COMUNICATO STAMPA
21 Giugno | 15 Ottobre 2019
Silvano Toti Globe Theatre
Direzione artistica Gigi Proietti
Roma, 29 Maggio 2019. La magia del teatro shakespeariano sta per tornare a Villa Borghese: il 21 Giugno si accendono, per il sedicesimo anno consecutivo, le luci del Silvano Toti Globe Theatre, unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003 grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti.
Dallo scorso anno il Globe è parte del Sistema di Teatro Pubblico Plurale, coordinato dal Teatro di Roma e promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale.
Sotto la direzione artistica di Proietti il teatro ha raccolto un successo sempre crescente arrivando ai circa 63.000 spettatori del 2018, nonostante l’inclemenza metereologica che ha fortemente penalizzato l’afflusso del pubblico per buona parte del mese di agosto.
A grande richiesta Gigi Proietti torna sul palco in veste di attore con il suo Edmund Kean acclamato da pubblico e critica.
La stagione 2019 presenta alcune novità strutturali. In un cammino parallelo alla stagione dedicata ai titoli del canone shakespeariano, alcuni testi originali nati come esperimenti, già portati in scena in passato, e nuovi spettacoli allestiti quest’anno si prestano a comporre un itinerario, le tappe del quale sono riflessioni e invenzioni su opere minori e su aspetti specifici della cultura elisabettiana. A partire da un solido tronco fornito da Shakespeare, ci piace coltivare nuovi rami aperti verso nuove scritture ispirate dalla poesia, dalle indagini critiche, dalla necessità di divulgare le caratteristiche di un teatro che ancora oggi ha un fascino e una validità per la sua peculiare capacità di comunicare.
Proprio al desiderio di approfondire lo studio e l’acquisizione di modi e tecniche legate a questo universo teatrale si connette l’altra novità che abbiamo elaborato nel corso degli ultimi mesi, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di lingua e cultura inglese dell’Università di Roma Tre. Sono stati raccolti i materiali relativi a tutte le stagioni del Globe ed è in atto una catalogazione che nell’arco dei prossimi mesi renderà disponibile un archivio intitolato appunto al Silvano Toti Globe Theatre. Riprese video, fotografie, bozzetti, copioni, saranno testimonianza del lavoro portato avanti in questi anni e diverranno strumento per lo studio di questa scommessa divenuta realtà, così come accade con altre importanti strutture internazionali che si dedicano all’allestimento delle opere di Shakespeare.
Ad arricchire la proposta in una direzione formativa c’è l’introduzione, nella seconda parte della stagione, di una iniziativa che vede il Globe collaborare con l’Università ad un progetto di formazione del pubblico giovane e di partecipazione degli studenti delle scuole superiori ad attività che verranno svolte all’interno del teatro, destinate a creare un ponte tra la scuola superiore, l’Università e il mondo del lavoro così come può avvenire in un contesto teatrale: in quanti possibili modi può essere declinato l’inglese di Shakespeare? Quali porte può aprire? A quali scoperte in termini di emozioni, comportamenti, relazioni sociali, comunicazione può condurre un gruppo di giovani? Questa ricerca, questo confronto con le parole e con il luogo in cui quelle parole possono diventare strumento di comunicazione animerà il nostro palcoscenico a partire dai primi di settembre e sarà per noi un’esperienza molto desiderata, che speriamo di ripetere e strutturare in forma più ampia nei prossimi anni.
Altre due iniziative di questa stagione:
- Al Globe con mamma e papà, le domeniche mattina per bambini in compagnia di Shakespeare.
Date da definire
“Le tre streghe di Macbeth” – L’educazione civica di un aspirante Re
Liberamente ispirato alla tragedia scozzese di William Shakespeare
Scritto e diretto da Gigi Palla, prodotto da Politeama s.r.l.
Macbeth ha un unico, grande desiderio: quello di diventare Re, per poter finalmente cingere il suo capo della meravigliosa corona appartenuta a Kenneth Mac Alpine, capostipite dei re scozzesi. Tre streghe, apparentemente sue complici di questo ambiziosissimo progetto, attraverso una serie di ridicole prove, falsi incantesimi e premonizioni “tarocche”, gli faranno capire quali sono le qualità che bisogna avere per poter guidare un regno ed essere un punto di riferimento per la propria comunità.
- Vieni al Globe con il tuo amico a quattro zampe
Il Globe Theatre aderisce ad un’interessante proposta di Bauadvisor, diventa Dog Friendly e offre una possibilità in più di vivere liberamente gli spettacoli anche ai proprietari di cani d’affezione, mettendo il suo servizio di Dog Walking unico e esclusivo” BauTheatre” che consente ai proprietari di godersi gli spettacoli affidando il proprio amico a quattro zampe a un team di operatori cinofili specializzati. Per maggiori informazioni visitare il sito www.bauadvisor.it
Si ringrazia BANCO BPM che per il terzo anno consecutivo sostiene la rassegna teatrale come main sponsor.
21, 22, 23 Giugno ore 21.15
SHAKESPEARE & CERVANTES in GHOST WRITER, con la regia Stefano Reali.
Lo spettacolo racconta di un incontro “virtuale” tra due di quei poeti, e cioè il grande romanziere Miguel de Cervantes e il poeta anglo-italiano John Florio, che tanti studiosi di tutto il mondo sostengono possa essere il ghost writer di tutte le opere teatrali di Shakespeare. Lo scontro tra Florio e Cervantes è su due modi opposti di vedere la professione dello Scrittore: è meglio mettere la propria faccia, esporsi e rischiare una vita breve, anche da un punto di vista letterario, oppure è meglio nascondersi dietro un prestanome, e garantirsi tranquillità, anche se con l’amarezza di non essere celebrati per il proprio talento?
26, 27, 28 Giugno ore 21.15
“LE OPERE COMPLETE DI WILLIAM SHAKESPEARE IN 90 MINUTI “di Long, Singer, Winfield interpretato e diretto dalla Bignami Shakespeare Company – Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli, Lorenzo Degl’Innocenti. Una parodia di tutte le opere di William Shakespeare eseguita in forma comicamente abbreviata da tre attori, usando le più svariate tecniche interpretative. Veloce, spiritoso e fisico, è pieno di risate per gli amanti di Shakespeare. Una sfida teatrale ai limiti dell’incredibile: come condensare l’opera omnia del Bardo, 37 opere, in 90 minuti? O raccontare l’Amleto in 43’’
Dal 2 al 14 Luglio ore 21.15 (escluso i lunedì)
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE, a firma di Riccardo Cavallo scomparso prematuramente.
Una storia che continua ad emozionare e a far sognare raccontando il tempo breve della felicità con un sottile sottofondo di malinconia.
L’opera è stata scritta in occasione di un matrimonio e rappresenta, come una scatola cinese, un mondo stregato in cui dominano il capriccio e il dispotismo. Linguaggi diversi che si intrecciano: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, e quello degli artigiani, in cui la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso raffinato.
Dal 19 Luglio al 4 Agosto ore 21,15 (escluso i lunedì)
LA BISBETICA DOMATA, con la regia di Loredana Scaramella
Il racconto è ambientato in Italia alla fine degli Anni Trenta, alla soglia di un radicale cambiamento del rapporto uomo-donna. In una pensione-ristorante un uomo potente organizza una beffa ai danni di un ubriaco facendogli credere di essere un gran signore. Per farlo si serve della magia del teatro: è una compagnia di artisti di varietà basso che ai suoi ordini interpreta la commedia della lotta fra l’astuto Petruccio e la bisbetica Caterina, tra fuochi d’artificio verbali e musicali. Il gioco di equivoci e sotterfugi da farsa che la trama shakespeariana suggerisce prende i colori del varietà e le ombre del kabarett tedesco, in un clima in cui la finzione sembra toccare punte di verità profonda. Oltre che esilarante rappresentazione di una guerra tra i sessi, il testo si presenta così come occasione di riflessione sull’esperienza teatrale come specchio amplificante della vita, luogo di esplorazione dei suoi interrogativi nascosti, e si rivela metafora del rapporto fra l’artista e il potere, della reciproca fascinazione, della difficoltà di mantenere viva e libera la propria voce.
Dal 7 al 25 Agosto ore 21.00 (escluso i lunedì)
MOLTO RUMORE PER NULLA con la regia di Loredana Scaramella.
Un altro grande successo della programmazione del Globe che ha fatto ridere e ballare spettatori di tutte le età. “Molto rumore per nulla” è una favola illuminante sul potere della parola, una riflessione brillante e divertente su come una difficoltà possa trasformarsi in un’occasione di crescita personale e collettiva. Un gruppo di soldati al ritorno dalla guerra invade il palazzo, lo spazio delle donne. Benedetto e Beatrice, campioni dei rispettivi schieramenti, continuano ad affrontarsi a colpi di battute ironiche, sotto gli occhi divertiti di tutti. Ma il destino riserba loro una grande prova, prima che venga sancito con un doppio matrimonio il tempo della pace.
Dal 30 Agosto al 15 Settembre ore 20,45 – Domenica ore 18.00 (escluso i lunedì)
RICCARDO III con la regia di Marco Carniti
Porta in scena, con lo svolgersi della Storia e del Potere attraverso i secoli. La Storia che si compie grazie al prodotto geniale della bestialità umana, il Potere. L’eterno Potere che non muore mai e rinasce con mille facce. La missione di Riccardo è solo un piccolo tassello del gigantesco ingranaggio della Storia, un uomo straordinario mix di crudeltà amoralità egocentrismo sfrenato e, allo stesso tempo, purezza e straordinaria ironia.
16, 23, 30 Settembre ore 21.00 è la volta del ritorno, a grande richiesta, di Gigi Proietti in veste di attore con EDMUND KEAN di Raymond FitzSimons (adattamento e regia Gigi Proietti, regista assistente Loredana Scaramella). In scena un uomo solo nel suo camerino che beve, si trucca e si interroga sulle parole di Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. È Edmund Kean, grande attore inglese dell’inizio dell’Ottocento, idolatrato dal pubblico e dalla critica che ne decretarono l’ascesa dal ruolo di Arlecchino ai grandi protagonisti shakespeariani e, poi, la rovinosa decadenza. Il copione è più che un testo chiuso: è un’occasione per entrare nel segreto del camerino in cui monologhi, battute, idee prendono e perdono forma, in un processo creativo da laboratorio che smonta e scruta le creazioni di Shakespeare.
