Enrico IV
Teatro Basilica
27 febbraio 2020
Roberto Herlitzka è Enrico IV nell’omonimo spettacolo di Luigi Pirandello in scena, in anteprima nazionale, con la regia di Antonio Calenda, al Teatro Basilica di Roma.
Ad affiancare Herlitzka, Daniela Giovanetti, Armando De Ceccon, Sergio Mancinelli, Giorgia Battistoni, Lorenzo Guadalupi, Alessio Esposito, Stefano Bramini, Lorenzo Garufo, Dino Lopardo.
Con Enrico IV per la regia di Calenda è in scena il magnifico gioco del teatro di Pirandello: l’opera, che qui è riportata con grande forza rappresentativa, è incentrata sullo stretto rapporto tra realtà e finzione.
A scena aperta, una compagnia di attori si raccoglie per allestire lo spettacolo che andrà ad interpretare: Enrico IV di Pirandello. Già da qui, attraverso una riflessione sul teatro come espressione della vita stessa così come uno la percepisce (“tutto il mondo è teatro”, “tutta la natura è teatro”) si dipana un gioco serio, fatto di contraddizioni e figure contrastanti.
Pirandello ordisce una trama psicologica e filosofica di altissimo livello andando a sovvertire ogni volta il punto di vista, giocando intellettualmente col concetto di verità e verosimiglianza, realtà e finzione, immagine e rappresentazione. Enrico IV è pazzo, poi non lo è più, ma decide di fingersi pazzo e nella sua follia cerca di far vedere agli altri la realtà. Eppure gli altri, che pazzi non sono, vedranno la realtà per come gli appare, pur rischiando di diventare pazzi condiscendendo alle sue volontà, fino a che, Enrico, in seguito all’atto estremo di ferire (a morte?) Belcredi deciderà di fingersi nuovamente pazzo.
Enrico IV è un continuo andare e venire dall’uomo al personaggio e viceversa; ognuno è ogni volta ciò che crede di essere, ma anche ciò che gli altri credono lui sia, e ancora è ciò che in quel momento interpreta. La follia di Enrico IV lo difende da una realtà in cui non riesce a vivere, scegliendo alla fine di vivere con lucidità la sua pazzia, la pazzia dei sani, una follia che diventa rifugio, ma anche contestazione, della falsità della realtà.
Gli uomini sono tutte maschere, come si vede bene dai volti bianchi degli attori in scena: volti umani, sì, eppure mistificati, quasi che un volto non rappresenti l’identità, oppure ne rappresenti ogni volta una diversa. Gli attori sono burattini al servizio dello spettacolo, così come gli uomini sono burattini alla mercé della vita: piccoli vassalli regali ogni volta soggiogati da qualcuno.
Enrico IV con Roberto Herlitzka e la regia di Antonio Calenda è un’esemplare rappresentazione del continuo strappo che Pirandello genera tra la realtà e l’immaginazione, tra il mondo come è e il mondo come lo percepiamo.
Roberto Herlitzka è semplicemente superbo e convincente nell’ossessione del proprio personaggio. Catalizzante, ipnotico e umano, il suo Enrico IV è vittima non solo della propria follia, prima vera e poi simulata, ma anche di un’impossibilità esistenziale di potersi adeguare ad una realtà che non gli piace, a cui sente di non appartenere. Attore eccellente ed elegante, il suo Enrico IV genera empatia. Così come lo aveva pensato Pirandello, l’Enrico IV di Herlitzka è un personaggio positivo che smaschera la falsità della vita degli altri, quasi un eroe che rifiuta di sottoporsi alla stessa vita ipocrita.
Lo spettacolo di Calenda esprime in pieno la potenza narrativa e drammaturgica dell’opera di Pirandello confermandone un messaggio quanto mai contemporaneo e attuale, dove essere in disaccordo con la massa o semplicemente ragionare diversamente da essa sembra ancora un atto sovversivo.
