44 SPETTACOLI IN CARTELLONE, UN CONTEST DEDICATO ALLA DANZA, UNA RASSEGNA DI MUSICAL OFF, UNO SPAZIO RISERVATO ALLA PAROLA, UN FESTIVAL DEDICATO AL “FEMMINILE”, 5 RADIODRAMMI, E UNO “SPAZIO EXTRA” PER GLI APPUNTAMENTI FUORI STAGIONE
OFFriti un OFF
AL VIA LA NUOVA STAGIONE DEL TEATRO LO SPAZIO
Il Teatro Lo Spazio, nel cuore del quartiere San Giovanni, è pronto a ripartire dal 5 ottobre con una nuova entusiasmante stagione intitolata “OFFriti un OFF”. Un vero e proprio invito a vivere e lasciarsi trasportare da un teatro “innovativo”, moderno, giovane, attento alle novità drammaturgiche, espressive, artistiche a 360 gradi, senza tuttavia abbandonare o tralasciare i capisaldi, che acquistano invece una nuova linfa. Il Teatro Lo Spazio per questa stagione si propone come il nuovo tempio del teatro OFF romano. Un’ alternativa valida alla tradizionale consuetudine come sottolinea il direttore artistico Manuel Paruccini.
Una programmazione ancora più versatile, contemporanea, concentrata sulle esigenze del pubblico e alle evoluzioni della scena, alla drammaturgia contemporanea, all’off appunto e non solo, per esaltare maggiormente un luogo moderno e polifunzionale, in cui poter esplorare proposte artistiche differenti tra loro, accomunate però dalla qualità artistica e raffinatezza stilistica.
OFFriti un OFF
Un cartellone multiforme e pluriforme, che si snoda attraverso generi diversi con uno sguardo rivolto in particolare al teatro off, alle nuove scritture, alle nuove idee creative, ai giovani talenti e alla loro crescita e formazione, alla musica, alla danza. Una stagione in cui potersi ritrovare a seconda dei propri gusti e predilezioni, tra intrattenimento, riflessione, classici, musical, teatro d’innovazione, commedia, danza, formazione e tanto altro. Novità di quest’anno i cinque appuntamenti con i radiodrammi di PLAY DRAMA, progetto dall’anima “innovantica” a cura di Aurora Piaggesi, che porta in scena i classici della letteratura (e non solo!) sotto forma di radiodramma, come veniva fatto una volta: con voci, suoni e rumori dal vivo di fronte al pubblico! Assistere a uno spettacolo di Radio Play Live è come partecipare alla messa in onda di un programma radiofonico degli anni ’30 e ’40. Cast, regista e tecnici rumoristi in costumi vintage danno vita ai testi leggendo e producendo suoni e rumori in diretta, di fronte al pubblico, con oggetti e strumenti a loro disposizione. Il pubblico è perfino invitato a prendere parte alla messa in scena producendo suoni e rumori su richiesta grazie all’utilizzo di cartelli e segnali.
Novità assoluta anche la prima edizione del festival NOTTI VIOLA di Mujeres nel Teatro, dedicato al “femminile”. Tre giornate dedicate alla scena teatrale e performativa al femminile. Le Notti Viola sono corpo e anima di Mujeres nel Teatro, nate per raccontare il corpo dell’arte femminile contemporaneo, proprio quel corpo/complesso di organi, quel corpo/orchestra e fanfara, che verrà attraversato, scoperto, sviscerato in ogni edizione, perché il corpo delle donne, come tutti quelli non riconosciuti dai modelli culturali convenzionali, è unicità ricchissima di melodie originali irrinunciabili.
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Ben quarantatré gli spettacoli in programma, tra debutti assoluti e graditi ritorni, volti noti del panorama teatrale italiano e giovani promesse.
Tanti i nomi che si susseguiranno, tra interpreti e registi, da Maximilian Nisi, Maria Letizia Gorga, Angela Ciaburri, Gianni De Feo, Paolo Vanacore, Daniele Trombetti, Daniele Locci, Lara Balbo, Mauro Toscanelli, Margherita Remotti, Tiziana Foschi, Nina Fucci, Emilio Stella, Fabiana Dantinelli, Duccio Camerini, Claudia Genolini, Alessandro Cecchini, Ivano Picciallo, Luca Gaeta, Massimiliano Vado, Giuseppe Brancato, Alessia Tona, Riccardo D’Alessandro, Carlo Ragone, Francesco Romano, Claudio Pomponi, Marco Aiello, Patrizia Schiavo, Marco Todisco, Carmen Di Marzo, Cloris Bosca, Luca Trezza, Francesca Muoio, Marzia Ercolani, Donatella Busini, Daniele D’Arcangelo, Luca Refrigeri, Leonardo Zarra,Dodi Conti, Simone Guaragna, Attilio Fontana, Emiliano Reggente, Massimo Odierna, Sara Putignano, Viviana Altieri, Elisabetta Mandalari, Andrea Palotto, Massimo Zannola.
A questi si affiancherà uno Spazio extra, un fuori stagione che prevede appuntamenti speciali, tra musica, stand-up, approfondimenti e VISIONARIA, festival della danza autoriale contemporanea, con la direzione artistica di Miriam Baldassarri. Un’occasione inconsueta di incontro tra allievi e professionisti, realtà̀ emergenti e consolidate, al fine di restituire la creazione di un dialogo tra formazione e professione
Tornerà anche quest’anno, a maggio, MINDIE ,una rassegna di Musical Off a cura di Andrea Palotto. L’idea nasce e prende forma nel 2018 attraverso la realizzazione del primo Mindie – Independent Musical Fest, una rassegna che si propone di dare spazio e voce al lavoro di natura indipendente, creando per esso una rete nazionale di sale, interessate ad ospitare una selezione di spettacoli di teatro a carattere musicale (musical e affini) indipendenti, quel tipo di show che nel mercato anglosassone viene definito “OFF”, e che rappresenta per lo stesso un tesoro di natura inestimabile, a volte incubatore di progetti destinati al grande salto nel circuito più commerciale, altre volte un modo di presentare idee innovative svincolate da logiche commerciali, che ne viziano spesso messaggi e contenuti.
Tutte le domeniche, invece, il Teatro accoglie il concorso di monologhisti “Il Grande e Piccolo Slam”, in collaborazione con il Laboratorio di Arti Sceniche di Massimiliano Bruno.
Non mancherà, anche quest’anno, Spazio alla parola, a cura della professoressa e autrice di libri per ragazzi Laura Baldazzi e del direttore artistico Manuel Paruccini: un percorso per sostenere e diffondere la passione per la letteratura classica e riscoprirne l’attualità. Il progetto avrà cadenza settimanale, ed è volto principalmente ai ragazzi tra i 14 e i 25 anni, i quali avranno modo di scoprire la letteratura nelle sue diverse forme, le abitudini di lettura, la narrazione e il mondo digitale.
OFFriti un OFF è un invito, un imperativo a lasciarsi andare ad una nuova esperienza teatrale.
Una valida alternativa alle consuetudini!
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GLI SPETTACOLI
Apre la stagione, il 5 ottobre, MATHILDE-CRONACA DI UNO SCANDALO, un debutto assoluto, con Maria Letizia Gorga e Maximilian Nisi diretti da Daniele Falleri: uno scontro amoroso senza esclusione di colpi. Una sessione di sesso cattivo e allo stesso tempo dissetante. Un test spudoratamente moderno, spietato nella sua immediatezza e attualità.
Segue, il 10 e 11 ottobre, MARSHMALLOWS, spettacolo terzo classificato al “Concorso Idee nello Spazio 2023”, scritto e diretto da Angela Ciaburri, in cui si prova a gettare una luce sulla generazione Y, “i millennials”, una fascia spesso ritenuta poco interessante, perché reputata di transizione e di passaggio.
Dopo il grande successo della scorsa stagione, torna dal 13 al 15 ottobre, DAIMON L’ultimo canto di John Keats, spettacolo musicale diretto e interpretato da Gianni De Feo: una narrazione contrappuntata da brevi picchi poetici su brandelli lirici dello stesso Keats, evocati dalla voce di Leo Gullotta.
Dal 20 al 22 ottobre Lara Balbo e Daniele Locci portano in scena SCONFITTI, una rappresentazione che non “parla di”. È vita. E morte. Davide e Sara. Lui un regista, lei la sua musa, al ritorno dalla prima proiezione ufficiale. Ma lo spettacolo inizia dopo, tra loro due, in un duello di un’ora, ma in fondo infinito, in cui ripercorrono la loro storia cercando un chiarimento. Un duello senza armi, senza esclusione di colpi, un duello senza vincitori, solo sconfitti.
Dal 25 al 29 ottobre il palcoscenico accoglie le atmosfere e le coreografie di CHARLIE DANZA CHARLOT con la regia di Mario Piazza. Uno spettacolo al di là dei generi e degli stili: si fondono danza, teatro, teatro-danza, e poi, modern-dance, per tratteggiare uno dei più grandi artisti del cinema, Charlie Chaplin. Charlie danza Charlot si snoda, quindi, fra note biografiche (il riferimento alla madre, alla vita degli artisti del circo e delle troupes ambulanti della sua giovinezza) e brevi rievocazioni di alcune scene dei film di Chaplin .
“Christa Päffgen, alias NICO, meglio conosciuta come la Superstar di Andy Warhol, la sua musa ispiratrice e cantante rock per i Velvet Underground, è la protagonista di FATA MORGANA: UN’ALLUCINAZIONE DALLA FOLLE, SENSAZIONALE VITA DI NICO di e con Margherita Remotti, che in questo one woman show esplora la stravagante anima di un’artista unica e sottovalutata, il 4 e 5 novembre.
La stagione prosegue il 6 e 7 novembre con RIMETTI APPOSTO LA STANZA di e con Tiziana Foschi e Nina Fucci. La storia tragicomica di un nuovo distacco. Una figlia unica. Una madre divorziata. Niente di più̀ normale, niente di più̀ contemporaneo.
Il 9 e il 10 novembre è la volta della musica di Emilio Stella e il suo STELLA DI PERIFERIA, in cui piccoli affreschi neorealisti in forma canzone danno vita ai personaggi che popolano il quartiere romano dove il cantautore è nato, micro storie che si intrecciano e danno vita al macro racconto, prima di prendere l’ultima valigia e iniziare un nuovo percorso di vita; mentre l’11 e il 12 novembre spazio a un omaggio a “Notturno di donna con ospiti” e alla discografia di Gabriella Ferri, con NINA, spettacolo scritto e diretto da Fabiana Dantinelli. Strane presenze, voci e fantasmi funesteranno il viaggio di Nina e Bambino attraverso le strade di una Roma invasa dalle prime lotte operaie e rivendicazioni femministe, ma Nina rimane “indietro”, inghiottita da un passato doloroso e ostile.
Debutto assoluto dal 16 al 19 novembre con IL GUARDIANO di Harold Pinter con la regia di Duccio Camerini. Nonostante appartenga al primo periodo di Pinter, è del 1960, Il Guardiano è stato sempre giudicato come una delle vette del futuro Premio Nobel. Un capolavoro calato nella working people che usa comicità banalità e minaccia (le armi più affilate del suo autore), e che è tuttora inclassificabile: una commedia sul potere tra personaggi senza potere.
Successivamente, dal 23 al 26 novembre, torna, a grande richiesta COME L’AUSTRALIA di e con Claudia Genolini. “Come l’Australia”, è la storia di una donna che si ritrova in continuazione a dover scegliere: l’amore, il lavoro, la famiglia… E’ una storia universale, che sviscera uno dei grandi dilemmi dell’uomo: “Scelgo ciò che desidero o quello che è più sicuro?” Un monologo che racconta le fasi di crescita di una persona che alla fine… almeno una volta nella vita avrà il coraggio di scegliere ciò che desidera veramente?
Altro gradito ritorno, dal 30 novembre al 3 dicembre per IL MINESTRONE di Niccolò Felici con la regia di Alessandro Cecchini. Guido Frustini è un giovane chef con un grande sogno: diventare uno chef stellato ed essere riconosciuto in tutto il mondo. Al momento lavora alla “La Tana di Sonia”, storico ristorante della zona, ma non ha intenzione di rimanerci a lungo, per questo ha partecipato ad un concorso indetto da Lorenza Fumelli, chef e critica di fama mondiale, che sta cercando nuovi cuochi da assumere nel proprio ristorante.