Dal 20 Settembre al 6 Ottobre ore 20,45 – Domenica ore 18.00 (escluso i lunedì)
GIULIO CESARE con la regia di Daniele Salvo
La messa in scena di Salvo si avvale dell’ausilio di 30 maschere di lattice (realizzate da Michele Guaschino) che riproducono perfettamente le fattezze umane e di un gruppo di 16 attori e 12 figuranti che rivestono i 45 diversi ruoli del “Giulio Cesare”. I congiurati sono uomini svuotati, indecifrabili, simili a calchi in cera perché il potere ha tolto loro ogni parvenza di umanità, cancellando le loro passioni ed emozioni. I costumi fanno riferimento alla Roma classica ma senza ricorrere a nessuna contemporaneità e anche il disegno luci riproduce una Roma tetra, attraversata da temporali furiosi, lampi di luce improvvisa, deboli fiaccole e bracieri, simbolo del profondo buio interiore in cui sono calati tutti i personaggi del Giulio Cesare.
Dall’8 al 13 Ottobre ore 20.45 – Sabato e Domenica ore 18.00
ROMEO AND JULIET
Il nuovo appuntamento della Bedouin Shakespeare Company in lingua originale per l’ormai solito appuntamento di fine stagione con la regia di Chris Pickles.
Il cartellone 2019 sarà anche accompagnato da una serie di appuntamenti speciali che verranno rappresentati nei lunedì e nei pomeriggi della stagione.
I LUNEDI’ DEL GLOBE
8, 22, 29 Luglio – 2 Settembre ore 21.00
WILLIAM AND ELIZABETH
ideazione e regia Melania Giglio
Elisabetta I regnò per quasi mezzo secolo facendo la differenza: ereditato un paese sull’orlo della guerra civile e di religione lo pacificò e fece della debole Inghilterra cattolica una potente nazione protestante. Questa madre del mondo moderno permise la nascita di una delle più straordinarie stagioni della cultura di ogni tempo: il teatro elisabettiano. In una notte di mezza estate William Shakespeare sta provando al Globe con i suoi attori. Improvvisamente una visita imprevista e totalmente inaspettata viene a turbare il processo creativo del Bardo e della sua compagnia. Chi osa disturbare le prove del genio di Stratford? La visitatrice misteriosa altri non è che la Regina in persona. In un serratissimo ed affascinante duello verbale Shakespeare ed Elisabetta I ci faranno fare un viaggio vertiginoso che andrà a toccare il cuore stesso del Teatro ed il senso del suo esistere. Il Teatro: da sempre “moribondo illustre”. Da sempre croce e delizia. Da sempre rifugio per le anime tormentate. Da sempre specchio del Mondo e dei suoi Potenti.
15 Luglio – 12 e 19 Agosto ore 21.00
LE OPERE COMPLETE DI SHAKESPEARE IN 90 MINUTI di Long, Singer, Winfield interpretato e diretto dalla Bignami Shakespeare Company- Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli, Lorenzo Degl’Innocenti. Una parodia di tutte le opere di William Shakespeare eseguita in forma comicamente abbreviata da tre attori, usando le più svariate tecniche interpretative. Veloce, spiritoso e fisico, è pieno di risate per gli amanti di Shakespeare.
9 Settembre ore 21.00
WILLIAM’S STAR – SPETTACOLO-CONCERTO CORO CITTA’ DI ROMA di Mauro Angeloni regia Marco Carniti.
Concerto in forma di spettacolo che comprende una serie di brani musicali su testi di Shakespeare o ad essi ispirati, si svolge all’interno di una cornice teatrale i cui protagonisti sono Miranda e Ferdinando, personaggi presi in prestito da “La Tempesta”. Dallo stesso dramma provengono anche il direttore del coro (Prospero), il contralto solista (Ariel) e il pianista (Calibano). Il cast è completato dagli altri cantanti solisti, dal coro e, soprattutto, da William, autore-voce fuori campo che interviene in modo decisivo in alcune fasi della vicenda, guidando le sue creature – le stelle di William – verso il loro destino.
I POMERIGGI DEL GLOBE
5, 6, 7 Luglio – 31 Agosto – 13, 14, 27, 28 Settembre ore 18,30
1, 15, 29 Settembre ore 16,00
WILLIAM AND ELIZABETH ideazione e regia Melania Giglio
Elisabetta I regnò per quasi mezzo secolo facendo la differenza: ereditato un paese sull’orlo della guerra civile e di religione lo pacificò e fece della debole Inghilterra cattolica una potente nazione protestante. Questa madre del mondo moderno permise la nascita di una delle più straordinarie stagioni della cultura di ogni tempo: il teatro elisabettiano. In una notte di mezza estate William Shakespeare sta provando al Globe con i suoi attori. Improvvisamente una visita imprevista e totalmente inaspettata viene a turbare il processo creativo del Bardo e della sua compagnia. Chi osa disturbare le prove del genio di Stratford? La visitatrice misteriosa altri non è che la Regina in persona. In un serratissimo ed affascinante duello verbale Shakespeare ed Elisabetta I ci faranno fare un viaggio vertiginoso che andrà a toccare il cuore stesso del Teatro ed il senso del suo esistere. Il Teatro: da sempre “moribondo illustre”. Da sempre croce e delizia. Da sempre rifugio per le anime tormentate. Da sempre specchio del Mondo e dei suoi Potenti.
12,13,14 Luglio – 2, 3, 4, 23, 24, 25 Agosto – 6, 7 Settembre – 4, 5 Ottobre ore 18.30
8 Settembre – 6 Ottobre ore 16,00
PLAYING SHAKESPEARE ideazione e regia Loredana Scaramella
Dalla musica del trio William Kemp e da alcuni attori del Globe, conduce gli spettatori alla scoperta del tempo di Shakespeare, con qualche sorpresa, gioco e molta leggerezza.
20, 21, 26, 27, 28 Luglio – 21, Settembre ore 18,30
22 Settembre ore 16,00
SONETTI D’AMORE ideazione e regia di Melania Giglio (traduzione di Alfonso Veneroso e Melania Giglio).
Un viaggio tra i più bei versi di William Shakespeare accompagnato da una ricca contaminazione musicale: da Marvin Gaye a Amy Winehouse, da Leonard Cohen ad Alanis Morissette.
APPUNTAMENTO SPECIALE: AL GLOBE CON MAMMA E PAPÀ
Date da definire, con inizio alle ore 11
La domenica mattina al Globe in famiglia in compagnia di Shakespeare
LE TRE STREGHE DI MACBETH
Liberamente ispirato alla tragedia scozzese di William Shakespeare.
Scritto e diretto da Gigi Palla – Produzione Politeama s.r.l.
Macbeth ha un unico, grande desiderio: quello di diventare Re, per poter finalmente cingere il suo capo della meravigliosa corona appartenuta a Kenneth Mac Alpine, capostipite dei re scozzesi. Tre streghe, apparentemente sue complici di questo ambiziosissimo progetto, attraverso una serie di ridicole prove, falsi incantesimi e premonizioni “tarocche”, gli faranno capire quali sono le qualità che bisogna avere per poter guidare un regno ed essere un punto di riferimento per la propria comunità.
PROGRAMMA
La stagione 2019 del Silvano Toti Globe Theatre
21, 22, 23 Giugno, ore 21,15
SHAKESPEARE & CERVANTES
in
GHOST WRITER
Scritto e diretto da Stefano Reali
26, 27, 28 Giugno, ore 21,15
“LE OPERE COMPLETE DI SHAKESPEARE IN 90 MINUTI”
di Long, Singer, Winfield interpretato e diretto dalla Bignami Shakespeare Company Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli, Lorenzo Degl’Innocenti.
Dal 2 al 14 Luglio, ore 21,15 (escluso i lunedì)
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
Regia di Riccardo Cavallo
traduzione Simonetta Traversetti
Dal 19 luglio al 4 Agosto, ore 21,15 (escluso i lunedì)
LA BISBETICA DOMATA
Regia di Loredana Scaramella
Traduzione e adattamento Loredana Scaramella
Dal 7 al 25 Agosto, ore 21,15 (escluso i lunedì)
MOLTO RUMORE PER NULLA
regia di Loredana Scaramella
traduzione e adattamento Loredana Scaramella e Mauro Santopietro
Dal 30 agosto al 15 Settembre, ore 20,45 – domenica ore 18,00 (escluso i lunedì)
RICCARDO III
Regia Marco Carniti
Traduzione e adattamento Marco Carniti
16, 23, 30 Settembre, ore 21,00
GIGI PROIETTI in
EDMUND KEAN
adattamento e regia Gigi Proietti, regista assistente Loredana Scaramella
Dal 20 Settembre al 6 Ottobre, ore 20,45 – domenica ore 18,00 (escluso i lunedì)
GIULIO CESARE
Regia Daniele Salvo
Traduzione Masolino D’Amico.
Dall’8 al 13 Ottobre ore 20,45 – sabato e domenica ore 18,00
ROMEO AND JULIET
Testo in lingua originale
Regia di Chris Pickles
In coproduzione con The Bedouin Shakespeare Company
Appuntamenti speciali
I lunedì del Globe
8, 22, 29 Luglio – 2 Settembre ore 21,00
WILLIAM AND ELISABETH
Regia Melania Giglio
15 Luglio – 12, 19 Agosto ore 21,00
“LE OPERE COMPLETE DI SHAKESPEARE IN 90 MINUTI
interpretato e diretto dalla Bignami Shakespeare Company- Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli, Lorenzo Degl’Innocenti.
9 Settembre ore 21,00
“WILLIAM’S STAR“
SPETTACOLO-CONCERTO CORO CITTA’ DI ROMA
Testo di Mauro Angeloni
Regia Marco Carniti
Appuntamenti speciali
I pomeriggi del Globe
5,6,7 Luglio – 31 Agosto – 13,14,27,28 Settembre ore 18,30
1,15, 29 Settembre ore 16,00
WILLIAM AND ELIZABETH
Ideazione e Regia Melania Giglio
12,13,14 Luglio – 2, 3, 4, 23, 24, 25 Agosto – 6, 7 Settembre – 4, 5 Ottobre ore 18,30
8 Settembre – 6 Ottobre ore 16,00
PLAYING SHAKESPEARE
Ideazione e Regia Loredana Scaramella
20, 21, 26, 27, 28 Luglio – 21, Settembre ore 18,30
22 Settembre ore 16,00
SONETTI D’AMORE
Ideazione e Regia Melania Giglio
(traduzione Alfonso Veneroso e Melania Giglio)
Date da definire, ore 11,00
Appuntamento speciale: al Globe con mamma e papà
Le domeniche mattina per bambini in compagnia di Shakespeare
“Le tre streghe di Macbeth”
Liberamente ispirato alla tragedia scozzese di William Shakespeare.
Scritto e diretto da Gigi Palla – Produzione Politeama s.r.l.
