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SPAZIO ALLO SPAZIO

AL VIA LA NUOVA STAGIONE DEL TEATRO LO SPAZIO

30 SPETTACOLI IN CARTELLONE, UNA RASSEGNA DEDICATA ALLA DANZA, E UN “ALTRO SPAZIO “RISERVATO AGLI APPUNTAMENTI FUORI STAGIONE E ALLA FORMAZIONE

parucciniFoto Diego D’Attilio

PINO AMMENDOLA arvigo

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venere beauty

Spazio allo Spazio: è questo il concetto dal quale parte la nuova stagione del Teatro Lo Spazio, nel cuore del quartiere San Giovanni a Roma.

Uno spazio completamente rinnovato, moderno e polifunzionale, un luogo non convenzionale in cui poter immergersi in spettacoli e proposte artistiche differenti tra loro, che spaziano e abbracciano generi diversi, accomunati però dalla qualità artistica e raffinatezza stilistica.

Concetto che sottolinea il nuovo direttore artistico Manuel Paruccini :” Il Teatro Lo Spazio è uno spazio che si modella e si plasma a seconda degli artisti che lo abitano, sfruttando al massimo la non convenzionalità del luogo. Uno spazio che può ospitare tutte le forme di arte  e può essere da stimolo a nuove creazioni proprio pensate per un posto così diverso dagli spazi più consueti. In tutti questi mesi di difficoltà ci hanno tolto dello spazio in cui poter vivere e noi ripartiamo proprio dallo spazio, riappropriamoci dello spazio con un occhio alla qualità e all’artigianalità dei prodotti che vengono proposti.”

Uno spazio accogliente, da abitare e vivere a 360 gradi, in cui ritrovarsi, conoscere, scoprire, emozionarsi, divertirsi.

Una stagione variegata, quindi, versatile, pronta a soddisfare tutti i gusti e le esigenze, tra svago, intrattenimento, riflessione, musica dal vivo, danza, teatro off, d’innovazione, drammaturgia contemporanea , formazione e tanto altro.

Trenta gli spettacoli in cartellone, che vedranno protagonisti volti noti del panorama teatrale italiano insieme a giovani promesse, e compagnie di danza nazionali. Prime assolute, regie innovative ed esclusive, testi dal forte respiro contemporaneo.

Tanti i nomi che si susseguiranno, tra interpreti e registi, da  Gianni De Feo, Maximilian Nisi, Massimiliano Vado, Pino Ammendola, Elena Arvigo, Attilio Fontana, Emiliano Reggente, Mauro Toscanelli, Pietro De Silva, Leandro Amato, Federico Le Pera, Giulia Fiume, a Cinzia Maccagnano, Riccardo Castagnari, Davide Nebbia, Luca Gaeta, Antonio Mocciola, Valentina De Giovanni, Francesco Sala, Viola Pornaro , per la danza la Compagnia Sosta Palmizi.

A questi si affiancherà uno “spazio oltre”, un fuori stagione che prevede gli appuntamenti speciali con le “Incoronate comiche”, lunedì dedicati alla stand up comedy, in cui ogni mese attrici e attori a sorpresa sperimenteranno nuovi monologhi comici, accessibili anche ai non udenti, e “I Karma B”, la versione teatrale dello spettacolo più recente del duo drag più celebre d’Italia: le Karma B! Le dive più amate dal pubblico gay vengono raccontate, studiate e fatte rivivere sul palco dalle due drag queen con l’aiuto di costumi luccicanti e musica dal vivo.

Alcuni martedì saranno invece riservati a una programmazione dedicata alla musica dal vivo, curata da Domenico Capezzuto.

Si aggiunge una rassegna dedicata al mondo della danza contemporanea, a maggio, “Contemporaneamente danza”,  a cura di Massimo Zannola, che racchiude al suo interno il concorso di corti coreografici ‘Coreografica…mente’.

A giugno, infine, uno “spazio giovani” curato da Riccardo Casertano, con “Secondo atto” di Simone Sardo, spettacolo vincitore dell’omonima categoria al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020”. Uno spazio dedicato alle idee e alla nuova drammaturgia contemporanea.

Non manca uno spazio per la formazione con la partenza di un biennio di formazione teatrale #OFFicina Lo Spazio, diretto da Francesco Sala e Viola Pornaro, che partirà ad ottobre. Per la prima volta il Teatro Lo Spazio sarà perciò sede di un corso di teatro per giovani dai 18 ai 35 anni.

Tanti Spazi, dunque, tutti diversi, e tutti da vivere e scoprire.

manucasta spazio

GLI SPETTACOLI

Apre la stagione il 15 ottobre VENERE IN PELLICCIA con la regia di Gianni De Feo, che traspone in scena il celebre romanzo di David Ives e il confine sottile tra realtà e finzione che ha ispirato anche l’omonimo film di Roman Polansky.

Segue dal 29 ottobre al 1 novembre, GIUDA a cura di Maximilian Nisi, un monologo sul cattivo biblico per eccellenza, l’uomo che l’umanità ha messo sotto accusa, che esce allo scoperto per dare la sua versione dei fatti.

Spazio poi alla danza con BEAUTY CASE ( 4 e 5 novembre) di Paola Campagna, vincitrice della scorsa edizione del concorso “Coreografica…Mente”, un progetto che indaga l’aspetto della fragilità e di come venga vissuto nella nostra società, e IKI della Compagnia Sosta Palmizi(7 e 8 novembre), che porta in scena in prima assoluta a Roma il tentativo di immergersi nella dimensione fisica e spirituale della morte.

Dal 12 al 15 novembre Elena Arvigo ci trascinerà nel meraviglioso mondo del cinema d’autore con l’inedito “Antonioni Mon Amour”, un viaggio attraverso i copioni dell’illustre maestro per trovare, prima che nelle immagini, già nelle parole, il cuore della sua tematica; mentre dal 19 al 29 novembre Massimiliano Vado dirige il suo A COSA SERVE ESSERE BELLI DENTRO SE POI NON CI ENTRA NESSUNO, un percorso indennitario, un salto nella consapevolezza della moderna situazione femminile.

La stagione prosegue con UOMINI DA MARCIAPIEDE, scritto e diretto da Pino Ammendola (dal 3 al 13 dicembre), storia di uomini soli, abbandonati al loro destino, emblema di una umanità dolente e disperata, che ‘battono’, più per cercare compagnia, che per il vil danaro; e dal 18 al 20 dicembre con UN CAFFE’ CON I CANTAUTORI, un concerto cantato e suonato dal vivo, nel pieno stile del trio vocale de “Le Signorine”, dedicato alla musica dei più importanti cantautori italiani. Appuntamento speciale il 9 dicembre con Sara Franceschini in MUSICHE DEL RITORNO: L’interprete romana racconta, nella forma del teatro-canzone, il sentimento della nostalgia nelle sue molteplici declinazioni.

Il 16 e il 17 dicembre si ricorderà l’immensa Franca Rame con …E SEMPRE ALLEGRI BISOGNA STARE di Paolo Vanacore, un monologo in gran parte brillante, comico, ma a tratti amaro, drammatico, recitato dall’attrice cantante Sina Sebastiani del Grillo, e inframezzato dall’esibizione dal vivo delle più belle canzoni italiane scritte e interpretate dai grandi Giorgio Gaber, Dario Fo, Gabriella Ferri, Enzo Jannacci ed altri, unitamente ad alcuni brani originali composti appositamente per lo spettacolo.

Salutano l’anno e danno il benvenuto a quello nuovo, dal 28 dicembre al 2 gennaio, Attilio Fontana e Emilio Reggente con il loro  FASE CHRISTMAS SHOW , uno spettacolo che ha l’intento di continuare ad esorcizzare questo periodo che ci troviamo a vivere, e che acquisirà contorni ancora più anomali nella cornice natalizia.  Tra corse forsennate all’ultimo acquisto, addobbi, e canti natalizi. Non mancheranno gag, brani inediti, e l’ormai irrinunciabile “Fiaba” per i bambini di tutte le età.

Dal 5 al 7 gennaio sarà invece in scena OCCHIO AL CUORE di Emiliano Metalli con la regia di Mauro Toscanelli. Lo Spettacolo vincitore della rassegna “Idee nello spazio” 2020 presso il Teatro Lo Spazio in Roma e premio miglior attore a Mauro Toscanelli, ci trascina in un mondo di ossessioni e delusioni, in cui  il delitto può sembrare la più facile via d’uscita.

A seguire dal 14 al 24 gennaio LEDIDI, scritto e diretto da Pietro De Silva, un itinerario surreale dall’ incidente in poi, che vede protagonista la celebre Lady D, tra  cori,  proiezioni e sorprese.

Parole e canzoni s’intrecciano durante una tempesta ormonale e diverse verità vengono a galla il 25 e il 26 gennaio con DOSAGGIO ORMONALE , spettacolo musical-teatrale, drammaticamente comico ad alto tasso di progesterone di e con Giuditta Cambieri- Lorella Pieralli .

Spazio poi all’adattamento del classico Edipo Re di Sofocle, dal 28 al 31 gennaio con EDIPO RE(MAKE) diretto da Cinzia Maccagnano, e dal 4 al 7 febbraio a PADAM PADAM a cura di Adele Tirante, concerto spettacolo ispirato alla figura di Edith Piaf.

Due donne, due attrici, Bette Davis e Joan Crawford, sono le protagoniste dall’10 al 14 febbraio di CHE FINE HANNO FATTO BETTE DAVIS E JOAN CRAWFORD? Interpretato da due uomini, due attori, Riccardo Castagnari e Gianni De Feo, maschere sul palcoscenico che danno corpo, voce e anima all’immaginario rapporto epistolare tra le due dive, prima, durante e dopo le riprese del film, attraverso il testo dell’autore francese Jean Marboeuf diretto da Fabrizio Bancale.

Le atmosfere glamour di Broadway ammalieranno successivamente il Teatro Lo Spazio con  COMPLETAMENTE ESAURITO di  Becky Mode, dal 18 al 21 febbraio, una divertente commedia unica nel suo genere. Davide Nebbia impersona un giovane impiegato alle prese con il centralino di un rinomato ristorante stellato, frequentato da Vip, Star e aspiranti tali.

Si cambia registro dal 24 al 28 febbraio con LE CINQUE ROSE DI JENNIFER di Annibale Ruccello, un omaggio al celebre drammaturgo nel 25esimo anniversario della sua morte. La pièce, interpretata da Leandro Amato e Fabio Pasquini, ambientata in un quartiere degradato della periferia di Napoli, racconta, con ritmo incalzante e grande “suspence”, il mondo dei travestiti.

Per la prima volta in Italia, debutto assoluto dal 4 al 14 marzo per IL RIMPIAZZO, scritto e diretto da Federico Le Pera, un racconto avvincente, verosimile, dalle tinte comedy e spunti romantici, liberamente tratto dal romanzo “Il Sostituto” di D. Nicholls.

Dal 18 al 21 marzo il teatro si trasformerà in un onirico locale notturno, con LE DISSOLUTE ASSOLTE di Luca Gaeta , una casa chiusa dove abitano le donne che Don Giovanni ha reso immortali, le quali  raccontano le proprie storie.

In seguito appuntamento il 30 e 31 marzo con CASA- I COLORI DELLA RESILIENZA di Marbjena Imeraj e la regia di Melania Giglio. Marbjena è un’attrice Italo-Albanese, di adozione romana. Si trova nel suo camerino, pronta per andare in scena con ”Il gabbiano” di A. Cechov. In quell’istante arriva Dio in persona che inizia a ricordarle tutta la sua vita e le fatiche che ha dovuto affrontare prima di quel momento.

Si continua con NON PARLIAMOCI SOPRA Di Salvatore Gemellaro, dall’8 all’11 aprile, una fusione tra cantato e parlato con un’alternanza di linguaggi e umori diversi. Un teatro “d’evocazione” come già suggerisce il titolo dello spettacolo, che trae il suo nome da un diffuso tic giornalistico. Un dialogo tra arti, con il fil rouge della canzone d’autore, capace di mettere in connessione la realtà con il sogno, la musica e la prosa, il Teatro e il Mondo.

Dal 14 al 18 aprile Riccardo Castagnari con GELSOMINO MON AMOUR –COME UN GATTO PUO’ CAMBIARTI LA VITA condurrà per mano in un itinerario alla scoperta di questo essere meraviglioso, attraverso la sua storia (dall’Egitto al Medioevo fino ai giorni nostri) e attraverso pagine, famose e non, di letteratura, prosa e poesia.

Liberamente tratto dalla biografia “Il giovane Hitler che conobbi”, scritta da Kubizek ricordando i quattro intensissimi anni passati accanto al dittatore austriaco, dal 22 al 25 aprile va in scena ADOLF PRIMA DI HITLER di Antonio Mocciola, uno squarcio di vita intima, destinata a divenire pubblica, e letale; mentre il 29 e il 30 aprile sarà la volta de L’OSPITE, spettacolo classificatosi al Secondo posto al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020: una storia che parla di impotenza e disillusione, in cui due improbabili eroine sfidano con le loro imperfezioni ogni tentativo del pubblico di tenersi distante.

Spazio poi alla musica, dal 20 al 23 maggio, con MUSICARELLO SHOCK di Matilde D’Accardi e la regia di Camilla Piccioni,  uno spettacolo-concerto divertente e a tratti amaro, che parla d’amore e di donne, dell’Italia ai tempi della Dolce Vita e di pregiudizi che vengono da lontano. Con musiche che spaziano dalla folk music, ai grandi successi dell’epoca fino alle indimenticabili composizioni di Nino Rota.

Le donne sono le protagoniste  dei due appuntamenti successivi: dal 25 al 27 maggio IO ED ELENA per la regia di Mauro Toscanelli, la storie di due donne una madre ed una figlia affetta da gravi disturbi psichiatrici, diversamente uguali, vicine nella solitudine con cui l’esistenza e la malattia le hanno portate a convivere, e dal 28 al 30 maggio LA SIGNORA SANDOKAN di Osvaldo Guerrieri, il racconto della vita di Ida Salgari, moglie del famosissimo autore di Sandokan.

Chiude la stagione dal 4 al 6 giugno TRE STUDI PER UNA CHIAMATA di Stefano Cangiano, spettacolo vincitore e del concorso “Autori nel cassetto, attori sul comò 2019.” I tre protagonisti, ridotti al loro essere parlatori-ascoltatori, raccontano la propria storia, che slitta dalla farsa al noir. I tre studi sono completati da una quarta unità che chiude il cerchio, e completa il trittico con una vicenda costruita su una chiamata che diventa il fine esistenziale di uno dei personaggi.

SPAZIO OLTRE

Un ricco fuori stagione che prevede INCORONATE COMICHE – “Stand-Up Comedy…siamo comiche e non c’è niente da ridere!” Da un idea di Giuditta Cambieri. Ogni mese una serata diversa con attrici e attori a sorpresa che sperimentano nuovi monologhi comici. Le serate saranno accessibili ad un pubblico di sordi e udenti insieme: attrici udenti e attrici sorde saranno affiancate da interpreti LIS. La messa in scena di ogni monologo prevede un lavoro di ricerca  per trovare relazioni, complicità e giochi tra attrici e interpreti. Questo per rendere la traduzione in Lingua dei Segni il più aderente possibile all’interpretazione e ai tempi comici del monologo recitato.

E I KARMA B in ICONE GAY LIVE la versione teatrale dello spettacolo più recente del duo drag più celebre d’Italia: le Karma B! Le dive più amate dal pubblico gay vengono raccontate, studiate e fatte rivivere sul palco dalle due drag queen con l’aiuto di costumi luccicanti e musica dal vivo. Coreografie ,costumi, immagini, stand up comedy e canzoni dal vivo:  sono i mezzi che il duo drag utilizzerà per compiere un viaggio intorno a questo mondo affascinante, con ritmo, eleganza  e ironia.

Mentre i martedì saranno dedicati alla musica con la rassegna di musica dal vivo, concerti e live. Un palcoscenico per presentare progetti di musica, dove qualsiasi combinazione dei suona possa emozionare per leggerezza, eleganza,  a cura di Domenico Capezzuto, il quale si divide tra la vita del musicista e del lighting designer, con la stessa intenzione, quella di provare a comunicare Emozioni.

“Una luce ben definita e una buona musica aiuta a vivere meglio gli spazi architettonici, questo per creare uno posto unico e sacro per ognuno di noi”.

SPAZIO GIOVANI

Dal 10 al 12 giugno

SECONDO ATTO di Simone Sardo

Spettacolo vincitore della sezione Spazio Giovani al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020. Una serie di gag e malintesi esilaranti per concludere il testo, quando tutto sembra finalmente pronto per andare in scena, qualcosa sconvolgerà definitivamente i piani dell’autore.

SPAZIO DANZA

A maggio appuntamento con una rassegna interamente dedicata alla danza contemporanea: CONTEMPORANEAMENTE DANZA dal 10 al 16 maggio, a cura di Massimo Zannola.

Al suo interno dal 11 al 13 maggio COREOGRAFICA…MENTE, un concorso di Corti Coreografici.

Apre la rassegna il 10 maggio KEMP DANCES coreografie di Lindsay Kemp con Daniela Maccari- David Haughton- Ivan Ristallo.

Teatro Lo Spazio

Via Locri,42

informazioni e prenotazioni

06 77076486 / 06 77204149
info@teatrolospazio.it

Biglietti: intero 15 euro

Ridotto 10 euro

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VENERE IN PELLICCIA

di David Ives

Con Patrizia Bellucci e Gianni De Feo

traduzione Masolino D’Amico

Regia Gianni De Feo

“Siamo tutti facili da spiegare, ma non da districare”

Una sala teatrale vuota, al termine di una lunga estenuante giornata di provini deludenti. È un tardo pomeriggio piovoso. Thomas, tormentato regista alle prese con un nuovo allestimento teatrale per il quale sta cercando disperatamente un’attrice che interpreti il raffinato ruolo di Wanda von Dunayev, si attarda tra le luci soffuse del palco. È in procinto di uscire ma qualcosa lo trattiene. È evidentemente inquieto, confuso, frustrato. Sembra impossibile trovare un’interprete, giovane o anche matura, perlomeno sexy, ma così sofisticata e colta da coprire questo ruolo fortemente seducente. Wanda von Dunayev è infatti la protagonista di un classico della letteratura erotica, “Venere in pelliccia” di Leopold von Sacher-Masoch. Con questo romanzo dell’ottocento si impone il termine“masochismo”.

All’esterno, il temporale avanza, quasi a invadere il vuoto della sala. Ed ecco che

dall’ingresso del teatro appare una donna, fradicia di pioggia, proprio come se fosse stata catapultata da un tuono. È una donna piuttosto volgare e sboccata, vestita di cuoio e borchie, secondo l’immagine più iconografica e sciatta dell’erotismo. E, strana coincidenza, si chiama Wanda, proprio come la protagonista del romanzo di Sacher-Masoch.

