la regina di ghiaccio

Il nuovo Musical, La Regina di Ghiaccio, l’imminente uscita di un CD, il Teatro, Il Varietà e tante altre cose ancora.

Bella, sempre luminosa e sorridente, indossa pantaloni rossi, un graziosissimo maglioncino variopinto con dei piccoli voulant ai polsi e un paio scarpe rosse col tacco. Sul viso, un trucco semplice e leggero.

Si presenta così Lorella Cuccarini alla conferenza stampa per la presentazione de La Regina di Ghiaccio, il nuovo Musical ideato e diretto da Maurizio Colombi e prodotto dalla Viola Produzioni di Alessandro Longobardi, direttore artistico del Teatro Brancaccio, di cui Lorella sarà protagonista e che sarà in scena al Brancaccio dal 2 al 26 marzo 2017.

Alla fine della conferenza, Lorella si ferma a parlare con i giornalisti.

Sempre affabile e disponibile con tutti Lorella si dimostra naturale, spontanea e molto modesta: a chi la chiama artista dice di non definirsi tale, perché per lei l’artista è un’altra cosa. Preferisce pensare a sé come a una professionista, magari brava, per qualcuno bravissima, ma una professionista che fa bene il proprio lavoro.

Dispone di grandissima attenzione nei confronti di tutti: circondata da persone e telefonini che registrano le sue risposte, dà prova di fermezza e presenza nel rispondere, sempre sorridente, alle domande incalzanti dei giornalisti trovando ogni volta parole adeguate e misurate senza farmi mancare un radioso saluto quando si gira e mi riconosce.

Ho scelto di riportare le risposte alle domande più interessanti e pertinenti che sono state poste, tra cui anche un paio delle mie.

Sei stata Sandy in Grease, Charity in Sweet Charity, Miranda ne Il Pianeta Proibito e Madre Gothel in Rapunzel. In La Regina di Ghiaccio interpreterai Turandot, una crudele e malefica regina che, vittima di un incantesimo che le ha gelato il cuore, taglia le teste dei pretendenti che non rispondono esattamente ai suoi indovinelli e nel cui regno gli uomini sono costretti ad indossare una maschera per non incrociare il suo sguardo. Cosa ti piace del tuo personaggio?

Il personaggio di Turandot è molto affascinante. Rispetto all’Opera originale, dove è la regina cattiva, dal cuore di ghiaccio, qui, invece, è un personaggio molto affascinante in cui si alternano due facce: la regina resa algida da un incantesimo, ma anche poi una donna romantica quando scopre l’amore per la prima volta con Calaf.

Turandot è un personaggio molto stimolante, ma anche complicato da rendere sul palco proprio per questa sua caratteristica: spero di essere in grado di dare coerenza al personaggio dall’inizio alla fine dello spettacolo.

Cosa dicono i tuoi figli di questo spettacolo?

Loro vivono con grande fermento ogni mia esperienza nuova, condividono la mia passione anche se fanno tutt’altro. Sono molto curiosi. Hanno visto i primi filati  e sono molto coinvolti e molto contenti.

Certo non possono essere miei fan perché sono ragazzi che hanno altri miti musicali, ma mi seguono con molta attenzione.

Devo dire che da questo spettacolo sono rimasti sconvolti: non si aspettavano questa mia poliedricità, questa capacità di essere sul palcoscenico a 360 gradi anche se a teatro lo avevano già vissuto. Soprattutto per quanto riguarda l’aspetto più coreografico, quello legato ai momenti più musicali, a teatro lo hanno visto meno, non erano abituati. In questo spettacolo ci sono molti numeri musicali, mentre gli spettacoli precedenti erano più recitati.

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Forte dell’esperienza di Nemicamatissima, pensi ci sia ancora spazio per il Varietà nella televisione italiana? 

Sì, si può ancora pensare di fare Varietà nel 2017. Spesso, ciclicamente, si parla della morte di un genere televisivo, ma dentro la parola Varietà si racchiude tantissimo. Lo si deve interpretare alla luce del periodo storico e sociale.

Mi piace l’idea che oggi si punti sugli eventi: vivere il Varietà con la logica del grande evento può forse essere il modo in cui oggi possa esprimersi al massimo.

Mi auguro che ci possano essere esperienze di tipo diverso, ma sempre con questa logica.