Ufficio Stampa Silvano Toti Globe Theatre Cinzia D’Angelo, cell 3355226780 cinziadangelo1@gmail.com
Ufficio Stampa Teatro di Roma Amelia Realino – tel 06 684000308/3454465117 ufficiostampa@teatrodiroma.net
Il Silvano Toti Globe Theatre
La bellezza e il fascino di Roma risiedono non solo nel suo storico patrimonio artistico ma anche nelle opere contemporanee che ne confermano e rinnovano l’immagine di capitale della cultura mondiale. L’inaugurazione del Silvano Toti Globe Theatre è avvenuta in un momento particolarmente significativo per Roma che ha festeggiato nel 2003, con questo teatro elisabettiano, i cento anni di Villa Borghese gemellandosi virtualmente con la città di Londra, sede del famoso Globe Theatre. La realizzazione del Silvano Toti Globe Theatre è stata resa possibile grazie alla Fondazione Silvano Toti, associazione creata dalla famiglia Toti per onorare la memoria di Silvano Toti, mecenate ed imprenditore. In questo modo la Fondazione intende offrire il proprio contributo alla crescita culturale della città in cui la famiglia Toti è nata, anche imprenditorialmente, ed alla quale si sente legata e riconoscente.
Il rispetto dell’ambiente e delle zone ad alto valore storico è stato il principio guida nella progettazione e nella realizzazione del teatro, costruito con legno proveniente da foreste gestite e riforestate e inserito perfettamente nel contesto ambientale e culturale di Villa Borghese.
Il Silvano Toti Globe Theatre, dove vengono proposte le tragedie e le commedie elisabettiane, è uno spazio che, grazie alle particolari caratteristiche architettoniche ed all’essenzialità delle scene, permette un rapporto catartico con le opere del teatro rinascimentale inglese, nella suggestiva cornice di Villa Borghese.
Il Teatro Silvano Toti non deve essere considerato una imitazione del Globe di Londra, del quale per altro non esiste copia del progetto originario, ma un luogo nuovo, tutto italiano, in linea con le nostre normative di sicurezza, in modo da garantire al pubblico le condizioni ideali per assistere agli spettacoli in programmazione.
Le attività promosse dalla Fondazione Silvano Toti sono portate avanti anche in collaborazione con organizzazioni ed enti nazionali ed internazionali.
Tra le attività supportate dalla Fondazione Silvano Toti si ricordano l’impegno a sostegno della Società Genextra che opera nel campo della ricerca sulle malattie legate all’invecchiamento e sulla rigenerazione cellulare.
Il 23 maggio 2017 a Palazzo Venezia in Roma è stato inaugurato il restauro del soffitto e del fregio a fresco della Sala delle Fatiche di Ercole grazie ad una donazione liberale della Fondazione Silvano Toti.
Fondazione Silvano Toti
Roma 00161 – Via Catania, 9 – Tel. 06549021
Presidente: Maria Teresa Toti
Evento
|
SCHEDA INFO
STAGIONE 2019 DEL SILVANO TOTI GLOBE THEATRE
|
Dove
|
Roma, Largo Aqua Felix (Piazza di Siena), Villa Borghese
|
Quando
|
21 giugno – 15 ottobre 2019
|
Enti promotori
Main Sponsor
Partnership
|
Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale
Fondazione Silvano Toti
Banco BPM
Ticketone
|
Media Partner
|
Dimensione Suono Soft
|
Produzione
|
Politeama Srl
|
Organizzatore Generale
|
Alessandro Fioroni
|
Info
|
INFOLINE 3389104467 tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.00 – ATTIVO DAL 14 GIUGNO
Web – www.globetheatreroma.com
Facebook – www.facebook.com/SilvanoTotiGlobetheatreRoma/
Twitter – @globeroma
Instagram – globetheatreroma
|
Botteghino e prevendite
|
Botteghino Viale P. Canonica:
– dal martedi alla domenica dalle 16.30 alle 19.00, nei giorni di spettacolo fino all’inizio dello stesso
– lunedi aperto solo nei giorni di spettacolo dalle 18.00 alle 21.00
– apertura botteghino dal 14 giugno
N.B. Al botteghino si può acquistare fino alle 19 per tutte le serate. Dopo le 19 si può acquistare solo per lo spettacolo della sera (è a discrezione dell’operatore in funzione della quantità di persone in coda, emettere biglietti per le date successive. Normalmente, in caso di grande affluenza, vengono emessi non appena smaltita la coda per la vendita serale).
Prevendita online
Circuito www.ticketone.it – call center 892.101 dal 5 giugno
Prevendite abituali (presso i punti vendita abilitati alla vendita circuito TicketOne)
|
Biglietti
|
Palco GOLD: intero € 32, ridotto € 29 (settore non sempre disponibile in prevendita)
Palco Centrale Livello 1 e 2: intero € 27, ridotto € 24
Palco Centrale Livello 3: intero € 22, ridotto € 20
Palco Laterale 1 Livello 1 e 2: intero € 23, ridotto € 21
Palco Laterale 1 Livello 3: intero € 18, ridotto € 15
Palco Laterale 2 Livello 2: intero € 16, ridotto € 13
Palco Laterale 3 Livello 1 e 2: intero € 14, ridotto € 12 (visibilità ridotta)
Parterre (posti in piedi) intero € 10, ridotto € 8
Hanno diritto alla riduzione i minori di anni 12; i minori di anni 6 hanno diritto al ridotto cortesia pari a € 5
Diritti di prevendita
Diritto di prevendita al botteghino del Teatro (applicabile fino a 2 ore prima dello spettacolo) da € 1,50 – € 4,00
Diritto di prevendita sui circuiti online (applicabile fino al termine della vendita online per la serata prescelta) 15% del prezzo del biglietto, oltre ai costi applicati dal circuito di vendita (commissioni, spese di spedizione, etc); tali costi sono determinati dal gestore del sistema e sono di sua esclusiva pertinenza.
Promozioni speciali
Tutte le domeniche continua l’iniziativa “i fidanzati di Villa Borghese”: i fidanzati di tutte le età (sia etero che gay), avranno diritto a una riduzione sul biglietto di ingresso (escluso posti in parterre).
Il mercoledì per gli over 65 speciale promozione “biglietto 2×1” (escluso posti in parterre) 1 biglietto intero del settore prescelto + 1 biglietto cortesia a € 5 (entrambe i fruitori devono essere over 65)
Il venerdì per gli under 20 ingresso ridotto.
Tutte le riduzioni sopra elencate non sono valide per il parterre e possono essere acquistate solo ed esclusivamente al botteghino del Teatro. All’ingresso il personale di servizio potrà richiedere documento comprovante il requisito che dà diritto alla riduzione.
Globe Card Base – costo € 7,00
La Globe Card, acquistabile al botteghino del Teatro, è valida per tutta la stagione e dà diritto ad una riduzione sul prezzo del biglietto (per ciascun spettacolo in cartellone) variabile da € 3,00 a € 5,00 a seconda del settore prescelto. La Globe Card è nominativa, non cedibile e non cumulabile con altri sconti e/o iniziative particolari promosse dal Teatro.
Gold Globe Card – costo € 12,00
Oltre ai normali sconti previsti dalla Globe Card Base ti offrirà i seguenti servizi:
– un numero telefonico riservato attivo tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.00 attraverso il quale potrai prenotare il tuo biglietto, pagarlo tramite bonifico bancario e ritirarlo la sera stessa dello spettacolo allo sportello riservato agli Accrediti e alle GOLD Globe Card, senza ulteriori commissioni se non il normale diritto di prevendita;
– ingresso a € 2,20 agli spettacoli della programmazione pomeridiana;
– ingresso a € 2,20 ad eventuali prove aperte degli spettacoli in programmazione (novità di questa stagione).
Disabili
Un biglietto ridotto nel settore riservato (centrale I livello) e un omaggio per l’accompagnatore
Inoltre, se provvisti di automobile, l’auto potrà arrivare fino a largo Picasso all’altezza della sbarra che delimita l’ingresso al parco di Villa Borghese; l’accompagnatore segnalerà la presenza del disabile al personale del Teatro a uno dei seguenti numeri 3314618970/3389104467 ed il personale staff provvederà ad aprire la sbarra e a consentire l’accesso all’auto fino all’ingresso di servizio (l’auto non potrà sostare all’interno del Teatro).
Ove ritenuto necessario, all’ingresso, contestualmente allo strappo del biglietto, potrà essere richiesta documentazione attestante l’invalidità al 100%.
Gruppi
inviare una mail a gruppi@globeroma.com (minimo 15 persone)
Gruppi scolastici
inviare una mail a scuole@globeroma.com
|
21, 22, 23 Giugno ore 21,15
Giuseppe Zeno-Ruben Rigillo
SHAKESPEARE & CERVANTES
in
GHOST WRITER
Scritto e diretto da Stefano Reali
Produzione Primo Atto S.r.l.
Messina, 27 ottobre 1571.
Nell’ Ospedale Militare della città siciliana, sono ricoverati i marinai feriti della Flotta Cristiana che ha sconfitto i turchi nella battaglia di Lepanto.
Tra loro, c’è il giovane Miguel de Cervantes, che si è arruolato nella marina spagnola per sfuggire alla giustizia, dopo aver ferito un nobiluomo spagnolo in una rissa.
Per evitare la pena, Cervantes pianifica una fuga dall’ospedale, ma riceve una visita inaspettata: è un ventenne damerino italo-inglese di nome John Florio. È anche lui un aspirante poeta, ma sembra essere l’opposto di Cervantes: se lo spagnolo è di umili origini, ma pieno di ardore muscolare, John è un timido intellettuale, garbato e vulnerabile. Solo una cosa li accomuna: la passione per la scrittura. Una passione bruciante, assoluta, per la Poesia e per il Teatro, con una libertà di esprimersi che ai tempi dell’ Inquisizione poteva costare anche la vita.
L’incontro, si trasforma in un conflitto tra due opposte visioni del Mondo. Miguel esce facilmente vincitore da quello scontro, fisico, oltre che verbale, ma il giovane e timido John rimane affascinato dal temerario Cervantes, e sogna di diventare come lui.
Sarà un sogno complicato, da realizzare, perché John vive a Londra con suo padre, un predicatore italiano condannato a morte dall’ Inquisizione, costretto a fuggire dall’ Italia per evitare il rogo. E così John sa che non potrà mai usare il suo cognome, per firmare i drammi teatrali che scrive, e sarà costretto ad usare un altro, come prestanome. Sceglie un giovane attore semi-analfabeta di nome William Shakespeare. Con tutto quello che accadrà…
Il duello tra John e Miguel si riapre ventotto anni più tardi, nel 1599, quando i due poeti, ormai maturi, si incontrano di nuovo, e sembrano molto cambiati, rispetto al primo incontro.
