Roberto D’Alessandro autore, attore, regista, produttore, direttore artistico, si è diplomato al Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Roma diretto da Gigi Proietti.
E’ tra i fondatori del gruppo I Picari che ha segnato il teatro-cabaret dalla seconda metà degli anni ’90 per più di dieci anni
Appassionato della causa meridionalista, ci racconta come è nato questo suo grande impegno:
Lo spettacolo ha debuttato al Teatro Quirino il 21 marzo 2011, cioè a quasi 150 anni precisi dalla proclamazione del Regno di Italia. Se ci si pensa l’Unità d’Italia è avvenuta con la sola annessione del Regno delle Due Sicilie: mancavano il Lombardo Veneto e lo Stato Pontificio, eppure hanno proclamato il Regno di Italia. Vittorio Emanuele II, il Re sabaudo ha continuato a chiamarsi Vittorio Emanuele II, mentre iI Re d’Italia avrebbe dovuto essere il primo; ma, alla fine, ripeto, è stata una annessione, una conquista, un baratto. Tutto quello di marcio che abbiamo in Italia nasce da questo; la stessa costituzione dell’Italia è una rapina, una frode. Poi ho incontrato un grande poeta calabrese Dante Maffia che ha scritto “Milano non esiste” e ho voluto portarlo in scena: parla di un calabrese che se ne va a Milano diciottenne con il sogno che alla pensione tornerà, con tutta la famiglia che intanto si sarà fatto, a casa, nella sua Calabria. Dopo 40 anni a Milano, sposato e con 6 figli, arriva alla pensione e comunica questa sua decisione, di cui mai aveva fatto parola, alla famiglia e nessuno vuole seguirlo. Vorrei portare l’idea del meridionalismo a teatro facendo una spettacolo su Tomhas Sankara, leader del Burkina Faso, ucciso anni ’80 in seguito ad un famoso discorso che fece all’ONU in cui diceva che il Burkina Faso non avrebbe pagato il debito pubblico perché lo aveva già pagato in termine di sangue e di tutto quello che gli è stato preso in centinaia di anni.
Sei ideatore ed organizzatore della prima edizione del Testaccio Comic Off, settembre 2015:
Un festival del comico in tutte le sue forme; teatro comico off perché nei teatrini, una cosa assolutamente privata (privata di tutto). Per la nuova edizione già in molti hanno dato l’appoggio.
Esiste una poetica di D’Alessandro?
A suo tempo avevo sintetizzato un’idea di manifesto culturale con Dante Maffia, nell’idea della dissolvenza, cioè raccontare il nostro tempo che è dissolvenza: ci stiamo dissolvendo, la società occidentale sta svanendo, sparisce lentamente, scolorisce, si dissolve. Avevo tentato di raccontarlo. Poi non siamo stati capaci di trovare un’idea di manifesto culturale: quello per eccellenza è quello futurista, ma quello era una cosa forte. Loro lanciavano una cosa forte. Poi siamo andato troppo al di là: l’arditezza delle forme è arrivata talmente al di là, che ha perso il senso dell’arditezza e del gesto. Alla fine ti dico, quello che faccio è molto informato a quello che sono io culturalmente; molto capita casualmente, molto no. Provengo dalla scuola di Proietti, andavo in quella direzione e continuo in quella direzione, un percorso di matrice popolare nel senso che va verso il popolo.
Parliamo di questo spettacolo di cui sei regista e che sarà in scena fino al 14 febbraio 2016 al Teatro degli Audaci: 3 Papà e un Bebè.
Arriviamo a Forza Venite Gente.
Adesso Michele Paulicelli è tornato a interpretare San Francesco. Il riferimento al grandissimo Silvio Spaccesi viene necessariamente. Mi sono dovuto confrontare necessariamente con lui: andavo a fare i monologhi e vedevo che il mio durava quattro minuti e il suo nove e mi chiedevo come mai. Poi, vedendo, mi sono accorto che lui creava ogni volta cose nuove, aggiungendo. Chiaramente non potevo né inseguirlo né imitarlo.
Il tuo Pietro di Bernardone parlerà in dialetto?
Pietro di Bernardone è un personaggio pieno di coloriture, sfaccettatto.
Io mi sono innamorato di questo personaggio. Forza Venite Gente è un grande musical, uno spettacolo dei record: le canzoni sono belle e sempre di grande attualità. I monologhi di Pietro sono veramente belli. Ha sempre una grandissima presa sul pubblico sia per il messaggio che lancia, ma anche perché è uno spettacolo molto divertente. E’ uno spettacolo che coinvolge sempre chi lo fa e vi assiste.
Ringrazio Roberto D’Alessandro per la sua disponibilità e per averci reso partecipi dei suoi progetti e dei propri pensieri e lo aspettiamo con trepidazione in scena nei panni di Pietro di Bernardone in Forza Venite Gente.
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