
Ambizione, manipolazione e cieca gelosia
Silvano Toti Globe Theatre Roma
20 luglio 2018. Prima
Foto di Chiara Calabrò
Otello non è solo il dramma della gelosia. Otello è una tragedia politica, sociale e umana, individuale e collettiva allo stesso tempo.
Otello è il dramma dell’uomo/politico senza scrupoli, calcolatore e manipolatore, che con enorme astuzia e ottima oratoria muta gli eventi a suo piacimento; è il dramma dell’uomo/politico/straniero che, nonostante la grande intelligenza e forza, cade nella trappola dell’inganno perdendo totalmente se stesso.
Otello è una tragedia psicologica totalmente moderna che indaga un dramma familiare: si getta nell’abisso dell’animo umano andando a scovare le singole debolezze sulle quali far leva per volgere gli eventi in forme inaspettate e violente, una barbara violenza di un uomo su una donna che si consuma tra le mura domestiche a causa di una feroce e ingiustificata gelosia che acceca Otello e gli fa perdere il senno, dando così compimento al diabolico piano di Iago.
Otello è anche un dramma razziale che sovverte il senso comune attribuito a certi canoni: Otello è il nero, ma è nobile, onesto e capace di un amore immenso e sincero; Iago è il bianco, ma è falso, bugiardo e manipolatore.
Shakespeare, dunque, muove da motivazioni politiche e razziali per approfondire poi l’aspetto psicologico più intimo dei personaggi.
L’adattamento e la regia di Marco Carniti e la splendida interpretazione di tutti i protagonisti riescono a rappresentare tutto questo, a far vivere sul palco l’impianto politico, il pregiudizio razziale, il grande amore puro e il dramma umano.
Il dolore e la disperazione di Otello a seguito della perdita totale di se stesso arrivano sferzanti sul pubblico che ne resta spaventato e coinvolto al punto da chiedersi, essendo lucido, se al suo posto avrebbe creduto a tutto questo impianto accusatorio costruito con arte e furbizia.
Allo stesso tempo l’affabulazione di Iago, la sua astuzia, la sua squisita capacità di manipolare le menti a proprio uso e consumo hanno un che di affascinante anche se diabolico. Non si può non ammirare il genio di Iago, nonostante egli stesso resti vittima del suo disegno.
Maurizio Donadoni (Otello) restituisce il vigore e il coraggio dell’uomo d’armi, la nobiltà grezza dello straniero, l’amore immenso e puro per la sua Desdemona e la folle disperazione dell’uomo che si crede tradito, con enorme forza e grande impatto, ma in uno stile personale che a volte risulta frastagliato, incostante, quasi improvvisato.
Gianluigi Fogacci dà anima, voce e corpo a Iago, alla sua spropositata ambizione, accendendolo di colori sgargianti per rapidamente sfumare nei repentini cambi di pensiero e atteggiamento di fronte agli altri, restituendo un personaggio così complesso nella sua psicologia intero, a tutto tondo.
Maria Chiara Centorami è una splendida Desdemona in un’interpretazione molto intima, ora felicemente esuberante, ora drammaticamente sconvolta, decisamente presa e rapita dal proprio ruolo, giusta e presente in ogni atteggiamento, posa e battuta.
Massimo Nicolini è un bellissimo Cassio, luogotenente fiero e orgoglioso, leale e coraggioso, che però soffrirà a causa delle sue umane debolezze.
Carlotta Proietti accompagna il personaggio di Emilia in un percorso di costante e tangibile crescita, a sostegno di Desdemona per poi eccellere nel momento topico della ribellione della donna che rifiuta l’obbedienza cieca, muta e sorda al proprio uomo, contro ogni convenzione e a costo della vita.
Gigi Palla interpreta ottimamente Roderigo in un difficile ruolo di strappo con tutti gli altri.
A completare il cast una formazione di ottimi attori di cui si possono solo tessere lodi: Antonella Civale, Nicola D’Eramo, Diego Facciotti, Sebastian Gimelli Morosini, Tommaso Ramenghi.
La regia di Marco Carniti è molto interessante: modula l’elemento corporeo e quello psicologico associando visivamente molti movimenti fisici e materiali alle scene emotivamente più forti. Solo per un paio di scelte ne andrebbe approfondita la motivazione con il regista stesso e forse si potrebbero compattare meglio alcune scene.
Le scene di Fabiana Di Marco sono costituite da strutture ferrose, sgabelli, cancelli, catene appese, pedane.
Decisamente suggestive le scene in cui i personaggi sembrano chiusi in gabbia, intrappolati nella tragicità del proprio sentire intimo mentre il mondo resta fuori. Manca forse ancora un po’ di dimestichezza con queste scenografie che non sembrano molto stabili e non garantiscono un passo fermo agli attori.
Le avvolgenti musiche originali sono di Davide Barittoni e Giacomo De Caterini e gli effetti sono creati dal vivo in maniera suggestiva da Davide Barittoni attraverso suoni, fiati e voci riprodotti, a volte anche con distorsioni, attraverso una tecnologia digitale comandata a distanza da un dispositivo WiFi.
Molto belli i costumi di Maria Filippi.
Per la prima volta, il disegno luci del grande Umile Vanieri è sembrato non perfettamente allineato all’intero impianto.
OTELLO
Regia e adattamento di Marco Carniti
Prodotto da Politeama Srl
Interpreti
(in ordine alfabetico)
Desdemona MARIA CHIARA CENTORAMI
Bianca ANTONELLA CIVALE
Brabanzio NICOLA D’ERAMO
Othello MAURIZIO DONADONI
Montano 1° senatore DIEGO FACCIOTTI
Iago GIANLUIGI FOGACCI
Ludovico SEBASTIAN GIMELLI MOROSINI
Cassio MASSIMO NICOLINI
Roderigo GIGI PALLA
Emilia CARLOTTA PROIETTI
Doge Graziano TOMMASO RAMENGHI
SCENE
Fabiana Di Marco
COSTUMI
Maria Filippi
PERFORMANCE MUSICALE DAL VIVO
David Barittoni
MUSICHE ORIGINALI
Davide Barittoni – Giacomo De Caterini
AIUTO REGIA
Maria Stella Taccone
Oliviero Plazzi Marzotto
COACH VOCALE
Francesca Della Monica
DIREZIONE TECNICA
Stefano Cianfichi
DISEGNO LUCI
Umile Vanieri
DISEGNO AUDIO
Franco Patimo
Si ringrazia l’ufficio stampa nella persona di Cinzia D’Angelo
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