Miguel conosce il segreto di John, e non riesce a capire la sua pavidità nel rivelare al mondo chi è il vero autore dei drammi firmati da Shakespeare. John gli ribatte che nascondersi è l’unico modo per salvare la sua vita, e quella di suo padre, ricercato dall’Inquisizione.
Cervantes e Florio si incontreranno un’ultima volta diciassette anni dopo, nel 1616, a Londra.
Durante un ultimo duello verbale con lui, John è costretto ad ammettere quanto gli sia costato aver rinunciato al più grande desiderio a cui uno scrittore possa aspirare: l’immortalità letteraria.
Al contrario, Cervantes ha vissuto una vita priva di qualunque successo, e piena di sventure. Ma l’ha affrontata con coraggio, senza mai piegarsi né nascondersi. John Florio lo invidia, per tanta forza morale. Sa di essere alla fine della sua esistenza, abbandonato da tutti e caduto in disgrazia. Ma la sua vera punizione è la consapevolezza di essersi condannato da solo all’oblìo, avendo costruito e blindato lui stesso la più grande truffa letteraria di tutti i tempi: per quattro secoli il successo delle sue opere sarà attribuito a William Shakespeare. Finché qualcuno non racconterà la sua storia…
NOTE DELL’ AUTORE
Ogni nazione europea ha avuto un Poeta Nazionale che ha esaltato la Lingua e la Cultura della sua terra di appartenenza. L’Italia ha avuto Dante, la Germania Goethe, la Spagna Cervantes, l’Inghilterra Shakespeare. La loro opera li ha resi Immortali. Ma quanto sappiamo di loro, come uomini? Forse questi autori di allora avevano gli stessi obiettivi dei giovani sceneggiatori che oggi scrivono per le serie tv di Netflix: successo, soldi, potere, e riconoscimenti pubblici. Con la differenza che gli autori di allora dovevano essere pronti anche a usare la spada oltre alla penna, dato che vivevano in un’epoca in cui scrivere, esporsi, firmare con il proprio nome, voleva dire rischiare la propria vita.
Questo spettacolo racconta di un incontro “virtuale” tra due di quei poeti, e cioè il grande romanziere Miguel de Cervantes e il poeta anglo-italiano John Florio, che tanti studiosi di tutto il mondo sostengono possa essere il ghost writer di tutte le opere teatrali di Shakespeare. Lo scontro tra Florio e Cervantes è su due modi opposti di vedere la professione dello Scrittore: è meglio mettere la propria faccia, esporsi e rischiare una vita breve, anche da un punto di vista letterario, oppure è meglio nascondersi dietro un prestanome, e garantirsi tranquillità, anche se con l’amarezza di non essere celebrati per il proprio talento?
Tra accuse, offese, invettive, tradimenti, sarcasmo, e sfide di sciabola all’ultimo sangue, con la spavalderia poetica e la tracotanza muscolare di due geniacci letterari, assistiamo a una serie di colpi di scena incredibili, ma storicamente documentati, su quanto il Rinascimento Italiano abbia veramente donato alla nascita della futura Lingua Inglese.
E vengono messi a nudo i dettagli documentali di un segreto su cui i maggiori studiosi del mondo, indagando su quella che è stata probabilmente la più grande frode letteraria degli ultimi quattro secoli, stanno finalmente facendo luce: chi ha scritto davvero i drammi di William Shakespeare?
Stefano ReaLI
Interpreti
(in ordine alfabetico)
Ana AGNESE FALLONGO
Michelangelo Florio MARIANO RIGILLO
John Florio RUBEN RIGILLO
Miguel de Cervantes GIUSEPPE ZENO
Scene
CARLO DE MARINO
Costumi
ALFONSINA LETTIERI
Musiche
STEFANO REALI
Coreografie duelli
M° RENZO MUSUMECI GRECO
Direzione Tecnica
STEFANO CIANFICHI
26, 27, 28 giugno ore 21,00
LE OPERE COMPLETE DI SHAKESPEARE IN 90 MINUTI
Di Long, Singer, Winfield
diretto e interpretato da Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli, Lorenzo Degl’Innocenti
Coproduzione Politeama S.r.l. – La Macchina del Suono
“The Complete Works of William Shakespeare (Abridged)” , noto anche come: “The Compleat Wrks of Wllm Shkspr (Abridged)”, tradotto in italiano come: “Le opere complete di William Shakespeare in 90 minuti (in versione abbreviata)”, è una commedia scritta da Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield.
Dopo aver debuttato all’Edinburgh Festival Fringe nel 1987 è stata replicata al Criterion Theatre di Londra per nove anni, diventando uno degli spettacoli più conosciuti al mondo. Una parodia di tutte le opere di William Shakespeare eseguita in forma comicamente abbreviata da tre attori, usando le più svariate tecniche interpretative. Veloce, spiritoso e fisico, è pieno di risate per gli amanti e soprattutto per gli odiatori di Shakespeare. Una sfida teatrale ai limiti dell’incredibile: come condensare l’opera omnia del Bardo, 37 opere, in 90 minuti? O raccontare l’‘Amleto’ in 43’’?
La ‘Bignami Shakespeare Company’ è composta da Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli e Lorenzo Degl’Innocenti (in ordine rigorosamente di età), che dopo tanti anni di amicizia si sono ritrovati ed hanno deciso di unire le loro esperienze nel campo della prosa, musica e commedia dell’arte, e darsi al Bardo!
Già portato in scena da Zuzzurro e Gaspare con la regia di Alessandro Benvenuti dal 2013 al 2015 col titolo “Tutto Shakespeare in 90 minuti”, la versione coprodotta da Politeama e La Macchina del Suono con la regia dei tre attori in scena, si rifà maggiormente alla versione originale spingendo al massimo sulla comicità fisica irriverente e travolgente del testo inglese, derivante da un approccio scenico che deve molto alla commedia dell’arte.
Si, perché portare in scena le opere complete di Shakespeare in 90 minuti è una sfida teatrale, un’immersione leggera e stravagante nel mondo shakespeariano, un omaggio divertito e divertente al grande drammaturgo. La potenza e la poesia dei suoi versi vengono prevedibilmente meno ma lo scopo, in fondo, non è altro che divertire il pubblico, incuriosirlo e svelare il lato comico che si cela anche nelle tragedie più cupe.
Dal 2 al 14 luglio ore 21,15 (escluso i lunedì)
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
regia di Riccardo Cavallo
traduzione di Simonetta Traversetti
Prodotto da Politeama Srl
La notte di mezz’estate è una notte magica e il titolo ne svela immediatamente l’atmosfera onirica, irreale anche se, come viene precisato, la notte in cui si svolge gran parte dell’azione è quella del calendimaggio, la celebrazione del risveglio della natura in primavera e non in estate. E’ comunque l’augurio di un risveglio gioioso. Ma è davvero così? Tre mondi si contrappongono: il mondo della realtà (quello di Teseo, Ippolita e della corte), il mondo della realtà teatrale (gli artigiani che si preparano alla rappresentazione) e il mondo della fantasia (quello degli spiriti, delle ombre). Ma i sogni alle volte possono trasformarsi in incubi: il dissidio fra Oberon e Titania che rivela a un certo punto un terribile sconvolgimento nel corso stesso delle stagioni, il rapporto tra Teseo e Ippolita, il conquistatore e la sua preda, la brutalità di certi insulti che gli amanti si scambiano sotto l’influsso delle magie di Puck.
“Sogno di una notte di mezza estate”, scritta in occasione di un matrimonio, è come una serie di scatole cinesi. All’esterno dell’opera ci sono la sposa, lo sposo e il pubblico, all’interno le coppie, Teseo e Ippolita, Titania e Oberon e i quattro innamorati e nell’opera dentro l’opera, i teatranti, la vicenda di Piramo e Tisbe. In questo mondo stregato domina il capriccio, il dispotismo di Oberon che attraverso Puck gioca con i mortali e con Titania, per imporre il suo dominio. Si compie quindi su Titania quella violenza che Teseo compie su Ippolita e che Egeo vorrebbe compiere sulla figlia costringendola a un matrimonio che respinge. Si noti la sequenza degli scambi fra gli amanti. Si inizia con Ermia che ama Lisandro e con Elena che ama Demetrio, ma quest’ultimo con l’appoggio di Egeo, padre di lei, vuole invece conquistare Ermia. Si passa, attraverso l’intervento “magico” di Puck, al folle girotondo in cui Ermia insegue Lisandro, Lisandro Elena, Elena Demetrio e Demetrio Ermia. E non è finita. Perché Ermia, alla quale dapprincipio aspiravano entrambi i giovani, sarà abbandonata da tutti e due, innamorati ora di Elena, e solo nel quarto atto dopo un nuovo intervento di Puck, si avrà la conclusione in cui gli amanti formeranno davvero due coppie.
La grandezza di Shakespeare sta nell’aver saputo coinvolgere tre mondi diversi, ciascuno con un suo distinto linguaggio: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, quello degli amanti dominato dalle liriche d’amore e quello degli artigiani, nel quale la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso aulico.
Il mondo è folle e folle è l’amore. In questa grande follia della natura, l’attimo di felicità è breve. Un richiamo alla malinconia che accompagna tutta la vicenda.