In un confine sottile tra realtà e finzione, tra innocenza e perversione, Wanda e Thomas si abbandonano gradualmente a un gioco sempre più conturbante di dominazione e dipendenza, come risucchiati in un vortice inevitabile, dal quale solo uno di loro potrà uscire vincitore.

Un corpo a corpo provocante e sexy da cui Roman Polansky ha realizzato l’omonimo filmche, a tratti, ha senz’altro suggestionato alcuni segni registici di questo spettacolo.

DAL 29 OTTOBRE AL 1 NOVEMBRE

GIUDA

di Raffaella Bonsignori

a cura di Maximilian Nisi

Con Maximilian Nisi

Produzione Centro Mediterraneo delle Arti

Festival Teatrale di Borgio Verezzi

musiche Stefano De Meo

video art Marino Lagorio

costumi Tiziana Gagliardi

elementi scenici Luigi Sironi

aiuto Paola Schiaffino

coordinamento Cristina Ferrazzi

Giuda racconta la sua verità. L’uomo che l’umanità intera ha messo sotto accusa esce dall’ombra per dare la sua versione dei fatti, riscrivendo i confini del suo rapporto con Cristo. Il suo è stato solo un tradimento? Cosa significa essere colpevole e le condanne sono per sempre?

La scelta del soggetto nasce da una conversazione tra Raffaella Bonsignori e Maximilian Nisi. A luglio 2018 lei lo intervista in occasione del suo debutto a Borgio Verezzi con ‘Un Autunno di Fuoco’ di Eric Coble. Maximilian le confida di avere un’idea nel cassetto: avendo interpretato, negli anni, anche tre figure emblematiche della cristianità   – Gesù, Giovanni Battista e Francesco d’Assisi –   vorrebbe dar voce a un ‘cattivo biblico’ e le chiede di scrivere un monologo su Giuda. Il testo che oggi viene portato in scena differisce in parte da quello originario, perché frutto di uno stimolante labor limae fatto da entrambi nel corso di svariati incontri, è stato arricchito per l’occasione dalle suggestioni musicali di Stefano De Meo, dalle immagini evocative di Marino Lagorio e dai costumi di Tiziana Gagliardi.

4 E 5 NOVEMBRE

BEAUTY CASE

Coreografia di Paola Campagna

Il progetto indaga l’aspetto della  fragilità, e  di come viene vissuto nella nostra società. Il corpo diviene  luogo  di ricerca, confrontandosi  con il contraddittorio territorio della’ bellezza ‘, troppo  spesso scambiata con l’esteriorità.

Il territorio della fragilità come accennavo,  è un aspetto del nostro essere, che non è mai andato molto di moda,  spesso infatti compriamo molti ‘vestiti’ per cercare di coprirlo o mistificarne la sua imponente presenza…  a volte…fino a intervenire chirurgicamente sulla  nostra pelle facendoci cambiare i lineamenti del volto e non solo…, pur di piacere a noi stessi e  agli altri.

Questo il tema che si è presentato alla mia attenzione di coreografa portando in scena il mio  punto di vista, avvicinandomi all’argomento con ironia e immaginazione.

Al riguardo, trovo la frase di  Italo Calvino, tratta dalle ‘città invisibili’, una sintesi evocativa perfetta per questo lavoro:

‘ cercare e saper riconocere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio’. Italo calvino

DAL 7 ALL’8 NOVEMBRE

SOSTA PALMIZI

IKI

di e con Daria Menichetti e Francesco Manenti

disegno luci Vincent Longuemare

esecuzione tecnica Theo Longuemare

musica Michele Zanni

costumi Aldo Ferretti

coproduzione DanceMe (Perypezye Urbane) e Associazione Sosta Palmizi

con il contributo di MiBAC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione

generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana Sistema Regionale

dello Spettacolo con il sostegno di C.U.R.A. Centro Umbro Residenze Artistiche e il supporto di Corsia Of

si ringraziano Carolina Balucani per la partecipazione al processo creativo e

Cajka Teatro d’Avanguardia Popolare (Modena) per aver ospitato il progetto ai Teatri del Cimone 2018

Selezionato da VISIONARI KILOWATT FESTIVAL 2019

Selezionato per THE INTERNATIONALE TANZMESSE NRW, Düsseldorf, Germania

IKI è il tentativo di immergersi nella dimensione fisica e spirituale della morte, è la danza di due anime che abbandonano la propria esistenza fisica terrena per accedere ad un’altra dimensione, ad un altro stato di presenza. In scena, due coniugi defunti, che attraversano insieme il confine tra la vita e la morte. Con IKI vogliamo mettere in danza la nostra dimensione meno corporea. In particolare i tre giorni successivi alla morte quando ancora il corpo della persona è presente nella vita, ma la “persona” apparentemente non c’è più.

DAL 12 AL 15 NOVEMBRE

ANTONIONI MON AMOUR

Di e con Elena Arvigo

Regia di Elena Arvigo

Un viaggio attraverso i copioni di Antonioni per trovare prima che nelle immagini già nelle parole il cuore della sua tematica . È la malattia dei sentimenti che interessa al regista : L’ aridità , la solitudine e al tempo stesso il bisogno di riempire il vuoto con un calore umano . Antonioni non giudica L’ uomo senza qualità anzi , lo segue e lo ama con passione .

DAL 19 AL 22 NOVEMBRE E DAL 26 AL 29 NOVEMBRE

A COSA SERVE ESSERE BELLI DENTRO SE POI NON CI ENTRA NESSUNO

Scritto e diretto da Massimiliano Vado

Con Giulia Fiume, Francesca Anna Bellucci, Anna Malvaso

Scenografia David Pompili

Prendendo spunto dalla drammaturgia contemporanea, così come dai personaggi delle serie Tv,  ho cercato di creare un percorso indennitario, un salto nella consapevolezza, una diluizione moderna della situazione femminile.

Monologhi e dialoghi, intrecciati senza soluzione di continuità per illuminare, attraverso tre attrici diverse, una condizione unica.

I personaggi non hanno nomi, bensì numeri: la numero UNO, cinica ed estremamente ironica, persa più in suo mondo interiore che nella realtà, rimane incinta di un ipotetico fidanzato, ribattezzato poi in modo esplicativo; percorreremo insieme a lei – e alle sue amiche – il sottile percorso che la porterà all’interruzione di gravidanza.

La numero DUE, più pragmatica e con la vita dai toni più canonici, affronterà non senza imbarazzi, i segreti di un marito dall’apparenza perfetta. Mentre la numero TRE vedrà finire, senza motivi apparenti, una storia d’amore in cui forse non credeva troppo neanche lei.

Il sottile confine tra il rivelare qualcosa a se stessi, piuttosto che al gruppo di amiche, le ragioni del pensare femminile da cui gli uomini sono spesso esclusi, la praticità di un pensiero semplice, diretto e la sensibilità accelerata del sesto senso femminile condito con caustica consapevolezza, sono le componenti che fanno di questo testo un compendio del pensiero unico di genere. Come Sex & the city, ma senza opulenza.

DAL 3 AL 6 DICEMBRE E DAL 10 AL 13 DICEMBRE

UOMINI DA MARCIAPIEDE

Scritto e diretto da Pino Ammendola

Con Pino Ammendola, Giorgio Gobbi, Pietro Bontempo

In una notte desolatamente deserta, tre uomini ‘battono’ lungo un viale. Sono uomini soli, abbandonati al loro destino, emblema di una umanità dolente e disperata, ‘battono’, più per cercare compagnia, che per il vil danaro! Nella strada periferica, ai margini della città, essi stessi sono al margine di tutto, persino della loro sessualità. Nessuno si ferma, nessuno vuole più la napoletana estroversa di Pino, la tenera ‘barbie’ di Ciccio, la ‘macha’ borchiata di Pietro, nemmeno una macchina che passa, anche la città sembra dimostrare la propria indifferenza alle tre ‘strambe’ passeggiatrici che all’inizio ne ridono, ma poi se ne chiedono il motivo, vomitandosi addosso le proprie nevrosi, scatenando situazioni di parossistica comicità… col passare del tempo però l’angoscia di questa solitudine è sempre più drammatica per i tre che la vivono, ma altrettanto liberatoria e divertente per il pubblico che li spia. Quando alla fine, dopo le reciproche esilaranti confessioni intime, decidono di smettere, e non solo per quella sera, accade qualcosa che sorprenderà tutti… soprattutto noi spettatori.

16 e 17 DICEMBRE

E SEMPRE ALLEGRI BISOGNA STARE!”

Omaggio romano a Franca Rame

di Paolo Vanacore

con Sina Sebastiani

Al pianoforte Alessandro Panatteri

Regia Paolo Vanacore

Siamo nella periferia romana degli anni 70-80 del secolo scorso. Una donna stravagante, un po’ strampalata, apparentemente folle, entra in chiesa per nascondersi dai carabinieri che la inseguono non si sa per quale motivo. In un’immaginaria e divertente confessione Rosetta racconta al prete alcuni momenti della sua travagliata e per certi versi tragicomica esistenza. Piccoli aneddoti, momenti di ironia e disperazione che appartengono a tutte quelle donne che passano gran parte della loro vita a lavorare: in casa propria o come colf nel quartiere dei ricchi, donne che trattano con i giudici la pena dei propri figli come fossero al mercato, donne che amano e aspettano, tradiscono e seducono, donne madri e figlie allo stesso tempo. Un monologo in gran parte brillante, comico, ma a tratti amaro, drammatico, recitato dall’attrice cantante Sina Sebastiani del Grillo, e inframezzato dall’esibizione dal vivo delle più belle canzoni italiane scritte e interpretate dai grandi Giorgio Gaber, Dario Fo, Gabriella Ferri, Enzo Jannacci ed altri unitamente ad alcuni brani originali composti appositamente per lo spettacolo. Non un recital di canzoni bensì la messa in scena delle storie tutte al femminile delle vere protagoniste della periferia, quelle donne che vivono ai margini delle città italiane ma non della storia. Lo spettacolo è un omaggio a loro e alla nostra indimenticata Franca Rame.

DAL 18 AL 20 DICEMBRE

UN CAFFE’ CON I CANTAUTORI

VOCI: Claudia Cecchini, Lucia Agostino, Benedetta Nistri

CHITARRA: Vieri Sturlini

CONTRABBASSO: Tommaso Faglia

PERCUSSIONI: Duccio Bonciani

ARRANGIAMENTI: Francesco Giorgi

Dedicato alla musica di alcuni tra i più importanti cantautori italiani, Un caffè con i cantautori è un concerto cantato e suonato dal vivo, nel pieno stile del trio vocale Le Signorine.

Filo conduttore è l’eleganza e la poesia che caratterizzano tutti i pezzi scelti, accuratamente riarrangiati per trio vocale. In questo concerto le Signorine scelgono un’atmosfera incantata, quasi  onirica trasportando il pubblico nella magia che solo la musica dei cantautori italiani riesce a trasmettere. Gli accessori, le acconciature e i costumi dello spettacolo sono ricercatamente vintage e curati nei minimi dettagli.

IL 9 DICEMBRE

Sara Franceschini in

MUSICHE DEL RITORNO

L’interprete romana racconta, nella forma del teatro-canzone, il sentimento della nostalgia nelle sue molteplici declinazioni. Ad accompagnarla Edoardo Petretti al piano e Andrea Colella al contrabbasso.

Le musiche del ritorno portano alla heimat, alla terra di casa, alla radice, che spinge la geografia ancora più a fondo. «Lo spettacolo» – racconta Sara Franceschini«nasce da un viaggio solitario compiuto per il desiderio di salire su una nave, per il verso di una canzone di Caetano Veloso, “Os Argonautas”, che come un mantra risuonava nella mia mente, “navegar è preciso”, navigare è necessario, per l’incontro con Veloso stesso grazie a una ragazza sconosciuta. Infine» – conclude l’autrice – «per un libro di Andrea Marcolongo, “La misura eroica”, profetico compagno scelto per quel viaggio».

L’interprete romana racconta luoghi, assenze e desideri d’altrove incontrati durante il suo viaggio, accompagnata da quelle canzoni che riempiono il vuoto nel petto. Per tornare bisogna stare distanti da qualcosa, sentirne la mancanza, la nostalgia, che è il dolore del ritorno: «Le musiche del ritorno cambiano la geografia o la immaginano addirittura, confortano dalla nostalgia di un abbraccio e consolano dall’assenza che ne deriva».

La struttura drammaturgica dello spettacolo crea un connubio emotivo con brani recuperati, attraverso una ricerca tematica e filologica, dalla canzone romana e napoletana, dalla musica popolare brasiliana e dalla canzone d’autore italiana.

«Persino Ulisse» – racconta l’interprete – «che fra gli eroi è il più vicino agli uomini, all’esplorazione dell’ignoto, al folle volo per cui Dante lo sbatte all’Inferno, ha preferito l’apoteosi del noto, il ritorno». “Musiche del ritorno” è uno spettacolo cantato solo in prima persona, con gli occhi di chi è partito e cerca le proprie mancanze.

DAL 28 DICEMBRE AL 2 GENNAIO

FASE CHRISTMAS SHOW

di e con Attilio Fontana e Emiliano Reggente

Dopo essere stati i primi a debuttare alla riapertura dei teatri del 15 giugno con  “FASE SHOW” la maratona teatrale di nove repliche in tre giorni andata in scena al Teatro Lo Spazio che ha riscosso un bellissimo riscontro sia da parte del pubblico che della critica ,  Attilio Fontana ed Emiliano Reggente  rilanciano con un nuovo progetto dall’atmosfera natalizia tornando ad esorcizzare questa “Natalità 2.0” con la loro comicità elegante , brillante e musicale.

Ancora una volta ospiti nel suggestivo teatro che ha sede nel cuore della capitale, Attilio ed Emi presentano “Fase Christmas Show”.

Uno spettacolo che ha l’intento di continuare ad esorcizzare questo periodo che ci troviamo a vivere, e che acquisirà contorni ancora più anomali nella cornice natalizia.

Tra corse forsennate all’ultimo acquisto, addobbi, e canti natalizi. Non mancheranno gag, brani inediti, e l’ormai irrinunciabile “Fiaba” per i bambini di tutte le età.

Uno spettacolo brillante dove troveremo il decennale duo alle prese con il racconto del periodo più bello e complicato dell’anno, dove si sa siamo tutti più buoni, o almeno dovremmo…

Lo spettacolo comprenderà una replica speciale  il 31 gennaio, ribattezzata per l’occasione “Fase Capodanno Show”, con cenone e brindisi per lasciarsi alle spalle insieme questo 2020 e dare un

benvenuto colmo di speranza al 2021.

Accompagnati dal maestro Franco Ventura alle chitarre e Roberto Rocchetti al pianoforte .

DAL 5 AL 7 GENNAIO

OCCHIO AL CUORE

di Emiliano Metalli

liberamente ispirato a “Il cuore rivelatore” di E.A. Poe

regia  di Mauro Toscanelli

con Mauro Toscanelli e Bruno Petrosino

Una produzione IPAZIA PRODUCTION

Immaginare le motivazioni di un omicidio apparentemente immotivato: nel buio di una cella, in un manicomio criminale, un uomo e le sue apparizioni tentano di ricostruire un passato dimenticato. Sprazzi di vita quotidiana si mescolano a ricordi, fantasie, elucubrazioni e incubi. Si tratta di una attesa senza tempo, scandita dagli incontri occasionali eppure abituali con una prostituta, sognatrice e innocente, dagli insegnamenti accurati di un macellaio, goloso di armonie, e dalle litanie di una santa-madre di origini partenopee, iconica e ironica al tempo stesso. Dettaglio dopo dettaglio, la vicenda prende corpo e le presenze mutano, imprigionando definitivamente il protagonista in un universo di orrore e solitudine.

In un mondo di ossessioni e delusioni, il delitto può sembrare la più facile via d’uscita.

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Spettacolo vincitore della rassegna “Idee nello spazio” 2020 presso il Teatro Lo Spazio in Roma e

premio miglior attore a Mauro Toscanelli.

DAL 14 AL 17 GENNAIO E DAL 21 AL 24 GENNAIO

LEDIDI

Di Pietro De Silva

Regia di Pietro De Silva

Con Annalisa Favetti

Un viaggio surreale dall’ incidente in poi, che vede protagonista la celebre Lady D, tra  cori, e proiezioni e sorprese.

DAL 25 AL 26 GENNAIO

DOSAGGIO ORMONALE

Spettacolo musical-teatrale, drammaticamente comico ad alto tasso di progesterone

di e con Giuditta Cambieri- Lorella Pieralli

Parole e canzoni s’intrecciano durante una tempesta ormonale. Verità vengono a galla. Giuditta e Lorella si ritrovano a navigare in un mare di “sudarelle” tra verità più o meno scomode  venute a galla durante quella perturbazione. Pezzi di cuore tagliuzzato, ricordi di speranze naufragate,  parole che era meglio non sentire e altre che sarebbe stato meglio dire, immagini uscite da scene di vita vissuta e di vita sopravvissuta.

L’ormone, si sa, è come un coreografo impazzito; ti fa saltellare un po’ qua e un po’ là. Così in un percorso di riflessioni drammaticamente comiche e non solo, le due si ritrovano a fare il punto  sull’ essere donne in un mondo fatto a misura di maschio. Un mondo fatto apposta per “lui”, fatto apposta come un dispetto per “lei”.

Ma non tutte le perturbazioni vengono per nuocere. Non è più tempo d’aspettare, è tempo d’imboccare la gloriosa strada della tanto temuta e agognata menopausa. ATTEMPATE ORA….RESISTENTI DA SEMPRE

   

DAL 28 AL 31 GENNAIO

EDIPO RE(make)

adattamento dell’Edipo Re di Sofocle

regia di Cinzia Maccagnano

con Raffaele Gangale, Dario Garofalo, Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Cristina Putignano

scene e costumi Monica Mancini

consulenza musicale Lucrezio de Seta

assistente alla regia Marta Cirello

Quello di Edipo è il dramma della conoscenza, il dramma di un uomo vinto dalla fatalità malgrado la sua volontà e la sua ribellione. E innanzitutto la ribellione avviene in se stesso: è lui che evoca la ragione e poi l’istinto, creando dialoghi serrati, che diventano sempre più interrogatori, con Creonte e con Tiresia, quasi fossero voci interiori che lo tormentano e lo inducono a scavare nel conscio e nell’inconscio affinché la verità si palesi accecante come la luce.

Edipo sa ed ha dimenticato, perciò intraprende un percorso dall’interno verso l’esterno che riporta se stesso e lo spettatore a quella Verità inevitabile, già presente. Il dentro e il fuori: il male è fuori come rappresentazione del dentro, e il dentro emerge e incalza.

