
Nella Tirante, autrice e attrice, torna in scena con un suo nuovo lavoro dopo il fermo obbligatorio dovuto alla pandemia.
Il titolo del suo ultimo spettacolo è FUORI, vincitore alla XV edizione del Concorso Europeo per il Teatro e la Drammaturgia Tragos per la Sezione Drammaturgia – Teatro Donna e il Premio Sipario, concorso Autori italiani 2020 ( secondo classificato, sezione monologhi).
FUORI sarà in scena dall’8 al 12 dicembre 2021 al Teatro Tordinona di Roma.
Ne parlo con l’autrice e interprete.

Che cos’è FUORI? Che storia racconta e da quale esigenza scaturisce?
Il testo nasce durante il periodo difficilissimo che abbiamo attraversato tutti, in questi ultimi anni di pandemia; nasce da un dolore/amore, un bisogno. Il lock down, però, è solo il punto di avvio di un’analisi più approfondita dell’animo umano Il lock-down in fondo è uno stato mentale e per uscirne bisogna affrontare sia il passato che il presente, per avere il coraggio di uscire davvero, di andare F U O R I.
Chi sono i protagonisti di questa storia?
Una donna chiusa in casa, che ha paura di andare fuori, appunto: formula una sorta di litania con cui elenca gli elementi necessari per uscire, ma le manca sempre qualcosa. Un principe ranocchio in mutande, il marito in smart working, con cui non ha dialogo; la figlia, una bambina secchiona, con cui non riesce a interagire; infine, tutto il vicinato. Tutti fanno da controcanto al racconto dell aprotagonista.
FUORI è solo la necessità della protagonista di uscire di casa, o nasconde altri significati?
Fuori, è un flusso di pensiero corpo e voce: una feroce riflessione di una donna su se stessa. La paura si trasforma nella necessità di uscire, per combattere un maschilismo ottusamente ancora presente, oggi come ieri. La paura di andare fuori (e dunque di vivere) prende il sopravvento e supera quella della morte. Bisogna andare Fuori; F U O R I dalle nostre comode convinzioni e dalle convenzioni. F U O R I dalle nostre misere teste chiuse.
Nonostante il tema importante, i toni sono spesso ironici. Su quale linguaggio si fonda il testo?
L’ironia è l’arma usata per affrontare la paura. La scrittura è schietta, diretta, piena d’ ironia e di rabbia forse, ma necessaria. Il punto di vista è quello di una donna, ma una donna che è anche un’attrice, una donna che è anche madre e compagna.
FUORI mescola presente e passato e si innesta su una storia familiare andando a ripescare le tue radici. Si sente il profumo della Sicilia. Quanto sono importanti per te le radici? Cosa ti porti dietro della tua terra?

La Sicilia c’è sempre nei miei lavori, ma in modo diverso. L’uso del dialetto e della commistione di lingue è una mia ricerca costante in altri lavori. Sono cresciuta con diverse sonorità in casa, lo spagnolo è la mia seconda lingua e lo è anche il dialetto siciliano. Delle lingue m’interessa soprattutto il suono, il dialetto siciliano è molto musicale. La mia terra è sempre stata crocevia di culture diverse, siamo avvezzi all’accoglienza e mi sorprende sempre la paura dell’immigrazione che è stata una costante nella storia: tutti noi siamo la risultante dell’avvicendarsi di popoli diversi che hanno arricchito il nostro patrimonio artistico, culturale e soprattutto umano. Ed io che sono nipote d’ immigrati e, quindi, figlia del mondo, ne sono un esempio.
In FUORI sei anche regista e ti affianca Gaia Benassi come aiuto regia.
E’ grande adesso per me, la necessità di andare in scena, a quelle parole scritte darò carne e voce: io stessa sono l’interprete di F U O R I e ne curo la messa in scena, coadiuvata dal mio aiuto regia (e amica) Gaia Benassi, una meravigliosa attrice e donna, che ha seguito tutte le fasi di scrittura e sta vivendo con me questa nuova avventura.
I teatri hanno finalmente riaperto e a capienza piena. Quanto pensi sia difficile riportare il pubblico a teatro?
Penso che il desiderio di tornare alla vita sia grande. Tornare a teatro fa parte di questo desiderio. Certo i problemi per riportare il pubblico a teatro ci sono sempre stati (per altri motivi che non sto qui ad elencare). Come scrivo anche nel mio testo (appunto FUORI), tra l’attore e il pubblico vi è un rapporto d’amore (reciproco) e quando due amanti si vogliono ritrovare nulla può fermarli.
Nella Tirante – Biografia

Nasce a Roma, dove si conoscono i genitori: suo padre è siciliano e la madre peruviana (figlia d’immigrati italiani) cresce a Nizza di Sicilia in provincia di Messina, in seguito si trasferisce a Roma, dove vive adesso. La sua formazione è variegata, a cominciare da quella artistica: si diploma in accademia di Belle Arti, con una tesi in costume per lo spettacolo, lavora come decoratrice costumista e contemporaneamente si forma come attrice, in primis con il maestro Donato Castellaneta e Maurizio Marchetti e poi E. Dante,V. Pirrotta, F. Scaldati.
Ha lavorato tra gli altri con L. Melchionna, G. Sepe, W. Manfrè, ma il lavoro da scritturata non le basta, fonda così nel 2007, “ Cosa sono le nuvole” compagnia di ricerca teatrale.
Come drammaturga scrive: Figghia d’arte, dedicato a Pina Menichelli, scritto, diretto e interpretato; Ognimmenzuionnu scrittonel 2016. Nel 2017 scrive Fidelity card”, spettacolo vincitore de “I teatri del sacro 2017.
Scrive ancora Lezginca (una fiaba nera) dedicato alla situazione delle donne in Cecenia; Talk-show scritto nel 2018; Custurera nel 2018/19, testo di ricerca, scritto in una commistione di lingue.
Nel 2018 il testo“Komiker (lachen oder winen)/ Comici (ridere o piangere) ha avuto i seguenti riconoscimenti:
– finalista al premio di drammaturgia “teatro musica e shoah” promosso da: Centro Romano di Studi sull’Ebraismo (CeRSE) –Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale,Formazione e Società – ECAD (Ebraismo Culture Arti Drammatiche).
–Vincitore del premio di drammaturgia femminile “Donne e teatro”XIX edizione ed edito da Borgia editore (2018) .
-E ancora è finalista al premio internazionale Cumani-Quasimodo.
-Il testo andrà in scena prossimamente con la regia di Moni Ovadia.
2021 Il nuovo testo F u o r i – tratto dal suo primo romanzo- è vincitore del premio Tragos, Premio europeo per il teatro e la drammaturgia-sezione Teatro Donna- e del concorso: Autori Italiani 2020 del premio Sipario.
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