Riccardo Cavallo
Dal 19 luglio al 4 agosto ore 21,15 (escluso i lunedì)
LA BISBETICA DOMATA
di William Shakespeare
Regia di
Loredana Scaramella
Traduzione e adattamento Loredana Scaramella
Prodotto da Politeama Srl
“È stata lunga ma, finalmente, le nostre note discordi
entrano in armonia…”
La bisbetica domata V, 2
MA L’AMORE NO
Un allestimento de La Bisbetica domata non può prescindere, soprattutto oggi, da una riflessione su quell’ultimo lungo monologo nel quale la ex bisbetica e indomita Caterina tesse le lodi della mitezza e della soggezione allo sposo. Quello sposo che dal momento in cui la incontra la sfida, la affronta, la inganna, la porta con sé in una casa inospitale – ma, si sa, è per gioco! – e con gesti gentili, ovvero con gentilissime torture, la riduce prima al silenzio e poi alla conversione a discorsi non suoi. Si, perché se la ribellione di Caterina e il suo essere “bisbetica ” è soprattutto nella voce e nell’eloquio puntuto, brillante e inarrestabile con cui affronta il mondo, il suo pacato silenzio e il suo discettare a comando sono il segno di una riduzione forzata all’obbedienza. Negli Anni Settanta, durante le più accese battaglie femministe, si guarda con occhi preoccupati e attenti alla riduzione al silenzio e all’addomesticamento dell’eloquio e dell’energia fisica tanto apprezzata nei maschi e condannata nel sesso opposto. È uno sguardo “dalla parte delle bambine”, come titolava un famoso saggio del tempo. Da allora molto è cambiato nel campo della definizione di genere e molto quotidianamente continua a cambiare, mentre la biologia e l’etica affrontano nuove realtà ed interrogativi. Ma Caterina, creatura shakespeariana nata da una figura di tradizione medioevale, dove si pone in questo flusso di riflessioni sul rapporto uomo-donna, e soprattutto sul femminile? E, ai fini di una rappresentazione, qual è il momento in cui un racconto di domatore e domata – oltre al suo significato simbolico non legato ai due sessi – può ancora essere concepito nei limiti della nostra storia sociale? Credo che, nel nostro paese, l’ultimo periodo in cui si sia cercato di inquadrare programmaticamente la donna in uno schema politico, sociale ed economico sia il Ventennio fascista. La figura femminile viene strutturata e il suo ruolo viene molto valutato, ma solo in quanto moglie e madre. La donna ribelle – cioè sola -, soprattutto se sessualmente libera, è dannosa perché contraria ai principi dello Stato. Come controparte è ben leggibile l’immagine di un domatore istituzionale, un maschio superiore per definizione. Da qui la decisione di collocare il racconto di Shakespeare prima dell’inizio dell’ultima guerra, che cambierà definitivamente i rapporti di equilibrio nella coppia, ma più complessivamente fra i sessi.
Dagli Stati Uniti e dal resto dell’Europa arrivano germi di mutamento che hanno già modificato il costume nelle classi più agiate e in quelle zone a margine in cui l’eccentricità è un attributo strutturale. Sono infatti “diverse” le dive del cinema (attrici ma anche produttrici e registe) e le donne comuni che lavorano come operaie, dattilografe, segretarie, e che guardano con simpatia alle ragazze dello spettacolo dal vivo, che di quelle dello schermo cercano di seguire l’esempio: le divette, le cantanti, le soubrette dalla vita indipendente.
È quindi alla fine degli Anni Trenta che collochiamo il racconto della Bisbetica: è ancora possibile in quell’epoca l’idea di una doma della femmina, ma la donna ha degli strumenti per opporsi e la battaglia dei sessi vive un momento cruciale, particolarmente appassionante.
Shakespeare nella struttura dell’opera, in particolare nell’in quarto del 1594, ci fornisce una cornice completa, che è la storia del calderaio ubriacone Sly, al quale viene giocata una beffa da un
potente che rientra nella taverna alla fine di una battuta di caccia. L’uomo trova Sly disgustoso e miserabile, quindi passibile della sua feroce attenzione. Decide di divertirsi ai danni del poveraccio e di fargli credere di essere un potente. Seguendo uno schema antico, già presente ne Le Mille e una notte, lo traveste dandogli le caratteristiche di una insigne autorità. Proprio mentre sta organizzando la beffa, arriva in una taverna, che nel nostro allestimento diventa una pensione-ristorante, un gruppo di musicisti e attori di avanspettacolo, che fa il suo ingresso con tutto l’armamentario tipico dello spettacolo viaggiante – valigie, biciclette, baule armadio, cagnolino – per riposare in attesa dell’arrivo delle ballerine (che peraltro mai arriveranno). Gli artisti si trovano di fronte l’uomo di potere il quale, dopo averli osservati, valutati e in qualche modo tacitati con la sua presenza, propone loro di interpretare, in cambio di vitto alloggio, una pièce di suo gradimento per compiacere un signore bizzarro. La compagnia accetta di mettere in scena la commedia che non conosce se non sommariamente e che l’uomo distribuisce su fogli volanti, tenendo per sé il ruolo di Petruccio. È infatti invaghito della cantante, che ha già avuto modo di ammirare, che interpreterà Caterina. È un’artista particolare, con una fisicità e un approccio centrato, autonomo, in contrasto con la bella soubrette, che rappresenta una femminilità più convenzionale. La compagnia, con i mezzi che ha e con le tecniche che conosce, cioè quelle dell’avanspettacolo, e con la sua gerarchia e distribuzione di ruoli, – il fantasista, il comico, il duo, la soubrette, il ballerino di tip-tap, il macchiettista, il cantante d’opera -, si organizza per offrire la sua professionalità al racconto, che assume una forma musicale e leggera nell’ambiente del ristorante trasformato in palcoscenico, passerella, strada. Il gioco di equivoci e sotterfugi da farsa che la trama shakespeariana suggerisce prende i colori del varietà e le ombre del kabaret tedesco. Lo spettacolo va avanti su un doppio piano, seguendo lo schema già scritto di teatro nel teatro, ma per quanto riguarda la coppia cantante-uomo di potere la relazione fra Petruccio e Caterina fa da specchio a quella reale. Sotto la maschera del ruolo, l’uomo fa le sue avances, che la cantante cerca di schivare con i suoi mezzi. Sono mezzi verbali: Caterina, come anche la cantante, ha padronanza di eloquio, sa confrontarsi con il mondo. L’uomo è affascinato e attratto dalla sua insolita esuberanza, dalla sua personalità eccessiva e brillante. In uno slancio di desiderio e di sopraffazione cerca di vincerla: le toglie la parola, le toglie le sue parole e, una volta ridotta al silenzio durante il primo incontro, la prende in sposa. Ma la vera doma avviene durante il soggiorno a casa di Petruccio. Caterina attraversa la fame, la sete, l’astinenza dal sonno e da qualunque piacere, compreso quello delle gioie femminili, che era lecito attendersi dopo il corteggiamento, e quello degli abiti e di qualunque forma estetica. Un’altra beffa: altro che l’amore raccontato dalle canzoni. Quando i due coniugi partono per andare al matrimonio della bella Bianca, la sorella ambita da tutti i pretendenti, il viaggio si svolge scandito da rumori e musica in un crescendo di tensione in cui si scontrano la logica della Bisbetica e il volere di Petruccio, fino al momento in cui Caterina, vinta, abdica totalmente al suo pensiero e accetta quello di lui. In questo nuovo assetto di sudditanza, arriva al banchetto di nozze. Le due nuove spose, Bianca e la Vedova, hanno maturato una certa libertà, come impugnando il testimone lasciato incustodito. È contro di loro che Petruccio spinge Caterina, ormai domata, a supportare la tesi di una donna mite, obbediente, succube. La sua arringa è così efficace che l’ubriaco Sly, risvegliandosi, vede nella commedia che crede di aver sognato un insegnamento su come comportarsi con la moglie, e si avvia verso un esito che è facile immaginare coronerà la beffa. La compagnia incassa il compenso e ripone i suoi strumenti, la musica e i canti lasciano posto al silenzio, rotto dal rumore dei passi che si allontanano e delle valigie che si chiudono. La cantante-Caterina rimane sola, davanti all’uomo che fino a qualche istante prima è stato Petruccio, con una decisione da prendere, sospesa tra libertà e legame, solitudine e coppia, finzione e realtà. Approfondire e allargare il respiro del racconto in questa direzione, già disegnata da Shakespeare, suggerisce diverse implicazioni. Oltre che esilarante rappresentazione di una guerra dei sessi all’insegna di vecchi e nuovi modelli di genere, il testo si presenta come occasione di riflessione sul carattere dell’esperienza teatrale come specchio amplificante della vita, luogo di esplorazione dei suoi interrogativi nascosti, e si rivela metafora del rapporto fra l’artista e il potere, della reciproca fascinazione e della difficoltà di mantenere viva e libera la propria voce, la discussione, il pensiero.
Dal 7 al 25 agosto ore 21,15 (escluso i lunedì)
MOLTO RUMORE PER NULLA
regia di Loredana Scaramella
traduzione e adattamento di Loredana Scaramella e Mauro Santopietro
Prodotto da Politeama Srl
BENEDETTO: “Quale è stato il primo dei miei difetti per il quale ti sei innamorata di me?”
BEATRICE: “Per tutti quanti insieme. Perché hanno organizzato una compagine così perfetta da impedire anche ad una sola qualità di insinuarsi tra loro.”
Atto V, 2
TRA IL BACO E LA FARFALLA
Uno dei sapori più dolci del teatro è nella ripetizione: il medesimo testo, col passare del tempo, ci si mostra cambiato. È un’esperienza perturbante guardare con occhi nuovi un oggetto conosciuto ma apre lo sguardo su orizzonti più vasti. Accanto ai temi che ci hanno appassionato, ne scorgiamo di nuovi. Ed è stimolante l’idea di affrontare questo viaggio con un gruppo di attori diverso, con una compagnia nata dagli incontri favoriti in questi anni dalle stagioni del Globe. Ecco il perché di una nuova versione di questa commedia che mi appare oggi come una riflessione molto brillante e ludica sul tema della crisi intesa come tempo della metamorfosi, su come un ostacolo, una difficoltà, possa trasformarsi in un’occasione di crescita personale e collettiva. Abbandonare abitudini e convinzioni ormai inadatte alle nostre vere esigenze è una necessità ed un’azione da intraprendere con coraggio, e anche con un po’ di umorismo, per avviare una rinascita della nostra società.
“Molto rumore per nulla” è una favola illuminante sul potere della parola, una commedia invasa da una gioia luminosa resa ancora più accecante da una lama d’ombra che per alcuni istanti l’attraversa. Il titolo racchiude tutti i sensi della storia e li nasconde proprio in quel “nothing” apparentemente inoffensivo. “Nulla” come un basso continuo contrapposto al suono di troppe parole, alla frenesia che spinge gli uomini ad amare, giocare, desiderare, combattere. Questa agitazione, che ha la sua sintesi nell’eccitazione sessuale, esplode in una casa ospitale piena di balli e di feste, d’estate, nella assolata Sicilia, un luogo che per Shakespeare certo significava esotismo e sensualità e che noi spostiamo in un Salento ideale, illuminato da quello stesso sole che esaspera i contrasti della scacchiera di corredi stesi a sbiancare, mentre dal parlato le voci prendono il volo per costruire richiami e canti che irrobustiscono il tessuto musicale già suggerito dal testo. E “nothing”, nella sua forma gergale antica, allude anche al sesso femminile, attorno al quale tanto rumore si scatena, e ci porta più vicino al tema centrale.