In scena con Herlitzka un cast ottimamente composto e in ottima sinergia tra cui spiccano Daniela Giovanetti per spirito, piglio e intensità; Armando De Ceccon per la presenza, l’irruenza e lo stile recitativo (anche se ogni tanto scivola verso l’inflessione); Sergio Mancinelli, preciso, attento e centrato.
Da tenere sott’occhio Lorenzo Guadalupi, giovane attore diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico con una voce molto interessante.
Tra gli attori/servitori da segnalare la prova di Alessio Esposito ben calato nel ruolo del concitato Landolfo/Lolo.
Antonio Calenda
Roberto Herlitzka
IN
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
regia Antonio Calenda
con
Enrico IV Roberto Herlitzka
La Marchesa Matilde Spina Daniela Giovanetti
Sua figlia Frida Giorgia Battistoni
Il Marchese Carlo di Nolli Lorenzo Guadalupi
Il Barone Tito Belcredi Armando De Ceccon
Il Dottore Sergio Mancinelli
Landolfo (Lolo) Alessio Esposito
Arialdo (Franco) Stefano Bramini
Ordulfo (Momo) Lorenzo Garufo
Bertoldo (Fino) Dino Lopardo
Regista assistente Alessandro Di Murro
Scene e Costumi Laura Giannisi
Aiuto regia Emma Aquino
Foto di scena Tommaso Le Pera
Direttore di produzione Pino Le Pera
Progetto grafico Cristiano Demurtas
Organizzazione Bruna Sdao
Enrico IV
L’opera fu scritta da Pirandello per Ruggero Ruggeri, uno degli attori più noti dell’epoca e appartenente alla compagnia del Teatro d’Arte di Roma fondato dal drammaturgo a Roma, come testimonia una lettera di Pirandello stesso indirizzata a Ruggeri: “Circa vent’anni addietro, alcuni giovani signori e signore dell’aristocrazia pensarono di fare per loro diletto, in tempo di carnevale, una “cavalcata in costume” in una villa patrizia: ciascuno di quei signori s’era scelto un personaggio storico, re o principe, da figurare con la sua dama accanto, regina o principessa, sul cavallo bardato secondo i costumi dell’epoca. Uno di questi signori s’era scelto il personaggio di Enrico IV; e per rappresentarlo il meglio possibile, s’era dato la pena e il tormento d’uno studio intensissimo, minuzioso e preciso, che lo aveva per circa un mese ossessionato. […]”
E’ questo l’avvio della meravigliosa opera del Premio Nobel di Girgenti.
Durante la cavalcata, alla quale prendono parte anche Matilde Spina, donna della quale è innamorato, e Belcredi, rivale in amore del protagonista, il personaggio creato da Pirandello, del quale non viene rivelato il nome, fissandolo nella sua maschera, viene disarcionato e cade da cavallo. A seguito del trauma riportato, al suo ridestarsi, si crede davvero Enrico IV, imperatore di Franconia. La sua follia sarà assecondata dai servitori che il nipote Di Nolli mette al suo servizio e che si vedranno costretti a soddisfare ogni suo desiderio impersonando ogni volta i personaggi coi quali Enrico IV vorrà entrare in contatto richiamandoli da un passato perduto.
Dopo dodici anni, Enrico guarisce, prende consapevolezza che l’incidente fu causato da Belcredi per sottrargli l’amore di Matilde e decide questa volta di fingersi pazzo, per vendicarsi e per sfuggire all’amara e dolorosa realtà.
Dopo 20 anni dalla caduta, Matilde, Belcredi, Frida (la figlia di Matilde), Di Nolli e uno psichiatra vanno a trovare Enrico IV. Lo psichiatra è molto interessato al caso della pazzia di Enrico IV e suggerisce di ricreare la situazione che portò l’uomo alla pazzia per tentare di riportarlo alla ragione.
Durante questa scena, Enrico, che non è più pazzo, ferirà (a morte?) Belcredi.
Alla fine, per sfuggire alla realtà e alle conseguenze del suo gesto, Enrico deciderà di fingersi di nuovo pazzo per sempre.
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