Spazio poi alla danza, dal 7 al 9 dicembre con VISIONARIA, festival della danza autoriale contemporanea, con la direzione artistica di Miriam Baldassarri. Il 7 dicembre appuntamento con SLOW ROW. Progetto EMY, progetto sperimentale di KODANCE/&KO. Sospesi in un tempo apparentemente immobile, sublimando l’attesa, cercando di tracciare mappature di un luogo ruvido…e BLACK_with a spotlight a cura di EMotions Dance Company, in cui loop frenetici, declinati in gesti dilatati all’estremo, per trasportare lo spettatore nel microcosmo delle idiosincrasie che ciascun essere umano ha sviluppato verso i gesti più̀ comuni. Il tessuto coreografico è come un chiarore lontano nel buio, a tratti completo e totalizzante, una luce che viene dal fondo, una tensione alla rinascita. L’8 dicembre è la volta di Soirée DNA con le coreografie di Elisa Pagani. In scena LANIAKEA, in cui si vuole ripulire e accudire il seme che ha dato vita delle cose dell’esistenza, per arrivare al punto senza dimensioni che è l’origine, il senso, la genesi e ALLE COSE INVISIBILI, una danza al silenzio, alle forze, al vuoto, ai moti dell’universo, alla nascita alla morte, al cambiamento, all’altra faccia delle cose. Infine, il 9 dicembre MOVIMENTA 2.0,vVetrina coreografica per emergenti con Ofelia: l’innocente accadere di GD_Company e le coreografie di Gisella Biondo a rappresentare la violenza e l’innocenza di un amore, raccontato attraverso la figura simbolica di Ofelia. Nella stessa serata Amica mia con Simona Borghese-Giulia Botta a impersonare la storia di un’amicizia consolidata, di quel legame in cui si danza con i passi complicati e misurati dell’età adulta, e E‘ di nuovo primavera del Collettivo “Aria“ con le Coreografie di Giordano Novielli: ispirato alla ciclicità̀ delle stagioni e delle emozioni umane, attraverso la musica di Vivaldi rivisitata da Max Richter, declina l’eterna successione delle stagioni, tra malinconia e passione, celebrando il ciclo senza fine della natura, la bellezza e la complessità̀ del continuo ritorno alla vita e a sé stessi.
Si continua, dal 14 al 17 dicembre, con A SCIUQUE di Ivano Picciallo, uno spettacolo teatrale che nasce dalla necessità di raccontare un problema sociale in forte espansione che attira a sé uomini e donne di tutte le età, categorie e classi sociali: la dipendenza dal gioco d’azzardo. La messa in scena prevede sette quadri: l’infanzia, la maturità, il matrimonio, la famiglia, la dipendenza, gli strozzini e l’epilogo.
Le atmosfere natalizie del celebre CANTO DI NATALE di Charles Dickens si diffonderanno il 19 dicembre con il primo appuntamento di RADIO PLAY DRIVE, il progetto a cura di Aurora Piaggesi, dall’anima “innovantica”, che porta in scena i classici della letteratura (e non solo!) sotto forma di radiodramma, come veniva fatto una volta: con voci, suoni e rumori dal vivo di fronte al pubblico!
Dal 20 al 23 dicembre il classico diventa moderno con HAMLETOFHELIA, spettacolo scritto e diretto da Luca Gaeta. La drammaturgia dello spettacolo, ispirata all’Hamlet di William Shakespeare e all’Hamletmachine di Heiner Muller oltre che da spunti presi e rielaborati dai vari scritti di critica teatrale esistenti sul Principe di Elsinore.
Si vuole indagare più la sua figura simbolica nell’età contemporanea che la storia vera e propria scritta in Shakespeare.
L’anno finisce in musical con VELVET MOTEL di Giuseppe Brancato e le coreografie di Mark Biocca , in scena dal 29 al 31 dicembre: Un mix fra una cena con delitto, una escape Room e un Musical di Broadway.
Da il benvenuto al 2024, dal 4 al 7 gennaio, TI AMO SEI PERFETTO ORA CAMBIA con la regia di Alessia Tona, un esilarante musical da camera – anzi da camera da letto- scritto da Joe Di Pietro con musiche di Jimmy Roberts , tradotto in tredici paesi del mondo, a testimonianza del fatto che le questioni sentimentali sono universalmente un vero disastro.
Dall’11 al 14 gennaio sarà, invece, in scena, in prima assoluta, UNA NOTTE DI SALOME’ di Emanuele Vacchetto e la regia di Riccardo D’Alessandro: il racconto di come sia difficile essere donne oggi…Le due protagoniste vivono due matrimoni difficili e in più senza il conforto di figli che, per motivi diversi, non hanno potuto avere. Una è un’attrice, l’altra la proprietaria di un bar. La prima entra nel bar poco prima che venga chiuso. Le due cominciano a parlare delle loro solitudini. Il loro incontro, dall’imprevedibile finale, darà una svolta alle loro vite.
Il 16 gennaio, appuntamento con un novo radiodramma di RADIO PLAY LIVE, IL BARBIERE DI SIVIGLIA, mentre dal 18 al 21 gennaio Carlo Ragone porta in scena INTESTAME’, un uomo solo, alla morte del padre. Un assurdo testamento: al figlio prediletto non spetta nulla, niente soldi, niente casa, ma solo poche sibilline parole: “A mio figlio Ferdinando ci lascio tutto. Tutto quello che non ho fatto.” Un lascito che spalanca inevitabilmente la porta ad un mondo che non sceglie i colori definiti della realtà, ma le sfumature della possibilità, dei rimpianti, delle nostalgie e, perché no, della magia.
Debutto assoluto, dal 25 al 28 gennaio, per CROCE SUL CUORE- e tu che strada percorri? Con la regia Francesco Romano , un atto unico circoscritto in tre momenti, racconta di questa scelta fatta in un attimo da un Uomo e una Donna. L’uno sceglie di seguire i passi dell’altra, vicini e distanti allo stesso tempo. Uomo e Donna sono viaggiatori di una strada che li lega apparentemente, essi infatti, calpestano fino ad intralciare i percorsi definiti e indefiniti di ognuno. A seguire il 30 e 31 gennaio ANIMUS ANIMA con le coreografie di Ludovic Party , spettacolo che intende esplorare l’Animus e l’Anima proiettati da due artisti che tutto mette insieme, una danzatrice e un danzatore. Il legame che li unisce è la musica, il tempo, il ritmo e, ovviamente, il respiro. La musica e in questo caso anche la parola non sarà̀ un accompagnamento alla danza, ma la sua diretta espressione e complementarietà in un unico linguaggio.
Il penultimo testo, forse il più intimo, di Giuseppe Fava, drammaturgo messo a tacere dalla mafia il 5 gennaio 1984, proprio di fronte al suo teatro, è protagonista il 1 e 2 febbraio con PUPA E ORLANDO, spettacolo diretto e interpretato da Marco Aiello e Claudio Pomponi. Pupa e Orlando raccontano la loro vita da cantastorie, lei puttana e martire, lui ladro e pappone mendicante; sempre in rivolta e alla ricerca di una svolta che sarà la prossima strada, quella più misera e desolata che non conosce redenzione ma solo la sentenza del più forte.
A seguire il 3 e 4 febbraio è la volta di DONNE SENZA CENSURA ( ispirato a tutto ciò che ha significato qualcosa ) scritto, diretto e interpretato da Patrizia Schiavo, la quale abbatte il muro del silenzio, delle ipocrisie e del perbenismo di una società che ci vuole solo a determinate condizioni. Una dichiarazione d’intenti di un’artista che si racconta in toni provocatori, radicali o malinconici, esponendo la propria identità multipla: dialoga ora con il pubblico, ora con un’ intervistatrice, una voce off che non a caso è la sua stessa voce, ora con le zone più oscure di sé.
Ci si sposta alle atmosfere tragicomiche di ARIA FRITTA, scritto e diretto da Marco Todisco, che divertirà il pubblico dal 9 all’11 febbraio. In una strana trattoria frequentata pochissimo, una ex professoressa di italiano, incontra la donna che gestisce questo locale davvero singolare, il cui piatto forte è un antipasto che nessuno ha mai sentito. In un’atmosfera irreale, le due donne si incontrano, si annusano, si studiano vicendevolmente.
Novità esclusiva, dal 15 al 18 febbraio con INTERRUZIONI di Camilla Ghedini e la regia di Paolo Vanacore. Carmen Di Marzo porta in scena la storia drammatica di un figlicidio. Nonostante la violenza che ci circonda non siamo culturalmente pronti ad accettare che una madre, polo affettivo e punto di riferimento per il figlio e per la sua crescita, possa togliergli la vita. Ecco perché, quando si verificano questi delitti si pensa a una madre “matta”, che ha ucciso a causa di una qualche infermità di mente. Di semplifica col cosiddetto ‘raptus’.
Dal 22 al 25 febbraio Gianni De Feo e Cloris Bosca sono i protagonisti di LA ROSA NON CI AMA di Roberto Russo. Siamo nella città di Napoli, in un’epoca non definita, davanti al palazzo che appartenne al Principe Carlo Gesualdo da Venosa e dove, nella notte tra il 16 e il 17 ottobre del 1590, lo stesso Principe infierì con efferata violenza sul corpo di sua moglie Maria D’Avalos e dell’amante di lei Fabrizio Carafa, Duca D’Andria. Questa la cronaca di uno dei più famosi delitti passionali.
Terzo appuntamento con RADIO PLAY LIVE il 27 febbraio con l’intramontabile classico “L’Importanza di chiamarsi Ernesto”, mentre il 28 febbraio spazio al Sommo Dante Alighieri e la sua Divina Commedia, con DIVIN’A’MENTE DANTE di Luca Trezza, un omaggio in napoletano al testo base della lingua italiana e simbolo dell’unità del nostro Paese.
Si prosegue con la grande novità di questa stagione,: dal 1 al 3 marzo Mujeres nel Teatro presenta la I edizione del festival NOTTI VIOLA, 3 giornate dedicate alla scena teatrale e performativa al femminile. In questa I edizione non potevamo non partite dal cuore. Questo primo battito sarà abitato da ventricolari visioni artistiche, dal cuore di ogni creazione, da molteplici linguaggi e variegati racconti che andranno giù, all’essenza di ogni questione, verso il pulsare battente dell’umano sentire.
La tragedia greca, rivestita di contemporaneità, va in scena dal 7 al 10 marzo con CLITENNESTRA- voi la mia coscienza io il vostro grido da un idea di Eleonora Lipuma e Federica Genovese e la regia di Alessia Tona. Il Dramma antico di Clitennestra e quello moderno che ripercorre le vicende di Novi Ligure. La sovrapposizione di alcuni personaggi dà un chiaro segno della ciclicità̀ degli eventi che rimarcano entrambe le vicende. Clitennestra è la prima Erika della storia, la segue poi la figlia Elettra. I personaggi hanno un valore psicologico comune, che permette loro di ri-vivere la vicenda in una consequenzialità̀ temporale.
Si cambia registro dal 14 al 17 marzo con l’inedito VIVIEN di Donatella Busini, pièce che, tra sogni e realtà, intende riscattare la figura controversa di una delle attrici più discusse dello scorso secolo: Vivien Leigh.
Metateatro e commedia si intrecciano il 19 e il 20 marzo con ROGNE ( secondo classificato IDEE NELLO SPAZIO )di Daniele D’Arcangelo Luca Refrigeri: La grossa rogna di Mario, direttore artistico di un piccolo teatro, è che il cantante che sta per esibirsi sul palco non è affatto il cantante tanto amato e voluto dal suo capo per quella serata, un pericoloso boss del quartiere proprietario del teatro e amante di musica cubana.
A seguire, dal 22 al 24 marzo E ALLA FINE ESPLOSERO LE SUPERNOVE ( promo classificato IDEE NELLO SPAZIO )di e con Leonardo Zarra e la regia di Faysa Mohamed, la storia di un giovane padre single senza entusiasmo e di sua figlia, una bambina prodigio che soffre di mutismo selettivo, dalla rara intelligenza. E’ uno spettacolo che cerca di analizzare le forze e le fragilità dell’animo umano in rapporto ai propri sogni, ai propri desideri e alla realtà che lo circonda, realtà ordinaria di un qualsiasi appartamento in un qualsiasi quartiere di periferia, fatta di disordine e caos, di bollette non pagate e di mantenimenti, di cibi precotti e panni sporchi.
Gradito ritorno, il 26 e 27 marzo, quello di Dodi Conti e il suo DODI’S LIFE, un viaggio tra passato e presente, rispolverando qualche cavallo di battaglia messo coraggiosamente a confronto con la Conti di oggi, Dodi non tenterà di fare un bilancio della sua variegata esperienza di vita, bensì è pronta ad offrire qualche “perla di saggezza” che può essere utile ad affrontare la vita in generale.
Appuntamento, poi, il 29 e 30 marzo con TRILOGIA DELLA COLPA ( premio giovani IDEE NELLO SPAZIO ) testo e regia di Simone Guaragna, Tre quadri. Tre mondi. Tre storie apparentemente slegate che si interrogano sul tema della colpa, l’”atto della volontà, col quale l’uomo offende la morale o le leggi”.