Un gruppo di soldati torna dalla guerra ed invade lo spazio delle donne. È la fine della specificità dei generi: l’uomo guerriero, la donna custode del focolare. Finite le battaglie, la commedia racconta quello che sta nel mezzo, dopo la guerra e prima della pace, dopo il “separato” e prima dell’ “unito”. Questo interregno è il tempo della parola, che si fa ponte tra due singoli mondi. È il maschile che cerca l’accordo col femminile. E “Molto rumore per nulla” racconta la rottura della membrana che divide i due stati, la lenta e difficile osmosi tra l’uno e l’altro. Tra uomo e donna, giovinezza ed età adulta, ricerca di identità e assunzione di identità. Tra il baco e la farfalla.
Benedetto e Beatrice, campioni dei rispettivi schieramenti, difendono strenuamente e con sfoggio di battute ironiche le loro autonome identità, come due adolescenti ostinati, lei attaccata al ruolo maschile che ha assunto, lui incapace di liberarsi dall’attrazione per il cameratismo adolescenziale. Sono paralizzati da una paura che li rende comici. L’abbandonarsi alle emozioni potrebbe precipitarli su un terreno instabile che sconvolge il carattere, azzera ogni sistema di sicurezza e apre le porte ad una dimensione sconosciuta e incontrollabile. Beatrice è una donna insolita, una Queen Elizabeth in miniatura. Pur non essendo padrona di nulla, parla con libertà a stranieri, a uomini di potere, familiari e non. Tutto con lei si trasforma in motto di spirito, forgiato in una lingua paragonabile solo a quella di Benedetto, brillante e impertinente. Comportamento in genere condannato in una donna ma in lei accettato in virtù del suo essere casta, vergine e comica. Ogni battuta di spirito va però a rafforzare la robusta corazza che nega il suo corpo e che nasconde dietro la goffaggine, le risate e lo scintillio delle parole la sua delicatissima parte emotiva. Benedetto è la sua immagine gemella, un Peter Pan attratto da una donna che è un guerriero e che gli propone un rapporto in fondo rassicurante, molto simile a quello che è abituato ad avere con i compagni d’armi. Il grimaldello che incrina queste due casseforti d’amore è proprio lo stato di crisi, il momento della difficoltà in cui le maschere rassicuranti cadono e ci si trova a rischiare la caduta nel baratro. Quando le parole di Beatrice sono rese vane dalla menzogna dei malvagi e il suo senso di giustizia non trova mezzi per farsi valere, Benedetto diventa necessario, la sua virilità un valore. Solo un uomo può impugnare la spada per difendere la giustizia, ma la strada gliela insegna una donna che lo separa dal branco. E così il “buffone del Principe” si trasforma nel nuovo capo del palazzo, giovane, saggio e brillante.
Da zero si va a zero: i malvagi rimangono tali, chi oggi si ama si amava già ma con una coscienza diversa. In questo processo di svelamento e metamorfosi, tutti ci ritroviamo complici del tentativo di mettere a nudo, come in un gabinetto anatomico, i meccanismi del cambiamento e tutti siamo chiamati a spiare e valutare i rischi e l’eventuale bellezza dell’incontro con l’altro. Tutti, singolarmente e come corpo sociale, nascosti nella penombra del teatro, sospesi fra realtà e finzione, facciamo insieme prove di vulnerabilità. Sostenuti dalla gioia e dal coraggio e trascinati dalla musica, transitiamo dal baco alla farfalla.
Loredana Scaramella
Dal 30 Agosto al 15 settembre ore 20,45 – Domenica ore 18,00 (escluso i lunedì)
RICCARDO III
regia di Marco Carniti
traduzione e adattamento di Marco Carniti
Prodotto da Politeama Srl
Riccardo III nostro incubo contemporaneo
Affrontare Riccardo III di Shakespeare è come entrare in un intricato labirinto di relazioni che passano dal politico al personale e che come spettatore ti lasciano completamente stordito e anche un po’ perduto. È l’indagine giovanile dell’homo politicus Shakespeare che ripercorre impietosamente le tappe storiche di un periodo particolarmente sanguinoso e corrotto dell’aristocrazia inglese e della sua feroce lotta per il potere.
Non è però l’intricato gioco politico a catalizzare totalmente la nostra attenzione ma bensì gli innumerevoli ed efferati crimini sanguinari del protagonista assoluto dell’opera, Riccardo, compiuti metodicamente e con una ripetizione quasi al limite della monotonia svelando al mondo un’anima di spietata disumanità che può solo cercare di appagare la sua sete di potere, come in un ciclico gioco al massacro nel quale sono tutti coinvolti.
Riccardo III è un personaggio assoluto, da tragedia greca, che mette completamente in gioco l’anima per raggiungere i suoi obiettivi, come un Don Giovanni che ha già venduto la sua anima al diavolo e che ora ne vuole assumere addirittura le forme.
Riccardo III è sicuramente tra i personaggi più negativi del teatro shakespeariano anche se il suo è il riflesso del negativo che lo circonda Infatti gioca con ironia sarcastica con se stesso e con il destino degli altri come un attore sul palcoscenico del mondo che mette la sua esistenza sempre al limite dell’umano, camminando come sulla lama di un coltello e sempre in equilibrio tra la vita e la morte. In un rituale macabro da roulette russa.
Il grande gioco del potere al servizio dell’uomo produce solo mostri.
Ed è qui che Shakespeare rivela il genio contemporaneo. Costruisce un personaggio che specchia continuamente se stesso riflettendo l’immagine del marcio nascosto nell’essere umano, dietro le apparenze, e che rappresenta la deformità congenita nell’uomo. Che è di tutti, nessuno escluso.
Riccardo III è un uomo che indaga continuamente su se stesso in un dialogo aperto con il pubblico con il quale gioca con l’ironia del grande mattatore divertendosi a scoprire continuamente le carte del suo progetto di sterminio e paradossalmente nessuno tenta di fermarlo. Dove il potere e l’uso della parola è assoluto, tanto da farlo essere il personaggio con più versi mai scritti per altri personaggi shakespeariani. Un uso del linguaggio che ci riporta drammaticamente a una riflessione sui meccanismi della dittatura e dei fondamentalismi e che ci riconduce facilmente alla nostra contemporaneità.
Riccardo III è la tragedia di un uomo che non vuole essere annullato. Tanto meno per colpa della sua diversità. Quella deformità che l’autore ha voluto aggiungere al personaggio teatrale (perché ricordiamo che il Riccardo storico non aveva nessuna deformità) fa partire la sua storia da una fragilità acquisita involontariamente, che ha determinato tutto il periodo della sua crescita, quasi come una pena da scontare in vita che esplode in reazioni di violento furore e di un feroce desiderio di autoaffermazione.
Un dramma interiore dell’uomo che combatte il suo isolamento e la sua emarginazione e che continuamente si confronta con la propria fragilità.
Unica via di uscita alla depressione e all’annullamento è avere il potere assoluto.
Riccardo III è la tragedia della psiche, anche in senso contemporaneo, come nella visione psicanalitica della pittura di Francis Bacon. Un lungo eterno incubo di Riccardo che coinvolge e lega tutti i personaggi della tragedia ora spettri della realtà ora spettri della mente. Perché l’essere umano così schiavo delle sue azioni non può sottrarsi da se stesso e quindi è condannato a vivere una vita di incubi popolati da spettri della coscienza.
Vedo questo spettacolo come un incontro psichiatrico con il “mostro” che è in tutti noi.
Uno spettacolo che permetta allo spettatore di entrare nella mente del protagonista per seguirlo nella sua follia omicida. Come attraverso un obiettivo fotografico, limito lo spazio ad un’unica passerella rossa sospesa e sorretta da corde e catene, come un astratto ponte levatoio, un luogo mentale di analisi, una linea che spezza, un trampolino sulla vita, una strada a senso unico che con un movimento perpetuo, proietta Riccardo e le sue vittime dalla propria immagine riflessa a compiere il salto nel vuoto.
16, 23, 30 settembre ore 21,00
A grande richiesta
Gigi Proietti
in
EDMUND KEAN
di Raymund FitzSimons
Adattamento e regia Gigi Proietti
Regista assistente Loredana Scaramella
Prodotto da Politeama srl
Un uomo solo nel suo camerino. Beve, si trucca ma soprattutto interpreta e si interroga sulle parole di Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. È Edmund Kean, grande attore inglese dell’inizio dell’Ottocento, idolatrato dal pubblico e dalla critica che ne decretarono l’ascesa dal ruolo di Arlecchino ai grandi protagonisti shakespeariani, e poi la rovinosa decadenza. Ad interpretarlo è Gigi Proietti, nel testo scritto da Raymond FitzSimons per Ben Kingsley, già portato in scena a Taormina ventisette anni fa, ripreso nella scorsa stagione come omaggio affettuoso a Shakespeare in occasione dei quattrocento anni dalla sua morte e riproposto quest’anno per soddisfare la grande richiesta da parte del nostro pubblico. Il copione è più che un testo chiuso: è un’occasione per entrare nel segreto del camerino in cui monologhi, battute, idee prendono e perdono forma, in un processo creativo da laboratorio che smonta e scruta le creazioni di Shakespeare. Mai come in questo caso, celebrare un genio del teatro attraverso la figura di un attore è un gesto dovuto, perché proprio agli attori si deve la sopravvivenza dei testi e la vitalità dei versi che ancora ci emozionano, a loro il merito di averli traghettati fino a noi dall’epoca d’oro Elisabettiana attraverso secoli di buio e disinteresse.
Oggi che le opere del Bardo sono celebrate e diffuse in tutto il mondo, è difficile credere che non sempre sia stato la stella polare che è ora. Ma la sua vera fortuna è iniziata solo nel secondo Settecento, con Goethe e Lessing. Furono loro a farlo uscire da una sorta di letargo, all’epoca dell’invenzione dei teatri pubblici in Germania. Fu una rivoluzione anche se, dopo la condanna dell’Illuminismo, per cominciare ad avere una diffusione massiccia delle opere e dell’identità artistica del poeta di Stratford bisogna aspettare l’inizio dell’Ottocento, quando nel maggio del 1828 da Londra arriva a Parigi Edmund Kean ad interpretare il ruolo di Riccardo III. È famoso. È molto amato dai poeti romantici e Byron lo considera un genio. Il suo merito è quello di aver scardinato la forma classica della recitazione, in contrapposizione alle interpretazioni di un altro grande attore inglese, John Kemble, inventando una recitazione emozionale e moderna. Kean arriva ubriaco a Parigi e le rappresentazioni sono inficiate dal suo stato alterato. Ma è affascinante e maledetto come una rock star degli Anni Settanta e tutta l’intellighenzia europea lo accoglie come una rivelazione. Attraverso lui Victor Hugo vede esaltati i materiali shakespeariani e, nella prefazione al suo Cromwell, dice che Shakespeare sa come comporre un dramma vero che rispecchi gli aspetti contraddittori e opposti della vita, e propone, seguendo il modello del Bardo, di mescolare nell’arte sublime e grottesco, cioè tragico e comico, bello e brutto, bene e male, luce e ombra, realtà e fantasia. L’impatto di Kean con il mondo parigino è così potente che Alexandre Dumas scrive sull’attore inglese un testo: Kean, ou Désordre et Génie. Genio e sregolatezza. un sottotitolo destinato a divenire proverbiale, che nello spettacolo fa da contrappunto a successi e frustrazioni, amori, odi, sconfitte ai quali prestano voce i grandi personaggi shakespeariani che finiscono col confondersi con l’interprete e ne compongono la biografia.
