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Sulle Spine: un noir psicologico drammatico e divertente ottimamente scritto con un eccelso Urbano Barberini

Auditorium Parco della Musica

26 gennaio 2019

Liberarsi degli altri per non continuare ad essere trafitti.

SULLE SPINE - Foto 2 (ph. Carlo De Gori)

Nonostante sia un testo del 1997 ampiamente rappresentato, Sulle Spine è uno spettacolo ancora attualissimo nel tema, nel linguaggio e nella drammaturgia, tanto da far pensare a chi l’abbia conosciuto così tardi di essere stato allora detonante e molto “avanti”.

Sulle Spine, scritto e diretto da Daniele Falleri ed eccelsamente interpretato da uno splendido e inossidabile Urbano Barberini, è un testo psicologico divertente e drammatico allo stesso tempo, così come la vita stessa riesce spesso a porci davanti a situazioni talmente critiche da risultare buffe e surreali.

Silio è un attore affermato: lo dice lui, con orgoglio e convinzione. In realtà è un uomo incompleto e irrisolto: sessualmente indeciso, con un passato da bullizzato, il peso di una madre ossessiva che non lo ha mai incoraggiato né apprezzato, di un padre probabilmente assente e un fratello che lo ha ignorato se non disprezzato. Nemmeno l’attuale analista sembra troppo preso da lui.

Silio è un uomo in cerca dell’affetto che gli è sempre stato negato. Ad un certo punto della propria vita decide di recuperare tutta insieme la propria dignità e smettere di farsi mettere i piedi in testa da tutti. Attiverà un piano, lucido e folle, per capovolgere gli eventi a proprio favore, riuscendo a passare indenne attraverso una serie di eventi tragici, ma dalle modalità incredibilmente divertenti.

Sulle Spine è un noir psicologico ottimamente scritto. I processi mentali complessi del personaggio sono perfettamente esposti e comprensibili. Si riesce ad entrare nella  sua mente e a seguirne la logica tutta sua, eppure non lo si possiede mai abbastanza. Ogni volta stupisce cambiando direzione o portando all’esasperazione gli eventi in un finale improvviso e inaspettato.

I tempi sono eccellenti nel loro alternarsi tra introspezione ed eiezione, tra thriller e comicità, lasciando ogni volta lo spettatore “sulle spine”; le battute sono fulminanti.

Nonostante la presenza di un altro attore in scena, Sergio Valastro, Sulle Spine è un monologo.

Il monologo è la forma dell’introspezione: rispecchia la solitudine del personaggio, ne rappresenta pensieri, paure e aspirazioni. E’ una riflessione con se stessi ad alta voce e si sa, quando ci si rivolge a se stessi si è spesso comici e surreali, pensando o facendo cose che sono naturali per noi, ma sarebbero illogiche o incomprensibili per gli altri.

Il monologo è anche catartico: parlando con se stesso, entrando nella profondità dell’Io, il protagonista sconfigge i propri fantasmi, i mostri che lo divorano, in questo caso non solo metaforicamente.

Urbano Barberini è coinvolgente e travolgente: il suo personaggio passa con assoluta naturalezza dall’insofferenza alla sicurezza, dalla frustrazione al dominio di sé, trasformandosi da vittima in carnefice, suscitando anche una certa adesione da parte dello spettatore che può ritrovare nei vari mostri evocati sul palco quelli della propria vita che vorrebbe trovare il modo di neutralizzare.

Conferisce al personaggio di Silio mille colori e sfaccettature: l’eleganza, la sicurezza e allo stesso tempo la nevrastenia, rispettando perfettamente i tempi del giallo e quelli comici giocando poi col trasformismo.

La scenografia è essenziale, ma efficace e utilizzata con suggestione.

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Sulle Spine

Noir psicologico da morire dal ridere

Scritto e diretto da Daniele Falleri

con Urbano Barberini

e Sergio Valastro

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