Dal 4 al 14 aprile il palcoscenico accoglie in prima assoluta UNSCORCHED di Luke Owen regia Daniele Trombetti. Una piece cruda che guarda in faccia alla realtà, senza veli, arrivando a toccare le corde più profonde dell’animo umano; eppure tutta questa crudeltà diventa tenerezza.
Il 9 aprile RADIO PLAY LIVE proporrà il radio dramma “Il mastino Baskerville”, mentre dal 18 al 21 aprile Emiliano Reggente e Attilio Fontana portano in scena il loro nuovo spettacolo TANTO TEMPO MA’ ( la fine del mondo in 80 minuti ). Il duo festeggia il quindicesimo anno di attività con questo nuovo spettacolo, proseguendo il viaggio tra musica e comicità nell’eterna lotta tra poetico e dissacrante.
Dal 26 al 28 aprile Massimo Odierna dirige SIGNOROTTE , un affresco cinico e dissacrante sulla condizione della donna e, più in generale, sulla brutalità dell’ essere umano alle prese con i propri fantasmi e le proprie nevrosi.
Sempre Massimo Odierna, dal 2 al 5 maggio, dirige il suo inedito LA MIA AMICA E’ D’ACCORDO. Thomas è un ragazzo irascibile, ha 35 anni e vive alla giornata conoscendo donne e bevendo fiumi di alcol. Una sera, durante uno dei suoi appuntamenti, vieni avvicinato da Libero, ragazzo fragile ed impaurito, suo ex compagno d’ avventure ai tempi degli scout. Libero implora Thomas di aiutarlo a ritrovare la dolce Noa, una bizzarra ragazza di origine vietnamita della quale si è invaghito ma di cui si sono perse le tracce.
Dal 9 al 26 al 26 maggio al via MINDIE, la seconda edizione della rassegna dedicata al musical off, a cura di Andrea Palotto, che si propone di dare spazio e voce al lavoro di natura indipendente, creando per esso una rete nazionale di sale interessate ad ospitare una selezione di spettacoli di teatro a carattere musicale (musical e affini) indipendenti, quel tipo di show che nel mercato anglosassone viene definito “OFF”, e che rappresenta per lo stesso un tesoro di natura inestimabile, a volte incubatore di progetti destinati al grande salto nel circuito più commerciale, altre volte un modo di presentare idee innovative svincolate da logiche commerciali che ne viziano spesso messaggi e contenuti.
Chiude la stagione, il 28 maggio Omaggio a Dracula, ultimo radiodramma di RADIO PLAY LIVE.
Teatro Lo Spazio
Via Locri,42
informazioni e prenotazioni
06 77076486 / 06 77204149
info@teatrolospazio.it
STAGIONE 23/24
STAGIONE 23/24 TEATRO LO SPAZIO
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SCHEDE SPETTACOLI
OTTOBRE
DAL 5 ALL’8 OTTOBRE
MATHILDE, cronaca di uno scandalo
di Véronique Olmi
(traduzione Alessandra Serra)
con (i.o.a.) Maria Letizia Gorga e Maximilian Nisi
movimenti scenici Valentina Calandriello
musiche originali di Stefano De Meo
regia di Daniele Falleri
produzione Centro Mediterraneo delle Arti
“MATHILDE è uno scontro amoroso senza esclusione di colpi. Una sessione di sesso cattivo e allo stesso tempo dissetante.
MATHILDE indica un sentiero e poi devia all’improvviso spiazzando continuamente lo spettatore.
I due contendenti sono Pierre e Mathilde (interpretati da Maximilian Nisi e Maria Letizia Gorga) segnati da un recente tragico evento che ha minato alle fondamenta il loro matrimonio. Marito e moglie sono impegnati in un lento processo di separazione e di indissolubile intreccio dove le loro tesi si sovrappongono, si annientano e si alimentano facendoli procedere arrancando con l’acqua alla gola.
Difficile definire vincitori e vinti, la corrente che li separa è la stessa uguale e contraria che li vuole uniti. Forse approderanno ad una riva sicura o forse saranno condannati ad una perpetua deriva avvinghiati in una sorta di equilibrio fatale.
Il testo è spudoratamente moderno, spietato nella sua immediatezza e attualità. Una raffica di battute e silenzi dove la figura della donna viene spogliata, quasi scarnificata, dalle convenzioni e dai cliché in cui ogni epoca e ogni società vorrebbero, qui invano, ingabbiarla. Mentre l’uomo, disorientato, cerca inizialmente un faro-guida nelle statiche leggi degli schemi sociali, ma poi cede, trovandosi suo malgrado costretto ad immergersi nelle proprie meschinità e paure che si riveleranno, contro ogni previsione, la sua ultima chance di salvezza.
L’idea della messinscena è riprodurre uno spazio in cui tutto ciò che è presente è precario. Mathilde e Pierre sono in arrivo o in partenza? Si impacchetta e si accatasta ogni oggetto per fare spazio (per cambiare aria?) in vista di un trasloco imminente. Pile di scatoloni sovrastano i personaggi fino a crollargli addosso per poi essere stoicamente riordinati gli uni sugli altri minacciando di crollare di nuovo. Disseminate in ogni dove, a scomparsa, superfici riflettenti rimandano come specchi deformanti l’immagine distorta di se stessi ai personaggi. Ciò permette di giocare con riflessi di luci ed ombre fino a comporre l’immagine suggestiva di due sagome in bianco e nero che, con movimenti scenici emotivi, danno forma ai pensieri più reconditi della coppia di coniugi scandendo la successione dei vari quadri del testo.
Un ambiente, insomma, dove tutte le prospettive saltano e devono essere giocoforza ridefinite. E Mathilde e Pierre tenteranno di farlo, mossi da un estremo quanto disperato tentativo di sopravvivenza. “
Daniele Falleri, regista
10-11 OTTOBRE
MARSHMALLOWS ( terzo classificato IDEE NELLO SPAZIO )
scritto e diretto da Angela Ciaburri
con Adele Piras, Bianca Mastromonaco, Simone Cammarata, Luca Filippi
Si prova a gettare una luce sulla generazione Y, “i millennials”, una fascia spesso ritenuta poco interessante, perché reputata di transizione e di passaggio.
Penso a questo enorme gruppo di persone come una bellissima donna, molto curata, ben vestita e solare, che dice cose intelligenti, ma che, nel frattempo, sta decidendo come togliersi la vita. Una di cui non sospetteresti mai che possa fare un gesto simile, ma che, osservandola dal “di dentro”, ha una “guerra in corpo”. Una generazione massacrata dai cambiamenti e che tutt’ora ne vive il dramma; quella che ha inaugurato le “vite di corsa”, la “cultura dell’adesso”; quella per cui le relazioni sociali hanno cominciato a caratterizzarsi di comportamenti improntati sull’effimero e l’evanescente.
In Marshmallows vengono raccontate quattro declinazioni di questa unica grande e variegatissima categoria: quattro coinquilini ben oltre la trentina, una scrittrice, una cantante, un addetto al controllo qualità di un’azienda di Marshmallows e uno studente del conservatorio. Vivono tutti a casa di Desi, la cantante. Desi è di buona famiglia, i suoi le hanno comprato una casa a Roma, prima ancora di sapere cosa avrebbe fatto nella vita, viziatissima e strafottente. Adele, la scrittrice, e Frenk, stanno insieme da due anni, vivono del proprio lavoro e pagano l’affitto a Desi per una piccola stanza condivisa. Se non fosse per quelle quote di affitto, Desi non saprebbe come sostentarsi; conduce una vita dissoluta, prevalentemente di notte, la prima canna appena sveglia e così via tutto il giorno, in attesa che qualcosa cada dal cielo: una svolta artistica che le cambi la vita.
Adele che, invece, sulla carta, potrebbe sentirsi a posto con se stessa, dopo aver scoperto di avere una piccola patologia a livello neurologico, è diventata maledettamente ipocondriaca e totalmente concentrata su di sé. Frenk sta fuori tutto il giorno, ma quando c’è, cerca di fare da specchio alle due ragazze, che vede totalmente bloccate nelle loro vite. Esse rifiutano continuamente le sue modalità comunicative, e si chiedono quando deciderà di fare lui stesso una riflessione sulla propria vita, che ha delle grandi zone d’ombra. Jack è l’outsider, comparirà solo a metà del secondo atto e porterà una grande novità, qualcosa che sconvolgerà le coscienze di tutti.
DAL 13 AL 15 OTTOBRE
DAIMON
Regia di Gianni De Feo
con Gianni De Feo
di Paolo Vanacore
con l’amichevole partecipazione in voce di Leo Gullotta
drammaturgia musicale a cura di Gianni De Feo arrangiamenti musicali di Alessandro Panatteri videoarte Roberto Rinaldi
In un freddo e ventoso autunno romano, il grande psicanalista e filosofo James Hillman percorre la strada lastricata di foglie di platano che dal lungotevere conduce alla Piramide Cestia dove è situato il cimitero acattolico. In una dimensione di pace quasi surreale, guidato da una forte volontà interiore, Hillman si dirige verso la lapide del poeta inglese John Keats morto a Roma nel 1821 all’età di 26 anni. Un sottile legame li unisce, un’idea antica e universale: l’idea di “fare anima”. In questo stato meditativo il filosofo ripercorre le tracce della propria esistenza: la nascita ad Atlantic City sulle rive dell’Oceano, l’odore della sabbia, il rumore del mare, l’adolescenza trascorsa nell’hotel dei genitori, gli incontri con bambini di passaggio e il ripetersi di giochi destinati a frantumarsi senza pietà ad ogni loro partenza. Fino a quando l’impatto karmico con un bambino di dieci anni come lui, una creatura misteriosa dallo sguardo profondo e caritatevole di nome John (casuale richiamo a Keats), risveglierà la sua coscienza. Da quel momento, da quello scambio breve ma intenso, Hillman riconoscerà, lungo tutto il percorso della sua crescita, la presenza di una guida incaricata a indicargli la strada che lo porterà al compimento della propria vocazione. È il Daimon, coscienza divina che da sempre ci accompagna nella realizzazione di quel destino, o disegno superiore, che la nostra anima ha scelto per noi prima ancora di nascere, ma che dimentichiamo nell’attimo stesso in cui veniamo al mondo. In una trama narrativa che oscilla tra fantastico, reale e sovrannaturale, il filosofo Hillman riconosce nel poeta Keats il proprio Daimon. All’ombra della sua lapide nel cimitero acattolico romano, rivede lo sguardo del bambino John incontrato sulle rive dell’oceano ad Atlantic City tanti anni fa e mai più rivisto. Le tracce del destino si delineano e il cerchio si chiude. Lo spettacolo fluttua in un’atmosfera onirica in cui si intersecano poesia, musica, danza e canzoni su immagini proiettate, segni astratti di colori contrastanti che danno forma alla parola seguendo il filo della narrazione. Una narrazione contrappuntata da brevi picchi poetici su brandelli lirici dello stesso Keats, evocati dalla voce registrata di Leo Gullotta. Due canzoni di Franco Battiato e una di Giuni Russo, cantate dal vivo, tracciano il percorso più intimo e suggestivo di questo viaggio dell’Anima, all’ombra della luce.
DAL 20 AL 22 OTTOBRE
SCONFITTI
Scritto e diretto da Riccardo Lingelli
Con Daniele Locci e Lara Balbo
SCONFITTI, una rappresentazione che non “parla di”. È vita. E morte. Davide e Sara. Lui un regista, lei la sua musa, al ritorno dalla prima proiezione ufficiale. Ma lo spettacolo inizia dopo, tra loro due, in un duello di un’ora, ma in fondo infinito, in cui ripercorrono la loro storia cercando un chiarimento. Un duello senza armi, senza esclusione di colpi, un duello senza vincitori, solo sconfitti.
DAL 25 AL 29 OTTOBRE
CHARLIE DANZA CHARLOT
Regia e Coreografia Mario Piazza
Con Mauro Toscanelli, Mario Piazza ,Ludovic Party, Vanessa Nacci , Gabriele Naccarato.
Al di là dei generi e degli stili, ho voluto creare puro spettacolo; danza, teatro, teatro-danza, e poi, modern-dance, e così via sono utili classificazioni da trattare con ogni rispetto, ma non erano queste le tecniche che mi interessavano nel momento in cui il soggetto di questa coreografia si è presentato alla mia fantasia creativa, bensì lo spettacolo in sé come forma di comunicazione. Non a caso, quindi, forse anche in concomitanza con il restauro di uno dei film più fortunati di Chaplin, “Il grande dittatore”, ho voluto dar vita a questo omaggio, che è stato già rappresentato con successo nei maggiori Teatri italiani, ad uno dei più grandi artisti del cinema, quello in cui mi identifico maggiormente, Charlie Chaplin. Di Chaplin mi affascina la straordinaria capacità di comunicare concetti e sentimenti di interesse universale, attraverso la rappresentazione di “storie minime”: Charlot da un lato ricorda gli arguti diseredati ricorrenti nella letteratura yiddish – che ben conosco – e, dall’altro, tanti vagabondi cenciosi, ma non privi di dignità, uomini ai margini della società. Dell’opera di questo grande artista ho voluto sottolineare le note polemiche contro l’ipocrisia del sistema sociale, contro lo sfruttamento e la meccanizzazione, la satira del nazismo e del fascismo, accanto alla sua capacità di fondere, in maniera sublime, tragedia e comicità, nonché il suo struggente modo di raccontare l’amore non corrisposto.