Tutto il percorso è una rappresentazione di cui Edipo soltanto è inconsapevole. Creonte prima, Tiresia poi e la stessa Giocasta, ciascuno a proprio modo, sembrano condurre il re a specchiarsi per vedere sé stesso e, “per oscura che sia”, la sua stirpe.

La scena ruota e con lei il punto di vista, quasi imitando il movimento di una macchina da presa, per mettere a fuoco le dinamiche e i rapporti tra i personaggi che agiscono in un dichiarato gioco di messa in scena che si fa sempre più chiaro man mano che Edipo perde lucidità precipitando nell’inganno della rappresentazione resa esplicita dalla costruzione di un vero e proprio “teatrino” su cui prende forma l’inesorabile tragedia.

“Luce, ora ti vedo per l’ultima volta!”grida quando ormai è tutto rivelato e la luce abbagliante del vero non può che lasciare spazio alle tenebre.
Ma per quanto accecante la verità, è l’unica strada verso la consapevolezza a

cui alla fine giunge Edipo che, privandosi degli occhi e dell’inganno che da essi ne è venuto, intraprende la via della conoscenza di sé e della catarsi.

DAL 4 AL 7 FEBBRAIO

PADAM PADAM

A cura di Adele Tirante

Interprete Adele Tirante

Fisarmonica Mirko D’Ettori

Concerto spettacolo ispirato alla figura di Edith Piaf

“Padam” è il nome con cui anticamente di parigini chiamavano la loro città. “Padam Padam” è il titolo di una celebre canzone cantata da Edith Piaf, il passerotto dall’ugola d’oro, che in questo brano esprime la vorticosa e ossessiva commedia dell’amore, che come il suono di un’orchestra imprigionato nella sua memoria, prima o poi la farà diventare folle, così recita il testo. E’ proprio il tema dell’amore, in questa straordinaria interprete e nella sua epoca, che voglio affrontare  attraverso la scelta di canzoni del suo repertorio   e attraverso tratte liberamente dalla biografia scritta dalla sorella Simone Berteaut, da Prevert e da   Jean Coctau.  L’uccellino Piaf canta l’amore che forse è più appropriato far scoppiare dentro una canzone che vivere. L’amore come palcoscenico. L’amore sviscerato nelle più sottili sfumature, amore come assenza, amore come perdita, amore come non amore, amore come una via di rose, un tappeto sotto i piedi dell’amato. Non c’è una ricerca filologica, ma la semplice volontà di rendere testimonianza a una grande artista che da qualche tempo interpreto e studio, attraverso il tempo della memoria e del sogno.

DAL 10 AL 14 FEBBRAIO

CHE FINE HANNO FATTO BETTE DAVIS E JOAN CRAWFORD?

Di Jean Marboeuf

Traduzione Riccardo Castagnari

Con Gianni De Feo e Riccardo Castagnari

Regia di Fabrizio Bancale

I conflitti non nascono mai dall’odio, ma dal dolore. E non c’è mai stato un conflitto come il loro, durato quasi cinquant’anni… per questo le abbiamo amate così profondamente.

Due donne. Due attrici. Bette Davis e Joan Crawford: due brillanti stelle nel firmamento di Hollywood, ormai sul viale del tramonto. Dive viziate e capricciose; maschere luminose sul grande schermo; maschere per nascondere il dolore nella vita privata. E arriva l’occasione imperdibile, quella che capita una sola volta nella vita: il ritorno al grande cinema con un film che si preannuncia trionfale, “Che fine ha fatto baby Jane?”. E già si respira profumo di Oscar…

Due uomini. Due attori. Riccardo Castagnari e Gianni De Feo, maschere sul palcoscenico che danno corpo, voce e anima all’immaginario rapporto epistolare tra le due dive, prima, durante e dopo le riprese del film, attraverso il testo dell’autore francese Jean Marboeuf. Battute folgoranti, allusioni maliziose e pungenti, parole di disumana ferocia e cattiveria… suggestiva trasposizione su carta del rapporto umano e professionale che unisce e separa le due amiche/nemiche, colleghe/rivali. Donne fragili con le quali il destino sembra voler giocare, legando indissolubilmente le loro carriere proprio al successo del film.

1962: tra scenate, litigi, dispetti e minacce, le riprese sono terminate e si rincorrono sempre più insistenti le voci che quest’anno a stringere tra le mani l’ambita statuetta sarà una tra Bette Davis e Joan Crawford. And the Oscar goes to…

DAL 18 AL 21 FEBBRAIO

COMPLETAMENTE ESAURITO

Scritto da Becky Mode

Traduzione e adattamento DAVIDE NEBBIA con DAVIDE NEBBIA

Regia ANTONIA DI FRANCESCO Aiuto regia MASSIMILIANO MARTINI

Direttamente da Broadway una divertente commedia unica nel suo genere. Davide Nebbia impersona un giovane impiegato alle prese con il centralino di un rinomato ristorante stellato, frequentato da Vip, Star e aspiranti tali.

Seduto al desk delle prenotazioni ricavato da un seminterrato umido e freddo, il protagonista di questa storia è in realtà un giovane attore in attesa di scritture in un panorama teatrale italiano tutt’altro che confortante. Così, in attesa del colpo di fortuna, tra un provino e l’altro, il giovane talentuoso si mantiene con un lavoro che lungi dal procurargli soddisfazioni, lo precipita in uno stato di stress sempre più difficile da gestire.

Tormentato da clienti di vecchia data che telefonano in continuazione insieme ai nuovi adepti e ai curiosi di questa “cucina molecolare”; maltrattato dal capocameriere e vessato dallo chef, il povero ragazzo è pressato anche dai familiari che pretendono la sua presenza durante le imminenti festività natalizie senza capire che a Natale il ristorante sarà aperto.

Ma la situazione è aggravata dal fatto che oggi si trova da solo a rispondere al telefono: i suoi colleghi pare siano bloccati nel traffico. E così, ad un ritmo incalzante si alternano sulla scena ben quaranta personaggi: tra vecchie signore dell’alta borghesia, agenti teatrali inaffidabili, segretari di celebrità televisive, individui poco raccomandabili; ma anche gente comune (seppure un po’ fuori del comune): tutti desiderosi di assaggiare le specialità dello chef stellato.

La genialità del testo consiste nel fatto che tutti i quaranta personaggi saranno interpretati da un solo attore; la genialità dell’attore in questione consiste nel tentativo di uscirne vivo e sano di mente. Un’ora e mezza di vigorose risate attendono gli spettatori che vorranno entrare nel nostro seminterrato per assaggiare, insieme alla cucina del rinomato chef, un po’ di autentica ironia; unica cosa che possa salvarci dalla nostra frenetica vita metropolitana.

DAL 24 AL 28 FEBBRAIO

LE CINQUE ROSE DI JENNIFER

di Annibale Ruccello

con: Leandro Amato  e  Fabio Pasquini

scene e costumi Carlo De Marino

voci della radio Gioia De Marchis Giannini e Enzo Avolio

foto Pino Le Pera

Luci Zothause

regia Agostino Marfella

Un omaggio ad Annibale Ruccello, nel 25° anniversario della morte, con la ripresa dello spettacolo, Le cinque rose di Jennifer, per la regia di Agostino Marfella.  Punta di diamante della drammaturgia moderna italiana, Ruccello, risulta inoltre tra i più interessanti autori della scuola napoletana. Lo spettacolo, in una particolare scrittura scenica, vuole essere un tributo al Teatro del grande autore partenopeo. La piéce, ambientata in un quartiere degradato della periferia di Napoli, racconta, con ritmo incalzante e grande “suspence”, il mondo dei travestiti. L’autore, narrando le storie di vita di Jennifer e Anna, esprime il dramma amaro della solitudine. Aleggia nella vicenda un’atmosfera da thrilling psicologico, che tiene gli spettatori con il fiato sospeso, fino all’ultima battuta… Si muovono, attraverso essa, i due protagonisti, povere anime perdute, confinate in un ghetto metaforico, tesi alla ricerca disperata di una propria dimensione; pronti a riappropriarsi del pudore e della dignità  violati e derubati dai finti valori “borghesi”; e disposti a tutto, pur di elemosinare un po’ di affetto, fosse anche solo qualche parola attraverso il filo di un telefono. L’opera contiene una squarciante sensazione poetica di squallore e di frustrazione, nel cui contenuto il tragico si fa grottesco. Il palcoscenico grida i pensieri di Jennifer, ossessivi e maniacali, mentre la sua maschera recita il suo ultimo delirio d’amore per Franco, il maschio che probabilmente non esiste.

DAL 4 AL 7 E DALL’11 AL 14 MARZO

IL RIMPIAZZO

Liberamente tratto da “Il Sostituto” di David Nicholls

Adattamento di Giulia Fiume

Regia di Federico Le Pera

Con Giulia Fiume

Aiuto Regia Ilaria Ragni

Scene Paolo Carbone

Costumi Mara Gentili

Luci Michelangelo Vitullo

Direttore di produzione Pino Le Pera

Le premesse giovanili sembravano anticipare un futuro radioso ed all’insegna del successo, eppure Steven, festeggiati i 35, si direbbe ancora lontano mille miglia dal raggiungimento di traguardi importanti. Così, tra lavori saltuari, ed umilianti ingaggi televisivi, insiste ancora nel perseguire il suo sogno: diventare una star di Hollywood, come John Harmond.

John, al contrario di Steve, è un attore di successo, il più amato d’America e la sua vita avanza alla perfezione: contratti ultra-milionari, loft al centro di Londra (in cui è impegnato nella pièce teatrale del momento), ed una moglie “ideale”, Nina.
Il caso vuole che i loro destini si incrocino. Steve è infatti il sostituto della celebrità, nel caso in cui a quest’ultima dovesse accadere qualcosa di male. Ma cosa?

E pensare che gli basterebbe solo un’occasione… Così che tutti sarebbero costretti a ricredersi in merito al suo pronosticato fallimento: la sua ex moglie, sua figlia, lo show-biz in generale.
A complicare un intricato effetto domino, un improbabile colpo di fulmine! Infatti, quando l’occasione sembra finalmente presentarsi, Steve non mancherà d’innamorarsi della persona sbagliata e cioè la moglie del suo acerrimo rivale, Nina. Perchè si salvi dal funesto epilogo personale, il nostro eroe necessiterà di un’ imprevedibile colpo di scena. Una racconto avvincente, verosimile, dalle tinte comedy e spunti romantici.
Liberamente tratto dal romanzo di D. Nicholls, per la prima volta in scena in Italia,
“IL Rimpiazzo”.

DAL 18 AL 21 MARZO

LE DISSOLUTE ASSOLTE

di Luca Gaeta

Regia di Luca Gaeta

Interpreti  Licia Amendola, Glenda Canino, Alessia Fabiani, Valentina Ghetti,Marco Giustini, Nela Lucic, Priscilla Micol Marino, Giulia Morgani, Raffaella Paleari, Martuna Palmitesta, Lucia Rossi,Annamaria Zuccaro

Nell’atmosfera inquietante di una festa oscura, tra maschere e mantelli neri si consumerà un party dai riti orgiastici. Un Teatro che si trasforma in una casa chiusa dove abitano le donne che Don Giovanni ha reso immortali, inserendole nel suo famoso catalogo; qui raccontano le loro storie di seduzione. Un onirico locale notturno, dove, come un “fool”, il servo Leporello accompagnerà divertito il pubblico tra sensuali corpi nudi, diabolici suoni di violino, fumi di candele e alcool, da cui uscirà dopo aver bevuto e cantato fino all’alba.

In un Teatro che diventa una casa chiusa piena di sensualità e mistero, ci sono le donne sedotte dal Don Giovanni: figura che non rappresenta solo la seduzione dell’uomo che mira alle donne e poi se ne libera, ma anche dell’essere umano che vuole assecondare i propri piaceri senza pensare ad altro, affondando sempre più nel vizio, anche a scapito della morale. Queste Donne decidono di “chiudersi” in un convento di amletica memoria, un oscuro bordello in cui “espiare” la propria

dissolutezza. Si racconta la loro storia e il loro incontro con il Don Giovanni, come un percorso a ritroso nel cuore di tenebra dell’uomo. Le parole sondano l’anima nera di chi prende senza trattenere, ama senza toccare il cuore, vuole senza avere. Le donne come bellissimi corpi da ferire, e dalle cui ferite nascono i fiori del male che curano le nostre pulsioni.

IL 30 E 31 MARZO

CASA I COLORI DELLA RESILIENZA

di Marbjena Imeraj

Regia di Melania Giglio

Con Marbjena Imeraj

Marbjena è un’attrice Italo-Albanese, di adozione romana. Si trova nel suo camerino, pronta per andare in scena con ”Il gabbiano” di A. Cechov. In quell’istante arriva Dio in persona che inizia a ricordarle tutta la sua vita e le fatiche che ha dovuto affrontare prima di quel momento. Marbjena è nata in una cittadina sul lago, nel nord-ovest dell’Albania, al confine con il Montenegro. La quarta di sei femmine, da padre colonnello dell’esercito e madre economista. Da quando era piccola che sogna di fare l’attrice. Un sogno che però ha dovuto mettere da parte per molto tempo. A soli dieci anni vive la guerra civile dovuta alla caduta del regime comunista. La sua famiglia apparteneva alla classe più alta della società, ad un tratto più nulla. La sua crescita è segnata da molte difficoltà e momenti drammatici come la violenza subita alla tenera età di sette anni. Durante l’adolescenza le viene portare via la sua migliore amica.  Più tardi scoprirà che l’avevano presa per farla prostituire in Italia. Da lì a poco un colpo di stato e una guerra civile. I genitori per proteggerla la mandarono dai parenti, in un paesino lontano di montagna. Lei non cede davanti a tante sofferenze e porta avanti il suo sogno di venire in Italia per avere la sua libertà e finalmente poter fare l’attrice. Questo sogno che la tiene in vita la porterà in Italia. Qui non trova quel paese tanto desiderato. I pregiudizi e il razzismo ostacolano nuovamente il suo percorso. Dopo pochi mesi riceve una chiamata: sua sorella ha tentato il suicidio, buttandosi dal terrazzo di casa. È morta dopo undici giorni di ospedale. Un trauma che non supererà mai. La decisione di trasferirsi da un paesino dell’Abruzzo a Roma ha dato inizio ad una nuova fase della sua vita. Con sacrificio riesce a pagare gli studi di recitazione che l’hanno portata ad essere oggi un’attrice. Il suo sogno si è avverato! E quando pensa di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi, conosce l’amore. Proprio quando pensava che l’amore fosse solo una finzione e una falsa convinzione di noi umani per vivere meglio, arriva lei, la donna che le cambierà l’esistenza, con lei ritroverà la sua casa.

DALL’ 8 ALL’ 11 APRILE

NON PARLIAMOCI SOPRA

Di Salvatore Gemellaro

Regia di Salvatore Gemellaro

Con le canzoni inedite di Cristiano Cosa

Sulla scia del teatro canzone nasce l’idea di “Non parliamoci sopra”, una fusione tra cantato e parlato con un’alternanza di linguaggi e umori diversi. Un teatro “d’evocazione” come già suggerisce il titolo dello spettacolo e che trae il suo nome da un diffuso tic giornalistico. La parola e la musica s’accompagnano e si mescolano in un ciclo di parti che prova a liberare la comunicazione contemporanea dalla rete della retorica e della superficie, catalizzatrice dei  rapporti e delle esperienze quotidiane. Un dialogo tra arti, con il fil rouge della canzone d’autore, capace di mettere in connessione la realtà con il sogno, la musica e la prosa, il Teatro e il Mondo.

DAL 14 AL 18 APRILE

GELSOMINO MON AMOUR

di Riccardo Castagnari

Regia di Riccardo Castagnari

Interpreti Riccardo Castagnari

Al pianoforte Andrea Calvani

Il gatto è un animale magico. Amato o odiato non possiamo ignorarlo. Partendo dalla propria esistenza di vita con Gelsomino, Riccardo Castagnari ci conduce per mano in un viaggio alla scoperta di questo essere meraviglioso, attraverso la sua storia (dall’Egitto al Medievo sino ai giorni nostri) e attraverso pagine, famose e non, di letteratura, prosa e poesia. Con un occhio attento alle canzoni dedicate ai gatti, accompagnato al pianoforte da Andrea Calvani e ai mici famosi. Un gatto può davvero cambiarti la vita entrando a far parte della tua. Aneddoti, aforismi e storie vere a sostegno di questa affermazione fanno di questo spettacolo musicale un tributo ai nostri amati gatti come forse non è mai stato fatto fino ad ora.

DAL 22 AL 25 APRILE

ADOLF PRIMA DI HITLER

di Antonio Mocciola

Regia Diego Sommaripa

Interpreti Vincenzo Coppola Francesco Barra

Due ragazzi di 20 anni in una Vienna di inizio ‘900, rintanati in un mesto monolocale invaso dal fumo tossico di una piccola stufa a cherosene, provano a capire la vita. Sono amici per la pelle. Uno é Gustav Kubizek, figlio di un tappezziere, diventerà un apprezzato direttore d’orchestra. L’altro é Adolf Hitler. Tra di loro un rapporto morboso, viscerale, indicibile all’epoca. In quella stanza umida, tra parole non dette di due adolescenti in crisi prende vita la più grande tragedia del secolo.

Liberamente tratto dalla biografia “Il giovane Hitler che conobbi” scritta da Kubizek ricordando i quattro intensissimi anni passati accanto al dittatore austriaco, “Adolf prima di Hitler” di Antonio Mocciola è uno squarcio di vita intima, destinata a divenire pubblica, e letale. Il corso della storia, forse, sarebbe cambiato radicalmente. E fa venire i brividi che a farlo sarebbe bastato uno sguardo ricambiato, una coraggiosa intesa. Sarebbe bastato un bacio.

Mettere in scena Hitler come se non conoscessi la storia, dimenticando il mondo che ha generato, è una sfida meravigliosa che con orgoglio accolgo. Ho la fortuna d’avere una drammaturgia incandescente di Antonio Mocciola tra le mani, tratta da una clamorosa ed ormai introvabile autobiografia, una discesa agli inferi impetuosa, senza sosta, senza tempo, piena di ritmo e cambi di passo, ed è cosi che viviamo la durata della pièce, come un cerchio che piano piano si restringe, fino ad arrivare ad un bivio importantissimo, che avrebbe potuto cambiare la storia dell’intera umanità. Pochi elementi di scena, lasciando spazio ai rapporti tra il futuro dittatore ed il suo coinquilino perdutamente innamorato di lui: rapporti intimi, nascosti, segreti, e la parola diventa strumento potente; è un gioco sottile tra Adolf (Vincenzo Coppola) e Gustav (Francesco Barra), ma pericoloso, che mi suggerisce di dare delle tinte di giallo alla messa in scena, grazie anche all’ambigua padrona di casa, la signora Zakreys (Gabriella Cerino). In quella stamberga si stava facendo la storia. A pensarci ancora rabbrividisco. (Diego Sommaripa) 

IL 29 E 30 APRILE

L’OSPITE

Produzione: Movimento Comico

Regia: Daniele D’Arcangelo e Luca Refrigeri

Curatore di edizione: Fabio Cicchiello

Con: Chiara Moretti e Paola Salvatori

L’Ospite è una storia che parla di impotenza e disillusione. Una storia di due improbabili eroine, che sfidano con le loro imperfezioni ogni tentativo del pubblico di tenersi distante. Una storia che mostra l’orlo del baratro, e come, proprio quando tutto sembra crollare, qualcosa nasce, una nuova speranza nuovamente disillusa o un nuovo modo di essere, un nuovo sguardo alle cose, un rinnovato amore per ciò che conta davvero. In scena una storia che riguarda tutti e che, svelando le fragilità dei suoi protagonisti, ci invita a ridere delle nostre debolezze altrimenti vissute come drammi.

