di tutto, a complottare e agire contro tutti) ciò che veramente sembra essere centrale per Siracusa è il legame tra Otello e Desdemona.
Così, nonostante all’interno di una recitazione globale di alto livello, che regala momenti topici (i silenzi e gli sguardi di Emilia; gli occhi gonfi di lacrime di Desdemona; l’innocenza di Roderigo; l’ubriacatura di Cassio, per dirne alcuni) Francesco Sferrazza Papa domini la scena, grazie a un ruolo a lui congeniale che gli consente di poter attingere ad un ventaglio di colori, accenti, sguardi, sorrisi e gesti che sono connaturati nella sua espressività artistica, il regista sembra volersi soffermare più sulla relazione tra Otello e Desdemona.
La scenografia di Luigi Siracusa e Francesco Esposito è tutta rivolta a questo scopo.
Il letto disfatto e ingombro di oggetti sopra e nello spazio intorno rappresenta la vita di tutti i giorni.
E’un fermo immagine della relazione tra Otello e Desdemona, simbolo di un rapporto costruito nel tempo e alimentato dalla quotidianità.
Su quello stesso letto, che è stato incontro, fuga, passione, amore, casa, i mariti (Otello e Iago) uccideranno le mogli (Desdemona ed Emilia).
Il doppio femminicidio e poi il suicidio di Otello avvengono, come nella maggior parte dei casi di cronaca contemporanei, in casa.
Il tutto viene inscatolato in uno spazio che sembra un’installazione artistica da osservare da fuori: il letto, gli oggetti, le pareti di cemento, le foto/quadri appesi.
Un’immagine che fissa una successione di momenti cristallizzandoli in un unico lungo momento che è testimonianza di vita e di morte, conservatore di memoria.
Di fronte all’immobilità della scena, i personaggi amano, tradiscono, complottano e soffrono agitandosi, dimenandosi, rincorrendosi e sventolando quel maledetto fazzoletto.
L’adattamento e la regia di Luigi Siracusa consentono di “vedere” tutto ciò che non viene portato in scena, ma viene evocato dalle parole, dai discorsi, dai racconti e dai dialoghi dei personaggi, siano essi diretti o affidati agli a parte.
Gli attori non escono mai di scena, rimanendo defilati, seduti negli angoli o in piedi, dando il fianco alle pareti, come a ricordare la presenza incombente dei propri personaggi nella storia, gli effetti che le loro azioni hanno sulla vita degli altri anche una volta che si sono staccate da essi e hanno assunto vita autonoma.
Completano il brillante allestimento, gli eleganti costumi di Francesco Esposito le musiche di Oragravity, insistenti e coinvolgenti e l’ottimo disegno luci di Pasquale Mari.
GOLDENART PRODUCTION in coproduzione con
ACCADEMIA NAZIONALE D’ARTE DRAMMATICA SILVIO D’AMICO
presentano
OTELLO
Regia e adattamento di
LUIGI SIRACUSA
con
FRANCESCO SFERRAZZA PAPA
GIANLUIGI RODRIGUES
ZOE ZOLFERINO
LAURENCE MAZZONI
ELEONORA PACE
LUCA CARBONE
Scena
LUIGI SIRACUSA
FRANCESCO ESPOSITO
Costumi
FRANCESCO ESPOSITO
Luci
PASQUALE MARI
Musiche
ORAGRAVITY
Progetto Grafico
Giulia Pagano
PERSONAGGI E INTERPRETI
Francesco Sferrazza Papa IAGO | Gianluigi Rodrigues OTELLO |
Zoe Zolferino DESDEMONA | Laurence Mazzoni CASSIO |
Eleonora Pace EMILIA | Luca Carbone RODERIGO |
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