Charlie danza Charlot si snoda, quindi, fra note biografiche (il riferimento alla madre, alla vita degli artisti del circo e delle troupes ambulanti della sua giovinezza) e brevi rievocazioni di alcune scene dei film di Chaplin .
In questa riedizione dello spettacolo metterò maggiormente a fuoco il rapporto di Chaplin con il cinema e la sua magia, così come aggiungerò alcune scene sulla vita degli artisti: mi affascina il personaggio di Calvero di “Luci della Ribalta ” e l’eterno alternarsi di successi e sconfitte, di giovinezza e declino nella vita, oltre che nell’arte e nel cuore del pubblico. I personaggi saranno sempre :
Charlot e Hanna Chaplin (la madre), la quale riscatta un passato di soubrettina fallita attraverso una struggente follia che segnerà il destino di Chaplin influenzandone profondamente la vita artistica e privata.
Edna Purviance e la Ballerinetta (l’attrice prediletta e l’interpretazione del mondo decadente dei teatrini) rappresentano i personaggi del suo mondo femminile.
Mister Cinema, affascinante e misterioso veicolo di sublimazione dell’universo di Chaplin, il burattino e burattinaio della vita di Charlot, la magia e la follia del magnifico paradiso dei sogni di Hollywood, l’amore sincero di Charlie Chaplin.
Gli interpreti di questo Omaggio a Charlie Chaplin sono Artisti, Testimoni di pagine di Teatro che hanno la sapienza dell’esperienza e la gioia continua dello stupore, della ricerca e della sperimentazione.
Acrobati di Dio.
Mario Piazza
NOVEMBRE
4-5 NOVEMBRE
FATA MORGANA: UN’ALLUCINAZIONE DALLA FOLLE, SENSAZIONALE VITA DI NICO
Di e con Margherita Remotti
regia Jon Kellam
“In questo one woman show esploriamo la stravagante anima di un’artista unica e sottovalutata: Christa Päffgen, alias NICO, meglio conosciuta come la Superstar di Andy Warhol, la sua musa ispiratrice e cantante rock per i Velvet Underground. Nico è stata associata con l’élite dell’avanguardia culturale degli anni 60 e 70, del rock and roll, della moda e del mondo dell’arte ed è considerata dal panorama musicale internazionale la sacerdotessa del gothic rock. Verranno messe in scena, in uno scenario allucinato e allucinatorio, le sue relazioni instabili con le figure maschili nella sua vita: il padre, il figlio Arí – avuto con Alain Delon – nonché con i suoi numerosi amanti, primo fra tutti Jim Morrison. La sua iniziazione alla moda attraverso il fotografo Herbert Tobias, la sua lotta contro la dipendenza e tutto ciò che, in un flusso di coscienza ininterrotto e rappresentato come un susseguirsi di diapositive che riaffilano alla sua memoria negli ultimi istanti della sua vita, definisce il suo precario viaggio di donna e di artista. Eppure è ancora una volta la sua sensuale eccentricità ad emergere, il suo talento, la sua poesia non convenzionale e il suo stile di performance imprevedibile. Tutto ciò che l’ha resa un’icona. NICO = ICON. La complessità delle esperienze e delle visioni di questa artista eccentrica, fragile eppure estremamente talentuosa, sempre sull’orlo del successo e dell’autodistruzione, ci porta per mano a lanciarci nella tana del bianconiglio nel mondo di una Nico rappresenta nella sua essenza. Presentiamo al pubblico uno sguardo intimo sui ricordi allucinatori, la follia e gli ultimi momenti della sua vita, fino ad immaginare l’incontro finale che avremo tutti con la nostra stessa essenza”.
Jon Kellam
6-7 NOVEMBRE
RIMETTI A POSTO LA STANZA
Di e con Tiziana Foschi e Nina Fucci
“Mamma quando divento grande ti sposo”. E io che le spiegavo: Una mamma e una figlia non si possono sposare…però in fondo in fondo le credevo.
Una madre ancorata alla sua natura protettiva, che guarda una figlia troppo adulta che non sa più gestire. Una madre che riesce ad essere profonda solo nei messaggi whatsupp. E una figlia che scalpita, abbandona la pallavolo, la filosofia, la sua città. “Rimetti a posto la stanza” solo questo mi sai ripetere mamma. Mai che mi chiedessi come stai.
Il teatro è fatto di grandi temi sociali, il teatro è in grado di muovere le coscienze e le aspirazioni di un popolo. Ma è altresì racconto intimo, di storie quotidiane consumate all’interno del civico dispari dopo la pompa di benzina. Una figlia unica. Una madre divorziata. Niente di più normale, niente di più contemporaneo.
Rimetti a posto la stanza è la storia tragicomica di un nuovo distacco.
9-10 NOVEMBRE
STELLA DI PERIFERIA
Da un’idea di Simone Cristicchi
Scritto, diretto e interpretato da Emilio Stella
Con Ruggero Giustiniani e Samuel Stella
Un ringraziamento speciale per il contributo ad Ariele Vincenti e Er Pinto
Musiche originali di Emilio Stella
“Stella di periferia” è uno spettacolo di teatro canzone:
Il cantautore Emilio Stella, nato e cresciuto alle case popolari di una periferia romana, decide che è il momento di evolversi, di lasciare casa, le proprie radici per andare altrove, ma prima di farlo, decide di salutare tutti passando al bar sotto casa, un disparato baretto, dove si incontrano una gattara e un’accattona, un operaio e una puttana, un tossico e un sognatore. Piccoli affreschi neorealisti in forma canzone danno vita ai personaggi che popolano il quartiere, micro storie che si intrecciano e danno vita al macro racconto, prima di prendere l’ultima valigia e iniziare un nuovo percorso di vita.
11-12 NOVEMBRE
NINA
Scritto e diretto da Fabiana Dantinelli
con Federica Flavoni (Nina)
Roberta Fornari (Stornellatrice)
Rocco Angelucci (Bambino)
Questa è la storia di Nina. In una Roma sbiadita, da cartolina in nero di seppia, la ritroviamo in stazione a Trastevere, confusa e smarrita, in cerca di un treno dalla destinazione imprecisata. È qui che incontra quello che lei chiamerà “Bambino” per tutto lo spettacolo, un bambino appunto, di età scenica sui sette anni, che la seguirà in un improbabile viaggio verso il “paese dei balocchi”. La strana ritrosia, quasi sdegnosa nei confronti di questo inaspettato piccolo “ospite”, si trasforma pian piano in giocosa complicità, ma poi, fra battute in romanesco e divertenti siparietti, la storia vira verso un epilogo inaspettato. Strane presenze, voci e fantasmi funesteranno il viaggio di Nina e Bambino attraverso le strade di una Roma invasa dalle prime lotte operaie e rivendicazioni femministe, ma Nina rimane “indietro”, inghiottita da un passato doloroso e ostile. Spesso si raccontano le donne che “hanno fatto la storia”, quelle che hanno cambiato la rotta degli eventi, dimenticando quelle che prima di loro, sono rimaste invece loro malgrado inghiottite dal “grande quadro”. Forse Nina è una di loro, forse non è per lei che qualcosa è cambiato… O forse sì. Il testo è un omaggio a Notturno di donna con ospiti e alla discografia di Gabriella Ferri.
DAL 16 AL 19 NOVEMBRE
IL GUARDIANO
di Harold Pinter
Traduzione Alessandra Serra
regia Duccio Camerini
con Duccio Camerini
Leonardo Zarra, Lorenzo Mastrangeli
Due fratelli e un vecchio.
Una stanza di periferia che sembra più un magazzino, accerchiata da immigrati di tutte le razze, in una grande città ormai grottesca.
Tutto comincia quando Aston porta in quella “casa” un uomo che ha incontrato mentre litigava in un bar. L’uomo è un vecchio, forse un vagabondo. Presto verrà fuori anche l’altro fratello più giovane, Mick.
Il vecchio capisce subito che quel posto per lui è una opportunità; ma per riuscire a restare lì dentro, e forse arrivare a ricoprire il ruolo di “guardiano”, come gli è stato promesso, sa che dovrà giocare una partita diversa con ognuno dei due “proprietari”.
E i due fratelli non si sottraggono, non hanno un lavoro vero e proprio, passano molto tempo dentro quel luogo inclassificabile.
Una situazione ridicola e con un fondo di minaccia, che un triangolo di dipendenze tra i personaggi rende sempre più aggravata e più ridicola.
E’ il vecchio ad essere più scaltro dei due, soprattutto quando cerca di mettere i fratelli l’uno contro l’altro?
Oppure il suo tempo con loro aveva una scadenza, che era stata decisa fin dall’inizio?
E i due ragazzi sono davvero confusi e inconcludenti come sembrano, giovani e fragili nel loro spaesamento (Aston perfino affetto da una patologia che forse anni prima gli aveva fatto soffrire le scariche di un elettroschock) ?
Oppure il loro incontro col vecchio è soltanto una trappola, pura e centellinata violenza, non sanguinaria come quella praticata dai protagonisti di “Arancia Meccanica” o di “Funny Games”
– ma non per questo meno efficace?
Nonostante appartenga al primo periodo di Pinter, è del 1960, Il Guardiano è stato sempre giudicato come una delle vette del futuro Premio Nobel.
Un capolavoro calato nella working people che usa comicità banalità e minaccia (le armi più affilate del suo autore), e che è tuttora inclassificabile: una commedia sul potere tra personaggi senza potere.
Disturbante forse anche più di allora, se vogliamo dirla tutta.
Basta fare il conto delle guerre e degli orrori che siamo stati costretti ad ingoiare in questi ultimi sessant’anni.
Duccio Camerini
DAL 23 AL 26 NOVEMBRE
COME L’AUSTRALIA
di e con Claudia Genolini
Come l’Australia, è la storia di una donna che si ritrova in continuazione a dover scegliere: l’amore, il lavoro, la famiglia… E’ una storia universale, che sviscera uno dei grandi dilemmi dell’uomo: “Scelgo ciò che desidero o quello che è più sicuro?” Un monologo che racconta le fasi di crescita di una persona che alla fine… almeno una volta nella vita avrà il coraggio di scegliere ciò che desidera veramente? “Come L’Australia” è una storia universale, per tutte quelle persone che almeno una volta nella vita si sono ritrovate a dover scegliere. La scelta è il tema, il processo della decisione, è la struttura e la regia si sviluppa intorno ad esso. Quanto è difficile scegliere? Cosa ci muove a scegliere? Il coraggio? La paura? Il desiderio?
30 NOVEMBRE -1-2-3 DICEMBRE
IL MINESTRONE
di Niccolo Felici
regia Alessandro Cecchini
Con Niccolò Felici, Giuseppe Zep Ragone, Giorgio Petrotta, Sofia Ferrero
“La tana di Michele” è un ristorante sull’orlo del fallimento, Guido, lo chef, cerca un modo per salvarlo, ma dovrà scontrarsi con i suoi colleghi. Ognuno con la sua idea, la sua personalità, il suo percorso, ognuno diverso dall’altro, ma che come le verdure in un minestrone, si mescolano per dare vita a qualcosa di nuovo. Il segreto di una buona pasta non è solo la pasta. Il segreto di una buona pasta è la pasta, il pomodoro, l’olio, l’aglio, il basilico, l’amore che ci mettiamo per raggiungere il risultato finale. Può capitare a volte di sbagliare, di fare abbinamenti azzardati, di mettere poco sale, di bruciare un sugo: dove è possibile aggiustiamo, ma a volte è necessario ricominciare da capo per salvare un piatto, stravolgerlo, se serve.
L’unica cosa che differenzia noi umani da un piatto è che se ci manca del sale o ci accorgiamo di dover ricominciare tutto da zero, non abbiamo uno chef che da sopra ci aggiusta, lo dobbiamo fare da soli. Il minestrone parla di questo, parla di quattro ragazzi che non hanno idea di come aggiustarsi ma che forse neanche sanno di doverlo fare, parla di un ristorante che, proprio come una grossa pentola di Minestrone, solo con le verdure giuste e l’amore che le tiene insieme può rimanere in vita.