Accade così che un filo intrecciato con le parole di Shylock, Riccardo III, Amleto, Macbeth, Otello, unisca Proietti a Kean, e Kean a Shakespeare, in una celebrazione dell’evocazione e del racconto.
Un passaggio di testimone da un secolo all’altro, che trova la sua collocazione ideale nel vuoto spazio del Globe, nel rapporto ravvicinato con il pubblico, nella forma antica del monologo.
MUSICHE
Fiorenzo Carpi
SCENE E COSTUMI
Cappellini & Licheri
AIUTO REGIA
Francesca Cioci
DIREZIONE TECNICA
Stefano Cianfichi
LIGHT DESIGNER
Umile Vainieri
SOUND ENGINEER
Franco Patimo/Daniele Patriarca
ORGANIZZAZIONE
Alessandro Fioroni
Dal 20 Settembre al 6 Ottobre ore 20,45 – Domenica ore 18,00 (escluso i lunedì)
GIULIO CESARE
regia di Daniele Salvo
traduzione e adattamento di Daniele Salvo
Produzione Politeama S.r.l.
La messa in scena si avvale dell’ausilio di 30 maschere di lattice che riproducono perfettamente le fattezze umane e di un gruppo di 14 attori e 12 figuranti che rivestono i 45 diversi ruoli del “Giulio Cesare”. I congiurati sono uomini svuotati, indecifrabili, simili a calchi in cera perché il potere ha tolto loro ogni parvenza di umanità, cancellando le loro passioni ed emozioni. Il potere sommo è in maschera e si identifica con essa: la maschera muta le personalità, sconvolge le menti. I costumi fanno riferimento alla Roma classica, senza ricorrere a nessuna contemporaneità e il disegno luci riproduce una Roma tetra, attraversata da temporali furiosi, lampi di luce improvvisa, deboli fiaccole e bracieri, simbolo del profondo buio interiore in cui sono calati tutti i personaggi del Giulio Cesare.
Note di regia
In un buio assoluto, nelle strade di una Roma rischiarata solo da fiaccole e bracieri, appaiono i personaggi del Giulio Cesare, figli della Storia e del loro inevitabile destino, creature del passato, ossessioni che visitano brevemente il nostro tempo. Gli attori interpretano le loro parti identificandosi in prima persona con i personaggi, confrontandosi con loro in modo ravvicinato, intimo, come fossero persone reali, senza “stili” o cliché teatrali precostituiti. Così i personaggi prendono vita lentamente dalla memoria del poeta.
Con l’ausilio di 30 maschere di lattice che riproducono perfettamente le fattezze umane, un gruppo di 14 attori di solida esperienza teatrale e un gruppo di 12 figuranti, rivestono i 45 diversi ruoli del “Giulio Cesare”, conducendo uno studio approfondito sull’opera shakespeariana.
I congiurati sono uomini svuotati, indecifrabili, simili a calchi in cera. Il potere ha tolto loro ogni parvenza di umanità, ha cancellato le loro passioni, le loro emozioni. Sono creature fragilissime, preda di paure e terrori notturni, vittime del destino. Giulio Cesare è creatura onnipotente, sovrannaturale, dai lineamenti trasformati, cancellati, multipli. Il potere sconvolge le menti, travolge gli animi. Nel nostro spettacolo lo stesso attore che interpreta Giulio Cesare, nella seconda parte rivestirà il ruolo di Ottaviano: tra il vecchio e il nuovo non c’è alcuna differenza. I costumi fanno riferimento alla Roma classica, senza facili modernizzazioni: non serve “attualizzare” la scrittura di Shakespeare, è attuale di per sé. Lo spettatore deve avere la libertà di ascoltare il testo di Shakespeare nella sua integrità pensando ai giorni nostri senza che la regia sottolinei troppo questo aspetto. Il disegno luci riproduce una Roma scura e tetra, attraversata da temporali furiosi, lampi di luce improvvisa, deboli fiaccole e bracieri, simbolo del profondo buio interiore in cui sono calati tutti i personaggi del Giulio Cesare.
Si tratta di un “sogno teatrale” fatto di rigore, necessità, serietà e determinazione. L’idea base che sottende a questo lavoro è quella di cercare nuove direzioni di ricerca recitativa, verso un nuovo modo di “fisicizzare” il testo poetico, sganciato dagli stili retorici e obsoleti che troppo spesso vengono insegnati nelle scuole. Si cerca un linguaggio immediato, che indaghi sulle motivazioni profonde di composizione di un verso, di una battuta, si cerca la “verità” degli stati emotivi, il rapporto di necessità fra l’attore e ciò che viene detto. La poesia e il Teatro hanno un linguaggio sintetico e come tale vengono da noi affrontati: non è possibile mentire o “far finta”, applicare formule o stili precostituiti. Analizzando questa grande opera di William Shakespeare e il percorso di questi piccoli uomini dal destino già determinato, ritrovando le tracce delle loro vite reali nelle opere di Plutarco (da cui Shakespeare attinse a piene mani), abbiamo preso coscienza di quanto la Storia si ripeta incessantemente, di quanto la società controlli lo spirito umano, di quanto interferisca pesantemente nei meccanismi creativi ed educativi, di quanto il consenso e il dissenso siano fenomeni pilotati, di quanto la politica entri spesso in conflitto con la nostra vita quotidiana, di quanto la nostra Libertà sia qualcosa di illusorio ed effimero.
Per questo vogliamo parlare con le parole di William Shakespeare grande poeta dallo sguardo rivolto al futuro.
Daniele Salvo.
Dall’8 al 13 Ottobre ore 20,45 – Sabato e domenica ore 18,00
ROMEO AND JULIET
Testo in lingua originale
Regia di Chris Pickles
In co-produzione con The Bedouin Shakespeare Company
“Vertue it selfe turnes vice being misapplied,
And vice sometime by action dignified.”
La storia di Romeo e Giulietta esisteva già, in qualche forma, da forse oltre 150 anni prima che Shakespeare, agli inizi della sua carriera, scrivesse il dramma nel 1595. E dopo la prima rappresentazione avvenuta oltre 400 anni fa, e’ stata eseguita di continuo in tutto il mondo praticamente in tutte le lingue. Dell’opera sono state prodotte quasi 50 versioni cinematografiche (la prima nel 1908) e più di 200 altri film ispirati alla storia di Romeo e Giulietta, della quale esistono anche adattamenti sotto forma di opere liriche, balletti, musical, mimi, versioni orchestrali e rap – “Il Trono di Spade” potrebbe forse essere considerata la versione rimaneggiata di Romeo e Giulietta per la generazione contemporanea.
Ogni generazione ha dissertato animatamente intorno all’essenza dell’opera, e quindi ogni generazione ha scoperto la propria Romeo e Giulietta. Il dramma è stato uno dei primi ad essere rappresentato in Inghilterra dopo la riapertura dei teatri nel 1660, successivamente alla guerra civile, ma il finale venne ritenuto troppo cupo per la nuova epoca e fu trasformato in lieto fine; così cominciò la tendenza a rimaneggiare l’opera per i successivi 250 anni, fino ai primi del ‘900. Perché rimaneggiarla? Credo che la ragione sia da ricercare nei molti elementi contrastanti contenuti in Romeo e Giulietta, e nelle tante domande che solleva. Non rientra facilmente in alcuno degli schemi in cui potremmo volerla inserire. E a noi gli schemi piacciono, vero?E’ una tragedia? Si, ma sorprendentemente e’ anche commedia. Ha una morale? Si, ma al contempo esplora, e non condanna, una cupa immoralità. Gli “amanti nati sotto cattiva stella” sono marionette nelle mani del fato? Si, ma sono anche giovani autonomi e appassionati. E’ romantica? Si, ma non si tratta solo di una poetica espressione d’amore, l’opera e’ anche permeata di una forte sessualita’ terrena e grossolana, che aziona il dramma come una locomotiva. E’ anche sanguinaria e violenta. E’ realistica? Possiamo rapportarci ad essa in qualità di esseri umani? Si, ma rimane un’ opera di estremi teatrali e di opposti. L’amore contro l’odio. La morale contro gli istinti umani naturali primari. Il fato in lotta contro il libero arbitrio. La ragione contro la fantasia. La poesia che combatte la banalità. La libertà che si scontra con il dovere. L’oscurità che invade la luce. La passione sfrenata che abbatte l’equilibrio e il controllo. – Chris Pickles.
La Bedouin Shakespeare Company e’ felicissima di tornare anche quest’anno al Silvano Toti Globe Theatre. Il 2019 segna il quinto anno consecutivo della nostra splendida collaborazione. Constatare che il numero degli spettatori a Roma cresce di anno in anno ci riempie di gioia, e vedere così tante persone di ogni età che vengono a sentire Shakespeare in lingua originale dimostra quanto ciò sia richiesto ed apprezzato in questa bella città’. Non vediamo l’ora di mostrare a tutti la più bella storia d’amore mai raccontata: questo è’ oggi il nostro progetto più ambizioso. Ci vediamo a ottobre!
Artistic Director: Edward Andrews
Director: Chris Pickles
Composer: Paul Knight
Lighting: Derek Carlyle
Costumes: Adrian Lillie
Producer: Eleanor Russo
Cast to be confirmed.
8, 22, 29 Luglio ore 21,00
(I lunedì del Globe)
5, 6, 7 Luglio – 31 Agosto – 13,14, 27, 28 Settembre ore 18,30
1,15, 29 Settembre ore 16,00
(I pomeriggi del Globe)
WILLIAM AND ELIZABETH
Ideazione e regia di Melania Giglio
Prodotto da Politeama Srl
Introduzione
Elisabetta I regnò per quasi mezzo secolo facendo la differenza : ereditato un paese sull’orlo della guerra civile e di religione lo pacificò e fece della debole Inghilterra cattolica una potente nazione protestante, con il primo governo parlamentare dell’era moderna, nonché una marina, una City e una lingua destinate a governare il mondo. Questa madre del mondo moderno permise la nascita di una delle più straordinarie stagioni della cultura di ogni tempo: il teatro elisabettiano fu infatti uno dei periodi artistici di più grande splendore per il teatro mondiale e per la storia dell’intera umanità. Nacquero i primi teatri pubblici, la figura dell’impresario, le compagnie di attori professionisti, una produzione drammaturgica di incredibile ricchezza e versatilità.
