
Alex Mastromarino, una vita per il Musical!
Sono tantissimi i lavori a cui hai preso parte. Faccio un rapido e non esaustivo riassunto: protagonista del musical di Cole Porter Anything Goes per il quale hai curato anche la traduzione italiana delle liriche; hai partecipato al musical Lady Day con Amii Stewart; sei stato nel corpo di ballo del musical The Producers con Enzo Iacchetti e Gianluca Guidi sotto la direzione di Saverio Marconi; hai partecipato a Grease nel ruolo di Roger, in cui eri anche Responsabile Musicale: hai interpretato Giuda nell’opera inedita Jesus con la regista Anna Ponzellin. Ancora: compositore per lo spettacolo Oltre Zeta 2; hai composto le musiche di Tobia, vincitore del premio ETI “Teatri del Sacro 2009”. Poi il musical Pippi Calzelunghe diretto da Fabrizio Angelini, con la supervisione di Gigi Proietti; hai collaborato con Paolo Ruffini negli spettacoli “80 voglia di 80” e “De’ Rocky Horror”; sei stato Abu in Aladin il musical, autore Stefano D’Orazio con musiche dai Pooh, regia di Fabrizio Angelici, protagonisti Manuel Frattini e Roberto Ciufoli. Inoltre sei direttore artistico della scuola Wosacademy di Livorno e ideatore del musical E non finisce mica il cielo diretto da Fabrizio Angelini.
Quali sono stati gli appuntamenti di svolta nella tua carriera? Quelli che professionalmente ti hanno segnato maggiormente?
La persona più importante è stata sicuramente Fabrizio Angelini che mi ha voluto fortemente come suo cover e infatti poi sono stato anche in scena col suo ruolo a Trieste ed è stato importante perché con lui poi ho lavorato tanto dopo: feci Pippi Calzelunghe che faceva lui con Proietti e quella per me è stata un’occasione meravigliosa. Fabrizio Angelini è una persona molto geniale nel teatro con idee molto particolari, mi ricorderò per sempre il suo Jesus Christ Superstar ambientato ai giorni nostri, scommessa secondo me totalmente vinta. Gigi Proietti è un grande maestro che mi ha insegnato delle cose stupende come l’importanza del silenzio in teatro tra una battuta e l’altra. Un altro importante spettacolo è stato Aladin con Abu al fianco di Manuel Frattini, uno spettacolo che mi ha dato tanta visibilità, forse il primo spettacolo col quale le persone hanno cominciato a vedere chi ero io, perché negli altri spettacoli ero sempre o nel corpo di ballo o la macchietta, la spalla del protagonista, sempre un pochino in secondo piano. Ho fatto la gavetta come si deve.
Anche Aladin portava la firma alla regia di Fabrizio Angelini?
Infine, ovviamente, c’è Frankie. Frankie è Frankie.
Con Frankie sei arrivato a vincere un bellissimo premio. Infatti a settembre agli Italian Musical Awards hai vinto il premio come miglior attore protagonista proprio per il ruolo di Frankie.
In platea ci siamo accorti della tua viva e vera emozione e questo è bello perché dà il polso della naturalezza e della semplicità della persona che sei.
Ora hai l’opportunità di dire qualcosa e di ringraziare chi non hai ringraziato.
Parliamo di Frankie. Jersey Boys racconta la grandiosa ascesa verso la celebrità di una delle band di maggior successo nella storia della musica pop: i leggendari Four Seasons ed è un magnifico viaggio musicale. Chi è Frankie?
Queste le caratteristiche principali del tuo personaggio. Quali sono, invece, le emozioni e i colori? Oltre alla semplicità e alla naturalezza, lui comunque è un po’ il leader del gruppo.
Frankie era il frontman, aveva questa voce molto particolare, peculiare, non si capiva bene se fosse la voce di una donna o di un uomo di colore, aveva questa vocalità molto molto rara e, come tutti gli artisti, sicuramente ci ha messo un sacco di cuore, anima e umanità.
Cosa c’è di Alex Mastromarino in Frankie?
Parliamo di Parigi. Che esperienza è stata Parigi?
Adesso una domanda difficile che ho rivolto anche ai tuoi colleghi, Marco, Flavio e Claudio. Vorrei che me li definissi con un aggettivo.
Marco Stabile è la determinazione, una persona solida con una grandissima capacità di tenere tutti uniti. E’ un po’ un leader carismatico del gruppo. E’ una persona a cui potersi aggrappare. Flavio Gismondi è la creatività. E’ un ragazzo che ha tantissime qualità, oltre a quelle che mette in scena. Stiamo lavorando anche a un progetto nostro, di noi quattro, al di fuori di Jersey, e devo dirti che ha una capacità di stare dietro alla macchina della produzione incredibile: suona, compone, è una persona che ha sempre qualcosa di nuovo da far scoprire di se stesso. Claudio Zanelli è il calore, non solo per la sua vocalità calda. E’ la persona che riesce sempre a sdrammatizzare le situazioni, riesce a farci sorridere, sempre molto gioioso, festoso. Claudio è il calore della festa, la classica persona che quando è in gruppo riesce sempre a mantenere positività. E’ molto sensibile, il primo ad emozionarsi. A volte mi piacerebbe riuscire ad esprimere le emozioni come lui.
Un sogno? Un progetto che vorresti realizzare?
Però mi piacerebbe tantissimo riportare in scena E non finisce mica il cielo: è uno spettacolo in cui credo fortemente e potrebbe essere un bel modo di continuare il personaggio che ho creato di Frankie Valli, perché è un personaggio vero di vita comune, non è un fumetto, né un supereroe o una macchietta o una spalla, ma è un personaggio vero. Mi piacerebbe trovare qualcuno che lo produca. Poi, se dovessi dire uno spettacolo che mi piacerebbe fare, pur sapendo di avere una fisicità che mi limita in alcuni ruoli (certo il Principe Azzurro non potrei farlo! – ride), però magari Seymour de La piccola bottega degli orrori, Bert in Mary Poppins. O, anche, c’è uno spettacolo che ho sempre adorato e si chiama Hollywood Ritratto di un divo, con le musiche di Gianni Togni e interpretato da Massimo Ranieri, ed è uno spettacolo che mi ha molto molto emozionato. Ricordo di averlo vissuto molto. Ora che sto diventando adulto mi piacerebbe affrontare quel tipo di adulto come personaggio.
Ringrazio tantissimo Alex Mastromarino per la sua spontaneità e per la semplicità dimostrata in questa bellissima chiacchierata. Sono ansioso di vederlo a teatro in Jersey Boys e gli auguro di realizzare il sogno di portare in scena E non finisce mica il cielo.
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