DICEMBRE
DAL 7 AL 9 DICEMBRE
FESTIVAL DELLA DANZA AUTORIALE CONTEMPORANEA
Direzione artistica di Miriam Baldassarri
7 DICEMBRE
_SLOW ROW
Progetto EMY
Progetto sperimentale di KODANCE/&KO Sospesi in un tempo apparentemente immobile, sublimando l’attesa, cercando di tracciare mappature di un luogo ruvido…
BLACK_with a spotlight
EMotions Dance Company
Loop frenetici, declinati in gesti dilatati all’estremo, per trasportare lo spettatore nel microcosmo delle idiosincrasie che ciascun essere umano ha sviluppato verso i gesti più comuni.
Il tessuto coreografico è come un chiarore lontano nel buio, a tratti completo e totalizzante, una luce che viene dal fondo, una tensione alla rinascita.
8 DICEMBRE
Soirée DNA
Coreografie di Elisa Pagani
LANIAKEA
In un tentativo perpetuo di creare uno spazio tra i corpi e di luoghi comprendiamo che il pieno a cui aneliamo non è delle cose, ma del tempo. Si vuole ripulire e accudire il seme che ha dato vita delle cose dell’esistenza, per arrivare al punto senza dimensioni che è l’origine, il senso, la genesi.
ALLE COSE INVISIBILI
Al silenzio, alle forze, al vuoto, ai moti dell’universo Al nascita alla morte, al cambiamento, all’altra faccia delle cose Al calore, al tempo, alla coscienza Agli atomi, alle cellule, al DNA Alle idee, all’intuizione, alla volontà Al suono, al profumo, al sapore Alle emozioni, al desiderio, all’amore Al vento senza le foglie Al dietro senza gli specchi Al movimento troppo lento,
inesorabile e impercettibile del ghiacciaio
9 DICEMBRE
MOVIMENTA 2.0
Vetrina coreografica per emergenti
Ofelia: l’innocente accadere
GD_Company
Coreografia di Gisella Biondo
La violenza e l’innocenza di un amore, raccontato attraverso la figura simbolica di Ofelia. Il delirio e la follia si fondono armoniosamente per diventare materia, attraverso la danza e la poesia. Le ombre prendono voce, e ci raccontano attraverso il movimento e l’improvvisazione, l’ambivalenza sublime di questa tragedia senza tempo.
Amica mia
Simona Borghese-Giulia Botta
È così che due persone si scelgono, si scoprono e maturano insieme. Questa è la storia di un’amicizia consolidata, di quel legame in cui si danza con i passi complicati e misurati dell’età adulta. Le due protagoniste raccontano con delicata passione e coinvolgente dinamica di un rapporto che saprà trasformare i graffi del tempo in una solida struttura.
E‘ di nuovo primavera
Collettivo “Aria“
Coreografia di Giordano Novielli
Ispirato alla ciclicità delle stagioni e delle emozioni umane, attraverso la musica di Vivaldi rivisitata da Max Richter, declina l’eterna successione delle stagioni, tra malinconia e passione, celebrando il ciclo senza fine della natura, la bellezza e la complessità del continuo ritorno alla vita e a sé stessi.
DAL 14 AL 17 DICEMBRE
A SCIUQUE’
di Ivano Picciallo
Regia Ivano Picciallo
Adelaide Di Bitonto ,Giuseppe Innocenti, Igor Petrotto, Francesco Zaccaro. Ivano Picciallo
Uno spettacolo teatrale che nasce dalla necessità di raccontare un problema sociale in forte espansione che attira a sé uomini e donne di tutte le età, categorie e classi sociali: la dipendenza dal gioco d’azzardo.
La messa in scena prevede sette quadri: l’infanzia, la maturità, il matrimonio, la famiglia, la dipendenza, gli strozzini e l’epilogo.
Nicola, il protagonista, si racconterà in uno spazio vuoto che riflette il mondo che vive dentro di sé, quello che la sua dipendenza lo ha costretto ad esplorare. Ad accompagnarlo in questo viaggio quattro attori col compito di dar vita ai ricordi, alle malinconie, alle azioni mancate e ai dolori di quest’uomo costretto a fare i conti con il suo più grande errore.
Frammenti di vita e ricordi si confondono e si sovrappongono grazie ad una polifonia dialettale riconducibile all’universo popolare del sud Italia. Ma la parola, sì importante, risulta però subordinata al linguaggio del corpo, ai suoni e ai toni delle voci, ai gesti simbolici degli attori.Sono i corpi che principalmente raccontano la storia, su di essi vive la realtà di un sud senza orpelli, tamburelli o tarante, un sud vivo nella sua semplicità e l’uso del dialetto è l’unico, naturale “artificio” che consegna alla storia una magia particolare, che dal primo minuto ci catapulta in una strada di periferia, nella provincia di Bari, sui ciottoli bagnati dalle gocce d’acqua che cadono dai panni stesi ad asciugare, sotto il sole caldo e denso di una giornata come tante, passata a giocare.Il fulcro del lavoro è la ricerca della contraddittorietà del gioco che dalla sua forma pura giunge al vizio. Una ricerca costante, scandita nei diversi quadri da un dinamismo perpetuo di immagini che si rincorrono e si susseguono, dove gli attori – in una forma di coro-moderno – accompagnano il protagonista Nicola nell’excursus della propria vita. Un ritmo incessante, una estrema veracità di linguaggio a servizio dei corpi spinti in una minuziosa prossemica catturano lo spettatore in una immediata ed inconsapevole connessione d’emozioni.
19 DICEMBRE
RADIO PLAY LIVE ( radio dramma )
Canto di Natale
A cura di Aurora Piaggesi
Un brusco e riluttante regista deve realizzare il radiodramma di “Canto di Natale” di Charles Dickens nella più scalcagnata delle produzioni. Il cast non è completo, alcuni attori non sono chi dicono di essere e c’è persino il pubblico in sala! Eppure per il Regista, la storia di Scrooge sarà l’occasione per diventare una persona migliore.
Con: Lorenzo Galliani, Aurora Piaggesi, Luca Iannotta, Alessandra Ferrante, Michele Fontana, Federico Felici, Tiziana Galliani e Ylenia Spinelli.
DAL 20 AL 23 DICEMBRE
HAMLETOPHELIA
Drammaturgia e regia Luca Gaeta
Con Massimiliano Vado, Salvatore Rancatore, Camilla Petrocelli
Lo spettacolo nasce come studio nel 2008, nell’ambito di un progetto teatrale organizzato dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; dopo qualche anno di riscrittura, ampliamento e sviluppo è stato presentato a Roma presso il teatro Tordinona nell’Aprile 2015. Attraverso l’utilizzo dell’immagine simbolica più forte del teatro moderno, ossia la figura di Amleto, si realizza sulla scena il concetto di negazione del presente e rifugio nel giardino del ricordo, della difficoltà e della fuga dalle responsabilità. Amleto, interpretato da Massimiliano Vado, resta un eterno bambino, relegato in un ovattato kindergarten, in cui oggetti, odori e sapori rievocano lo stato infantile che il protagonista non riesce a superare. Ophelia (Camilla Petrocelli che sostituisce Federica Rosellini) circonda, accompagna e asseconda Amleto nella sua follia: bambola senz’anima destinata a un finale tragico.
L’origine dei mali di Amleto si nasconde quindi nell’infanzia, dove un unico personaggio aveva accesso alla sua serenità, il buffone di corte Yorick (Salvatore Rancatore): il giocattolo mancante che con una sorta di flash-foward dall’aldilà ci racconta l’esistenza ancora da compiere e i perché irrisolti del protagonista. La drammaturgia dello spettacolo, ispirata all’Hamlet di William Shakespeare e all’Hamletmachine di Heiner Muller oltre che da spunti presi e rielaborati dai vari scritti di critica teatrale esistenti sul Principe di Elsinore.
Si vuole indagare più la sua figura simbolica nell’età contemporanea che la storia vera e propria scritta in Shakespeare.
DAL 29 AL 31 DICEMBRE
VELVET MOTEL
di Giuseppe Brancato
cast da definire
Velvet Motel nasce dall’idea di portare il musical “in faccia” al pubblico in un modo totalmente nuovo: coinvolgendolo 5 strambi personaggi – residenti fissi del Velvet – che interagiscono con gli ospiti della serata per risolvere un omicidio, co citazioni dai maggiori Musical del West End, completamente tradotti in Italiano e adattati per lo spettacolo. “Un mix fra una cena con delitto, un escape Room e un Musical di Broadway, era la pazza sfida che io insieme al coreografo Mark Biocca , alla mia assistente Mara Callini e tutto il cast abbiamo cercato di portare in vita.. e credo che ci siamo riusciti!” – annota il regista Giuseppe Brancato. Si affrontano con massima comicità temi serissimi quali l’ omosessualità, la solitudine, la violenza di genere .. il “be your self” (essere se stessi) apparentemente scontato e che tutti ricerchiamo.
Ambrogio è pronto ad aprire le porte del Velvet Motel… Voi!?
GENNAIO
DAL 4 AL 7 GENNAIO
TI AMO SEI PERFETTO ORA CAMBIA
Di Joe Di Pietro
Regia Alessia Tona
Musiche Jimmy Roberts
Versione Italiana a cura di Roberto Recchia
con Mirko Basile, Irene Egidi, Silvia Santoro, Gianluca Savino, Alessia Tona,
Al pianoforte Gabriele Ripa
Avete presente quella sensazione di inadeguatezza che ti coglie prima di un appuntamento?
I pensieri galoppano senza freni mentre ti prepari per questo evento, che sai già che potrebbe rivelarsi un completo fallimento, ma comunque la speranza – questa maledetta! – è l’ultima a morire e quindi ti dirigerai verso l’ennesimo aperitivo.
Oppure quella sensazione terrificante che ti attanaglia le viscere quando aspetti una chiamata, che non arriverà mai, da una persona con la quale sembrava ci fosse una certa attrazione fisico-mentale che di questi tempi scarseggia?
Insomma, le questioni di cuore, lo sappiamo, sono sempre un argomento spinoso, una matassa aggrovigliata di intenzioni, istinto, paura e gelato Haagen-Dasz al gusto lacrime e rimpianto.
La ricerca della persona perfetta diventa un’impresa al cui confronto quelle di Tom Cruise in “Mission Impossible” rappresentano una passeggiata di salute. Poi capita di trovare qualcuno che corrisponde a tutte le caratteristiche che avevi accuratamente elencato nella tua testa e indovina un po’? Non va bene e devi assolutamente cambiarlo. Ti amo, sei perfetto, ma ora cambia racconta questo, ovvero della vita da single, della vita di coppia, dell’essere sposati senza il minimo tempo per sé stessi, del non volersi sposare affatto e molto altro, il tutto condito da ironia e sano sarcasmo. Questo esilarante musical da camera – anzi da camera da letto, concedeteci il gioco di parole! – scritto da Joe Di Pietro con musiche di Jimmy Roberts è stato tradotto in tredici paesi del mondo a testimonianza del fatto che le questioni sentimentali sono universalmente un vero disastro.
DAL 11 AL 14 GENNAIO
UNA NOTTE DI SALOME’
Di Emanuele Vacchetto
Regia Riccardo D’Alessandro
Con Beatrice Gattai , Noemi Sferlazza.
Notte, quasi mattino; un vecchio pub di periferia è il luogo in cui si incontrano due donne, dal passato e dalla vita completamente antitetici. Mentre la tenutaria del pub sta pulendo il locale, lasciato quasi abbandonato dal marito alcolizzato che dorme in un angolo, bussa alla porta una donna, con un cappello in testa e una grande borsa, dai modi alquanto strani. Sembra voler nascondere la sua identità; chiede di bere un wisky. La padrona del locale Desideria inizialmente la scambia per una prostituta e non vuole acconsentire a servirla, tanto più che ormai il locale è chiuso; ma poi si rende conto che si tratta della famosa attrice Veronica Lopez, il suo idolo. Desideria e Veronica hanno occasione di fare amicizia e raccontarsi le loro vite, i fallimenti affettivi, soprattutto i sogni infranti: il matrimonio che desideravano è stato frutto di dolore e afflizione. La mancanza di un figlio e l’impossibilità di essere madre, ha generato frustrazione e sete di rivalsa e vendetta proprio sul quel compagno che non le ha comprese, o tutelate. È il racconto di come sia difficile essere donne oggi…Le due protagoniste vivono due matrimoni difficili e in più senza il conforto di figli che, per motivi diversi, non hanno potuto avere. Una è un’attrice, l’altra la proprietaria di un bar. La prima entra nel bar poco prima che venga chiuso. Le due cominciano a parlare delle loro solitudini. Il loro incontro, dall’imprevedibile finale, darà una svolta alle loro vite.
16 GENNAIO
RADIO PLAY LIVE
Il barbiere di Siviglia ( radio Dramma )
Dall’opera di Gioacchino Rossini, una esilarante commedia romantica. Il Conte di Almaviva vuole sposare Rosina, che il dottor Bartolo tiene segregata in casa. Solo i furbi trucchi e travestimenti del barbiere Figaro permetteranno al sogno d’amore dei due giovani di coronarsi.
