Madri hanno odiato, sopportato, sofferto e visto morire i propri figli.
Due giovani si sono amati, contro tutto e tutti, ma hanno pagato con le proprie vite questo loro amore contrastato.
L’egoismo dell’uomo, l’odio cieco delle famiglie non hanno permesso di vedere, hanno impedito di ascoltare: tutti si sono chiusi arroccati nel proprio orgoglio lasciando fuori l’amore dalle proprie vite.
Un amore che intanto germogliava là dove trovava terreno fertile, tra le giovani fragili vite di due virgulti divisi da un nome e da un odio atavico tra le rispettive famiglie.
Ormai è tardi, tutto si è concluso.
I corpi dei due giovani giacciono abbracciati, verranno sepolti e fredda terra li coprirà.
Le famiglie ora li piangono e si disperano per il tempo sprecato ad osteggiarsi, diffondendo intorno a sé solo odio e morte.
Le madri si avvicinano ai loro corpi privi di vita, maledicendo se stesse e le proprie infauste scelte e pregando affinchè le loro anime trovino in cielo l’unione e la pace che in terra sono state loro negate.
“Povere famiglie, senza figli e figlie” cos’è una famiglia se si priva da sè dei propri figli! Cosa resta?
Alla fine tutti, scevri dei loro mantelli, si uniscono in un coro ammettendo le proprie colpe.
Non ci sono più nobili nè servitù: i mantelli che vengono gettati a terra sono il simbolo terreno del rango, del potere; tutti sono allo stesso livello, uomini in mezzo agli uomini dove nessuno è più di qualcun altro.
In questa unione di umanità, uomini e donne, finalmente uniti, cantano la propria colpa chiedendo pietà a Dio.
“Colpa nostra, il cielo avrà per noi Pietà?”.
Resta come una domanda, più che come un’affermazione. L’unica speranza di questi esseri umani colpevoli di tanto odio, responsabili di tante morti di giovani innocenti, è quella della Misericordi divina.
Leave a Comment