Il teatro elisabettiano fu, anche, innovazione: vennero introdotte delle nuove tecniche, vennero affrontate diversamente le tematiche sociali, si lasciò ampio spazio all’improvvisazione.
L’innovazione più grande fu quella del teatro nel teatro: si ritagliava uno spazio di tempo durante l’opera in cui veniva messa in scena un’altra rappresentazione teatrale. Una vera e propria età dell’oro, voluta strenuamente da questa piccola donna che amava definirsi “un semplice attore”.
Elisabetta I, la “regina vergine”, scomunicata da Pio V, colei che non aveva mai voluto sposarsi perché, come amava dire ai suoi pretendenti, “il mio sposo è l’Inghilterra”, muore il 24 marzo 1603.
Di lei papa Sisto V scrisse : “Guardate come governa! E’ solo una donna, solo la signora di mezza isola eppure si fa temere da tutti.”
Note di regia
In una notte di mezza estate William Shakespeare sta provando al Globe con i suoi attori. Improvvisamente una visita imprevista e totalmente inaspettata viene a turbare il processo creativo del Bardo e della sua compagnia. Chi osa disturbare le prove del genio di Stratford?
La visitatrice misteriosa altri non è che Elisabetta I. La Regina in persona. Era venuta di nascosto al Globe, rigorosamente in incognito, per incontrare qualcuno…forse uno dei suoi amanti.
O forse cercava soltanto un pretesto per placare le sue ansie notturne e per cercare conforto nella Poesia e nel Teatro che così tanto amava .A ben guardare, comunque, il motivo per cui Elisabetta è lì non è poi così importante. Questo incontro notturno tra Potere e Teatro è l’occasione per potersi finalmente parlare e confrontare. Qual è l’equilibrio tra creazione artistica e potere?
Come il Teatro può rapportarvisi senza soccombere? Come il potere può trarre spunto ed ispirazione dagli artisti? In un serratissimo ed affascinante duello verbale Shakespeare ed Elisabetta I ci faranno fare un viaggio vertiginoso che andrà a toccare il cuore stesso del Teatro ed il senso del suo esistere.
Il Teatro: da sempre “moribondo illustre”. Da sempre croce e delizia. Da sempre rifugio per le anime tormentate. Da sempre specchio del Mondo e del suoi Potenti.
Melania Giglio
Interpreti
(in ordine alfabetico)
Elisabetta I MELANIA GIGLIO
Ned, un attore della Compagnia SEBASTIAN GIMELLI MOROSINI
Rosalind, un’attrice della Compagnia FRANCESCA MARIA
William Shakespeare ALFONSO VENEROS
COSTUMI
Susanna Proietti
SCENE
Fabiana Di Marco
MUSICHE DI
Marco Podda , Michael Nyman, Henry Bishop, Arthur Sullivan
CANTATE DAL VIVO
ASSISTENTE ALLA REGIA
Roberta Russo
DIREZIONE TECNICA
Stefano Cianfichi
12,13,14 Luglio – 2, 3, 4, 23, 24, 25 Agosto – 6, 7 Settembre – 4, 5 Ottobre ore 18,30
8 Settembre – 6 Ottobre ore 16,00
(I pomeriggi del Globe)
PLAYING SHAKESPEARE
Regia di Loredana Scaramella
Prodotto da Politeama Srl
A seguito del grande successo ottenuto nelle due passate stagioni prosegue Playing Shakespeare ideato da Loredana Scaramella, che ha voluto e saputo sapientemente unire l’aspetto divulgativo (lo spettatore scoprirà tante curiose abitudini ed eventi che accadevano al tempo di Shakespeare) e l’aspetto puramente spettacolare con annessi virtuosismi di un gruppo di attori e musicisti che oramai fa parte, a pieno titolo, della storia del Globe. Il Silvano Toti Globe Theatre di Roma è una presenza singolare nel parco di Villa Borghese a Roma, nato da un guizzo creativo del suo direttore artistico, Gigi Proietti. Una presenza apparentemente incongrua, estranea alla tradizione teatrale italiana. Con Playing Shakespeare se ne potrà conoscere meglio la storia. Con l’aiuto delle musiche del trio William Kemp, le voci degli attori condurranno gli spettatori in viaggio dalle taverne di Eastcheap fino alla vita della magica O di legno e dei suoi frequentatori.
Con qualche sorpresa, qualche gioco e molta leggerezza.
Interpreti
(in ordine alfabetico)
VINCENZO D’AMATO
ROBERTO MANTOVANI
MATTEO MAURIELLO
LOREDANA PIEDIMONTE
MAURO SANTOPIETRO
LOREDANA SCARAMELLA
Musica dal vivo
Trio WILLIAM KEMP
Percussioni MICHELE DI PAOLO
Mandolino LUCA MEREU
Chitarra ANTONIO PAPPADA’
DIREZIONE TECNICA
Stefano Cianfichi
20, 21, 26, 27, 28 Luglio – 21, Settembre ore 18,30
22 Settembre ore 16,00
(I pomeriggi del Globe)
SONETTI D’AMORE
Viaggio tra i più bei versi di William Shakespeare
Ideazione e Regia Melania Giglio
Traduzione di Alfonso Veneroso
Prodotto da Politeama Srl
Samuel Coleridge definì Shakespeare “An androgynous mind”, una mente androgina.In effetti, nessuno come lui ha saputo parlare d’amore accogliendo in sé il maschile e il femminile, la passione carnale e la sublimazione, la vita e la morte. Basti pensare al fatto che i primi 126 sonetti sono dedicati al fair youth, un giovane ambiguo e narciso di sesso maschile, con ogni probabilità identificabile con Henry Wriothesley, terzo conte di Southampton, patrono e mecenate di Shakespeare; mentre i sonetti dal 127 al 154 hanno come loro fulcro una misteriosa Dark Lady, quasi certamente la tenutaria di un bordello londinese frequentato dal Poeta.Qual è la natura dell’amore? Qual è il confine tra amore e amicizia?In che cosa differiscono l’amore passionale e quello ideale? Quando possiamo parlare di affinità elettive? Shakespeare nei suoi sonetti indaga tutti i possibili aspetti dell’amore. E l’amore stesso diviene così lo strumento d’eccellenza per conoscere se stessi, l’altro, il mondo, la poesia, la bellezza e la caducità Il poeta è testimone instancabile di un mondo che non c’è più, una realtà costruita con dedizione, fede, potenza espressiva, serietà, competenza e valori indiscutibili. Nella stanza dell’immaginario del grande poeta ci si può anche smarrire. Là ci sono pochi oggetti, lo spazio è denso, percorso da sussurri e voci dimenticate, memorie di antiche interpretazioni, ombre in transito e riflessi di luce abbaglianti. Il poeta frequenta il futuro nella vita di ogni giorno, si batte per la verità, cade in deliquio, trema, sviene per un istante e in quell’istante elabora universi, sogna l’infinito e tenta di decifrarne la grammatica. Così è la scrittura di Shakespeare, scrittura “vivente”, tracciata nell’inconscio dei suoi interpreti. Così è la sua Poesia. Questo viaggiatore dell’illusione e del sogno parla una lingua di cristallo, si misura con ogni possibile realtà, con ogni forma di tradimento e, come dal fondo di un pozzo, si affanna a parlare a tutti gli uomini ancora “vivi”, ancora innamorati …. La stanza che ospita quest’uomo e le ombre che lo accompagnano, ha grandi pareti di fumo che soffrono dell’instabilità propria dei sogni e quindi mutano continuamente. Proprio perché è “strumento divino”, proprio perché dialoga con gli angeli, il Poeta non deve solo divertirci, ma ha la possibilità di aiutarci a ritrovare la nostra grazia, la nostra innocenza, a lungo vagheggiata e rimpianta, cancellata inesorabilmente dal cinismo e dalla superficialità della nostra vita quotidiana.
Interpreti
(in ordine alfabetico)
Dark Lady
La sua Musa
Il Conte di Southampton
William Shakespeare
|
FRANCESCA MÀRIA
MELANIA GIGLIO
SEBASTIAN GIMELLI MOROSIN
ALFONSO VENEROSO
|
COSTUMI
Susanna Proietti
DIREZIONE TECNICA
Stefano Cianfichi
9 Settembre, ore 21.00
(I lunedì del Globe)
WILLIAM’S STAR
SPETTACOLO CONCERTO CORO CITTA’ DI ROMA
Testo di Mauro Angeloni
Regia di Marco Carniti
Produzione Politeama S.r.l.
Direttore. Mauro Marchetti; Giulia Manzini, soprano alto; Stefano Guadagnini, Antonio Orsini, tenore; Diego Procoli, pianoforte
Concerto in forma di spettacolo che comprende una serie di brani musicali su testi di Shakespeare o ad essi ispirati, si svolge all’interno di una cornice teatrale i cui protagonisti sono Miranda e Ferdinando, personaggi presi in prestito da “La Tempesta”. Dallo stesso dramma provengono anche il direttore del coro (Prospero), il contralto solista (Ariel) e il pianista (Calibano).Il cast è completato dagli altri cantanti solisti, dal coro e, soprattutto, da William, autore-voce fuori campo che interviene in modo decisivo in alcune fasi della vicenda, guidando le sue creature – le stelle di William – verso il loro destino.
La domenica mattina al Globe in famiglia
Date da definire, ore 11,00
Appuntamento speciale: al Globe con mamma e papà
Le domeniche mattina per bambini in compagnia di Shakespeare
“Le tre streghe di Macbeth”
Liberamente ispirato alla tragedia scozzese di William Shakespeare.
Scritto e diretto da Gigi Palla – Produzione Politeama s.r.l.
Macbeth ha un unico, grande desiderio: quello di diventare Re, per poter finalmente cingere il suo capo della meravigliosa corona appartenuta a Kenneth Mac Alpine, capostipite dei re scozzesi. Tre streghe, apparentemente sue complici di questo ambiziosissimo progetto, attraverso una serie di ridicole prove, falsi incantesimi e premonizioni “tarocche”, gli faranno capire quali sono le qualità che bisogna avere per poter guidare un regno ed essere un punto di riferimento per la propria comunità.