Con: Lorenzo Galliani, Luca Iannotta, Alessandra Ferrante, Michele Fontana, Federico Felici e Ylenia Spinelli.
Sound design e rumori dal vivo: Giulia Vertua
Adattamento e regia: Aurora Piaggesi
DAL 18 AL 21 GENNAIO
INTESTAME’
di Carlo Ragone e Loredana Scaramella
Con Carlo Ragone
Musiche Stefano Fresi
Musiche dal vivo
Violino Adriano Dragotta
Chitarra Daniele Deseta
Percussioni Alessandro Luccioli
Contrabbasso Stefano Marzolla
Può da un dolore nascere una risata? L’ingegno comico che spinge alla messa in dubbio di ogni cosa, all’irriverenza, al rovesciamento di ogni certezza, suggerisce che per un evento di grande pesantezza, la leggerezza sia l’antidoto migliore.
Un uomo solo, alla morte del padre. Un assurdo testamento: al figlio prediletto non spetta nulla, niente soldi, niente casa, ma solo poche sibilline parole: “A mio figlio Ferdinando ci lascio tutto. Tutto quello che non ho fatto.” Un lascito che spalanca inevitabilmente la porta ad un mondo che non sceglie i colori definiti della realtà, ma le sfumature della possibilità, dei rimpianti, delle nostalgie e, perché no, della magia. Un mondo di favola insomma. E non somiglia tanto ad una favola la storia di un figlio che, dopo aver vestito la giacca del padre, viene trasportato per incanto nella Napoli degli anni ’40, tra bombardamenti, fame e emigrazione? Sospeso nel limbo di un tempo indistinto, Ferdinando avrà finalmente l’occasione di osservare com’era Matteo da giovane, di conoscerne le speranze e le illusioni.
Racchiusi in quella giacca, come tante cartoline spedite da posti mai visitati, ci sono tutti quei viaggi che non ha mai potuto fare, l’America che è rimasta soltanto un miraggio, le avventure mai provate, i sogni mai realizzati.
Così il figlio canta, balla, soffre, spera, ride come se fosse il padre; sente sulla sua pelle la straordinaria emozione che possono provare soltanto due bambini che, giocando con la luna, scoprono di essere fatti l’uno per l’altra. E’ vestendo i colori della vita del padre che, dopo tanto tempo, impara a conoscerlo. Ed è in questo che risiede la straordinaria potenza di quel criptico lascito testamentario. “O’ tiempo te vuo’ bene se tu ‘n ce sai pazzià“, dice Matteo al figlio. È il suo segreto: l’ultimo cavaliere, quello che vincerà la morte, vestirà soltanto una risata, perché il gioco è la chiave che permette di trasformare in esperienza gioiosa ogni dolore. Solo così possiamo sperare di tornare là, in quel posto da cui tutti veniamo: “dint’ ‘estelle“.
DAL 25 AL 28 GENNAIO
CROCE SUL CUORE- e tu che strada percorri?
Regia Francesco Romano
con Roberto Scorza e Giulia Vittoria Cavallo
“Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra prosegui- re dritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino.” (S. Tamaro) Croce sul cuore, atto unico circoscritto in tre momenti, racconta di questa scelta fatta in un attimo da un Uomo e una Donna. L’uno sceglie di seguire i passi dell’altra, vicini e distanti allo stesso tempo. Uomo e Donna sono viaggiatori di una strada che li lega apparentemente, essi infatti, calpe- stano fino ad intralciare i percorsi definiti e indefiniti di ognuno. C’è negli occhi di entrambi l’illusione di camminare nello stesso senso e con lo stesso obiettivo, unico vero conoscitore della verità è il pubblico, il vero interlocutore dei due protagonisti e delle loro coscienze.
30 e 31 GENNAIO
ANIMUS ANIMA
Ideazione e Coreografia Ludovic Party
Musiche Claude DEBUSSY, Zoltàn KODALY, LAMBARENA, Giovanni SOLLIMA
Interpreti Vanessa NACCI Ludovic PARTY
Scenografie Marco Schaufelberger Ufficio Stampa Maresa Palmacci Luci Alessandro Iannattone
Una produzione MELANCHÒLIA TEATRO
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L’idea secondo la quale le energie maschili e femminili, così come le intende Jung, risiedano dentro di noi può sembrare astratta e teorica. Ha infatti implicazioni molto concrete e apprezzabili per la nostra vita quotidiana. In ogni donna c’è anche un Animus, un’energia maschile, decisionale e razionale della psiche. Come in ogni uomo, c’è anche un’Anima, un’energia femminile più vicina alle proprietà accoglienti, creative, emotive e intuitive dello spirito. Non ci rende meno “femminili” o meno “maschi”, ma ci rende persone più complete. Invece, ogni volta che rifiutiamo le caratteristiche energetiche dell’Animus o dell’Anima, rischiamo di identificarci troppo semplicisticamente nelle caratteristiche del nostro sesso. In tal modo, si rischia di svalutare o sminuire il sesso opposto. Questo progetto si propone di esplorare l’Animus e l’Anima proiettati da due artisti che tutto mette insieme, una danzatrice e un danzatore. Il legame che li unisce è la musica, il tempo, il ritmo e, ovviamente, il respiro. La musica e in questo caso anche la parola non sarà un accompagnamento alla danza, ma la sua diretta espressione e complementarietà in un unico linguaggio. Due esseri seduti dos à dos in scena. Uno vestito di nero è un fauno, l’altro vestito di rosso è una ninfa. Sono due facce della stessa medaglia. Danzano seduti il maschile e il femminile di ciascuno. Sono distinti ma uno solo. Questo linguaggio sarà anima per anima, riassumendo tutto, profumi, suoni, colori, un pensiero che cattura il pensiero.
Ludovic Party
FEBBRAIO
1-2 FEBBRAIO
PUPA E ORLANDO
di Giuseppe Fava
Con Claudio Pomponi e Marco Aiello
“Pupa e Orlando raccontano la loro vita da cantastorie, lei puttana e martire, lui ladro e pappone mendicante; sempre in rivolta e alla ricerca di una svolta che sarà la prossima strada, quella più misera e desolata che non conosce redenzione ma solo la sentenza del più forte. Foemina Ridens è il penultimo testo, forse il più intimo di Giuseppe Fava, messo a tacere dalla mafia il 5 gennaio 1984, proprio di fronte al suo teatro.” La figura di Giuseppe Fava viene spesso introdotta dalle sue parole più celebri, divenute manifesto di lotta coraggio e vivacità intellettuale. Parole sulle quali noi continuiamo a meditare traendone linfa e ispirazione per il nostro percorso e artistico e umano. Parole che stavolta non intendiamo trascrivere bensì riscrivere, affrancandole da una certa assuefazione mediatica cui oggi siamo tutti inadeguatamente connessi, quindi ricalibrandole attraverso il filtro magico del teatro e dei suoi personaggi; abili nel disegnare potenti traiettorie e nel restituire al verbo l’antica funzione di parabola precisa e riflettente.
Pupa e Orlando sono due “ragazzi di vita” di pasoliniana passione, come quella di “Michele” per la sua terra, la stessa per la quale il suo autore, detto Pippo, non ha mai smesso di lottare.
Il riferimento al poeta friulano sorge spontaneo, necessario a comprendere l’impegno e il coraggio di Giuseppe Fava nell’opporsi al potere mediante un giornalismo etico, caparbio e irriverente, capace di scavare nei meandri della verità che ai più sfuggiva:
« Mi rendo conto che c’è un enorme confusione sul problema della mafia. I mafiosi stanno in parlamento, i mafiosi a volte sono i ministri, i mafiosi sono i banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione »
Un estratto dall’ultima intervista che Giuseppe Fava rilasciò a Enzo Biagi il 29 Dicembre 1983.
Pochi giorni dopo, il 5 Gennaio 1984 fu ucciso davanti al teatro Verga di Catania.
Lo spettacolo è un condensato del suo vastissimo universo poetico, un omaggio alla tradizione dei cantastorie siciliani ma soprattutto al teatro, inteso come piazza, platea, luogo di verità. Questo l’aspetto che più alimenta e responsabilizza il nostro coinvolgimento nella ricerca e nel riadattamento di una scena che seppur ridotta non intacca la profondità e la natura dell’opera.
Pertanto, la scelta di “travestire” Pupa con un corpo maschile apre ad uno smarcamento da certi stilemi, ad una rielaborazione che oggi secondo noi potrebbe incoraggiare la doverosa e agile diffusione del suo messaggio, culminando con la scelta del romanesco di borgata come segno di un mondo periferico in cui i personaggi agiscono spinti dall’istinto e dalle passioni.
Ripensare un autore significa farlo (ri)vivere, liberarlo dalle nebbie dell’immaginario collettivo, farlo dialogare con altri mondi attraverso il nostro sguardo.
Giuseppe Fava per noi rappresenta il grido dei sopraffatti, di chi sta ai margini, di chi non viene visto ne ascoltato, di chi è meno fortunato, di chi brucia dentro per una società migliore, di chi ha il dono di donarsi, per un’umanità più umana.
Non riusciva a respirare. Aveva tutta la faccia insanguinata. Camminò adagio verso di loro e in quel momento sentì nitidamente la musica che veniva dalla festa, ed ebbe un curioso pensiero: ho dimenticato a Palma la mia armonica, non la rivedrò più !
3-4 FEBBRAIO
DONNE SENZA CENSURA ( ispirato a tutto ciò che ha significato qualcosa )
di Patrizia Schiavo
con Silvia Grassi, Sarah Nicolucci, Patrizia Schiavo
“… D’ora in poi racconto solo di vagine e organi affini…come avrete visto o sentito. Culi grossi, culi mosci e culattoni! Racconto di donne grasse e insoddisfatte, di viagra, di amanti ridicoli, improbabili… storie piccanti con personaggi imbarazzanti!…”
Questa la dichiarazione d’intenti di un’artista che, sotto lo pseudonimo di Letizia Servo, si racconta in toni provocatori, radicali o malinconici, esponendo la propria identità multipla: dialoga ora con il pubblico, ora con un’ intervistatrice, una voce off che non a caso è la sua stessa voce, ora con le zone più oscure di sé. Stupida, scandalistica o arrabbiata, in conflitto tra essere e dover essere, racconta la sua vita nel teatro tra verità e menzogne. Biografia di un’artista eclettica, che si confronta con la propria immagine, il mestiere, il rapporto con l’altro sesso , con la libertà, il potere e tra fantasmi reali e immaginari giganteggia l’ombra di Carmelo Bene.
Ironizzando sui torti o smitizzando gli abusi di potere, il racconto diventa ribellione linguistica anche attraverso due alter ego, che amplificano gli aspetti scabrosi e piccanti. Due donne in conflitto ma pronte a vendicarsi dei torti subiti, che mentre si preparano per quello che sembrerebbe l’incontro della loro vita, passano in rassegna,con ironia e un certo gusto per l’eccesso, i fallimenti amorosi precedenti. Ognuna fa da specchio e da contrappeso all’altra e al di fuori di ogni vittimismo o moralismo, si espongono senza censura.
DALL’8 ALL’11 FEBBRAIO
ARIA FRITTA
di Marco Todisco
Regia Marco Todisco
con Margherita Smiriglia, Beatrice De Angelis
In una strana trattoria frequentata pochissimo, una ex professoressa di italiano, incontra la donna che gestisce questo locale davvero singolare, il cui piatto forte è un antipasto che nessuno ha mai sentito. In un’atmosfera irreale, le due donne si incontrano, si annusano, si studiano vicendevolmente. Non si piacciono.
Come succede nella vita, da un banale malinteso, inizia una guerra dei nervi in cui ognuna delle protagoniste approfitta di ogni piccolo appiglio per scaricare sull’altra il malcontento esistenziale accumulato in passato.
Sarà un tragicomico duello fra due “solitudini” giocato sul filo di un’ironia a tutto tondo. Beffarda, feroce, istrionica, ma sempre divertente. Pervasa dalla tenera insicurezza che nella vita, accomuna i perdenti.Fra le due si creerà un rapporto, inizialmente pieno di incomprensioni e di ripicche quasi infantili; fino a che decidono un momentaneo “cessate il fuoco” che le porterà ad abbassare le difese e in quel momento i due mondi si incontreranno.
L’iniziale diffidenza lascerà il posto alla voglia di comprendersi umanamente e aprirsi con sincerità. A turno ognuna diventerà l’analista e la paziente dell’altra. Il racconto del dramma di due solitudini dove la comicità la fa da padrone.