Due sorelle, Monica e Valeria, si incontrano di nuovo nella casa di famiglia dopo un lungo distacco determinato da liti e rancori mai sopiti. Valeria, dall’aspetto minuto, distratta, svampita per indole, conduce un’esistenza piatta, routinaria e desidera con tutta sé stessa un rapporto d’amore che la conduca al di fuori della sua zona di confort. Monica, donna alta, dal carattere deciso e battagliero, vive una condizione economica a dir poco precaria con lavori a chiamata, debiti e rinunce. Giusto il tempo di pochi convenevoli per ritrovarsi tutte e due complici di un rapimento la cui vittima non è un uomo qualunque, bensì un malridotto cardinale della curia romana. Il bisogno disperato di soldi e di dare una svolta alle loro vite condurrà le protagoniste della storia ad affrontare le difficoltà che scena dopo scena proveranno a rendere vano ogni sforzo, per condurle infine a ritrovare loro stesse e qualcosa di più. Secondo posto al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020.

DAL 20 AL 23 MAGGIO

MUSICARELLO SHOCK

di  Matilde D’accardi

Regia Camilla Piccioni

Interpreti Valentina De Giovanni

Vilma Ciacioni, in arte Wilma Belladonna, è la diva italiana del boom.
Bella e procace, brava e simpatica, è stata diretta da tutti i più grandi, ha recitato al fianco di attori di calibro, ha vinto Nastri, Orsi, David, Globi, Leoni. Non è solo l’attrice più amata e sognata dello Stivale, è anche l’idolo dei giovani: la sua ugola d’oro, adatta agli stornelli come alla nuova musica degli

“urlatori” americani, l’ha resa la regina del Musicarello.
E adesso la sua carriera è giunta alla svolta decisiva: la stella del cinematografo in bianco e nero dovrà dare prova di un’audacia in technicolor. Ma il Bel Paese è pronto a questo shock?
Uno spettacolo-concerto divertente e a tratti amaro, che parla d’amore e di donne, dell’Italia ai tempi della Dolce Vita e di pregiudizi che vengono da lontano. Con musiche che spaziano dalla folk music, ai grandi successi dell’epoca fino alle indimenticabili composizioni di Nino Rota.

DAL 25 AL 27 MAGGIO

IO ED ELENA

di Donatella Busini

regia di Mauro Toscanelli

con  Mauro Toscanelli e Bruno Petrosino

Una produzione IPAZIA PRODUCTION

Due donne, una madre ed una figlia affetta da gravi disturbi psichiatrici.

Diversamente uguali, vicine nella solitudine con cui l’esistenza e la malattia le hanno portate a convivere.

Una solitudine fronteggiata in modi totalmente differenti così come lo sono le loro personalità.

Rabbia, indulgenza, desiderio di compiacere, recriminazione, rifiuto, paura: un rapporto tra donne difficile da sostenere per entrambe. Ma un rapporto di amore.

Violento, cupo, tagliente, sfibrante, esasperato ed esasperante come solo gli amori veri possono essere.

Questo rapporto, così crudelmente realistico tra una donna e la figlia piscotica, è raccontato in un contesto surreale in cui aleggia l’anima pulsante di un personaggio letterario discusso e spesso incompreso quale quello di Blanche Dubois protagonista del Tram chiamato Desiderio di T. Williams.

Il respiro e lo spirito di Blanche sono elementi comuni alle protagoniste e si insinuano nelle loro parole ed azioni.

La pièce ha l’ambizione di affrontare, secondo stili che si rifanno al teatro contemporaneo, un tipo di amore poco rappresentato, nascosto e vissuto dolorosamente in spazi familiari individuali, dispersi come monadi nella società contemporanea; l’amore verso chi ha gravi patologie mentali presentato nelle sue taglienti espressioni e nel suo doloroso quotidiano ma alleggerito dalla grazia di un personaggio letterario trattato con la tenerezza che lo caratterizza.

Un omaggio alle donne diverse e lontane dagli stereotipi.

DAL 28 AL 30 MAGGIO

“LA SIGNORA SANDOKAN”

di Osvaldo Guerrieri

con  Viola Pornaro   Antonio Zanoletti

Regia Francesco Sala

Ideazione Viola Pornaro

La mattina del 26 Aprile 1911 “La STAMPA” di Torino titolava in cronaca:

Emilio Salgari si è ucciso a colpi di rasoio. Quanti sono a conoscenza dei particolari biografici e dell’immensa produzione di Emilio Salgari? Scrisse più di ottanta romanzi, circa cento racconti. Lascia con il suo gesto quattro figli e una moglie; Ida Salgari che sarà ricoverata nel Regio Manicomio, reparto indigenti. Ida parla con un’infermiera invisibile. Grida e implora, minaccia e prega. Apre squarci sulla vita intima dello scrittore, sul suo modo di lavorare, l’alcol, il rapporto tormentato con gli editori, le sue mitomanie, le infedeltà, le innegabili dolcezze. Lei che aveva conosciuto la  Belle Epòque e si era innamorata di uno scrittore che aveva all’epoca un successo enorme. Aveva collaborato a stilare, scrivere con lui quell’immaginario ossessivo fatto di corsari, battaglie, gli assalti, la critica a certo colonialismo, una visione a ritroso che ci proietta verso una tirannide della vita quotidiana. Sul tavolino sbilenco dove lavorava il suo Emilio, lei è un piccolo animale domestico, osservata dal dottor Emilio Herr, psichiatra che assieme a lei è pungolato, scosso, racconta, vive, freme, soffre, Ida delira, vuole aiutare il marito a rispettare gli impegni con gli editori. Pagato a còttimo . Più pagine consegni più paga avrai. Salgari, tra miseria e dissipazione, il disordine domestico, i figli, il turbine della fantasia prodigiosa.

Una vita d’artista, straordinaria, immaginosa e vulnerabile, faticosa e disperata di cui Ida ne è la cronista e testimone. Con un linguaggio che mescola all’italiano accenti di verità padano -venete, questa donna ci offre il ritratto di uno scrittore che fuori da apparati ufficiali ha saputo conquistare il cuore di molte generazioni di lettori. Non solo italiani. Le esplorazioni esotiche, i tragitti obliqui, le infedeltà coniugali, esaltazione,  identificazione con i densi fantasmi del sogno. Ecco il teatro: far vedere  quello che non è visibile. Raccontiamo il lavorìo smisurato dissennato di  uno scrittore che non è mai uscito dall’Italia, non è mai stato in un villaggio  malese, non è stato in groppa a un cammello del Sahara.

Attraverso una scena semplice-brigantino navale dentro il manicomio  proiezioni, ombre cinesi, figurazioni danno corpo e visione oltre alle parole  delle navigazioni nel Pacifico, i cannibali, la Malesia Orientale, l’isola di  Mindanao, Sandokan, i predoni, le tigri, i fantasmi splendenti. Follia, follia  sua, follia vibrante diagnosticata dal dottore. Visione occidentale dello scienziato: razionale, morale, misurata; contro quella orientale dello scrittore: mistero, segreto, seduzione, eccesso inebriante. L’esotico, l’altrove, il viaggio è dentro la nostra testa, è il colpo d’occhio e la verità del Teatro. Come spiegare la fantasia?

DAL 4 AL 6 GIUGNO

TRE STUDI PER UNA CHIAMATA

di Stefano Cangiano

Regia di Stefano Cangiano

Con Lorenzo Guerrieri- Francesco Pietrella- Maria Luisa Zaltron

Spettacolo vincitore del concorso autori nel cassetto, attori sul como’ 2019.

Iniziamo un’esplorazione di luoghi, persone e vicende distanti tra loro ma uniti da due coordinate fondamentali: l’Attesa e la Chiamata. Prendiamo le mosse dal ‘700, il secolo dei lumi e della ragione e della lotta ai privilegi dell’aristocrazia. Un tempo pieno di energia ma anche di paure, perché alla gioia dei rivoluzionari fa sempre da contraltare il terrore di chi la rivoluzione la subisce. E se vengono meno riferimenti millenari a chi si può rivolgere un nobile che teme per la propria vita e il proprio patrimonio? A una forza ulteriore e trascendentale, mediata in questo caso da un’eremita, molto secolarizzata e molto sopra le righe, una ex nobile veneziana piena di sapienza e ancor più di astuzia. Dal ‘700 del primo quadro si passa all’’800 e il protagonista diventa Antonio Meucci, l’inventore del telefono, l’uomo che ha realizzato la prima chiamata della storia. Ciò che ha preceduto l’invio di questo primo segnale elettrico è il fulcro del racconto, un susseguirsi di stenti, disavventure, lavoro, emigrazione. Questa storia prende corpo dal confronto costante tra Meucci e sua moglie, che vivono la propria vicenda e invecchiano in scena, mentre attorno uno shapeshifter assume le sembianze di tutti le persone che si sono rivelate fondamentali nella vita di Meucci, fino all’amaro epilogo della sua vita. Il terzo studio porta a un contesto più contemporaneo, un call center, fatto di automatismi, scissioni della personalità, alienazione, in cui però irrompe una verità insopprimibile, tanto più forte quanto capace di manifestarsi nella coazione a ripetere di parole, formule e slogan spezzandone il ritmo. I tre protagonisti, ridotti al loro essere parlatori-ascoltatori, raccontano la propria storia, che slitta dalla farsa al noir. I tre studi sono completati da una quarta unità che chiude il cerchio, e completa il trittico con una vicenda costruita su una chiamata che diventa il fine esistenziale di uno dei personaggi. Attorno a questa chiamata costruisce la propria vita, trasformandola in un’attesa potenzialmente infinita. Il protagonista infatti ha davanti a sé un telefono e aspetta, ha scelto di aspettare, e mentre aspetta incontra una vecchia coppia di amici che si erano dimenticati di lui. La coppia rappresenta la polarità opposta di Francesco, una spinta uguale e contraria alla sua stasi. Marito e moglie provano a comprendere le ragioni dell’uomo in attesa, provano a imparare ad aspettare ma senza riuscirci e la distanza che si apre tra due forze così estreme non può che far deflagrare la storia, portandola a una tragica rivelazione finale.

Così prende forma l’esplorazione dell’attesa, attesa come tempo ma anche come spazio del pensiero, dell’agire e del non agire, attesa come luogo del possibile, ma soprattutto Attesa in relazione a una Chiamata.

SPAZIO OLTRE

10nov.- 1 dic-19 gen-16 feb-16 mar- 20 apr

INCORONATE COMICHE

Stand-Up Comedy…siamo comiche e non c’è niente da ridere!

Da un idea di Giuditta Cambieri

Evento accessibile anche ai sordi

Ogni mese una serata diversa con attrici e attori a sorpresa che sperimentano nuovi monologhi comici.

In eventi aperti al pubblico, le interpreti si lanceranno eroicamente alla ricerca di una comicità che possa ridere di sé e far ridere cercando di rompere le barriere degli stereotipi di genere e non solo. La reazione del pubblico sarà metro di misura e strumento di crescita per il potenziale comico delle interpreti e sarà anche una verifica per le autrici che potranno mettere a punto il proprio lavoro di scrittura.

Le serate saranno accessibili ad un pubblico di sordi e udenti insieme: attrici udenti e attrici sorde saranno affiancate da interpreti LIS. La messa in scena di ogni monologo prevede un lavoro di ricerca  per trovare relazioni, complicità e giochi tra attrici e interpreti. Questo per rendere la traduzione in Lingua dei Segni il più aderente possibile all’interpretazione e ai tempi comici del monologo recitato.

Lun 1- 8- 15- 22-29 marzo

I KARMA B in

ICONE GAY LIVE

Dopo il successo della versione in live streaming durante il lockdown, arriva la versione teatrale dello spettacolo più recente del duo drag più celebre d’Italia: le Karma B!

Le dive più amate dal pubblico gay vengono raccontate, studiate e fatte rivivere sul palco dalle due drag queen con l’aiuto di costumi luccicanti e musica dal vivo.

“Amiamo le dive al punto  da metterci letteralmente nei loro panni “, questa la frase che rappresenta il modo di approcciarsi allo studio di queste meravigliose creature , le icone gay appunto apprezzate però da ogni tipo di pubblico.

Ogni star  ha le proprie caratteristiche che la rendono unica  e che verranno raccontate in questo che più che uno spettacolo diventa una “lezione musicale” per capire cos’è che le rende così speciali e tanto amate.

Il tono dello spettacolo è però dissacrante e ironico, non una santificazione, ma una vivisezione divertente e divertita di personaggi conosciuti per la loro grandezza ma amati anche ( e forse soprattutto) per i loro difetti.

Coreografie ,costumi, immagini, stand up comedy e canzoni dal vivo:  sono i mezzi che il duo drag utilizzerà per compiere un viaggio intorno a questo mondo affascinante, con ritmo, eleganza  e ironia.

Si riderà tanto quindi, ma con amore , anzi …col cuore !

I MARTEDI MUSICALI

Rassegna di musica dal vivo, concerti e live a cura di Domenico Capezzuto .

6 OTTOBRE

WAITIN’ 4 WAITS

RAFFELA SINISCALCHI QUARTET

Quale può essere la necessità di fare un omaggio al cantautore americano più folle degli ultimi quarant’anni e forse anche il più imitato? La motivazione primaria è che Tom Waits è una specie di porta magica , come quella di Alice,  nella quale passare  per scoprire della musica cose nuove .

Un approccio sicuramente diverso ha caratterizzato Waits fin dall’inizio e man mano andando avanti lo ha reso un vero folletto sperimentatore senza confini. La sua leggerezza lo ha portato sempre ad attingere al grande cesto musicale , come si fa coi giochi da piccoli,  senza precludersi nessuna strada passando attraverso il cantautorato più classico degli esordi, , fino al jazz più raffinato ed intimo e al blues fumoso e sensuale arrivando ad una sperimentazione estrema. Cantare una canzone di Tom Waits è per Raffaela Siniscalchi  un viaggio straordinario di scoperte nuove perché’ , dietro a quell’incredibile timbro cosi’ “Torbato” , si celano melodie affascinanti mai scontate ed armonie piene di stimoli. Cosi la scelta è stata quella di entrare dentro ogni brano come si entra in un Luna-Park da bimbi per scoprire una parte di se forse dimenticata.

                  SPAZIO GIOVANI

Dal 10 al 12 giugno

SECONDO ATTO di Simone Sardo

Regia Simone Sardo

Interpreti Simone Sardo- Roberta Anna- Andrea Lami- Severino Bof- Michela De Nicola

Spettacolo vincitore della sezione Spazio Giovani al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020                   

“Un giovane drammaturgo è alle prese con il classico blocco dello scrittore proprio a poche ore dalla consegna del testo del suo prossimo spettacolo. Per stimolare la sua creatività le prova tutte, ma a disturbarlo sistematicamente c’è la moglie che sogna di diventare un’attrice famosa, una collaboratrice domestica convinta di saper scrivere meglio di lui ed un produttore milanese cinico e orientato esclusivamente al guadagno. Dopo una serie di gag e malintesi esilaranti per concludere il testo, quando tutto sembra finalmente pronto per andare in scena, qualcosa sconvolgerà definitivamente i piani dell’autore. Per riuscire a portare in scena il suo spettacolo dovrà cercare un modo per accontentare tutti, ma non ha nessuna intenzione di rinunciare a togliersi qualche perfida soddisfazione personale.”

                 SPAZIO DANZA

            CONTEMPORANEAMENTE DANZA

                         Dal 10 al 16 maggio

Il 10 maggio

KEMP DANCES cor.Lindsay Kemp

Interpreti Daniela Maccari- David Haughton- Ivan Ristallo

Dall’11 al 13 maggio

COREOGRAFICA…..MENTE

Concorso di Corti Coreografici

Dal 14 al 16 maggio

Rassegna di danza contemporanea

CLOROPHILIA

Regia, concept_Silvia Marti
coreografia_ Silvia Marti e Kodance_&KO

Danzatrici Giulia Federico, Marta Labella, Silvia Marti

Costumi, arredi_ Ocus Pocus

CLOROPHILIA esplora la possibilità di una redenzione attraverso il primordiale ritorno alle origini , alla capacità di riflettere sulla possibilità di rigenerazione, abbracciando tutto ciò che abbiamo distrattamente ritenuto poco utile, sostituendo e sacrificandolo con il feroce cammino inarrestabile verso un pensiero unilaterale.

In CLOROPHILIA lʼ essere circoscritti forzatamente in un limite, non poter usare il contatto come mezzo di conoscenza e di espressione, da vita ad una riflessione costante senza tregua, che si dirige inevitabilmente, come L acqua che si fa spazio insinuandosi attraverso le rocce, in un altro luogo in un unico spazio in comune. Scene che segnano lo scandire del tempo apparentemente immobile, mansueto.  Allʼ interno dello spazio, suddiviso in tre scene, un piccolo mondo personale, pensato, in memoria di quello che avevamo, il fuori diventa dentro.
Entrare in stretta connessione tra il microcosmo umano e macrocosmo naturale, un dentro da riempire

CLOROPHILIA è in effetti una sorta di ossigenazione dalla esperienza appena vissuta, un esperienza fatta di reclusione, di pensieri, di azioni limitate, in uno spazio delimitato.

Giulia Marta e io, abbiamo condiviso le nostre personali esperienze, e le abbiamo trasferite in gesti, in sensazioni in istanti, a tratti ripetitivi, abbiamo lasciato scorrere in noi quella parte di chimica che si sprigiona quando si vive la stessa esperienza.

CLOROPHILIA è stato pensato per essere parte di un più ampio progetto performativo, modulabile a seconda del luogo ospitante, indoor e outdoors.

17 e 18 maggio

Finali concorso COREOGRAFICA……MENTE

Teatro Lo Spazio

Via Locri,42

SPAZIO ALLO SPAZIO

AL VIA LA NUOVA STAGIONE DEL TEATRO LO SPAZIO

30 SPETTACOLI IN CARTELLONE, UNA RASSEGNA DEDICATA ALLA DANZA, E UN “ALTRO SPAZIO “RISERVATO AGLI APPUNTAMENTI FUORI STAGIONE E ALLA FORMAZIONE

Spazio allo Spazio: è questo il concetto dal quale parte la nuova stagione del Teatro Lo Spazio, nel cuore del quartiere San Giovanni a Roma.

