Com’è strano: nella scena in cui Paride chiede la mano di Giulietta al Conte Capuleti, questi risponde: “La mia volontà è un accessorio del mio consenso”. Come è diverso ora invece il tono del Conte, come differente e forte la sua volontà. Il suo è un ordine perentorio che non ammette obiezioni.
Lady Capuleti non può che piegarsi al volere del consorte. Un’altra volta si piega al volere di un uomo, oggi a quello del marito, ieri a quello di suo padre come canta quando parla a Giulietta dell’idea di maritarsi (“mi vendette all’idea di rango e nobiltà”).
“La donna scelta non ha, è l’uomo che tutto fa. Vedrai, vedrai, vedrai ti unirai con lui!”.
Quanta potenza, quanta carica in una parola: “Vedrai!”.
Le proteste e le preghiere di Giulietta sono inutili. Le parole del padre qui sono fortissime, durissime: “impiccati puttanella! Sciagurata ribelle!”…si pentirà di quelle parole…ma non qui, non ora.
Nel vedere e rivedere questa scena, mi chiedevo come mai la Nutrice, che per tutto il tempo è stata dalla parte di Giulietta, qui, invece, sembra abbandonarla, rimproverandola di andare contro il volere del padre e voler sposare un assassino. Non può fare diversamente la Nutrice: è una donna del popolo, una “villana”, anche se ha cresciuto Giulietta, non è sua madre, non ha potere legale su di lei, non ha alcuna autorità. La Nutrice deve rimettersi al volere del padre/padrone.
Sposare Paride è la scelta migliore, quella più conveniente ora che Romeo è un assassino esiliato da Verona.
Verso il termine della scena, terminata la canzone, la Nutrice prova a prendere le parti della sua figlioccia, ma inutilmente.
Il destino di Giulietta è segnato: Giulietta, già da qui, comincia a morire.
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