
Le leggi della gravità
Anteprima Nazionale
12 giugno 2021
Teatro Maria Caniglia
Lavia e Le leggi della gravità
Lavia riparte da Sulmona e il Teatro Maria Caniglia riparte da Lavia.
Sabato 12 giugno è andato in scena in anteprima nazionale Le leggi della gravità, lo spettacolo adattato e diretto da Gabriele Lavia e da lui interpretato con Federica Di Martino ed Enrico Torzillo.
Le leggi della gravità,
prodotto da Effimera Srl in coproduzione con il Teatro della Toscana – Teatro Nazionale, tratto dal romanzo di Jean Teulé, racconta di una donna che, in una notte piovosa e fredda, si presenta in commissariato per confessare l’omicidio del marito violento, spinto dall’undicesimo piano del palazzo dove vivevano insieme ai loro tre figli.
L’omicidio, avvenuto dieci anni prima e classificato dalla polizia come suicidio, sta per cadere in prescrizione, ma la donna vuole essere arrestata.
Il commissario, a due giorni dalla pensione, cerca di dissuaderla a fare quella deposizione, che le rovinerebbe ulteriormente la vita.
Eppure la donna è ferma nel proprio proposito.
La sua confessione è uno sfogo sofferto, come se, dopo tanto tempo, avesse bisogno di raccontare a qualcuno la propria storia, una storia fatta di dolore, violenze e abusi domestici.
E’anche molto di più: è come se lei volesse ancora rimanere legata a quel passato di violenza, come se non riuscisse a liberarsene.
Il commissario, pur credendo nella sua colpevolezza, ritiene che la donna abbia già pagato e sofferto oltre misura e vorrebbe liberarla dal peso di quella colpa.
Però, come la donna sembra aver paura della libertà, anche il commissario è prigioniero di se stesso e del proprio lavoro.
Entrambi sono incatenati.
Egli, infatti, è un uomo vecchio e stanco, dall’incedere claudicante e l’aria sempre malinconica, ma riserva anche momenti ironici e surreali.
Ogni volta che sente passare il treno, arranca verso la finestra ad osservarlo, gridando ai passeggeri.
Nei suoi occhi un grande rimpianto: quello di non aver vissuto, imprigionato nel proprio lavoro.
Lucido e deciso nel difendere la donna, manifesta, invece, una grande confusione su se stesso, ripiegando spesso su riflessioni esistenziali, perso nell’abisso della propria anima.
Nel graduale procedere della storia si svelano i dolori e le paure di entrambi i personaggi e si rivelano poco a poco dettagli delle loro vite.
Vite governate da due leggi di gravità diverse:
quella fisica, di un corpo che cade dall’alto e si schianta, e quella metafisica, la caduta dell’individuo nella propria vita e nei propri fallimenti.
Nel momento in cui entrambi prendono coscienza delle proprie cadute, i loro mondi crollano.
Le leggi della gravità è uno spettacolo molto bello ed emotivamente coinvolgente che tocca diverse corde, da quelle più razionali a quelle più emotive, aprendo molte considerazioni.
Un noir francese esistenzialista denso di segni e sottotesti ottimamente portati in chiaroscuro dall’interpretazione dei protagonisti e accompagnati dalle musiche di Antonio Di Pofi.
Un testo che mette in luce la “gravità” delle cose, nel senso di peso specifico e di impatto sulla vita di ognuno.
Sono molte le cose gravi, quelle che pesano.
Il tempo è grave e qui è uno degli elementi cardine dello spettacolo, facendo sentire ogni momento il proprio peso.
E’un passato che non torna, un presente turbato e turbolento e un futuro incerto e che spaventa; è un momento atteso e rimandato; un momento sospeso tra le parole.
Altro elemento grave è la dialettica tra verità e giustizia: “cosa c’entra la verità con la giustizia?” E’ sempre necessario e utile dire la verità? – chiederà il commissario alla donna.
In scena il grandissimo Gabriele Lavia che dona al personaggio del commissario tutte le caratteristiche sopra evidenziate: l’incertezza e la sofferenza nel passo, la malinconia negli occhi, il rimpianto e la lucidità dell’uomo e del poliziotto.
Federica Di Martino dà un’altra grandissima prova di attrice con questa donna sempre e ancora vittima, decisa e apparentemente folle, affondata nel rimorso della colpa.
La scenografia di Alessandro Camera è composta sul fondo da tavoli ingombri di faldoni (la burocrazia; il tempo); in primo piano, a sinistra, una scrivania con due sedie, una di fronte all’altra, a destra un sedia e una porta.
Dietro la scrivania una grande finestra da cui arriva la luce di un lampione e il movimento della vita fuori.
Sulle teste dei personaggi incombono due grosse lampade da ufficio e un orologio che scandisce il tempo.
Il pubblico, accorso numeroso, ha dimostrato grandissimo entusiasmo e gradimento, tributando lunghi applausi e continuando a ragionare sullo spettacolo anche in strada.
Le leggi della gravità
Dal romanzo Les lois de la gravité di Jean Teulé
Adattamento e regia Gabriele Lavia
Con Gabriele Lavia e Federica Di Martino e con Enrico Torzillo
Scene Alessandro Camera
Musiche Antonio Di PofiP
Prodotto da Effimera Srl in coproduzione con il Teatro della Toscana – Teatro Nazionale



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