Uno spazio completamente rinnovato, moderno e polifunzionale, un luogo non convenzionale in cui poter immergersi in spettacoli e proposte artistiche differenti tra loro, che spaziano e abbracciano generi diversi, accomunati però dalla qualità artistica e raffinatezza stilistica.

Concetto che sottolinea il nuovo direttore artistico Manuel Paruccini :” Il Teatro Lo Spazio è uno spazio che si modella e si plasma a seconda degli artisti che lo abitano, sfruttando al massimo la non convenzionalità del luogo. Uno spazio che può ospitare tutte le forme di arte  e può essere da stimolo a nuove creazioni proprio pensate per un posto così diverso dagli spazi più consueti. In tutti questi mesi di difficoltà ci hanno tolto dello spazio in cui poter vivere e noi ripartiamo proprio dallo spazio, riappropriamoci dello spazio con un occhio alla qualità e all’artigianalità dei prodotti che vengono proposti.”

Uno spazio accogliente, da abitare e vivere a 360 gradi, in cui ritrovarsi, conoscere, scoprire, emozionarsi, divertirsi.

Una stagione variegata, quindi, versatile, pronta a soddisfare tutti i gusti e le esigenze, tra svago, intrattenimento, riflessione, musica dal vivo, danza, teatro off, d’innovazione, drammaturgia contemporanea , formazione e tanto altro.

Trenta gli spettacoli in cartellone, che vedranno protagonisti volti noti del panorama teatrale italiano insieme a giovani promesse, e compagnie di danza nazionali. Prime assolute, regie innovative ed esclusive, testi dal forte respiro contemporaneo.

Tanti i nomi che si susseguiranno, tra interpreti e registi, da  Gianni De Feo, Maximilian Nisi, Massimiliano Vado, Pino Ammendola, Elena Arvigo, Attilio Fontana, Emiliano Reggente, Mauro Toscanelli, Pietro De Silva, Leandro Amato, Federico Le Pera, Giulia Fiume, a Cinzia Maccagnano, Riccardo Castagnari, Davide Nebbia, Luca Gaeta, Antonio Mocciola, Valentina De Giovanni, Francesco Sala, Viola Pornaro , per la danza la Compagnia Sosta Palmizi.

A questi si affiancherà uno “spazio oltre”, un fuori stagione che prevede gli appuntamenti speciali con le “Incoronate comiche”, lunedì dedicati alla stand up comedy, in cui ogni mese attrici e attori a sorpresa sperimenteranno nuovi monologhi comici, accessibili anche ai non udenti, e “I Karma B”, la versione teatrale dello spettacolo più recente del duo drag più celebre d’Italia: le Karma B! Le dive più amate dal pubblico gay vengono raccontate, studiate e fatte rivivere sul palco dalle due drag queen con l’aiuto di costumi luccicanti e musica dal vivo.

Alcuni martedì saranno invece riservati a una programmazione dedicata alla musica dal vivo, curata da Domenico Capezzuto.

Si aggiunge una rassegna dedicata al mondo della danza contemporanea, a maggio, “Contemporaneamente danza”,  a cura di Massimo Zannola, che racchiude al suo interno il concorso di corti coreografici ‘Coreografica…mente’.

A giugno, infine, uno “spazio giovani” curato da Riccardo Casertano, con “Secondo atto” di Simone Sardo, spettacolo vincitore dell’omonima categoria al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020”. Uno spazio dedicato alle idee e alla nuova drammaturgia contemporanea.

Non manca uno spazio per la formazione con la partenza di un biennio di formazione teatrale #OFFicina Lo Spazio, diretto da Francesco Sala e Viola Pornaro, che partirà ad ottobre. Per la prima volta il Teatro Lo Spazio sarà perciò sede di un corso di teatro per giovani dai 18 ai 35 anni.

Tanti Spazi, dunque, tutti diversi, e tutti da vivere e scoprire.

GLI SPETTACOLI

Apre la stagione il 15 ottobre VENERE IN PELLICCIA con la regia di Gianni De Feo, che traspone in scena il celebre romanzo di David Ives e il confine sottile tra realtà e finzione che ha ispirato anche l’omonimo film di Roman Polansky.

Segue dal 29 ottobre al 1 novembre, GIUDA a cura di Maximilian Nisi, un monologo sul cattivo biblico per eccellenza, l’uomo che l’umanità ha messo sotto accusa, che esce allo scoperto per dare la sua versione dei fatti.

Spazio poi alla danza con BEAUTY CASE ( 4 e 5 novembre) di Paola Campagna, vincitrice della scorsa edizione del concorso “Coreografica…Mente”, un progetto che indaga l’aspetto della fragilità e di come venga vissuto nella nostra società, e IKI della Compagnia Sosta Palmizi(7 e 8 novembre), che porta in scena in prima assoluta a Roma il tentativo di immergersi nella dimensione fisica e spirituale della morte.

Dal 12 al 15 novembre Elena Arvigo ci trascinerà nel meraviglioso mondo del cinema d’autore con l’inedito “Antonioni Mon Amour”, un viaggio attraverso i copioni dell’illustre maestro per trovare, prima che nelle immagini, già nelle parole, il cuore della sua tematica; mentre dal 19 al 29 novembre Massimiliano Vado dirige il suo A COSA SERVE ESSERE BELLI DENTRO SE POI NON CI ENTRA NESSUNO, un percorso indennitario, un salto nella consapevolezza della moderna situazione femminile.

La stagione prosegue con UOMINI DA MARCIAPIEDE, scritto e diretto da Pino Ammendola (dal 3 al 13 dicembre), storia di uomini soli, abbandonati al loro destino, emblema di una umanità dolente e disperata, che ‘battono’, più per cercare compagnia, che per il vil danaro; e dal 18 al 20 dicembre con UN CAFFE’ CON I CANTAUTORI, un concerto cantato e suonato dal vivo, nel pieno stile del trio vocale de “Le Signorine”, dedicato alla musica dei più importanti cantautori italiani. Appuntamento speciale il 9 dicembre con Sara Franceschini in MUSICHE DEL RITORNO: L’interprete romana racconta, nella forma del teatro-canzone, il sentimento della nostalgia nelle sue molteplici declinazioni.

Il 16 e il 17 dicembre si ricorderà l’immensa Franca Rame con …E SEMPRE ALLEGRI BISOGNA STARE di Paolo Vanacore, un monologo in gran parte brillante, comico, ma a tratti amaro, drammatico, recitato dall’attrice cantante Sina Sebastiani del Grillo, e inframezzato dall’esibizione dal vivo delle più belle canzoni italiane scritte e interpretate dai grandi Giorgio Gaber, Dario Fo, Gabriella Ferri, Enzo Jannacci ed altri, unitamente ad alcuni brani originali composti appositamente per lo spettacolo.

Salutano l’anno e danno il benvenuto a quello nuovo, dal 28 dicembre al 2 gennaio, Attilio Fontana e Emilio Reggente con il loro  FASE CHRISTMAS SHOW , uno spettacolo che ha l’intento di continuare ad esorcizzare questo periodo che ci troviamo a vivere, e che acquisirà contorni ancora più anomali nella cornice natalizia.  Tra corse forsennate all’ultimo acquisto, addobbi, e canti natalizi. Non mancheranno gag, brani inediti, e l’ormai irrinunciabile “Fiaba” per i bambini di tutte le età.

Dal 5 al 7 gennaio sarà invece in scena OCCHIO AL CUORE di Emiliano Metalli con la regia di Mauro Toscanelli. Lo Spettacolo vincitore della rassegna “Idee nello spazio” 2020 presso il Teatro Lo Spazio in Roma e premio miglior attore a Mauro Toscanelli, ci trascina in un mondo di ossessioni e delusioni, in cui  il delitto può sembrare la più facile via d’uscita.

A seguire dal 14 al 24 gennaio LEDIDI, scritto e diretto da Pietro De Silva, un itinerario surreale dall’ incidente in poi, che vede protagonista la celebre Lady D, tra  cori,  proiezioni e sorprese.

Parole e canzoni s’intrecciano durante una tempesta ormonale e diverse verità vengono a galla il 25 e il 26 gennaio con DOSAGGIO ORMONALE , spettacolo musical-teatrale, drammaticamente comico ad alto tasso di progesterone di e con Giuditta Cambieri- Lorella Pieralli .

Spazio poi all’adattamento del classico Edipo Re di Sofocle, dal 28 al 31 gennaio con EDIPO RE(MAKE) diretto da Cinzia Maccagnano, e dal 4 al 7 febbraio a PADAM PADAM a cura di Adele Tirante, concerto spettacolo ispirato alla figura di Edith Piaf.

Due donne, due attrici, Bette Davis e Joan Crawford, sono le protagoniste dall’10 al 14 febbraio di CHE FINE HANNO FATTO BETTE DAVIS E JOAN CRAWFORD? Interpretato da due uomini, due attori, Riccardo Castagnari e Gianni De Feo, maschere sul palcoscenico che danno corpo, voce e anima all’immaginario rapporto epistolare tra le due dive, prima, durante e dopo le riprese del film, attraverso il testo dell’autore francese Jean Marboeuf diretto da Fabrizio Bancale.

Le atmosfere glamour di Broadway ammalieranno successivamente il Teatro Lo Spazio con  COMPLETAMENTE ESAURITO di  Becky Mode, dal 18 al 21 febbraio, una divertente commedia unica nel suo genere. Davide Nebbia impersona un giovane impiegato alle prese con il centralino di un rinomato ristorante stellato, frequentato da Vip, Star e aspiranti tali.

Si cambia registro dal 24 al 28 febbraio con LE CINQUE ROSE DI JENNIFER di Annibale Ruccello, un omaggio al celebre drammaturgo nel 25esimo anniversario della sua morte. La pièce, interpretata da Leandro Amato e Fabio Pasquini, ambientata in un quartiere degradato della periferia di Napoli, racconta, con ritmo incalzante e grande “suspence”, il mondo dei travestiti.

Per la prima volta in Italia, debutto assoluto dal 4 al 14 marzo per IL RIMPIAZZO, scritto e diretto da Federico Le Pera, un racconto avvincente, verosimile, dalle tinte comedy e spunti romantici, liberamente tratto dal romanzo “Il Sostituto” di D. Nicholls.

Dal 18 al 21 marzo il teatro si trasformerà in un onirico locale notturno, con LE DISSOLUTE ASSOLTE di Luca Gaeta , una casa chiusa dove abitano le donne che Don Giovanni ha reso immortali, le quali  raccontano le proprie storie.

In seguito appuntamento il 30 e 31 marzo con CASA- I COLORI DELLA RESILIENZA di Marbjena Imeraj e la regia di Melania Giglio. Marbjena è un’attrice Italo-Albanese, di adozione romana. Si trova nel suo camerino, pronta per andare in scena con ”Il gabbiano” di A. Cechov. In quell’istante arriva Dio in persona che inizia a ricordarle tutta la sua vita e le fatiche che ha dovuto affrontare prima di quel momento.

Si continua con NON PARLIAMOCI SOPRA Di Salvatore Gemellaro, dall’8 all’11 aprileuna fusione tra cantato e parlato con un’alternanza di linguaggi e umori diversi. Un teatro “d’evocazione” come già suggerisce il titolo dello spettacolo, che trae il suo nome da un diffuso tic giornalistico. Un dialogo tra arti, con il fil rouge della canzone d’autorecapace di mettere in connessione la realtà con il sogno, la musica e la prosa, il Teatro e il Mondo.

Dal 14 al 18 aprile Riccardo Castagnari con GELSOMINO MON AMOUR –COME UN GATTO PUO’ CAMBIARTI LA VITA condurrà per mano in un itinerario alla scoperta di questo essere meraviglioso, attraverso la sua storia (dall’Egitto al Medioevo fino ai giorni nostri) e attraverso pagine, famose e non, di letteratura, prosa e poesia.

Liberamente tratto dalla biografia “Il giovane Hitler che conobbi”, scritta da Kubizek ricordando i quattro intensissimi anni passati accanto al dittatore austriaco, dal 22 al 25 aprile va in scena ADOLF PRIMA DI HITLER di Antonio Mocciola, uno squarcio di vita intima, destinata a divenire pubblica, e letale; mentre il 29 e il 30 aprile sarà la volta de L’OSPITE, spettacolo classificatosi al Secondo posto al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020: una storia che parla di impotenza e disillusione, in cui due improbabili eroine sfidano con le loro imperfezioni ogni tentativo del pubblico di tenersi distante.

Spazio poi alla musica, dal 20 al 23 maggio, con MUSICARELLO SHOCK di Matilde D’Accardi e la regia di Camilla Piccioni,  uno spettacolo-concerto divertente e a tratti amaro, che parla d’amore e di donne, dell’Italia ai tempi della Dolce Vita e di pregiudizi che vengono da lontano. Con musiche che spaziano dalla folk music, ai grandi successi dell’epoca fino alle indimenticabili composizioni di Nino Rota.

Le donne sono le protagoniste  dei due appuntamenti successivi: dal 25 al 27 maggio IO ED ELENA per la regia di Mauro Toscanelli, la storie di due donne una madre ed una figlia affetta da gravi disturbi psichiatrici, diversamente uguali, vicine nella solitudine con cui l’esistenza e la malattia le hanno portate a convivere, e dal 28 al 30 maggio LA SIGNORA SANDOKAN di Osvaldo Guerrieri , il racconto della vita di Ida Salgari, moglie del famosissimo autore di Sandokan.

Chiude la stagione dal 4 al 6 giugno TRE STUDI PER UNA CHIAMATA di Stefano Cangiano, spettacolo vincitore e del concorso “Autori nel cassetto, attori sul comò 2019.” I tre protagonisti, ridotti al loro essere parlatori-ascoltatori, raccontano la propria storia, che slitta dalla farsa al noir. I tre studi sono completati da una quarta unità che chiude il cerchio, e completa il trittico con una vicenda costruita su una chiamata che diventa il fine esistenziale di uno dei personaggi.

SPAZIO OLTRE

Un ricco fuori stagione che prevede INCORONATE COMICHE – “Stand-Up Comedy…siamo comiche e non c’è niente da ridere!” Da un idea di Giuditta Cambieri. Ogni mese una serata diversa con attrici e attori a sorpresa che sperimentano nuovi monologhi comici. Le serate saranno accessibili ad un pubblico di sordi e udenti insieme: attrici udenti e attrici sorde saranno affiancate da interpreti LIS. La messa in scena di ogni monologo prevede un lavoro di ricerca  per trovare relazioni, complicità e giochi tra attrici e interpreti. Questo per rendere la traduzione in Lingua dei Segni il più aderente possibile all’interpretazione e ai tempi comici del monologo recitato.

E I KARMA B in ICONE GAY LIVE la versione teatrale dello spettacolo più recente del duo drag più celebre d’Italia: le Karma B! Le dive più amate dal pubblico gay vengono raccontate, studiate e fatte rivivere sul palco dalle due drag queen con l’aiuto di costumi luccicanti e musica dal vivo. Coreografie ,costumi, immagini, stand up comedy e canzoni dal vivo:  sono i mezzi che il duo drag utilizzerà per compiere un viaggio intorno a questo mondo affascinante, con ritmo, eleganza  e ironia.

Mentre i martedì saranno dedicati alla musica con la rassegna di musica dal vivo, concerti e live. Un palcoscenico per presentare progetti di musica, dove qualsiasi combinazione dei suona possa emozionare per leggerezza, eleganza,  a cura di Domenico Capezzuto, il quale si divide tra la vita del musicista e del lighting designer, con la stessa intenzione, quella di provare a comunicare Emozioni.

“Una luce ben definita e una buona musica aiuta a vivere meglio gli spazi architettonici, questo per creare uno posto unico e sacro per ognuno di noi”.

SPAZIO GIOVANI

Dal 10 al 12 giugno

SECONDO ATTO di Simone Sardo

Spettacolo vincitore della sezione Spazio Giovani al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020. Una serie di gag e malintesi esilaranti per concludere il testo, quando tutto sembra finalmente pronto per andare in scena, qualcosa sconvolgerà definitivamente i piani dell’autore.

SPAZIO DANZA

A maggio appuntamento con una rassegna interamente dedicata alla danza contemporanea: CONTEMPORANEAMENTE DANZA dal 10 al 16 maggio, a cura di Massimo Zannola.

Al suo interno dal 11 al 13 maggio COREOGRAFICA…MENTE, un concorso di Corti Coreografici.

Apre la rassegna il 10 maggio KEMP DANCES coreografie di Lindsay Kemp con Daniela Maccari- David Haughton- Ivan Ristallo.

Teatro Lo Spazio

Via Locri,42

informazioni e prenotazioni

06 77076486 / 06 77204149
info@teatrolospazio.it

Biglietti: intero 15 euro

Ridotto 10 euro

STAGIONE 2020-2021 TEATRO LO SPAZIO

DAL 15 AL 18 OTTOBRE E DAL 22 AL 25 OTTOBRE

VENERE IN PELLICCIA

di David Ives

Con Patrizia Bellucci e Gianni De Feo

traduzione Masolino D’Amico

Regia Gianni De Feo

“Siamo tutti facili da spiegare, ma non da districare”

Una sala teatrale vuota, al termine di una lunga estenuante giornata di provini deludenti. È un tardo pomeriggio piovoso. Thomas, tormentato regista alle prese con un nuovo allestimento teatrale per il quale sta cercando disperatamente un’attrice che interpreti il raffinato ruolo di Wanda von Dunayev, si attarda tra le luci soffuse del palco. È in procinto di uscire ma qualcosa lo trattiene. È evidentemente inquieto, confuso, frustrato. Sembra impossibile trovare un’interprete, giovane o anche matura, perlomeno sexy, ma così sofisticata e colta da coprire questo ruolo fortemente seducente. Wanda von Dunayev è infatti la protagonista di un classico della letteratura erotica, “Venere in pelliccia” di Leopold von Sacher-Masoch. Con questo romanzo dell’ottocento si impone il termine“masochismo”.

All’esterno, il temporale avanza, quasi a invadere il vuoto della sala. Ed ecco che

dall’ingresso del teatro appare una donna, fradicia di pioggia, proprio come se fosse stata catapultata da un tuono. È una donna piuttosto volgare e sboccata, vestita di cuoio e borchie, secondo l’immagine più iconografica e sciatta dell’erotismo. E, strana coincidenza, si chiama Wanda, proprio come la protagonista del romanzo di Sacher-Masoch.