Marco Todisco
DAL 15 AL 18 FEBBRAIO
INTERRUZIONI
Di Camilla Ghedini
Adattamento e regia Paolo Vanacore
con Carmen Di Marzo
In scena, a destra, un tavolo con microfono dove siede l’imputata accusata di figlicidio. A sinistra l’interno dell’abitazione del Pubblico Ministero, pochi elementi ma di lusso: un piccolo divano, un tavolino, accessori. I due ambienti sono divisi da uno specchio.
Lo spettacolo inizia con il processo, l’imputata è seduta al tavolo dal quale non si alzerà mai, indossa una divisa da reclusa. La recitazione è basata su diversi registri espressivi caratterizzati dall’immobilità fisica cui è costretta l’imputata. Non può alzarsi dal tavolo, è sotto interrogatorio. Quelle che dovevano essere una serie di domande a senso unico che avrebbero portato a un finale già stabilito si trasformano invece in un racconto intimo e appassionato, una narrazione che sconvolge i presenti, il Pubblico Ministero in particolare. Emergono le motivazioni che hanno portato l’imputata a commettere il figlicidio, un’atmosfera rarefatta nella quale risuonano le parole della donna, parole che ribaltano il pensiero comune, un punto di vista diverso. La parte destra del palco è illuminata con una luce ghiaccio, simile al neon delle aule di tribunale. La parte sinistra è completamente al buio. Al termine del racconto l’imputata si alza, musica di fondo, i suoi movimenti sono sospesi nel tempo, una sorta di limbo nel quale avviene la metamorfosi, si avvicina allo specchio e lentamente veste i panni del Pubblico Ministero dopodiché attraversa lo specchio ed entra nella sua abitazione. Buio totale sulla parte destra. Luce calda che proviene da una bella ed elegante lampada, il PM si toglie la toga, le scarpe, poi si siede sul divano. È ancora turbata dal racconto dell’imputata. Lei, che non ha voluto figli, per scelta. Lei, figlia unica. Lei, che ha sempre avuto un rapporto difficile con la propria madre. La regia tenderà a evidenziare il doppelgänger di noi stessi, l’altra parte di sé, il cosiddetto gemello – solo apparentemente? – maligno, il nostro più autentico specchio dell’anima.
DAL 22 AL 25 FEBBRAIO
LA ROSA NON CI AMA
Di Roberto Russo
Regia Gianni de Feo
Con Cloris Brosca e Gianni de Feo
In una piazza notturna, dove fanno da sfondo le mura della Basilica di San Domenico Maggiore circondata da silenziosi palazzi cinquecenteschi, emergono le ombre di due personaggi: un uomo e una donna. Vestiti di cenci, potrebbero essere due clochards o vagabondi casuali senza tempo.
Siamo nella città di Napoli, in un’epoca non definita, davanti al palazzo che appartenne al Principe Carlo Gesualdo da Venosa e dove, nella notte tra il 16 e il 17 ottobre del 1590, lo stesso Principe infierì con efferata violenza sul corpo di sua moglie Maria D’Avalos e dell’amante di lei Fabrizio Carafa, Duca D’Andria. Questa la cronaca di uno dei più famosi delitti passionali.
Durante l’azione scenica l’identità dei due personaggi gradualmente si svela. Questi sono proprio le ombre dei due nobili coniugi, fantasmi senza pace costretti ogni notte a ritrovarsi per ripetere, nei secoli, lo stesso rito necessario a rielaborare gli eventi sanguinolenti del passato. Attraverso la ricomposizione dei colori del Cubo di Rubik, essi rivivono tutta la gamma cromatica delle loro anime. Lui, uomo sensibile e geniale inventore dei colori della musica, raffinato madrigalista e stimato ispiratore dei tempi a venire. Lei, bellissima donna passionale e vitale. Tuttavia, entrambi vittime dei loro ruoli e del loro tempo! La Rosa, simbolo d’amore di tutte le epoche, attrae e affascina con la seduzione del suo profumo e la bellezza dei suoi colori, ma può anche uccidere con la sola punta sottile di una spina.
In uno scontro verbale dai toni rabbiosi, appassionati e talvolta violenti, i due si affronteranno e si scontreranno fino al punto di riconoscere e accettare le reciproche colpe. Solo così, in un abbandono catartico, i due fantasmi potranno infine purificare la propria anima e raggiungere la pace.
La trama drammaturgica concepisce la presenza di altri personaggi che si alternano e si contrappongono ai due protagonisti. E dunque, in questa messa in scena che si articola tra azione vivace e lettura a leggio, saranno proprio loro, Carlo e Maria, a evocare e a far rivivere, attraverso la loro voce come gli accusatori di un tribunale, tutte quelle figure intorno alle quali ruota la vicenda stessa. Così pure si mescoleranno le lingue, dallo spagnolo del 500 al napoletano antico fino al latino, attraverso un linguaggio forbito a tratti lirico ma al tempo stesso contemporaneo. Alla parola farà da contrappunto l’elemento musicale che percorre quasi tutta la trama drammaturgica scavalcando anche in questo caso epoche e gusti. Inoltre, due testi di Torquato Tasso scritti espressamente per Gesualdo, ma mai messi in musica da questi, sono stati ora rielaborati con musiche originali e cantati dal vivo nello stile dei madrigali.
27 FEBBRAIO
RADIO PLAY LIVE
L’Importanza di chiamarsi Ernesto ( Radio Dramma )
A cura di Aurora Piaggesi
Dalla geniale penna di Oscar Wilde, una commedia degli equivoci frizzante e arguta. Quando due giovani uomini fingono di chiamarsi Ernest pur di ottenere l’amore delle loro belle, e queste due si trovano a incontrarsi, non possono che sorgere guai.
Con: Lorenzo Galliani, Aurora Piaggesi, Luca Iannotta, Alessandra Ferrante, Michele Fontana, Federico Felici, Tiziana Galliani e Ylenia Spinelli.
Sound design e rumori dal vivo: Giulia Vertua
Adattamento e regia: Aurora Piaggesi
28 FEBBRAIO
DIVIN’AMMENTE DANTE
Di Luca Trezza
con Luca Trezza e Francesca Muoio
L’anno scorso sono passati 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e celebrare la Divina Commedia, testo base della lingua italiana e, si può dire, simbolo dell’unità del nostro Paese, mai come in questo momento, crediamo sia un dovere, ma soprattutto un diritto prima come esseri umani e poi come cittadini. In questa triste epoca in cui, infatti, siamo più che mai “divisi” gli uni dagli altri e in cui la confusione e la paura ci rendono difficile pensare che “l’unità” e lo “stare insieme” possano essere fonte di forza e di speranza e non di malattia o debolezza, a maggior ragione dobbiamo fare il possibile per continuare a crederci con tutti noi stessi. Ma “unione” non vuol dire omologazione. Al contrario, è l’esaltazione delle differenze e delle peculiarità.
Ed è stato lo stesso Dante ad esserne convinto. Egli era affascinato dalla molteplicità delle lingue e dei dialetti. Era il primo a giocare con le loro musicalità e a rendersi conto della loro grande potenza artistica. E prova lo sono due personaggi dagli idiomi completamente inventati dal poeta, Pluto e Nembrotte, il re di Babele che fece costruire la famosa Torre. Il poeta sapeva che ogni lingua produce una letteratura e ogni letteratura può moltiplicarsi in altre ed altre lingue ancora, fino a diffondersi come una macchia infinita in tutto il mondo. Ed è proprio ciò che è successo alla Divina Commedia, che è stata tradotta in ormai duecento e più lingue e dialetti diversi, per raggiungere duecentomila e più popoli e renderla ad oggi davvero un’opera universale.
Ed ecco da dove nasce l’idea di Divin ‘a mmente Dante. C’è stata una donna napoletana, Matilde Donnarumma Pierro, pronipote per altro dell’omonimo Pierro, titolare della famosa casa editrice napoletana con la quale stamparono le loro opere anche Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Matilde Serao, Gabriele D’Annunzio ed Eduardo Scarpetta, che ha pensato bene di utilizzare il suo dialetto per “tradurre” l’opera di Dante e renderla così più comprensibile al popolo. Era il 1963 e la Divina Commedia in napoletano venne pubblicata con l’identica struttura di quella originale dei 14.233 versi in terzine di endecasillabi a rima incatenata. Cento canti che purtroppo, però, Matilde non ha fatto in tempo a pubblicare tutti. Abbiamo i canti dell’Inferno, alcuni del Purgatorio, ma nessuna traccia del Paradiso. La stessa però dichiarava che non si trattava di una vera e propria traduzione. “Il poeta è inimitabile, intraducibile, ma ci si può avvicinare molto senza tradirne il pensiero e il linguaggio.” E a noi piace pensare che, proprio per omaggiare il pensiero e il linguaggio di Dante, bisogna far conoscere anche questo piccolo grande capolavoro del patrimonio culturale della nostra Napoli. Napoli dove tutto è possibile. Dove persino una dolce anziana signora può diventare l’Alighieri dei nostri giorni. Dove la stessa anziana signora, pronipote di una storia enorme culturalmente parlando, ci insegna che il passato e il futuro possono e si devono incontrare, che un classico è tale perché può e deve diventare moderno e che l’incontro tra i due non deve per forza pregiudicare la poesia e il significato profondo del primo. Ci piace pensare che attraverso l’ascolto di una Divina Commedia così diversa rispetto a quella studiata a scuola, anziani, adulti e giovani possano riapprezzarne la bellezza e riconoscerne la familiarità. Possano ritrovarsi ancora oggi in quest’opera riassaporandone gli umori, le azioni e le tematiche. Vogliamo perciò esporre in maniera leggera e semplice la sua struttura alternandola alla lettura di alcuni frammenti di questi “nuovi” canti dell’Inferno. Ridaremo, così, voce e senso all’originale e lo daremo anche ad un Inferno napoletano diverso, forse non troppo conosciuto, ma sicuramente a noi più vicino. Divin’ a mmente Dante vuole ricordare che ricordare è fondamentale. Ed è per questo che “Tien ‘a mmente!”, il famoso detto napoletano, esplicita perfettamente il senso di ciò che vogliamo dire con questo progetto. Tien ‘a mmente la Divina Commedia, tien ‘a mmente che è divina e perché lo è, tien ‘a mmente Dante, il suo ingegno e la sua poesia e, soprattutto, tienn ‘a mment che il dialetto di ogni singolo popolo è un patrimonio inestimabile che, come uno specchio teneramente implacabile, ci rivela ogni volta ciò che siamo stati e ciò che siamo oggi. In omaggio a Dante Alighieri, a Matilde Donnarumma Pierro, a Napoli e a tutti gli altri Dante poliglotti sparsi nel mondo.
MARZO
1-2-3 MARZO
NOTTI VIOLA ( theater festival )
a cura di Marzia Ercolani
Mujeres nel Teatro presenta la I edizione del festival Notti Viola, 3 giornate dedicate alla scena teatrale e performativa al femminile. Le Notti Viola sono corpo e anima di Mujeres nel Teatro, nate per raccontare il corpo dell’arte femminile contemporaneo, proprio quel corpo/complesso di organi, quel corpo/orchestra e fanfara, che verrà attraversato, scoperto, sviscerato in ogni edizione, perché il corpo delle donne, come tutti quelli non riconosciuti dai modelli culturali convenzionali, è unicità ricchissima di melodie originali irrinunciabili. In questa I edizione non potevamo non partite dal cuore. Questo primo battito sarà abitato da ventricolari visioni artistiche, dal cuore di ogni creazione, da molteplici linguaggi e variegati racconti che andranno giù, all’essenza di ogni questione, verso il pulsare battente dell’umano sentire.
Direttrice artistica
Marzia Ercolani – vicepresidente MnT
Produzione
Sara Palma – presidente MnT
DAL 7 AL 10 MARZO
CLITENNESTRA- voi la mia coscienza io il vostro grido
da un idea di Eleonora Lipoma e Federica Genovese
Regia Alessia Tona
Eleonora Lipuma ,Marco Masiello, Virginia Latella,Maddalena Serratore
resto del cast da definire
E’ un viaggio che inizia dalla drammaturgia dei grandi classici, attraversa i testi contemporanei della Yourcenar, fino a trovare una collocazione sovrapponibile ai fatti di cronaca odierni. Sulla scena, le vicende narrate si impregnano di attualità̀ fino ai risvolti rappresentati nell’epilogo finale. Clitennestra, una donna vittima della sua stessa prigione interiore, naviga nei meandri del proprio “io” e del proprio tormentato immaginario, rievocando fatti e contraddizioni che manifestano tutta l’esaltazione e la follia della sua stessa vita. E’ lei l’imputata dell’omicidio del marito: Agamennone. La scena si apre con la deposizione dei fatti di Clitennestra, chiamata a testimoniare davanti alla Corte che ne deciderà̀ l’assoluzione o la condanna. La testimonianza della donna è interrotta da improvvisi flash back provenienti dalle voci di quella sua privata e desolata coscienza che, con ritmo frenetico, continuano ad ossessionarla; voci che prenderanno vita sul palcoscenico attraverso la rappresentazione dei personaggi protagonisti di questa sua amara, folle tragedia, creando così un intreccio esasperato tra simbolismo e realtà̀, psiche e corpo. L’imputata proverà̀ a ricomporre, attraverso il ricordo, i pezzi del puzzle della stessa sciagura che la vedrà̀ protagonista.
