
Manuela Kustermann, attrice simbolo del Teatro italiano e internazionale. Numerosissime le collaborazioni prestigiose, le lunghe tournée internazionali e tanti i riconoscimenti importanti. Accanto alle sue interpretazioni teatrali, sono numerose e significative anche le presenze televisive e radiofoniche.
Manuela Kustermann debutta, giovanissima (nel 1963), interpretando Ofelia nell’Amleto di Carmelo Bene.
Nel 1967 insieme a Giancarlo Nanni fonda il Teatro La Fede, prima sede stabile del Gruppo Space Re(v)action. Sono anni di grandi fermenti culturali e la Compagnia, un gruppo di lavoro che spazia fra teatro, cinema, danza e musica, viene identificata come un punto di riferimento importante. Nasce la “Scuola Romana”: accanto a Nanni, Giuliano Vasilicò, Memè Perlini, Pippo Di Marca, Valentino Orfeo.
Che ricordo hai di quegli anni?
Il periodo del teatro La Fede a Porta Portese è stato un miracolo voluto e realizzato grazie alla caparbietà di Giancarlo Nanni, un buco di Teatro scomodo e umido, che era diventato un luogo In di Roma , dove tutti erano curiosi di andare, da Valentina Cortese, alla Borboni, Gassman, il grande Olivetti, Valentino (arrivò in Rolls Royce) etc. e dove si esibirono grandi artisti venuti dall’estero. Poi dopo il grande successo del Risveglio di Primavera di Wedekind Nanni fu chiamato in America per condurre degli stage nelle Università della California e stemmo in America per tre mesi. Poi tornammo altre volte a NY con gli spettacoli. E poi…
Con il Risveglio di primavera di Wedekind, vieni consacrata, con il premio De Feo come miglior attrice italiana, “diva” dell’avanguardia. Da lì in poi sono gli anni dell’avanguardia, della sperimentazione. Cosa significavano allora quelle parole “nuove”, quale pregnanza avevano, di cosa erano imbevute?
Ha senso oggi parlare di avanguardia e sperimentazione? Se sì, da quale afflato dovrebbero essere mossi?
Nel 1989 fondi e dirigi insieme a Giancarlo Nanni il Teatro Il Vascello, dal 1995 riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come Centro di Ricerca, Produzione e Promozione per la Ricerca Teatrale, dal 2000 Teatro Stabile d’Innovazione e dal 2015 con la nuova disciplina Ministeriale è riconosciuto quale Centro di Produzione Teatrale. Il Teatro Il Vascello può essere considerato come una tappa ulteriore del percorso artistico tuo e di Giancarlo Nanni e della Cooperativa La Fabbrica dell’Attore diretta prima da voi e ora da te (a seguito del decesso di Giancarlo Nanni, Manuela Kustermann è dal 2010 direttore artistico del teatro Vascello e della compagnia La Fabbrica dell’Attore). Come si inserisce il teatro Il Vascello in questo tuo percorso? Sembra essere uno sbocco necessario e naturale.
Il Teatro Vascello è uno dei teatri più belli di Roma e d’Italia, il primo ad essere costruito con la platea ad anfiteatro, con un palcoscenico grandissimo e ormai un importante punto di riferimento per la sua programmazione di qualità aperta anche alla danza e alla musica. Io cerco di continuare con umiltà e coraggio la poetica di Nanni, di far sì che il Vascello sia un luogo di accoglienza e di possibilità e visibilità per i giovani talenti e che sia un luogo aperto dove il pubblico si possa sentire come a casa e tutto questo è possibile anche grazie ad un meraviglioso staff che lavora con passione e abnegazione.
Sei una grande e indiscussa protagonista della scena e suggestiva interprete di un vasto repertorio di eroine femminili. Pensi che il teatro oggi sia ancora sotto un patriarcato e declinato solo al maschile?
Per quanto riguarda la regia teatrale c’è una forte e indiscussa predominanza maschile, anche se figure come Emma Dante o Lisa Ferlazzo Natoli o Fabiana Jacozzilli fanno sperare in un cambiamento. Io ho molta fiducia che le donne artiste conquisteranno finalmente i posti più in alto delle gerarchie teatrali, d’altra parte si può onestamente pensare cosa sarebbe stato il Piccolo Teatro Di Milano senza La Vinchi?
Oggi il teatro sta vivendo un momento drammatico e incerto a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus. Quanta rabbia, quanta frustrazione tutto questo getta addosso?
Aspettiamo che ci dicano dei dati certi per la riapertura per poterci organizzare e riformulare la stagione teatrale.
Al momento il Governo sembra un lontanissimo interlocutore, cieco e sordo nei confronti del settore dello spettacolo dal vivo. Cosa pensi dovrebbe fare lo Stato per voi artisti?
Restituire una dignità in forma giuridica a tutto il settore dello spettacolo dal vivo.
Cosa dovreste fare voi artisti?
Cosa pensi del recente fenomeno del teatro on line? E’ fattibile un teatro fatto in questo modo?
E’ praticabile un teatro col distanziamento sociale?
Il Vascello ha una capienza di 360 posti, con il distanziamento potremo far entrare 75 spettatori. È difficile pensare che economicamente un teatro che ha dei costi molto alti possa affrontare una situazione del genere, a meno che non ci siano degli aiuti concreti da parte del Ministero dei Beni Culturali.
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