
Parliamo, forse, di sentimenti comuni a tutti, di emozioni che tutti prima o poi proviamo, ma è il tempismo a sorprendermi. La canzone potrebbe anche essere vecchia, però, al momento giusto, mi arriva e mi parla, parla di me. E’ come se fosse lì ad aspettarmi, o forse sono io che in quel momento particolare trovo lei e il suo messaggio.
Rimanendo in tema col nostro musical, di cui amo ogni singola canzone, “Mio Dio” è un brano davvero toccante e intimo.
Chi non si è mai sentito così, perso, svuotato, disperato ; in questi momenti non sappiamo dove sbattere la testa e nulla sembra venirci in aiuto.
“Quando il mare grida in noi e non hai più sogni ormai”, “quando tutto cade giù e non sai chi sei tu” ecco che l’uomo torna a Dio, invocando il Suo aiuto con tutte le proprie forze.
“Persi dentro i nostri guai” non abbiamo più una visione delle cose obiettiva; quando “le armonie si spezzano” il nostro equilibrio vacilla e cediamo.
Allora cadiamo in ginocchio e invochiamo la Pietà di Dio. Qui la Pietà non è la pietas latina (che era devozione religiosa, sentimento patriottico e rispetto verso la famiglia), ma è più vicina alla misericordia del Cristianesimo, un sentimento generato dalla compassione per la miseria altrui. Un grande messaggio in un’opera contemporanea, un segno importante.
Un messaggio di salvezza: abbiamo sempre qualcuno pronto ad ascoltarci e ad aiutarci, non perdiamo mai la speranza.
“Quando l’anima è in prigionia e non c’è nessun’altra via, perchè un senso resti in noi e la morte non vinca mai; quando l’ anima è in agonia, solo tu sei la nostra via”.
In questa scena la mia attenzione è sempre stata catturata dalle nostre care ballerine perchè qui, secondo me, hanno un ruolo preponderante: le donne, forse penitenti, che si battono il petto mentre le voci di Romeo e Giulietta pregano Dio di avere misericordia di loro, di fare luce in un momento così drammatico in cui i due giovani innamorati non sanno come fare per ricongiungersi.
E’ anche un canto di tutta l’umanità, per quegli uomini e quelle donne che vedono frustrati i loro desideri più intimi, che si sentono persi/e in determinate circostanze della loro vita. E’ un mettersi nelle mani di Dio, affidarsi completamente a Lui con la convinzione che, tornando a Lui, tutto andrà per il meglio.
La coreografia è bellissima (come tutte del resto): intensa, forte. Le donne rappresentano l’intera umanità che, afflitta, chiede Misericordia a Dio, si batte il petto riconoscendo le proprie colpe e la propria piccolezza e si presenta umile, debole e nuda di fronte al Signore alla ricerca di sostegno.
“Quando il mare grida in noi e non hai più sogni ormai, quando il cuore in te si ghiaccia e non c’è più la tua faccia….mio Dio”
Allora, oggi, insieme a me, non perdete la Speranza.…perché la morte non vinca mai…solo tu sei la nostra via.
Leave a Comment