DAL 14 AL 17 MARZO
VIVIEN
Di Donatella Busini
Regia Mauro Toscanelli
Con Alessandro Calamucci, Ilaria Fantozzi, Caroline Pagani,Mauro Toscanelli, Massimo Zannola
Primi anni 70, un manicomio e una donna convinta di essere la figlia di Vivien Leigh.
Un caso particolare che suscita l’interesse del Direttore dell’Istituto animato da ambigue ambizioni di affermazione del proprio valore.
L’indagine si dipana in modo inusuale fino a giungere verso un finale inatteso.
Tra sogni e realtà la pièce intende riscattare la figura controversa di una delle attrici più discusse dello scorso secolo: Vivien Leigh. Pur essendo frutto di un interesse appassionato nei confronti di una donna fragile, colta, notevolmente intelligente e anticonformista, questo lavoro rimane una trovata artistica che non si appella a verità psicoanalitiche reali ma gioca con esse.
Vivien. è un omaggio al teatro, al teatro nel teatro, alla vita nel teatro.
Un atto di amore.
19-20 MARZO
ROGNE ( secondo classificato IDEE NELLO SPAZIO )
Testo e regia di Daniele D’Arcangelo Luca Refrigeri
con Leonardo Aranci,Roberto Bertini, Riccardo Galati, Chiara Moretti,Giuseppe Simotti, Stefano Urcioli
La grossa rogna di Mario, direttore artistico di un piccolo teatro, è che il cantante che sta per esibirsi sul palco non è affatto il cantante tanto amato e voluto dal suo capo per quella serata, un pericoloso boss del quartiere proprietario del teatro e amante di musica cubana. Da rogna nasce rogna “…perché tutti ne hanno almeno due…”, è così che prende vita una storia in cui anche il pubblico in sala è protagonista, insieme a personaggi surreali perché troppo reali, tutti alla ricerca disperata di una soluzione per salvare sé stessi.
DAL 22 AL 24 MARZO
E ALLA FINE ESPLOSERO LE SUPERNOVE ( promo classificato IDEE NELLO SPAZIO )
Di e con Leonardo Zarra
regia Faysa Mohamed
“E alla fine esplosero le supernove” è la storia di un giovane padre single senza entusiasmo e di sua figlia, una bambina prodigio che soffre di mutismo selettivo, dalla rara intelligenza. E’ uno spettacolo che cerca di analizzare le forze e le fragilità dell’animo umano in rapporto ai propri sogni, ai propri desideri e alla realtà che lo circonda, realtà ordinaria di un qualsiasi appartamento in un qualsiasi quartiere di periferia, fatta di disordine e caos, di bollette non pagate e di mantenimenti, di cibi precotti e panni sporchi.
La storia si immerge in un universo famigliare che, come in tutte le vite, nasconde mondi segreti, personali, in cui convivono il rammarico del passato, le paure del presente quelle di persone comuni che si fanno carico delle proprie vite e che aspettano solo di diventare Supernove, stelle che esplodendo liberano un’energia incredibile, diventando così più luminose e splendenti di una intera galassia.
26-27 MARZO
DODI’S LIFE
di e con Dodi Conti
Eclettica attrice, comica ed autrice, Dodi Conti torna sul palco come interprete e protagonista dell’ironico “Dodi’s Life”, testo di stand up comedy firmato insieme agli autori Marco Melloni e Paola Mammini. A dirigerla in scena Maria Cassi, che accompagna Dodi in un nuovo viaggio che non promette niente di buono e neanche nulla di cattivo. A dirla tutta, “Dodi’s Life” non promette proprio niente, in controtendenza al momento storico in cui tutti promettono tutto: felicità, ricchezza, riforme, incentivi, soluzioni al riscaldamento globale, inquinamento, pandemie e chi più ne ha, più ne offre. Ma Dodi, non certo nuova a distinguersi per atavica ma temeraria indolenza, porta in scena l’unico argomento su cui non solo si sente davvero preparata, ma sul quale sente di poter esprimere un’opinione senza offendere la sensibilità di nessuno: sé stessa. E al massimo si potrebbe offendere da sola, ma in quel caso, se la vedrà lei e nessuno potrà sentirsi coinvolto. Quindi, niente paura!
In un viaggio tra passato e presente, rispolverando qualche cavallo di battaglia messo coraggiosamente a confronto con la Conti di oggi, Dodi non tenterà di fare un bilancio della sua variegata esperienza di vita, bensì è pronta ad offrire qualche “perla di saggezza” che può essere utile ad affrontare la vita in generale. Ma nell’analisi priva di sconti del suo inevitabile approdo nella non più giovane età… non è improbabile che qualche spunto di riflessione utile ad approcciarla con moderata ma solida allegria, potrebbe pure saltar fuori. Oppure, per chi è ancora fastidiosamente giovane, a tenerla a distanza. Insomma, come diceva Coco Chanel: una donna ha l’età che merita. E vi pare che Dodi si facesse sfuggire l’occasione di celebrare un traguardo che si è a buon diritto meritata senza fare nulla? Un appuntamento con la nostra storia, assolutamente da non perdere.
29-30 MARZO
TRILOGIA DELLA COLPA ( premio giovani IDEE NELLO SPAZIO )
testo e regia Di Simone Guaragna
Con Pietro Formentini , Simone Guaragna, Martina Spampinatao
Resto del cast da definire
Tre quadri. Tre mondi. Tre storie apparentemente slegate che si interrogano sul tema della colpa, l’”atto della volontà, col quale l’uomo offende la morale o le leggi”. Chi è il colpevole oggi? Viviamo all’interno di una “cultura della colpa”? Fa parte di noi o ci è stata insegnata? Lo spettacolo si interroga sul rapporto tra “colpa” ed essere umano nelle diverse sue accezioni.
APRILE
DAL 4 AL 14 APRILE
UNSCORCHED
di Luke Owen regia Daniele Trombetti
Cast da definire
Unscorched di Luke Owen è una piece cruda che guarda in faccia alla realtà, senza veli, arrivando a toccare le corde più profonde dell’animo umano; eppure tutta questa crudeltà diventa tenerezza, perché non si può non empatizzare con TOM, il protagonista, che sceglie di combattere il male, perché è necessario farlo, anche se quel male diventa un veleno che infetta ogni cosa che tocca.
Nonostante la tematica intensa e drammatica, il testo risulta brillante e a tratti divertente, come solo la vita inaspettatamente sa essere.
9 APRILE
RADIO PLAY LIVE
Il mastino Baskerville ( radio dramma )
A cura di Aurora Piaggesi
La più famosa avventura di Sherlock Holmes in un giallo mozzafiato. Nelle cupe lande del Grimpen Mire, la vita del giovane Sir Henry è minacciata dalla leggenda di un mastino demoniaco. Riusciranno Holmes e Watson a scoprire la verità prima che sia troppo tardi?
Con: Lorenzo Galliani, Mauro Pierbattista, Luca Iannotta, Alessandra Ferrante, Michele Fontana, Federico Felici e Ylenia Spinelli.
Sound design e rumori dal vivo: Giulia Vertua
Adattamento e regia: Aurora Piaggesi
DAL 18 AL 21 APRILE
TANTO TEMPO MA’ ( la fine del mondo in 80 minuti )
di e con Emiliano Reggente – Attilio Fontana
Attilio Fontana ed Emiliano Reggente, attraversano la storia del mondo, dall’uomo primitivo all’iper futuro dominato dall’intelligenza artificiale. Tramite uno “zapping” temporale sfrenato, i due ci racconteranno i conflitti dell’essere umano, catapultandosi in una carrellata caleidoscopica di epoche, personaggi e archetipi.
Il duo festeggia il quindicesimo anno di attività con questo nuovo spettacolo, proseguendo il viaggio tra musica e comicità nell’eterna lotta tra poetico e dissacrante.
DAL 26 AL 28 APRILE
SIGNOROTTE
Scritto e diretto da Massimo Odierna
Con Sara Putignano, Viviana Altieri, Elisabetta Mandatari
La storia è incentrata intorno alla figura di tre amiche, Ada, Ida e Beta, ormai più che cinquantenni, che si ritrovano dopo tanto tempo in occasione del funerale del marito di una delle tre. Un viaggio tra ricordi cupi e promesse fatte che rivelerà un passato nero, violento e ambiguo. Un affresco cinico e dissacrante sulla condizione della donna e, più in generale, sulla brutalità dell’ essere umano alle prese con i propri fantasmi e le proprie nevrosi.
MAGGIO
DAL 2 AL 5 MAGGIO
LA MIA AMICA E’ D’ACCORDO
Scritto e diretto da Massimo Odierna
Con Irene Ciani, Alessio Del Mastro, Enoch Marrella, Federico Quaranta, Giovanni Serratore, Sofia Taglioni
Thomas è un ragazzo irascibile, ha 35 anni e vive alla giornata conoscendo donne e bevendo fiumi di alcol. Una sera, durante uno dei suoi appuntamenti, vieni avvicinato da Libero, ragazzo fragile ed impaurito, suo ex compagno d’ avventure ai tempi degli scout. Libero implora Thomas di aiutarlo a ritrovare la dolce Noa, una bizzarra ragazza di origine vietnamita della quale si è invaghito ma di cui si sono perse le tracce. Inizialmente Thomas allontanerà Libero ritenendo assurda la richiesta d’ aiuto, successivamente sarà lo stesso Thomas a sfruttare questa vicenda per riconquistare Amèlie, sua ex fidanzata, una ragazza che ama “praticare la gentilezza” empatizzando con i più deboli e vestendosi da super eroina per salvare il mondo. Le vite di questi tre protagonisti convergeranno alla ricerca della giovane ragazza scomparsa, tale impresa scatenerà un effetto domino di eventi stravaganti ed incontri bizzarri, in un vortice umano che oscilla tra nichilismo e casualità, alienazione e tenerezza.
DAL 9 AL 26 MAGGIO
MINDIE
rassegna di teatro indipendente a cura di Andrea Palotto
L’idea nasce e prende forma nel 2018 attraverso la realizzazione del primo Mindie – Independent Musical Fest, una rassegna che si propone di dare spazio e voce al lavoro di natura indipendente, creando per esso una rete nazionale di sale interessate ad ospitare una selezione di spettacoli di teatro a carattere musicale (musical e affini) indipendenti, quel tipo di show che nel mercato anglosassone viene definito “OFF”, e che rappresenta per lo stesso un tesoro di natura inestimabile, a volte incubatore di progetti destinati al grande salto nel circuito più commerciale, altre volte un modo di presentare idee innovative svincolate da logiche commerciali che ne viziano spesso messaggi e contenuti. Alla iniziativa hanno aderito nel corso degli anni alcuni dei teatri più attivi e artisticamente interessati a sviluppare, anche per il mercato italiano, un settore che ha già un suo pubblico di riferimento in continua crescita, favorendo uno svecchiamento del repertorio con l’innesto di nuovi titoli e produzioni, e sostenendo quelle imprese teatrali medio/piccole in grado di garantire una proposta costantemente aggiornata e di qualità. Se Roma è stata inizialmente la piazza di riferimento in cui il Mindie si è lanciato arrivando anche all’evento speciale del 2019 al teatro sistina, Firenze (Teatro di Cestello) è stata senza dubbio la piazza in cui si è radicato e mosso con più disinvoltura. Alcune parentesi a Torino (Teatro Cardinal Massaia), San Benedetto del Tronto (Palariviera) e Milano (Teatro Blu, prima dell’inevitabile blocco determinato dalla pandemia.
28 MAGGIO
RADIO PLAY LIVE Radio Dramma
Omaggio a Dracula
A cura di Aurora Piaggesi
Quando la minaccia di Dracula si estende all’Inghilterra e le vite di molti sono in pericolo, un gruppo di uomini e donne si mette sulle sue tracce per sconfiggerlo. Affrontare il mostro li porterà a confrontarsi con le parti più oscure che avevano segregato nel loro intimo.
Il vampiro più terrificante della letteratura diventa radiodramma in un adattamento coinvolgente e imprevedibile.
Con: Lorenzo Galliani, Luca Iannotta, Alessandra Ferrante, Michele Fontana, Federico Felici, Tiziana Galliani, Ylenia Spinelli e… un nome a sorpresa.
Sound design e rumori dal vivo: Giulia Vertua
Adattamento e regia: Aurora Piaggesi