
Teatro Ghione
19 ottobre 2016. Prima
Quando eravamo repressi compie 26 anni e torna a teatro con la stessa divertente irriverenza di allora, ma trova, oggi, un pubblico più moderno.
La commedia di Pino Quartullo, infatti, rappresentata a teatro la prima volta nel 1990 e divenuta film l’anno successivo, per quanto leggera, ironica e divertente, deve essere stata allora piuttosto innovativa nel tema, potrei immaginare addirittura scabrosa, nonostante sia trattata con buon gusto e senza eccessi.
Sicuramente 26 anni fa certe situazioni venivano considerate con disappunto dalla società perbenista e determinati atteggiamenti, pur esistenti, venivano tenuti nascosti.
Il soggetto, che probabilmente per quell’epoca fu “troppo avanti”, oggi è molto moderno e di grande attualità e credo che questa commedia potrà farsi strada nel gusto del pubblico e vivere un nuovo corso.
Quattro nuovi giovani interpreti raccolgono l’eredità degli illustri predecessori (Pino Quartullo, Alessandro Gassman, Lucrezia Lante della Rovere e Francesca d’Aloja) in questa commedia 3.0.
Federico (Matteo Cirillo) e Isabella (Francesca Bellucci) sono una giovane coppia borghese annoiata dal sesso: lei fredda, lui trattenuto. Per cercare di scuotersi decidono di aprire la coppia e incontrare Massimiliano (Tiziano Floreani) e Petra (Annabella Calabrese), coppia decisamente più disinibita, ma non necessariamente risolta.
L’appuntamento avverrà in uno scalcinato e sperduto Motel dove le coppie prenderanno due stanze comunicanti che consentiranno loro di scambiarsi a più riprese alternativamente.
Massimiliano e Petra useranno tutta la loro esperienza nel sesso e nello scambio coppia per riuscire a motivare e scaldare Federico e Isabella, tra travestimenti, tentativi avventati, corsi di teoria, riflessioni e approcci decisi.
Il risultato è una serie di situazioni esilaranti in cui le storie dei quattro si incontrano e si confrontano sugli aspetti più intimi.
Lo scopo finale è quello di riaccendere il desiderio tra i rispettivi partner, ma a volte, destare certe emozioni nascoste può risultare pericoloso.
Quando eravamo repressi 3.0 è una divertentissima e frizzante commedia all’italiana che mette in luce, con semplicità ed ironia, i vizietti della nostra società.
Ad interpretarla con brio, quattro bravi protagonisti che, con naturalezza e divertendosi, danno vita ad una serie di quadri comici. Realistica è la rappresentazione dei vari stati d’animo dei personaggi, caratterizzata dal buon uso di una gestualità spinta e decisa, ma mai volgare e di una grande espressività.
La regia di Pino Quartullo è pulita e incisiva; il passaggio da una scena all’altra avviene sempre in maniera fluida e il ritmo è sempre sostenuto.
Mi viene da fare solo una considerazione esclusivamente legata ai costumi attuali: visto come sono cambiati i tempi e considerata l’ottima struttura narrativa, lo spettacolo si sarebbe potuto concludere alla fine del primo atto. Certo, si sarebbe perso lo sviluppo successivo della storia, ma ne avrebbe guadagnato in modernità perché, in fondo, la vicenda rappresentata in scena non è poi così diversa dalla realtà.
QUANDO ERAVAMO REPRESSI 3.0
scritta e diretta da Pino Quartullo
con: Francesca Bellucci, Annabella Calabrese, Matteo Cirillo, Tiziano Floreani
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