Occhio al cuore
Teatro Lo Spazio
30 maggio 2021
Occhio al cuore è lo spettacolo di Emiliano Metalli in scena al Teatro Lo Spazio.
Vincitore della rassegna Idee nello spazio 2020, lo spettacolo è diretto da Mauro Toscanelli e interpretato dallo stesso Toscanelli, vincitore l’anno scorso del premio migliore attore nella stessa rassegna, e Bruno Petrosino.
Occhio al cuore, liberamente ispirato a Il cuore rivelatore di E.A. Poe, è un racconto visionario e ossessivo che ruota intorno ad un delitto, ma, in realtà, il tema trascinante è il comportamento ossessivo e paranoico di uno dei personaggi.
Le scene che si susseguono sono racconti di eventi del passato, vivi come se si svolgessero ora, ma confusi e sbiaditi ai margini come se si trattasse di sogni.
Un giovane uomo, interpretato con grande carica da Bruno Petrosino, vive, racconta o forse sogna, con ansia, trasporto e trepidazione, episodi della sua vita che lo hanno portato a compiere un omicidio, che ogni volta si rinnova nel ricordo come se accadesse ora.
I vari personaggi della sua storia, intesa come ricostruzione del passato, ma anche come racconto misto di eventi reali e fantastici, sono come apparizioni, fantasmi che appaiono nei sogni e li trasformano in incubi.
L’unico personaggio reale, ovvero realmente presente in quel momento, sembra essere il giovane, che rivive e ricostruisce un passato confuso e tormentato in cui si mescolano ricordi, fantasie e paure.
Attraverso l’incontro con personaggi reali, ma anche simbolici, il giovane uomo rappresenta la propria follia, rivivendo ogni volta le proprie ossessioni come fossero ancora presenti.
Un macellaio meticoloso e appassionato del proprio mestiere che svolge canticchiando arie; un amico dedito al travestitismo e alla prostituzione, unico affetto puro della storia; una madre ingombrante, ironica e perversa, rappresentante di una fede superstiziosa; uno zio, di cui poco o nulla si sa, se non che abbia in qualche modo sostituito la figura paterna.
In questa sfilata di personaggi buffi, ironici, ognuno a proprio modo ai limiti, unici fili comuni sono l’atteggiamento ossessivo e paranoico del ragazzo, seppur intervallato da momenti di apparente lucidità, e la presenza di uno sguardo incombente.
Un occhio, più precisamente: un occhio spalancato, come quello della luna piena che ci fissa dall’alto; gli occhi degli altri che ci stanno addosso; occhio come sguardo esterno, sul mondo, e interno, rivolto a noi stessi; un occhio che ci segue in ogni momento, come l’occhio chiaro d’avvoltoio dello zio, quell’occhio vitreo, sempre incombente che manda in paranoia il giovane uomo e che, alla fine, ha dovuto spegnere come si fa con una luce troppo forte che ferisce lo sguardo.
Poi, quel rumore, leggero, ma persistente, deciso, quel “tum tum tum” del cuore che batte, quel martellamento ritmico che entra nella testa e la manda in tilt.
Mauro Toscanelli e Bruno Petrosino affrontano insieme una prova molto difficile e impegnativa e lo fanno con carattere, impegno, tenacia e presenza.
Toscanelli attraversa quattro personaggi nel corso di tre scene caratterizzando ognuno con enfasi ogni volta diversa, con cambi di registro vocale, toni ed espressioni che danno spessore e identità ai personaggi.
Dal canto suo, Bruno Petrosino restituisce la confusione mentale del proprio personaggio, le ansie, le paure, l’ostinazione nel volersi mostrare sano di mente, nonostante l’atteggiamento ossessivo, la gestualità, la sovraeccitazione tradiscano un disturbo mentale e comportamentale.
Eppure, nonostante molti riferimenti testuali e inserti di canzoni o parti di esse e melodie in genere dal potere evocativo, il testo manca di una compiutezza.
Mancano dei passaggi narrativi; ci sono percorsi che si aprono, ma non si chiudono; manca una certa fluidità tra un passaggio e l’altro, un elemento, un richiamo, che scivoli da una scena all’altra segnandone il prolungamento.
Quello di cui si avverte il bisogno, non è tanto un finale chiuso o che tutte le cose trovino esattamente il proprio posto, quanto un collegamento, anche marginale, che dia continuità non tanto all’azione, quanto al pensiero sotteso all’intera rappresentazione.
Occhio al cuore è, comunque, un validissimo prodotto, molto ben supportato dalle interpretazioni dei due protagonisti, che ha il pregio di osare, ponendosi come obiettivo non tanto quello di raccontare una storia, quanto di analizzare, approfondire e riportare un processo mentale, quindi intimo, malato e contorto, di sondare un animo fortemente turbato.
OCCHIO AL CUORE
di Emiliano Metalli
liberamente ispirato a “Il cuore rivelatore” di E.A. Poe
regia Mauro Toscanelli
con Mauro Toscanelli e Bruno Petrosino
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