“Vedo che è venuta a trovare anche te la Regina Mab!”
Dopo aver cantato i Re del mondo e aver declamato il senso di onnipotenza proprio dell’adolescenza, Mercuzio torna sul discorso biasimando quanto appena detto e affermando che in realtà loro non sono i re di nulla.
Quali re del mondo, “puzziamo di pietà quaggiù, noi siamo i re del nulla più, persi nelle vie, topi di città, galli di pollaio, cuccioli in calore, senza felicità!”.
Poi ecco Mercuzio staccarsi dal gruppo, distanziarsi da tutti gli altri e stagliarsi da solo ad un livello superiore, tutto suo.
“Paura no, io non ne ho mai” e racconta i suoi sogni di guerra e di conquista, sogni grandi “Sogno il nemico a testa in giù, le donne a gambe aperte e poi, le fiamme sopra la città, sogno la sfida contro Dio!”.
Qui viene inserito il presagio: Mercuzio porta la mano al fianco, dove verrà accoltellato a morte da Tebaldo e canta: “Oh Romeo, morirei, c’è una strega tra noi!”.Subito dopo, ripresosi come da un incubo e non più un sogno, ansima, spaventato dalla stessa visione che ha avuto.
Mercuzio ha capito, o, almeno, adesso sa, sa che il destino è segnato, sa che lui è un’anima altra, avulsa da quel presente, fuori tempo, fuori contesto e che la sua guerra, la sua rivoluzione può avere fine e, forse, successo, solo con la morte.
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