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Processo a Pinocchio, Premiato agli Oscar Italiani del Musical 2015 per le Migliori Musiche Originali di Marco Spatuzzi, approda per un’unica, grande data al Teatro Sistina ed è un trionfo!

Ho avuto già modo di parlare di questo bellissimo spettacolo, ma mi sembra giusto tornarci sopra per sottolinearne ancora il grande valore.

Processo a Pinocchio è uno di quei Musical Off (era tra l’altro candidato finalista in questa categoria sempre agli Oscar Italiani del Musical) che fanno grande questa categoria e che meritano la promozione nei grandi teatri e in grandi cartelloni.

Un grandissimo lavoro scritto e diretto dalla mente fervida e geniale di Andrea Palotto che tanto ha combattuto per questa sua creatura affinché potesse avere l’attenzione che merita.

Processo a Pinocchio è, come recita il sottotitolo, una psico commedia noir a carattere musicale dall’intreccio e dalla trama perfetti.
Psico: i protagonisti hanno tutti caratteristiche piuttosto bislacche e patologiche.
Commedia: si ride tantissimo.
Noir: c’è un morto, un omicidio da risolvere e un contesto alquanto misterioso.
A carattere musicale: una colonna sonora bellissima che, non per niente, si è aggiudicata il premio per le Migliori Musiche Originali agli Oscar Italiani del Musical.

Oltre a tutto quello già scritto nella mia precedente recensione, voglio sottolineare la bellezza e il fascino di questo testo scritto con l’abilità del romanziere e del giallista più abile e creativo.

Il testo racconta una fitta storia fatta di eventi concatenati che si infittiscono come la più intricata delle trame; un ordito di fili che costituiscono una meravigliosa composizione pur mantenendo la propria individualità e la caratteristica di poter essere sempre identificati.

Mano a mano questi fili vengono tirati modificando ogni volta la trama in nuovi, inaspettati disegni.

Novanta minuti di ritmo e battute incalzanti; un intreccio intelligente, sottile, arguto con l’inserimento di frasi e oggetti che poi sveleranno il loro simbolismo ritornando con evidenza disarmante nella soluzione finale del mistero come nei migliori thriller.

Processo a Pinocchio è, però, anche uno spettacolo divertente, che gioca con ironia su situazioni surreali dove labile è il confine tra realtà e immaginazione (“qui nulla è quello che è”).

Un testo frizzante, un linguaggio a volte scomodo e irriverente, ma sempre in linea con l’intreccio drammaturgico.

La musica e le liriche originali di Marco Spatuzzi, suonate dal vivo da Federico Zylka al pianoforte, Tiziano Cofanelli alla batteria e Andrea Scordia al basso, bellissime e coinvolgenti, sono incastonate nel testo come integrazione e continuo del recitativo, diventando parte di un tessuto narrativo che agisce su più livelli.

Le bellissime voci dei protagonisti, pur uniche e calde ognuna nella propria specificità, si amalgamano in una polifonia affascinante.

Sarebbe bello ne venisse estratto un CD.

La scenografia e l’impianto luci (di Daniele Ceprani) completano un quadro perfetto, giocando sui colori sgargianti dei puff e la particolarità dei costumi (di Bianca Borriello) e degli accessori di scena e creando chiaro scuri che mettono in risalto l’una o l’altra scena dividendo tempo e spazio, realtà e immaginazione.

Ottima prova per un grande cast.
Cristian Ruiz dimostra di essere un generoso mattatore che sa dosare tempi e spazi lavorando in sinergia coi colleghi.
Luca Giacomelli Ferrarini ricopre un ruolo che gli sta forse un po’stretto, abituati come siamo a vederlo in interpretazioni più esasperate e travolgenti; un personaggio difficile perché tratteggiato più in ombra rispetto agli altri.
Brian Boccuni dà ancora una volta prova di grandi capacità attoriali e canore lasciando una grandissima curiosità di vederlo presto in altri ruoli, come capiterà con l’imminente Sister Act.
Debora Boccuni, che è anche responsabile dei movimenti coreografici, è travolgente nel suo ruolo di moglie bipolare.
Elena Nieri, da poco apprezzata nei panni di una delle Divas in Priscilla, dà prova di grandissima versatilità ed energia.
Valentina Arena, che sostituisce Nadia Straccia, fa suo il personaggio della madre invadente e rigida dominandolo a pieno.

L’auspicio è che spettacoli come Processo a Pinocchio, Ti Amo Sei Perfetto, Ora Cambia, Trasteverini e Ciao Amore Ciao, possano abbandonare la pur onorevole categoria di Musical Off (che spesso consente di poter osare maggiormente con idee innovative) per assurgere al livello del Musical vero e proprio portando rinnovamento in un settore che spesso si basa su cliché consolidati.

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