Opera musicale o messa cantata?
Teatro Brancaccio
19 gennaio 2018. Prima
E’ tornata in scena La Divina Commedia Opera Musical, con i testi di G. Pagano e A. Ortis, la regia dello stesso Andrea Ortis e le musiche di Marco Frisina.
Mons. Marco Frisina è un apprezzatissimo e conosciutissimo compositore di musiche di chiesa. Chiunque sia stato mai a messa avrà sentito e/o cantato alcuni degli innumerevoli e bellissimi canti da lui musicati. Viene da pensare, però, che regga meglio sulle brevi distanze, mentre si può sicuramente affermare che, alla lunga, il suo stile sia quanto meno impegnativo.
Questo spettacolo, che pure possiede elementi molto belli, ha evidenti difetti proprio nella composizione globale.
Due ore e mezza di messa cantata, con arie sempre cupe e lente. Nonostante qualche pigro tentativo di combinare generi musicali diversi, con, per esempio, un accenno di chitarra elettrica che fa ben sperare e, invece, viene subito represso, il risultato è quello di un’opera dall’effetto eccessivamente solenne e di una composizione quasi autocelebrativa e una musica di maniera che, spesso, nemmeno ben si accorda ai testi.
Testi di Pagano e Ortis che non risaltano per bellezza e poeticità quelle poche volte che si allontanano dalle citazioni dantesche.
Eppure nella monocromia musicale che livella Inferno, Purgatorio e Paradiso, qualche brano maggiormente ispirato è presente, soprattutto nel Purgatorio, dove bellissima è l’interpretazione e la vocalità di Mariacarmen Lafigliola nel ruolo di Pia Dei Tolomei.
Questa Divina Commedia è poi principalmente incentrata sulla ricerca della salvezza spirituale tralasciando certe sferzate polemiche che Dante inserisce nella propria opera, ammorbidendo di molto la figura del sommo Vate che qui appare come uomo debole e insicuro.
La Divina Commedia viene annoverata nel genere Opera Musical, ma del musical non ha nulla e dell’Opera molto poco. C’è un tentativo goffo di avvicinarsi all’idea di Opera Moderna, ma la musicalità e le vocalità sempre così monocordi lo rendono un prodotto a se stante, che non necessariamente può essere una cattiva cosa.
Anche a livello di composizione del cast sono state fatte scelte non adatte: le risorse messe in campo non sono sempre a loro agio nella partitura musicale.
Si difende bene Andrea Ortis nei panni di Virgilio, bello il personaggio di Caronte, con un buon brano e ben interpretato da Francesco Iaia, ma, oltre a Mariacarmen Lafigliola citata sopra, la vera perla di questo spettacolo è Myriam Somma che con la sua bellissima e cristallina voce, quasi angelica, interpreta la figura idealizzata di Beatrice, donna, ma soprattuto Madonna nel senso stilnovista, un’ispirazione che passo passo diviene anche spiritualizzazione.
Altra chicca dello spettacolo è la voce narrante di Giancarlo Giannini.
L’allestimento in sé è eccessivo e pesante: le proiezioni di Roberto Fazio, a tratti suggestive, finiscono col ridurre tutto ad un film da vedere sullo schermo mentre davanti le figure si muovono e accosta ad alcuni immagini belle e interessanti, animazioni troppo da cartone animato.
Le scene di Lara Carissimi, invece, sono davvero funzionali, con rampe che salgono e scendono, pedane centrali che si alzano e pannelli in movimento. Forse le scenografie sono la cosa che si muove di più in tutto lo spettacolo: nemmeno le coreografie di Massimiliano Volpini riescono a dare dinamicità alle scene limitandosi a coordinare dei movimenti coreografici.
Un vero peccato perché alcune cose, prese in sé, potevano essere molto belle se gestite in maniera migliore così come il capitale artistico. Perché alcuni elementi belli lo spettacolo li ha, ma vengono inevitabilmente fagocitati da un andamento e una musicalità pesanti e ingombranti.
La Divina Commedia è uno spettacolo che può essere benissimo rappresentato all’interno di qualche Basilica, ma, così come è, non è adatto al teatro e al suo pubblico.
C’è da preoccuparsi per quegli studenti che verranno portati ad assistere ad uno spettacolo che restituisce solo un minimo del senso della grandiosa opera di Dante Alighieri, rischiando così di farli disamorare in una sola volta della letteratura e del teatro in età così giovane.
La Divina Commedia Opera Musical
musiche di Marco Frisina
regia Andrea Ortis
libretto Pagano – Ortis
scene Lara Carissimi
coreografie Massimiliano Volpini
disegno luci Valerio Tiberi
costumi Lorena Di Pasquo