Teatro Vittoria

11 novembre 2016

Vincitore al Premio Persefone 2016 come Migliore spettacolo di autore contemporaneo, Mar Del Plata è uno spettacolo che fa memoria, è una testimonianza storica fondamentale degli orrori perpetrati dall’uomo contro l’uomo in nome di una supposta supremazia di un pensiero contro un altro.

Mar Del Plata, di Claudio Fava e tratto dal suo omonimo romanzo, racconta uno di quei tanti crimini contro l’umanità che si sono affievoliti nel ricordo dei popoli, forse perché fanno troppa paura o forse per non dover ammettere colpe così gravi.

E’ la storia del La Plata Rugby, una squadra di rugby che venne decimata in Argentina, alla fine degli anni ’70, dalla dittatura di Videla.

Non è solo la storia di una squadra di rugby, ma di un popolo sottomesso, terrorizzato e decimato dai sanguinari emissari di Videla, in nome di un regime dittatoriale che non consentiva la possibilità di pensare diversamente da ciò che veniva imposto né di dissentire in minima parte.

In virtù del significato universale di questa storia particolare, l’autore associa la dittatura di Videla alle stragi di mafia in Sicilia, a ricordare, appunto, i grandi poteri che hanno provocato i più grandi danni all’umanità. Non è importante che sia la Sicilia, poteva essere la Germania nazista o qualsiasi altra parte del mondo in cui nazionalismo e totalitarismo hanno falciato vite umane per il solo fatto che il loro modo di pensare fosse in contraddizione con quello del regime.

In Mar Del Plata vediamo un gruppo di giovani ragazzi appassionati di rugby che devono disputare un campionato. Un giorno, uno di loro scompare e viene trovato morto in un fiume, ucciso da un colpo di pistola dietro la testa. Faceva parte di un gruppo di studenti contestatori.

I suoi compagni di squadra, sconvolti, chiedono che sia fatto un minuto di silenzio in campo. L’allenatore, consapevole dell’enorme rischio che questo comporterebbe di fronte al regime, in un primo momento rifiuta la richiesta, poi, costretto dalla minaccia della squadra di non giocare la partita, accetta. Il minuto di silenzio, diventeranno due, poi tre, poi quattro, infine dieci minuti. Un silenzio lungo e assordante non solo della squadra, ma di tutto il pubblico dello stadio.

Un enorme affronto per il regime, una provocazione sfrontata e intollerabile che verrà punita crudelmente dai militari guidati dal capitano Montonero. Il Mister cercherà, vigliaccamente, di salvarli tentando di portarli via in Francia, ma i ragazzi rifiuteranno di spostarsi da casa per continuare a giocare il campionato. Piano piano verranno catturati, torturati e uccisi. Rimarrà solo uno, Raul, salvo per il sacrificio del Mister, redento affinché ci possa essere qualcuno che racconti questa storia.

Mar Del Plata è questa storia che deve essere raccontata, è il ricordo che deve essere perpetuato. E’ un racconto emozionante, coinvolgente, un richiamo alla coscienza anche.

La regia di Giuseppe Marini è modulata come una riflessione, restituendo il tempo e il senso dello sconforto, dell’attesa, del dubbio, della paura di ciò che potrebbe essere, ma anche la forza e il coraggio di questi ragazzi.

I ragazzi in scena sono tutti bravissimi: pienamente presi e coinvolti, emozionano e scuotono. Senza nulla togliere a nessuno, da sottolineare la strepitosa interpretazione di Giovanni Anzaldo nei panni del giovane Raul, davvero emozionante e di Andrea Paolotti, il capitano Turco. Bravissima Giorgia Palmucci nei panni di Teresa, fidanzata di Raul. Comunque bravissimi e intensi tutti i ragazzi: Edoardo Frullini, Fiorenzo Lo Presti, Alessandro Patregnani, Guglielmo Poggi.

Paradossalmente, lo devo dire, ho apprezzato meno l’interpretazione degli adulti Claudio Casadio, Fabio Bussotti e Tito Vittori, che non mi hanno dato il tono che mi sarei aspettato.

La scenografia di Alessandro Chiti è davvero funzionale: disposta su due livelli, è spogliatoio, ma anche prigione e stanza delle torture.

Su tutto domina il grande gioco luci di Umile Vainieri, preciso nel tagliare le scene dando una forte carica suggestiva.

Perfetti i costumi di Sabrina Chiocchio.

Interessanti l’apertura e la chiusura che tornano a baciarsi nell’uso rallentato delle voci, come un passaggio che dal passato torna al presente per proiettarsi in un futuro che resti ricordo.

Mar del Plata

di Claudio Fava

regia Giuseppe Marini

con Claudio Casadio, Giovanni Anzaldo, Fabio Bussotti, Andrea Paolotti, Tito Vittori, Edoardo Frullini, Fiorenzo Lo Presti, Giorgia Palmucci, Alessandro Patregnani, Guglielmo Poggi.

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