
7 febbraio 2018
Recensione di Carlo Tomeo
Reduce dal debutto avvenuto a Lugano nel dicembre scorso è arrivata al Teatro Carcano di Milano “la bisbetica domata” di Shakespeare nella messa in scena di Andrea Chiodi che si è servito delle traduzione e adattamento di Angela Demattè. Una bisbetica domata recitata come ai tempi del Bardo da soli uomini con uno straordinario Tindaro Granata nella parte di Caterina. È la vera novità di questa operazione che usa un dialogo scoppiettante ma fedele al linguaggio originale.
La commedia inizia usando la formula del teatro nel teatro, Shakespeare fa svolgere la storia di Petruccio (interpretato da Angelo Di Genio, che ha sostenuto anche il ruolo di Smalizia) e Caterina all’interno di una rappresentazione portata in giro da attori girovaghi con il loro teatro vagante, cui assistono dei personaggi burloni che vogliono far credere a un ubriaco, incontrato nel bosco, di essere un ricco gentiluomo di cui si erano perse le tracce.
La storia di Caterina e Petruccio (qui è la commedia rappresentata dagli attori girovaghi) è ben nota, non solo per le molte rappresentazioni teatrali avvenute negli anni ma anche per il film del 1967 di Franco Zeffirelli con Elisabeth Taylor e Richard Burton.
Eppure la trama è così intrigante nel suo presentare un amore insolito, che nasce, più che dall’attrazione fra i due personaggi principali, da una strana chimica che è più vicina all’odio se non alla mal sopportazione reciproca. Certo di altri amori in scena se ne vedono, ma a dare la spinta più reale a essi è la bramosia del denaro. La stessa bramosia che inizialmente conduce Petruccio a sposare Caterina e che alla fine amerà proprio per il suo carattere ribelle e si renderà conto dell’amore nato in lui solo quando l’avrà domata.
Mi sento di dire che questa è una delle commedie di Shakespeare che oggi chiameremmo maschiliste. Lo stesso titolo lo fa presagire: l’uomo che domina e la donna, dopo essere stata domata, accetta e redarguisce le altre due che non rispettano a dovere i loro rispettivi coniugi e non li servono nei loro voleri. Lei stessa, che sembrava un’antesignana del femminismo, quando veniva chiamata bisbetica perché voleva far valere i suoi diritti, ora si fa portavoce della volontà maschile che deve essere tenuta sempre in grande considerazione. E nel celebre monologo finale di Caterina non c’è ironia nella voce del bravo Tindaro Granata, che se mai usa una leggera forma distorta di compiacimento e che denota una gioia conquistata grazie alle sofferenze passate.
È appena il caso di dire che Shakespeare “riscatterà” il proprio modo di vedere la figura femminile sei anni dopo quando scriverà “Le allegre comari di Windsor” dove saranno le donne a prendere il sopravvento sull’uomo, sbeffeggiandolo e dimostrando la superiorità della loro intelligenza.
Otto bravissimi attori che interpretavano i vari personaggi della commedia
shakespeariana in una rilettura molto divertente dove a parte la musica d’epoca del violinista all’inizio della commedia, Andrea Chiodi, nell’eccellente regia non si è peritato di “infilare” canzoni del ‘900, come “Caterina”, Magic Moment” e Love Me Tender” nei momenti in cui le scene adatte lo richiedevano: oltre alla Caterina iniziale, canzone movimentata, che si richiamava alla protagonista, le altre due sono state diffuse nei momenti di tenerezza, come le parole delle canzoni volevano. Gran bello spettacolo da consigliare assolutamente.
Platea e galleria piene alla “prima” del 7 febbraio con pubblico molto divertito e diverse chiamate in scena.
https://www.youtube.com/watch?v=LrWpjGZUh0I
La bisbetica domata
di William Shakespeare
adattamento e traduzione Angela Demattè
regia Andrea Chiodi
con (in o.a.) Angelo Di Genio, Ugo Fiore, Tindaro Granata, Igor Horvat, Christian La Rosa, Walter Rizzuto, Rocco Schira, Massimiliano Zampetti
Scene Matteo Patrucco
Costumi Ilaria Ariemme
musiche originali ZenoGabaglio
disegno luci Marco Grisa
movement coach Marta Ciappina
produzione LuganoInScena
in coproduzione con LAC Lugano Arte e Cultura e Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
Si ringrazia Brunella Portoghesi dell’ufficio stampa .
in scena al Teatro Carcano di Milano fino al 18 febbraio.
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