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Dispotica – Storie di libertà negate. In difesa della salvaguardia di una memoria storica

Teatro PortaPortese

2 febbraio 2018

Dispotica – Storie di libertà negate è uno spettacolo che porta in scena l’esigenza di legare la memoria alla storia per creare una memoria storica che resista al tempo. Obiettivo arduo vista la facilità con cui l’uomo tende a dimenticare per sua natura o per pura convenienza, perché non vuole ricordare.

Eppure la memoria storica è fondamentale, perché solo ricordando ciò che è stato l’uomo può evitare di compiere gli stessi errori del passato. Voler dimenticare significa negare che qualcosa sia accaduto e, in un certo senso, essere complice della ripetizione di un evento.

Così, negare il nazismo e tutto ciò che di terribile, terrificante e disumano ha compiuto, negare l’olocausto, significa essere complici, a distanza di più di settant’anni, di ciò che è stato, ma, soprattutto, dimostrare di non aver elaborato alcun pensiero libero e puro, di non aver compiuto alcuna presa di coscienza che possa portare a vivere per creare una società libera, civile e rispettosa della dignità di tutti.

Con meno pesantezza di quanto le parole appena lette possano far pensare, la Compagnia Bro&Sisters, guidata dalla regia di Andrea Martella, porta in scena uno spettacolo che intende “fare memoria” e mira a ricostituire una memoria storica dalla quale non si può prescindere.

Il tempo e lo spazio della vicenda sono quelli del nazismo in Germania, delle leggi razziali, della persecuzione degli ebrei e di tutte le minoranze. Sono i tempi della disperazione e della fuga, dei tentativi di  abbandonare la casa, la famiglia e la patria nella speranza di poter salvare se stessi e gli altri che sarebbero in pericolo rimanendo. La vicenda storica presa in considerazione come soggetto della storia è quella dell’attività della Rosa Bianca, una vicenda probabilmente molto poco nota.

La Rosa Bianca fu l’associazione di un gruppo di studenti cristiani che si oppose in modo non violento al regime della Germania nazista. Il movimento fu attivo dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione. I componenti della Rosa Bianca stampavano e distribuivano di nascosto opuscoli che incitavano i tedeschi alla resistenza passiva contro il regime nazista. Nei loro confronti la Gestapo mosse una caccia spietata. Il gruppo era composto da cinque studenti: i fratelli Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf, tutti poco più che ventenni. A essi si unì un professore, Kurt Huber, che stese gli ultimi due opuscoli.

Dispotica – Storie di libertà negate racconta di loro, dei loro ideali, della loro attività e della persecuzione violenta a cui furono soggetti. Pedinamenti, perquisizioni, interrogatori, accuse, il carcere e la morte. Tutto per affermare un diritto a essere, un diritto a vivere, ad esistere.

Se è vero che lo spettacolo racconta questo spaccato della Germania nazista, è altrettanto vero che esso diventa simbolo universale di ogni tipo di persecuzione umana, contro ogni minoranza, contro ogni differenza, assurgendo a icona di un’esperienza tragica che non avrebbe mai dovuto ripetersi, ma che, purtroppo, continua a ripetersi anche oggi, nella nostra quotidianità, anche se viene chiamata con altri nomi.

Questa universalità è decisamente ben rappresentata dalla scelta del regista Andrea Martella di far interpretare i personaggi alternativamente a tutti i protagonisti. A turno, ad ogni cambio scena, ogni volta tutti sono tutti: tutte le attrici protagoniste sono Sophie, così come tutti gli uomini sono i gendarmi nazisti, a simboleggiare che ognuno di noi può essere vittima e carnefice e che ad ognuno di noi può accadere di essere ingiustamente e brutalmente perseguito o essere brutale persecutore.

Anche il modo in cui le vicende e gli interrogatori si alternano alle attività del gruppo della Rosa Bianca è molto suggestivo grazie proprio all’uso di diversi linguaggi e della compenetrazione di recitato e figurato.

Lo spettacolo, nato dallo studio degli interrogatori di cui resta testimonianza e arricchito da alcuni monologhi scritti da alcuni degli stessi attori, mette in scena una storia che solo in parte è lontana, ma che torna ancora forte oggi a noi e vuole farsi ascoltare. Ascoltare diventa per noi un obbligo, morale e civile; ascoltare e ricordare.

Attraverso una forma narrativa che prevede livelli incrociati e comunicanti, in cui le scene si alternano non su un piano prettamente cronologico, ma emozionale, questi attori riescono a ricreare non solo un evento storico, ma un processo psicologico ed emotivo di forte impatto.

I bravi protagonisti, Giusy Cannizzaro, Dario Fabrizio, Valentina Grimaldi, Simona Mazzanti, Walter Montevidoni, Gianpaolo Quarta, Roberto Rossetti sono affiancati in scena dai giovanissimi ragazzi della Chaplin Academy of Performing Arts che riescono a rappresentare con una bella forza espressiva l’anima di ciò che era la Rosa Bianca, grazie anche alla direzione artistica di Luca Di Nicolantonio e ai movimenti coreografici di Serena Mastrosimone, che, attraverso passi di body percussion, rendono con vividezza il clima di repressione che portava alla necessità di agire, rimanendo nell’ombra e di resistere incitando tutti alla resistenza passiva.

La Sala Pasolini del Teatro PortaPortese è stata utilizzata per intero collocando la scena al centro con le sedie tutto intorno. A sua volta la scena è stata suddivisa in tre ambienti distinti, piccoli, ma altamente rappresentativi e rigorosamente d’epoca. Davanti il posto di polizia, con un tavolinetto, uno sgabello e una sedia; sul tavolo documenti, un vecchio thermos di latta con due bicchierini e un interfono; al centro la cella con due vecchie casse come sedili; dietro, il particolare di un salotto di allora, con poltrona, un puff su cui è appoggiata una valigia, un tavolinetto con telefono e una grande radio d’epoca.

Anche i costumi sono contestualizzati con tanto di divise.

Dispotica – Storie di libertà negate è uno spettacolo, ma anche un manifesto sociale; nonostante il tema e le vicende raccontate non ha mai un andamento cupo o pesante, rimanendo sempre coinvolgente.

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Foto prese dalla pagina Facebook di Bro&Sisters

Dispotica – Storie di libertà negate

diretto da Andrea Martella

con Giusy Cannizzaro, Dario Fabrizio, Valentina Grimaldi, Simona Mazzanti, Walter Montevidoni, Gianpaolo Quarta, Roberto Rossetti

con la partecipazione dei performers della Chaplin Academy of Performing Arts:Valerio Angeli, domitilla Antonini, Giulia De Angelis, Roberta Lazzaretti, Livia Salles, Sara Santelli, Ginevra Tonti

coreografie: Serena Mastrosimone

direzione artistica della Chaplin Academy: Luca Di Nicolantonio

assistente alla regia: Katia Simeoli

scenografia: Sir Topone

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