In un confine sottile tra realtà e finzione, tra innocenza e perversione, Wanda e Thomas si abbandonano gradualmente a un gioco sempre più conturbante di dominazione e dipendenza, come risucchiati in un vortice inevitabile, dal quale solo uno di loro potrà uscire vincitore.

Un corpo a corpo provocante e sexy da cui Roman Polansky ha realizzato l’omonimo filmche, a tratti, ha senz’altro suggestionato alcuni segni registici di questo spettacolo.

DAL 29 OTTOBRE AL 1 NOVEMBRE

GIUDA

di Raffaella Bonsignori

a cura di Maximilian Nisi

Con Maximilian Nisi

Produzione Centro Mediterraneo delle Arti

Festival Teatrale di Borgio Verezzi

musiche Stefano De Meo

video art Marino Lagorio

costumi Tiziana Gagliardi

elementi scenici Luigi Sironi

aiuto Paola Schiaffino

coordinamento Cristina Ferrazzi

Giuda racconta la sua verità. L’uomo che l’umanità intera ha messo sotto accusa esce dall’ombra per dare la sua versione dei fatti, riscrivendo i confini del suo rapporto con Cristo. Il suo è stato solo un tradimento? Cosa significa essere colpevole e le condanne sono per sempre?

La scelta del soggetto nasce da una conversazione tra Raffaella Bonsignori e Maximilian Nisi. A luglio 2018 lei lo intervista in occasione del suo debutto a Borgio Verezzi con ‘Un Autunno di Fuoco’ di Eric Coble. Maximilian le confida di avere un’idea nel cassetto: avendo interpretato, negli anni, anche tre figure emblematiche della cristianità   – Gesù, Giovanni Battista e Francesco d’Assisi –   vorrebbe dar voce a un ‘cattivo biblico’ e le chiede di scrivere un monologo su Giuda. Il testo che oggi viene portato in scena differisce in parte da quello originario, perché frutto di uno stimolante labor limae fatto da entrambi nel corso di svariati incontri, è stato arricchito per l’occasione dalle suggestioni musicali di Stefano De Meo, dalle immagini evocative di Marino Lagorio e dai costumi di Tiziana Gagliardi.

4 E 5 NOVEMBRE

BEAUTY CASE

Coreografia di Paola Campagna

Il progetto indaga l’aspetto della  fragilità, e  di come viene vissuto nella nostra società. Il corpo diviene  luogo  di ricerca, confrontandosi  con il contraddittorio territorio della’ bellezza ‘, troppo  spesso scambiata con l’esteriorità.

Il territorio della fragilità come accennavo,  è un aspetto del nostro essere, che non è mai andato molto di moda,  spesso infatti compriamo molti ‘vestiti’ per cercare di coprirlo o mistificarne la sua imponente presenza…  a volte…fino a intervenire chirurgicamente sulla  nostra pelle facendoci cambiare i lineamenti del volto e non solo…, pur di piacere a noi stessi e  agli altri.

Questo il tema che si è presentato alla mia attenzione di coreografa portando in scena il mio  punto di vista, avvicinandomi all’argomento con ironia e immaginazione.

Al riguardo, trovo la frase di  Italo Calvino, tratta dalle ‘città invisibili’, una sintesi evocativa perfetta per questo lavoro:

‘ cercare e saper riconocere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio’. Italo calvino

DAL 7 ALL’8 NOVEMBRE

SOSTA PALMIZI

IKI

di e con Daria Menichetti e Francesco Manenti

disegno luci Vincent Longuemare

esecuzione tecnica Theo Longuemare

musica Michele Zanni

costumi Aldo Ferretti

coproduzione DanceMe (Perypezye Urbane) e Associazione Sosta Palmizi

con il contributo di MiBAC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione

generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana Sistema Regionale

dello Spettacolo con il sostegno di C.U.R.A. Centro Umbro Residenze Artistiche e il supporto di Corsia Of

si ringraziano Carolina Balucani per la partecipazione al processo creativo e

Cajka Teatro d’Avanguardia Popolare (Modena) per aver ospitato il progetto ai Teatri del Cimone 2018

Selezionato da VISIONARI KILOWATT FESTIVAL 2019

Selezionato per THE INTERNATIONALE TANZMESSE NRW, Düsseldorf, Germania

IKI è il tentativo di immergersi nella dimensione fisica e spirituale della morte, è la danza di due anime che abbandonano la propria esistenza fisica terrena per accedere ad un’altra dimensione, ad un altro stato di presenza. In scena, due coniugi defunti, che attraversano insieme il confine tra la vita e la morte. Con IKI vogliamo mettere in danza la nostra dimensione meno corporea. In particolare i tre giorni successivi alla morte quando ancora il corpo della persona è presente nella vita, ma la “persona” apparentemente non c’è più.

DAL 12 AL 15 NOVEMBRE

ANTONIONI MON AMOUR

Di e con Elena Arvigo

Regia di Elena Arvigo

Un viaggio attraverso i copioni di Antonioni per trovare prima che nelle immagini già nelle parole il cuore della sua tematica . È la malattia dei sentimenti che interessa al regista : L’ aridità , la solitudine e al tempo stesso il bisogno di riempire il vuoto con un calore umano . Antonioni non giudica L’ uomo senza qualità anzi , lo segue e lo ama con passione .

DAL 19 AL 22 NOVEMBRE E DAL 26 AL 29 NOVEMBRE

A COSA SERVE ESSERE BELLI DENTRO SE POI NON CI ENTRA NESSUNO

Scritto e diretto da Massimiliano Vado

Con Giulia Fiume, Francesca Anna Bellucci, Anna Malvaso

Scenografia David Pompili

Prendendo spunto dalla drammaturgia contemporanea, così come dai personaggi delle serie Tv,  ho cercato di creare un percorso indennitario, un salto nella consapevolezza, una diluizione moderna della situazione femminile.

Monologhi e dialoghi, intrecciati senza soluzione di continuità per illuminare, attraverso tre attrici diverse, una condizione unica.

I personaggi non hanno nomi, bensì numeri: la numero UNO, cinica ed estremamente ironica, persa più in suo mondo interiore che nella realtà, rimane incinta di un ipotetico fidanzato, ribattezzato poi in modo esplicativo; percorreremo insieme a lei – e alle sue amiche – il sottile percorso che la porterà all’interruzione di gravidanza.

La numero DUE, più pragmatica e con la vita dai toni più canonici, affronterà non senza imbarazzi, i segreti di un marito dall’apparenza perfetta. Mentre la numero TRE vedrà finire, senza motivi apparenti, una storia d’amore in cui forse non credeva troppo neanche lei.

Il sottile confine tra il rivelare qualcosa a se stessi, piuttosto che al gruppo di amiche, le ragioni del pensare femminile da cui gli uomini sono spesso esclusi, la praticità di un pensiero semplice, diretto e la sensibilità accelerata del sesto senso femminile condito con caustica consapevolezza, sono le componenti che fanno di questo testo un compendio del pensiero unico di genere. Come Sex & the city, ma senza opulenza.

DAL 3 AL 6 DICEMBRE E DAL 10 AL 13 DICEMBRE

UOMINI DA MARCIAPIEDE

Scritto e diretto da Pino Ammendola

Con Pino Ammendola, Giorgio Gobbi, Pietro Bontempo

In una notte desolatamente deserta, tre uomini ‘battono’ lungo un viale. Sono uomini soli, abbandonati al loro destino, emblema di una umanità dolente e disperata, ‘battono’, più per cercare compagnia, che per il vil danaro! Nella strada periferica, ai margini della città, essi stessi sono al margine di tutto, persino della loro sessualità. Nessuno si ferma, nessuno vuole più la napoletana estroversa di Pino, la tenera ‘barbie’ di Ciccio, la ‘macha’ borchiata di Pietro, nemmeno una macchina che passa, anche la città sembra dimostrare la propria indifferenza alle tre ‘strambe’ passeggiatrici che all’inizio ne ridono, ma poi se ne chiedono il motivo, vomitandosi addosso le proprie nevrosi, scatenando situazioni di parossistica comicità… col passare del tempo però l’angoscia di questa solitudine è sempre più drammatica per i tre che la vivono, ma altrettanto liberatoria e divertente per il pubblico che li spia. Quando alla fine, dopo le reciproche esilaranti confessioni intime, decidono di smettere, e non solo per quella sera, accade qualcosa che sorprenderà tutti… soprattutto noi spettatori.

16 e 17 DICEMBRE

E SEMPRE ALLEGRI BISOGNA STARE!”

Omaggio romano a Franca Rame

di Paolo Vanacore

con Sina Sebastiani

Al pianoforte Alessandro Panatteri

Regia Paolo Vanacore

Siamo nella periferia romana degli anni 70-80 del secolo scorso. Una donna stravagante, un po’ strampalata, apparentemente folle, entra in chiesa per nascondersi dai carabinieri che la inseguono non si sa per quale motivo. In un’immaginaria e divertente confessione Rosetta racconta al prete alcuni momenti della sua travagliata e per certi versi tragicomica esistenza. Piccoli aneddoti, momenti di ironia e disperazione che appartengono a tutte quelle donne che passano gran parte della loro vita a lavorare: in casa propria o come colf nel quartiere dei ricchi, donne che trattano con i giudici la pena dei propri figli come fossero al mercato, donne che amano e aspettano, tradiscono e seducono, donne madri e figlie allo stesso tempo. Un monologo in gran parte brillante, comico, ma a tratti amaro, drammatico, recitato dall’attrice cantante Sina Sebastiani del Grillo, e inframezzato dall’esibizione dal vivo delle più belle canzoni italiane scritte e interpretate dai grandi Giorgio Gaber, Dario Fo, Gabriella Ferri, Enzo Jannacci ed altri unitamente ad alcuni brani originali composti appositamente per lo spettacolo. Non un recital di canzoni bensì la messa in scena delle storie tutte al femminile delle vere protagoniste della periferia, quelle donne che vivono ai margini delle città italiane ma non della storia. Lo spettacolo è un omaggio a loro e alla nostra indimenticata Franca Rame.

DAL 18 AL 20 DICEMBRE

UN CAFFE’ CON I CANTAUTORI

VOCI: Claudia Cecchini, Lucia Agostino, Benedetta Nistri

CHITARRA: Vieri Sturlini

CONTRABBASSO: Tommaso Faglia

PERCUSSIONI: Duccio Bonciani

ARRANGIAMENTI: Francesco Giorgi

Dedicato alla musica di alcuni tra i più importanti cantautori italiani, Un caffè con i cantautori è un concerto cantato e suonato dal vivo, nel pieno stile del trio vocale Le Signorine.

Filo conduttore è l’eleganza e la poesia che caratterizzano tutti i pezzi scelti, accuratamente riarrangiati per trio vocale. In questo concerto le Signorine scelgono un’atmosfera incantata, quasi  onirica trasportando il pubblico nella magia che solo la musica dei cantautori italiani riesce a trasmettere. Gli accessori, le acconciature e i costumi dello spettacolo sono ricercatamente vintage e curati nei minimi dettagli.

IL 9 DICEMBRE

Sara Franceschini in

MUSICHE DEL RITORNO

L’interprete romana racconta, nella forma del teatro-canzone, il sentimento della nostalgia nelle sue molteplici declinazioni. Ad accompagnarla Edoardo Petretti al piano e Andrea Colella al contrabbasso.

Le musiche del ritorno portano alla heimat, alla terra di casa, alla radice, che spinge la geografia ancora più a fondo. «Lo spettacolo» – racconta Sara Franceschini – «nasce da un viaggio solitario compiuto per il desiderio di salire su una nave, per il verso di una canzone di Caetano Veloso, “Os Argonautas”, che come un mantra risuonava nella mia mente, “navegar è preciso”, navigare è necessario, per l’incontro con Veloso stesso grazie a una ragazza sconosciuta. Infine» – conclude l’autrice – «per un libro di Andrea Marcolongo, “La misura eroica”, profetico compagno scelto per quel viaggio».

L’interprete romana racconta luoghi, assenze e desideri d’altrove incontrati durante il suo viaggio, accompagnata da quelle canzoni che riempiono il vuoto nel petto. Per tornare bisogna stare distanti da qualcosa, sentirne la mancanza, la nostalgia, che è il dolore del ritorno: «Le musiche del ritorno cambiano la geografia o la immaginano addirittura, confortano dalla nostalgia di un abbraccio e consolano dall’assenza che ne deriva».

La struttura drammaturgica dello spettacolo crea un connubio emotivo con brani recuperati, attraverso una ricerca tematica e filologica, dalla canzone romana e napoletana, dalla musica popolare brasiliana e dalla canzone d’autore italiana.

«Persino Ulisse» – racconta l’interprete – «che fra gli eroi è il più vicino agli uomini, all’esplorazione dell’ignoto, al folle volo per cui Dante lo sbatte all’Inferno, ha preferito l’apoteosi del noto, il ritorno». “Musiche del ritorno” è uno spettacolo cantato solo in prima persona, con gli occhi di chi è partito e cerca le proprie mancanze.

DAL 28 DICEMBRE AL 2 GENNAIO

FASE CHRISTMAS SHOW

di e con Attilio Fontana e Emiliano Reggente

Dopo essere stati i primi a debuttare alla riapertura dei teatri del 15 giugno con  “FASE SHOW” la maratona teatrale di nove repliche in tre giorni andata in scena al Teatro Lo Spazio che ha riscosso un bellissimo riscontro sia da parte del pubblico che della critica ,  Attilio Fontana ed Emiliano Reggente  rilanciano con un nuovo progetto dall’atmosfera natalizia tornando ad esorcizzare questa “Natalità 2.0” con la loro comicità elegante , brillante e musicale.

Ancora una volta ospiti nel suggestivo teatro che ha sede nel cuore della capitale, Attilio ed Emi presentano “Fase Christmas Show”.

Uno spettacolo che ha l’intento di continuare ad esorcizzare questo periodo che ci troviamo a vivere, e che acquisirà contorni ancora più anomali nella cornice natalizia.

Tra corse forsennate all’ultimo acquisto, addobbi, e canti natalizi. Non mancheranno gag, brani inediti, e l’ormai irrinunciabile “Fiaba” per i bambini di tutte le età.

Uno spettacolo brillante dove troveremo il decennale duo alle prese con il racconto del periodo più bello e complicato dell’anno, dove si sa siamo tutti più buoni, o almeno dovremmo…

Lo spettacolo comprenderà una replica speciale  il 31 gennaio, ribattezzata per l’occasione “Fase Capodanno Show”, con cenone e brindisi per lasciarsi alle spalle insieme questo 2020 e dare un

benvenuto colmo di speranza al 2021.

Accompagnati dal maestro Franco Ventura alle chitarre e Roberto Rocchetti al pianoforte .

DAL 5 AL 7 GENNAIO

OCCHIO AL CUORE

di Emiliano Metalli

liberamente ispirato a “Il cuore rivelatore” di E.A. Poe

regia  di Mauro Toscanelli

con Mauro Toscanelli e Bruno Petrosino

Una produzione IPAZIA PRODUCTION

Immaginare le motivazioni di un omicidio apparentemente immotivato: nel buio di una cella, in un manicomio criminale, un uomo e le sue apparizioni tentano di ricostruire un passato dimenticato. Sprazzi di vita quotidiana si mescolano a ricordi, fantasie, elucubrazioni e incubi. Si tratta di una attesa senza tempo, scandita dagli incontri occasionali eppure abituali con una prostituta, sognatrice e innocente, dagli insegnamenti accurati di un macellaio, goloso di armonie, e dalle litanie di una santa-madre di origini partenopee, iconica e ironica al tempo stesso. Dettaglio dopo dettaglio, la vicenda prende corpo e le presenze mutano, imprigionando definitivamente il protagonista in un universo di orrore e solitudine.

In un mondo di ossessioni e delusioni, il delitto può sembrare la più facile via d’uscita.

—–

Spettacolo vincitore della rassegna “Idee nello spazio” 2020 presso il Teatro Lo Spazio in Roma e

premio miglior attore a Mauro Toscanelli.

DAL 14 AL 17 GENNAIO E DAL 21 AL 24 GENNAIO

LEDIDI

Di Pietro De Silva

Regia di Pietro De Silva

Con Annalisa Favetti

Un viaggio surreale dall’ incidente in poi, che vede protagonista la celebre Lady D, tra  cori, e proiezioni e sorprese.

DAL 25 AL 26 GENNAIO

DOSAGGIO ORMONALE

Spettacolo musical-teatrale, drammaticamente comico ad alto tasso di progesterone

di e con Giuditta Cambieri- Lorella Pieralli

Parole e canzoni s’intrecciano durante una tempesta ormonale. Verità vengono a galla. Giuditta e Lorella si ritrovano a navigare in un mare di “sudarelle” tra verità più o meno scomode  venute a galla durante quella perturbazione. Pezzi di cuore tagliuzzato, ricordi di speranze naufragate,  parole che era meglio non sentire e altre che sarebbe stato meglio dire, immagini uscite da scene di vita vissuta e di vita sopravvissuta.

L’ormone, si sa, è come un coreografo impazzito; ti fa saltellare un po’ qua e un po’ là. Così in un percorso di riflessioni drammaticamente comiche e non solo, le due si ritrovano a fare il punto  sull’ essere donne in un mondo fatto a misura di maschio. Un mondo fatto apposta per “lui”, fatto apposta come un dispetto per “lei”.

Ma non tutte le perturbazioni vengono per nuocere. Non è più tempo d’aspettare, è tempo d’imboccare la gloriosa strada della tanto temuta e agognata menopausa. ATTEMPATE ORA….RESISTENTI DA SEMPRE

   

DAL 28 AL 31 GENNAIO

EDIPO RE(make)

adattamento dell’Edipo Re di Sofocle

regia di Cinzia Maccagnano

con Raffaele Gangale, Dario Garofalo, Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Cristina Putignano

scene e costumi Monica Mancini

consulenza musicale Lucrezio de Seta

assistente alla regia Marta Cirello

Quello di Edipo è il dramma della conoscenza, il dramma di un uomo vinto dalla fatalità malgrado la sua volontà e la sua ribellione. E innanzitutto la ribellione avviene in se stesso: è lui che evoca la ragione e poi l’istinto, creando dialoghi serrati, che diventano sempre più interrogatori, con Creonte e con Tiresia, quasi fossero voci interiori che lo tormentano e lo inducono a scavare nel conscio e nell’inconscio affinché la verità si palesi accecante come la luce.

Edipo sa ed ha dimenticato, perciò intraprende un percorso dall’interno verso l’esterno che riporta se stesso e lo spettatore a quella Verità inevitabile, già presente. Il dentro e il fuori: il male è fuori come rappresentazione del dentro, e il dentro emerge e incalza.

Tutto il percorso è una rappresentazione di cui Edipo soltanto è inconsapevole. Creonte prima, Tiresia poi e la stessa Giocasta, ciascuno a proprio modo, sembrano condurre il re a specchiarsi per vedere sé stesso e, “per oscura che sia”, la sua stirpe.

La scena ruota e con lei il punto di vista, quasi imitando il movimento di una macchina da presa, per mettere a fuoco le dinamiche e i rapporti tra i personaggi che agiscono in un dichiarato gioco di messa in scena che si fa sempre più chiaro man mano che Edipo perde lucidità precipitando nell’inganno della rappresentazione resa esplicita dalla costruzione di un vero e proprio “teatrino” su cui prende forma l’inesorabile tragedia.

“Luce, ora ti vedo per l’ultima volta!”grida quando ormai è tutto rivelato e la luce abbagliante del vero non può che lasciare spazio alle tenebre.
Ma per quanto accecante la verità, è l’unica strada verso la consapevolezza a

cui alla fine giunge Edipo che, privandosi degli occhi e dell’inganno che da essi ne è venuto, intraprende la via della conoscenza di sé e della catarsi.

DAL 4 AL 7 FEBBRAIO

PADAM PADAM

A cura di Adele Tirante

Interprete Adele Tirante

Fisarmonica Mirko D’Ettori

Concerto spettacolo ispirato alla figura di Edith Piaf

“Padam” è il nome con cui anticamente di parigini chiamavano la loro città. “Padam Padam” è il titolo di una celebre canzone cantata da Edith Piaf, il passerotto dall’ugola d’oro, che in questo brano esprime la vorticosa e ossessiva commedia dell’amore, che come il suono di un’orchestra imprigionato nella sua memoria, prima o poi la farà diventare folle, così recita il testo. E’ proprio il tema dell’amore, in questa straordinaria interprete e nella sua epoca, che voglio affrontare  attraverso la scelta di canzoni del suo repertorio   e attraverso tratte liberamente dalla biografia scritta dalla sorella Simone Berteaut, da Prevert e da   Jean Coctau.  L’uccellino Piaf canta l’amore che forse è più appropriato far scoppiare dentro una canzone che vivere. L’amore come palcoscenico. L’amore sviscerato nelle più sottili sfumature, amore come assenza, amore come perdita, amore come non amore, amore come una via di rose, un tappeto sotto i piedi dell’amato. Non c’è una ricerca filologica, ma la semplice volontà di rendere testimonianza a una grande artista che da qualche tempo interpreto e studio, attraverso il tempo della memoria e del sogno.

DAL 10 AL 14 FEBBRAIO

CHE FINE HANNO FATTO BETTE DAVIS E JOAN CRAWFORD?

Di Jean Marboeuf

Traduzione Riccardo Castagnari

Con Gianni De Feo e Riccardo Castagnari

Regia di Fabrizio Bancale

I conflitti non nascono mai dall’odio, ma dal dolore. E non c’è mai stato un conflitto come il loro, durato quasi cinquant’anni… per questo le abbiamo amate così profondamente.

Due donne. Due attrici. Bette Davis e Joan Crawford: due brillanti stelle nel firmamento di Hollywood, ormai sul viale del tramonto. Dive viziate e capricciose; maschere luminose sul grande schermo; maschere per nascondere il dolore nella vita privata. E arriva l’occasione imperdibile, quella che capita una sola volta nella vita: il ritorno al grande cinema con un film che si preannuncia trionfale, “Che fine ha fatto baby Jane?”. E già si respira profumo di Oscar…

Due uomini. Due attori. Riccardo Castagnari e Gianni De Feo, maschere sul palcoscenico che danno corpo, voce e anima all’immaginario rapporto epistolare tra le due dive, prima, durante e dopo le riprese del film, attraverso il testo dell’autore francese Jean Marboeuf. Battute folgoranti, allusioni maliziose e pungenti, parole di disumana ferocia e cattiveria… suggestiva trasposizione su carta del rapporto umano e professionale che unisce e separa le due amiche/nemiche, colleghe/rivali. Donne fragili con le quali il destino sembra voler giocare, legando indissolubilmente le loro carriere proprio al successo del film.

1962: tra scenate, litigi, dispetti e minacce, le riprese sono terminate e si rincorrono sempre più insistenti le voci che quest’anno a stringere tra le mani l’ambita statuetta sarà una tra Bette Davis e Joan Crawford. And the Oscar goes to…

DAL 18 AL 21 FEBBRAIO

COMPLETAMENTE ESAURITO

Scritto da Becky Mode

Traduzione e adattamento DAVIDE NEBBIA con DAVIDE NEBBIA

Regia ANTONIA DI FRANCESCO Aiuto regia MASSIMILIANO MARTINI

Direttamente da Broadway una divertente commedia unica nel suo genere. Davide Nebbia impersona un giovane impiegato alle prese con il centralino di un rinomato ristorante stellato, frequentato da Vip, Star e aspiranti tali.

Seduto al desk delle prenotazioni ricavato da un seminterrato umido e freddo, il protagonista di questa storia è in realtà un giovane attore in attesa di scritture in un panorama teatrale italiano tutt’altro che confortante. Così, in attesa del colpo di fortuna, tra un provino e l’altro, il giovane talentuoso si mantiene con un lavoro che lungi dal procurargli soddisfazioni, lo precipita in uno stato di stress sempre più difficile da gestire.

Tormentato da clienti di vecchia data che telefonano in continuazione insieme ai nuovi adepti e ai curiosi di questa “cucina molecolare”; maltrattato dal capocameriere e vessato dallo chef, il povero ragazzo è pressato anche dai familiari che pretendono la sua presenza durante le imminenti festività natalizie senza capire che a Natale il ristorante sarà aperto.

Ma la situazione è aggravata dal fatto che oggi si trova da solo a rispondere al telefono: i suoi colleghi pare siano bloccati nel traffico. E così, ad un ritmo incalzante si alternano sulla scena ben quaranta personaggi: tra vecchie signore dell’alta borghesia, agenti teatrali inaffidabili, segretari di celebrità televisive, individui poco raccomandabili; ma anche gente comune (seppure un po’ fuori del comune): tutti desiderosi di assaggiare le specialità dello chef stellato.

La genialità del testo consiste nel fatto che tutti i quaranta personaggi saranno interpretati da un solo attore; la genialità dell’attore in questione consiste nel tentativo di uscirne vivo e sano di mente. Un’ora e mezza di vigorose risate attendono gli spettatori che vorranno entrare nel nostro seminterrato per assaggiare, insieme alla cucina del rinomato chef, un po’ di autentica ironia; unica cosa che possa salvarci dalla nostra frenetica vita metropolitana.

DAL 24 AL 28 FEBBRAIO

LE CINQUE ROSE DI JENNIFER

di Annibale Ruccello

con: Leandro Amato  e  Fabio Pasquini

scene e costumi Carlo De Marino

voci della radio Gioia De Marchis Giannini e Enzo Avolio

foto Pino Le Pera

Luci Zothause

regia Agostino Marfella

Un omaggio ad Annibale Ruccello, nel 25° anniversario della morte, con la ripresa dello spettacolo, Le cinque rose di Jennifer, per la regia di Agostino Marfella.  Punta di diamante della drammaturgia moderna italiana, Ruccello, risulta inoltre tra i più interessanti autori della scuola napoletana. Lo spettacolo, in una particolare scrittura scenica, vuole essere un tributo al Teatro del grande autore partenopeo. La piéce, ambientata in un quartiere degradato della periferia di Napoli, racconta, con ritmo incalzante e grande “suspence”, il mondo dei travestiti. L’autore, narrando le storie di vita di Jennifer e Anna, esprime il dramma amaro della solitudine. Aleggia nella vicenda un’atmosfera da thrilling psicologico, che tiene gli spettatori con il fiato sospeso, fino all’ultima battuta… Si muovono, attraverso essa, i due protagonisti, povere anime perdute, confinate in un ghetto metaforico, tesi alla ricerca disperata di una propria dimensione; pronti a riappropriarsi del pudore e della dignità  violati e derubati dai finti valori “borghesi”; e disposti a tutto, pur di elemosinare un po’ di affetto, fosse anche solo qualche parola attraverso il filo di un telefono. L’opera contiene una squarciante sensazione poetica di squallore e di frustrazione, nel cui contenuto il tragico si fa grottesco. Il palcoscenico grida i pensieri di Jennifer, ossessivi e maniacali, mentre la sua maschera recita il suo ultimo delirio d’amore per Franco, il maschio che probabilmente non esiste.

DAL 4 AL 7 E DALL’11 AL 14 MARZO

IL RIMPIAZZO

Liberamente tratto da “Il Sostituto” di David Nicholls

Adattamento di Giulia Fiume

Regia di Federico Le Pera

Con Giulia Fiume

Aiuto Regia Ilaria Ragni

Scene Paolo Carbone

Costumi Mara Gentili

Luci Michelangelo Vitullo

Direttore di produzione Pino Le Pera

Le premesse giovanili sembravano anticipare un futuro radioso ed all’insegna del successo, eppure Steven, festeggiati i 35, si direbbe ancora lontano mille miglia dal raggiungimento di traguardi importanti. Così, tra lavori saltuari, ed umilianti ingaggi televisivi, insiste ancora nel perseguire il suo sogno: diventare una star di Hollywood, come John Harmond.

John, al contrario di Steve, è un attore di successo, il più amato d’America e la sua vita avanza alla perfezione: contratti ultra-milionari, loft al centro di Londra (in cui è impegnato nella pièce teatrale del momento), ed una moglie “ideale”, Nina.
Il caso vuole che i loro destini si incrocino. Steve è infatti il sostituto della celebrità, nel caso in cui a quest’ultima dovesse accadere qualcosa di male. Ma cosa?

E pensare che gli basterebbe solo un’occasione… Così che tutti sarebbero costretti a ricredersi in merito al suo pronosticato fallimento: la sua ex moglie, sua figlia, lo show-biz in generale.
A complicare un intricato effetto domino, un improbabile colpo di fulmine! Infatti, quando l’occasione sembra finalmente presentarsi, Steve non mancherà d’innamorarsi della persona sbagliata e cioè la moglie del suo acerrimo rivale, Nina. Perchè si salvi dal funesto epilogo personale, il nostro eroe necessiterà di un’ imprevedibile colpo di scena. Una racconto avvincente, verosimile, dalle tinte comedy e spunti romantici.
Liberamente tratto dal romanzo di D. Nicholls, per la prima volta in scena in Italia,
“IL Rimpiazzo”.

DAL 18 AL 21 MARZO

LE DISSOLUTE ASSOLTE

di Luca Gaeta

Regia di Luca Gaeta

Interpreti  Licia Amendola, Glenda Canino, Alessia Fabiani, Valentina Ghetti,Marco Giustini, Nela Lucic, Priscilla Micol Marino, Giulia Morgani, Raffaella Paleari, Martuna Palmitesta, Lucia Rossi,Annamaria Zuccaro

Nell’atmosfera inquietante di una festa oscura, tra maschere e mantelli neri si consumerà un party dai riti orgiastici. Un Teatro che si trasforma in una casa chiusa dove abitano le donne che Don Giovanni ha reso immortali, inserendole nel suo famoso catalogo; qui raccontano le loro storie di seduzione. Un onirico locale notturno, dove, come un “fool”, il servo Leporello accompagnerà divertito il pubblico tra sensuali corpi nudi, diabolici suoni di violino, fumi di candele e alcool, da cui uscirà dopo aver bevuto e cantato fino all’alba.

In un Teatro che diventa una casa chiusa piena di sensualità e mistero, ci sono le donne sedotte dal Don Giovanni: figura che non rappresenta solo la seduzione dell’uomo che mira alle donne e poi se ne libera, ma anche dell’essere umano che vuole assecondare i propri piaceri senza pensare ad altro, affondando sempre più nel vizio, anche a scapito della morale. Queste Donne decidono di “chiudersi” in un convento di amletica memoria, un oscuro bordello in cui “espiare” la propria

dissolutezza. Si racconta la loro storia e il loro incontro con il Don Giovanni, come un percorso a ritroso nel cuore di tenebra dell’uomo. Le parole sondano l’anima nera di chi prende senza trattenere, ama senza toccare il cuore, vuole senza avere. Le donne come bellissimi corpi da ferire, e dalle cui ferite nascono i fiori del male che curano le nostre pulsioni.

IL 30 E 31 MARZO

CASA I COLORI DELLA RESILIENZA

di Marbjena Imeraj

Regia di Melania Giglio

Con Marbjena Imeraj

Marbjena è un’attrice Italo-Albanese, di adozione romana. Si trova nel suo camerino, pronta per andare in scena con ”Il gabbiano” di A. Cechov. In quell’istante arriva Dio in persona che inizia a ricordarle tutta la sua vita e le fatiche che ha dovuto affrontare prima di quel momento. Marbjena è nata in una cittadina sul lago, nel nord-ovest dell’Albania, al confine con il Montenegro. La quarta di sei femmine, da padre colonnello dell’esercito e madre economista. Da quando era piccola che sogna di fare l’attrice. Un sogno che però ha dovuto mettere da parte per molto tempo. A soli dieci anni vive la guerra civile dovuta alla caduta del regime comunista. La sua famiglia apparteneva alla classe più alta della società, ad un tratto più nulla. La sua crescita è segnata da molte difficoltà e momenti drammatici come la violenza subita alla tenera età di sette anni. Durante l’adolescenza le viene portare via la sua migliore amica.  Più tardi scoprirà che l’avevano presa per farla prostituire in Italia. Da lì a poco un colpo di stato e una guerra civile. I genitori per proteggerla la mandarono dai parenti, in un paesino lontano di montagna. Lei non cede davanti a tante sofferenze e porta avanti il suo sogno di venire in Italia per avere la sua libertà e finalmente poter fare l’attrice. Questo sogno che la tiene in vita la porterà in Italia. Qui non trova quel paese tanto desiderato. I pregiudizi e il razzismo ostacolano nuovamente il suo percorso. Dopo pochi mesi riceve una chiamata: sua sorella ha tentato il suicidio, buttandosi dal terrazzo di casa. È morta dopo undici giorni di ospedale. Un trauma che non supererà mai. La decisione di trasferirsi da un paesino dell’Abruzzo a Roma ha dato inizio ad una nuova fase della sua vita. Con sacrificio riesce a pagare gli studi di recitazione che l’hanno portata ad essere oggi un’attrice. Il suo sogno si è avverato! E quando pensa di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi, conosce l’amore. Proprio quando pensava che l’amore fosse solo una finzione e una falsa convinzione di noi umani per vivere meglio, arriva lei, la donna che le cambierà l’esistenza, con lei ritroverà la sua casa.

DALL’ 8 ALL’ 11 APRILE

NON PARLIAMOCI SOPRA

Di Salvatore Gemellaro

Regia di Salvatore Gemellaro

Con le canzoni inedite di Cristiano Cosa

Sulla scia del teatro canzone nasce l’idea di “Non parliamoci sopra”, una fusione tra cantato e parlato con un’alternanza di linguaggi e umori diversi. Un teatro “d’evocazione” come già suggerisce il titolo dello spettacolo e che trae il suo nome da un diffuso tic giornalistico. La parola e la musica s’accompagnano e si mescolano in un ciclo di parti che prova a liberare la comunicazione contemporanea dalla rete della retorica e della superficie, catalizzatrice dei  rapporti e delle esperienze quotidiane. Un dialogo tra arti, con il fil rouge della canzone d’autorecapace di mettere in connessione la realtà con il sogno, la musica e la prosa, il Teatro e il Mondo.

DAL 14 AL 18 APRILE

GELSOMINO MON AMOUR

di Riccardo Castagnari

Regia di Riccardo Castagnari

Interpreti Riccardo Castagnari

Al pianoforte Andrea Calvani

Il gatto è un animale magico. Amato o odiato non possiamo ignorarlo. Partendo dalla propria esistenza di vita con Gelsomino, Riccardo Castagnari ci conduce per mano in un viaggio alla scoperta di questo essere meraviglioso, attraverso la sua storia (dall’Egitto al Medievo sino ai giorni nostri) e attraverso pagine, famose e non, di letteratura, prosa e poesia. Con un occhio attento alle canzoni dedicate ai gatti, accompagnato al pianoforte da Andrea Calvani e ai mici famosi. Un gatto può davvero cambiarti la vita entrando a far parte della tua. Aneddoti, aforismi e storie vere a sostegno di questa affermazione fanno di questo spettacolo musicale un tributo ai nostri amati gatti come forse non è mai stato fatto fino ad ora.

DAL 22 AL 25 APRILE

ADOLF PRIMA DI HITLER

di Antonio Mocciola

Regia Diego Sommaripa

Interpreti Vincenzo Coppola Francesco Barra

Due ragazzi di 20 anni in una Vienna di inizio ‘900, rintanati in un mesto monolocale invaso dal fumo tossico di una piccola stufa a cherosene, provano a capire la vita. Sono amici per la pelle. Uno é Gustav Kubizek, figlio di un tappezziere, diventerà un apprezzato direttore d’orchestra. L’altro é Adolf Hitler. Tra di loro un rapporto morboso, viscerale, indicibile all’epoca. In quella stanza umida, tra parole non dette di due adolescenti in crisi prende vita la più grande tragedia del secolo.

Liberamente tratto dalla biografia “Il giovane Hitler che conobbi” scritta da Kubizek ricordando i quattro intensissimi anni passati accanto al dittatore austriaco, “Adolf prima di Hitler” di Antonio Mocciola è uno squarcio di vita intima, destinata a divenire pubblica, e letale. Il corso della storia, forse, sarebbe cambiato radicalmente. E fa venire i brividi che a farlo sarebbe bastato uno sguardo ricambiato, una coraggiosa intesa. Sarebbe bastato un bacio.

Mettere in scena Hitler come se non conoscessi la storia, dimenticando il mondo che ha generato, è una sfida meravigliosa che con orgoglio accolgo. Ho la fortuna d’avere una drammaturgia incandescente di Antonio Mocciola tra le mani, tratta da una clamorosa ed ormai introvabile autobiografia, una discesa agli inferi impetuosa, senza sosta, senza tempo, piena di ritmo e cambi di passo, ed è cosi che viviamo la durata della pièce, come un cerchio che piano piano si restringe, fino ad arrivare ad un bivio importantissimo, che avrebbe potuto cambiare la storia dell’intera umanità. Pochi elementi di scena, lasciando spazio ai rapporti tra il futuro dittatore ed il suo coinquilino perdutamente innamorato di lui: rapporti intimi, nascosti, segreti, e la parola diventa strumento potente; è un gioco sottile tra Adolf (Vincenzo Coppola) e Gustav (Francesco Barra), ma pericoloso, che mi suggerisce di dare delle tinte di giallo alla messa in scena, grazie anche all’ambigua padrona di casa, la signora Zakreys (Gabriella Cerino). In quella stamberga si stava facendo la storia. A pensarci ancora rabbrividisco. (Diego Sommaripa) 

IL 29 E 30 APRILE

L’OSPITE

Produzione: Movimento Comico

Regia: Daniele D’Arcangelo e Luca Refrigeri

Curatore di edizione: Fabio Cicchiello

Con: Chiara Moretti e Paola Salvatori

L’Ospite è una storia che parla di impotenza e disillusione. Una storia di due improbabili eroine, che sfidano con le loro imperfezioni ogni tentativo del pubblico di tenersi distante. Una storia che mostra l’orlo del baratro, e come, proprio quando tutto sembra crollare, qualcosa nasce, una nuova speranza nuovamente disillusa o un nuovo modo di essere, un nuovo sguardo alle cose, un rinnovato amore per ciò che conta davvero. In scena una storia che riguarda tutti e che, svelando le fragilità dei suoi protagonisti, ci invita a ridere delle nostre debolezze altrimenti vissute come drammi.

Due sorelle, Monica e Valeria, si incontrano di nuovo nella casa di famiglia dopo un lungo distacco determinato da liti e rancori mai sopiti. Valeria, dall’aspetto minuto, distratta, svampita per indole, conduce un’esistenza piatta, routinaria e desidera con tutta sé stessa un rapporto d’amore che la conduca al di fuori della sua zona di confort. Monica, donna alta, dal carattere deciso e battagliero, vive una condizione economica a dir poco precaria con lavori a chiamata, debiti e rinunce. Giusto il tempo di pochi convenevoli per ritrovarsi tutte e due complici di un rapimento la cui vittima non è un uomo qualunque, bensì un malridotto cardinale della curia romana. Il bisogno disperato di soldi e di dare una svolta alle loro vite condurrà le protagoniste della storia ad affrontare le difficoltà che scena dopo scena proveranno a rendere vano ogni sforzo, per condurle infine a ritrovare loro stesse e qualcosa di più. Secondo posto al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020.

DAL 20 AL 23 MAGGIO

MUSICARELLO SHOCK

di  Matilde D’accardi

Regia Camilla Piccioni

Interpreti Valentina De Giovanni

Vilma Ciacioni, in arte Wilma Belladonna, è la diva italiana del boom.
Bella e procace, brava e simpatica, è stata diretta da tutti i più grandi, ha recitato al fianco di attori di calibro, ha vinto Nastri, Orsi, David, Globi, Leoni. Non è solo l’attrice più amata e sognata dello Stivale, è anche l’idolo dei giovani: la sua ugola d’oro, adatta agli stornelli come alla nuova musica degli

“urlatori” americani, l’ha resa la regina del Musicarello.
E adesso la sua carriera è giunta alla svolta decisiva: la stella del cinematografo in bianco e nero dovrà dare prova di un’audacia in technicolor. Ma il Bel Paese è pronto a questo shock?
Uno spettacolo-concerto divertente e a tratti amaro, che parla d’amore e di donne, dell’Italia ai tempi della Dolce Vita e di pregiudizi che vengono da lontano. Con musiche che spaziano dalla folk music, ai grandi successi dell’epoca fino alle indimenticabili composizioni di Nino Rota.

DAL 25 AL 27 MAGGIO

IO ED ELENA

di Donatella Busini

regia di Mauro Toscanelli

con  Mauro Toscanelli e Bruno Petrosino

Una produzione IPAZIA PRODUCTION

Due donne, una madre ed una figlia affetta da gravi disturbi psichiatrici.

Diversamente uguali, vicine nella solitudine con cui l’esistenza e la malattia le hanno portate a convivere.

Una solitudine fronteggiata in modi totalmente differenti così come lo sono le loro personalità.

Rabbia, indulgenza, desiderio di compiacere, recriminazione, rifiuto, paura: un rapporto tra donne difficile da sostenere per entrambe. Ma un rapporto di amore.

Violento, cupo, tagliente, sfibrante, esasperato ed esasperante come solo gli amori veri possono essere.

Questo rapporto, così crudelmente realistico tra una donna e la figlia piscotica, è raccontato in un contesto surreale in cui aleggia l’anima pulsante di un personaggio letterario discusso e spesso incompreso quale quello di Blanche Dubois protagonista del Tram chiamato Desiderio di T. Williams.

Il respiro e lo spirito di Blanche sono elementi comuni alle protagoniste e si insinuano nelle loro parole ed azioni.

La pièce ha l’ambizione di affrontare, secondo stili che si rifanno al teatro contemporaneo, un tipo di amore poco rappresentato, nascosto e vissuto dolorosamente in spazi familiari individuali, dispersi come monadi nella società contemporanea; l’amore verso chi ha gravi patologie mentali presentato nelle sue taglienti espressioni e nel suo doloroso quotidiano ma alleggerito dalla grazia di un personaggio letterario trattato con la tenerezza che lo caratterizza.

Un omaggio alle donne diverse e lontane dagli stereotipi.

DAL 28 AL 30 MAGGIO

“LA SIGNORA SANDOKAN”

di Osvaldo Guerrieri

con  Viola Pornaro   Antonio Zanoletti

Regia Francesco Sala

Ideazione Viola Pornaro

La mattina del 26 Aprile 1911 “La STAMPA” di Torino titolava in cronaca:

Emilio Salgari si è ucciso a colpi di rasoio. Quanti sono a conoscenza dei particolari biografici e dell’immensa produzione di Emilio Salgari? Scrisse più di ottanta romanzi, circa cento racconti. Lascia con il suo gesto quattro figli e una moglie; Ida Salgari che sarà ricoverata nel Regio Manicomio, reparto indigenti. Ida parla con un’infermiera invisibile. Grida e implora, minaccia e prega. Apre squarci sulla vita intima dello scrittore, sul suo modo di lavorare, l’alcol, il rapporto tormentato con gli editori, le sue mitomanie, le infedeltà, le innegabili dolcezze. Lei che aveva conosciuto la  Belle Epòque e si era innamorata di uno scrittore che aveva all’epoca un successo enorme. Aveva collaborato a stilare, scrivere con lui quell’immaginario ossessivo fatto di corsari, battaglie, gli assalti, la critica a certo colonialismo, una visione a ritroso che ci proietta verso una tirannide della vita quotidiana. Sul tavolino sbilenco dove lavorava il suo Emilio, lei è un piccolo animale domestico, osservata dal dottor Emilio Herr, psichiatra che assieme a lei è pungolato, scosso, racconta, vive, freme, soffre, Ida delira, vuole aiutare il marito a rispettare gli impegni con gli editori. Pagato a còttimo . Più pagine consegni più paga avrai. Salgari, tra miseria e dissipazione, il disordine domestico, i figli, il turbine della fantasia prodigiosa.

Una vita d’artista, straordinaria, immaginosa e vulnerabile, faticosa e disperata di cui Ida ne è la cronista e testimone. Con un linguaggio che mescola all’italiano accenti di verità padano -venete, questa donna ci offre il ritratto di uno scrittore che fuori da apparati ufficiali ha saputo conquistare il cuore di molte generazioni di lettori. Non solo italiani. Le esplorazioni esotiche, i tragitti obliqui, le infedeltà coniugali, esaltazione,  identificazione con i densi fantasmi del sogno. Ecco il teatro: far vedere  quello che non è visibile. Raccontiamo il lavorìo smisurato dissennato di  uno scrittore che non è mai uscito dall’Italia, non è mai stato in un villaggio  malese, non è stato in groppa a un cammello del Sahara.

Attraverso una scena semplice-brigantino navale dentro il manicomio  proiezioni, ombre cinesi, figurazioni danno corpo e visione oltre alle parole  delle navigazioni nel Pacifico, i cannibali, la Malesia Orientale, l’isola di  Mindanao, Sandokan, i predoni, le tigri, i fantasmi splendenti. Follia, follia  sua, follia vibrante diagnosticata dal dottore. Visione occidentale dello scienziato: razionale, morale, misurata; contro quella orientale dello scrittore: mistero, segreto, seduzione, eccesso inebriante. L’esotico, l’altrove, il viaggio è dentro la nostra testa, è il colpo d’occhio e la verità del Teatro. Come spiegare la fantasia?

DAL 4 AL 6 GIUGNO

TRE STUDI PER UNA CHIAMATA

di Stefano Cangiano

Regia di Stefano Cangiano

Con Lorenzo Guerrieri- Francesco Pietrella- Maria Luisa Zaltron

Spettacolo vincitore del concorso autori nel cassetto, attori sul como’ 2019.

Iniziamo un’esplorazione di luoghi, persone e vicende distanti tra loro ma uniti da due coordinate fondamentali: l’Attesa e la Chiamata. Prendiamo le mosse dal ‘700, il secolo dei lumi e della ragione e della lotta ai privilegi dell’aristocrazia. Un tempo pieno di energia ma anche di paure, perché alla gioia dei rivoluzionari fa sempre da contraltare il terrore di chi la rivoluzione la subisce. E se vengono meno riferimenti millenari a chi si può rivolgere un nobile che teme per la propria vita e il proprio patrimonio? A una forza ulteriore e trascendentale, mediata in questo caso da un’eremita, molto secolarizzata e molto sopra le righe, una ex nobile veneziana piena di sapienza e ancor più di astuzia. Dal ‘700 del primo quadro si passa all’’800 e il protagonista diventa Antonio Meucci, l’inventore del telefono, l’uomo che ha realizzato la prima chiamata della storia. Ciò che ha preceduto l’invio di questo primo segnale elettrico è il fulcro del racconto, un susseguirsi di stenti, disavventure, lavoro, emigrazione. Questa storia prende corpo dal confronto costante tra Meucci e sua moglie, che vivono la propria vicenda e invecchiano in scena, mentre attorno uno shapeshifter assume le sembianze di tutti le persone che si sono rivelate fondamentali nella vita di Meucci, fino all’amaro epilogo della sua vita. Il terzo studio porta a un contesto più contemporaneo, un call center, fatto di automatismi, scissioni della personalità, alienazione, in cui però irrompe una verità insopprimibile, tanto più forte quanto capace di manifestarsi nella coazione a ripetere di parole, formule e slogan spezzandone il ritmo. I tre protagonisti, ridotti al loro essere parlatori-ascoltatori, raccontano la propria storia, che slitta dalla farsa al noir. I tre studi sono completati da una quarta unità che chiude il cerchio, e completa il trittico con una vicenda costruita su una chiamata che diventa il fine esistenziale di uno dei personaggi. Attorno a questa chiamata costruisce la propria vita, trasformandola in un’attesa potenzialmente infinita. Il protagonista infatti ha davanti a sé un telefono e aspetta, ha scelto di aspettare, e mentre aspetta incontra una vecchia coppia di amici che si erano dimenticati di lui. La coppia rappresenta la polarità opposta di Francesco, una spinta uguale e contraria alla sua stasi. Marito e moglie provano a comprendere le ragioni dell’uomo in attesa, provano a imparare ad aspettare ma senza riuscirci e la distanza che si apre tra due forze così estreme non può che far deflagrare la storia, portandola a una tragica rivelazione finale.

Così prende forma l’esplorazione dell’attesa, attesa come tempo ma anche come spazio del pensiero, dell’agire e del non agire, attesa come luogo del possibile, ma soprattutto Attesa in relazione a una Chiamata.

SPAZIO OLTRE

10nov.- 1 dic-19 gen-16 feb-16 mar- 20 apr

INCORONATE COMICHE

Stand-Up Comedy…siamo comiche e non c’è niente da ridere!

Da un idea di Giuditta Cambieri

Evento accessibile anche ai sordi

Ogni mese una serata diversa con attrici e attori a sorpresa che sperimentano nuovi monologhi comici.

In eventi aperti al pubblico, le interpreti si lanceranno eroicamente alla ricerca di una comicità che possa ridere di sé e far ridere cercando di rompere le barriere degli stereotipi di genere e non solo. La reazione del pubblico sarà metro di misura e strumento di crescita per il potenziale comico delle interpreti e sarà anche una verifica per le autrici che potranno mettere a punto il proprio lavoro di scrittura.

Le serate saranno accessibili ad un pubblico di sordi e udenti insieme: attrici udenti e attrici sorde saranno affiancate da interpreti LIS. La messa in scena di ogni monologo prevede un lavoro di ricerca  per trovare relazioni, complicità e giochi tra attrici e interpreti. Questo per rendere la traduzione in Lingua dei Segni il più aderente possibile all’interpretazione e ai tempi comici del monologo recitato.

Lun 1- 8- 15- 22-29 marzo

I KARMA B in

ICONE GAY LIVE

Dopo il successo della versione in live streaming durante il lockdown, arriva la versione teatrale dello spettacolo più recente del duo drag più celebre d’Italia: le Karma B!

Le dive più amate dal pubblico gay vengono raccontate, studiate e fatte rivivere sul palco dalle due drag queen con l’aiuto di costumi luccicanti e musica dal vivo.

“Amiamo le dive al punto  da metterci letteralmente nei loro panni “, questa la frase che rappresenta il modo di approcciarsi allo studio di queste meravigliose creature , le icone gay appunto apprezzate però da ogni tipo di pubblico.

Ogni star  ha le proprie caratteristiche che la rendono unica  e che verranno raccontate in questo che più che uno spettacolo diventa una “lezione musicale” per capire cos’è che le rende così speciali e tanto amate.

Il tono dello spettacolo è però dissacrante e ironico, non una santificazione, ma una vivisezione divertente e divertita di personaggi conosciuti per la loro grandezza ma amati anche ( e forse soprattutto) per i loro difetti.

Coreografie ,costumi, immagini, stand up comedy e canzoni dal vivo:  sono i mezzi che il duo drag utilizzerà per compiere un viaggio intorno a questo mondo affascinante, con ritmo, eleganza  e ironia.

Si riderà tanto quindi, ma con amore , anzi …col cuore !

I MARTEDI MUSICALI

Rassegna di musica dal vivo, concerti e live a cura di Domenico Capezzuto .

6 OTTOBRE

WAITIN’ 4 WAITS

RAFFELA SINISCALCHI QUARTET

Quale può essere la necessità di fare un omaggio al cantautore americano più folle degli ultimi quarant’anni e forse anche il più imitato? La motivazione primaria è che Tom Waits è una specie di porta magica , come quella di Alice,  nella quale passare  per scoprire della musica cose nuove .

Un approccio sicuramente diverso ha caratterizzato Waits fin dall’inizio e man mano andando avanti lo ha reso un vero folletto sperimentatore senza confini. La sua leggerezza lo ha portato sempre ad attingere al grande cesto musicale , come si fa coi giochi da piccoli,  senza precludersi nessuna strada passando attraverso il cantautorato più classico degli esordi, , fino al jazz più raffinato ed intimo e al blues fumoso e sensuale arrivando ad una sperimentazione estrema. Cantare una canzone di Tom Waits è per Raffaela Siniscalchi  un viaggio straordinario di scoperte nuove perché’ , dietro a quell’incredibile timbro cosi’ “Torbato” , si celano melodie affascinanti mai scontate ed armonie piene di stimoli. Cosi la scelta è stata quella di entrare dentro ogni brano come si entra in un Luna-Park da bimbi per scoprire una parte di se forse dimenticata.

                  SPAZIO GIOVANI

Dal 10 al 12 giugno

SECONDO ATTO di Simone Sardo

Regia Simone Sardo

Interpreti Simone Sardo- Roberta Anna- Andrea Lami- Severino Bof- Michela De Nicola

Spettacolo vincitore della sezione Spazio Giovani al concorso “Idee nello Spazio” – Teatro Lo Spazio di Roma, luglio 2020                   

“Un giovane drammaturgo è alle prese con il classico blocco dello scrittore proprio a poche ore dalla consegna del testo del suo prossimo spettacolo. Per stimolare la sua creatività le prova tutte, ma a disturbarlo sistematicamente c’è la moglie che sogna di diventare un’attrice famosa, una collaboratrice domestica convinta di saper scrivere meglio di lui ed un produttore milanese cinico e orientato esclusivamente al guadagno. Dopo una serie di gag e malintesi esilaranti per concludere il testo, quando tutto sembra finalmente pronto per andare in scena, qualcosa sconvolgerà definitivamente i piani dell’autore. Per riuscire a portare in scena il suo spettacolo dovrà cercare un modo per accontentare tutti, ma non ha nessuna intenzione di rinunciare a togliersi qualche perfida soddisfazione personale.”

                 SPAZIO DANZA

            CONTEMPORANEAMENTE DANZA

                         Dal 10 al 16 maggio

Il 10 maggio

KEMP DANCES cor.Lindsay Kemp

Interpreti Daniela Maccari- David Haughton- Ivan Ristallo

Dall’11 al 13 maggio

COREOGRAFICA…..MENTE

Concorso di Corti Coreografici

Dal 14 al 16 maggio

Rassegna di danza contemporanea

CLOROPHILIA

Regia, concept_Silvia Marti
coreografia_ Silvia Marti e Kodance_&KO

Danzatrici Giulia Federico, Marta Labella, Silvia Marti

Costumi, arredi_ Ocus Pocus

CLOROPHILIA esplora la possibilità di una redenzione attraverso il primordiale ritorno alle origini , alla capacità di riflettere sulla possibilità di rigenerazione, abbracciando tutto ciò che abbiamo distrattamente ritenuto poco utile, sostituendo e sacrificandolo con il feroce cammino inarrestabile verso un pensiero unilaterale.

In CLOROPHILIA lʼ essere circoscritti forzatamente in un limite, non poter usare il contatto come mezzo di conoscenza e di espressione, da vita ad una riflessione costante senza tregua, che si dirige inevitabilmente, come L acqua che si fa spazio insinuandosi attraverso le rocce, in un altro luogo in un unico spazio in comune. Scene che segnano lo scandire del tempo apparentemente immobile, mansueto.  Allʼ interno dello spazio, suddiviso in tre scene, un piccolo mondo personale, pensato, in memoria di quello che avevamo, il fuori diventa dentro.
Entrare in stretta connessione tra il microcosmo umano e macrocosmo naturale, un dentro da riempire

CLOROPHILIA è in effetti una sorta di ossigenazione dalla esperienza appena vissuta, un esperienza fatta di reclusione, di pensieri, di azioni limitate, in uno spazio delimitato.

Giulia Marta e io, abbiamo condiviso le nostre personali esperienze, e le abbiamo trasferite in gesti, in sensazioni in istanti, a tratti ripetitivi, abbiamo lasciato scorrere in noi quella parte di chimica che si sprigiona quando si vive la stessa esperienza.

CLOROPHILIA è stato pensato per essere parte di un più ampio progetto performativo, modulabile a seconda del luogo ospitante, indoor e outdoors.

17 e 18 maggio

Finali concorso COREOGRAFICA……MENTE

Teatro Lo Spazio

Via Locri,42

informazioni e prenotazioni

06 77076486 / 06 77204149
info@teatrolospazio.it

Biglietti: intero 15 euro

Ridotto 10 euro

informazioni e prenotazioni

06 77076486 / 06 77204149
info@teatrolospazio.it

Biglietti: intero 15 euro

Ridotto 10 euro

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