Mi piacerebbe moltissimo uno spettacolo tutto al femminile, non solo in coppia, ma a più voci. Credo si debba ragionare al di fuori degli schemi: nel momento in cui si entra nella logica dell’evento, poter veramente pensare liberamente a qualche proposta anche inedita.

Non dico mai di no a prescindere. Dipende dalla proposta: non scalpito per fare televisione, mi piace seguire progetti dove c’è la possibilità di avere un senso. La mia partecipazione deve avere un senso: esserci solo per starci, non mi interessa. Allora preferisco fare teatro e dedicarmi al teatro a tempo pieno.

A chi le chiede perché il cinema non la cerchi, risponde:

Penso che per le donne il cinema sia già molto più complesso: i ruoli femminili sono pochi e richiedono anche delle età particolari. C’è il periodo che richiede che tu sia una bomba sexy e io non lo ero nemmeno a 20 anni; poi c’è il procuratore distrettuale; infine c’è il modello A spasso con Daisy. Io sono nella fascia del procuratore distrettuale, non vorrei arrivare a Daisy (si ride).

La verità è che ruoli femminili al cinema sono pochi e abbiamo tante attrici bravissime che fanno fatica. Non mi viene difficile pensare per quale motivo non mi abbiano pensata: sono stata legata per tanti anni alla televisione e il personaggio televisivo, in Italia, viene utilizzato meno sia nel cinema che nella discografia, perché è come se mancasse un po’di mistero.

Questo all’estero non accade, vedi per esempio Jennifer Lopez, per fare un esempio alto.

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Sta per uscire un Cd vero?

Sì, il 3 marzo uscirà un CD inciso con la Warner. E’ un progetto nato con Nemicatissima, una rivisitazione di alcune  sigle presentate all’interno del programma. C’è anche un live del medley ripreso così come è stato fatto con tanto di applausi.

Poi la cosa bella è che ci sono due inediti, pezzi mai registrati: uno è Cento, la sigla di Buona Domenica del ’95 e Il mio viaggio, sigla della prima Domenica In che avevo fatto, pezzi nati come sigle, ma mai pubblicati. Sicuramente un cd per gli appassionati e i fan.

La cosa che mi emoziona di più è che ci siano tanti bambini e giovanissimi che cantano le mie sigle, per esempio La Notte Vola. Sono felice di aver avuto un brano del genere, magari averne altri! Ce ne ho anche altri, ma La Notte Vola ancora si balla in discoteca, nelle serate, ha una forza che arriva ancora ai giovanissimi.

Non è detto che un giorno non ci venga in mente una rielaborazione di quel pezzo magari con contaminazioni, magari con un duetto.

Tornando al Musical, anche nel tuo libro, Ogni Giorno il Sole, hai scritto che se si pensa al Musical, vengono immediatamente in mente le produzioni di Londra e New York e si pensa ad artisti a 360 gradi che cantano, ballano, recitano e magari suonano anche e compongono. Tu hai attraversato trent’anni di carriera con quattro musical diversi, in quattro età diverse, con ruoli diversi. Questo è il tuo quinto Musical.

Cosa possiamo fare in Italia per il Musical? Di cosa ha bisogno?

Dal punto di vista della professionalità ci stiamo allineando molto con l’estero e questo spettacolo ne sarà la dimostrazione: abbiamo un cast di venti persone in scena e tutte sono assolutamente di primissima grandezza.

Certamente sarebbe importante che anche il Musical avesse un grado di attenzione:  il teatro musicale non ha aiuti di nessun tipo, può sopravvivere e vivere solo grazie a produttori coraggiosi e anche un po’ folli che investano su questo. Forse se ci fosse anche un aiuto, un qualche tipo di investimento per poter soprattutto crescere con la nostra cultura, con delle nostre proposte, penso che potremmo veramente  diventare più grandi.

Siamo ancora in una sorta di limbo dove la maggior parte dei titoli che arrivano sono titoli che arrivano dall’esterno, non sono mai nostri.

Nel tuo libro scrivi che ti manca il Teatro di prosa e ti piacerebbe fare qualcosa.

E non è detto! Ci stiamo già lavorando! Non è detto che non arrivi presto anche questa esperienza!

Bene! Forti di tutte queste emozioni e ricchi di così tante informazioni (l’imminente debutto con un nuovo, entusiasmante musical, un cd con le sigle in uscita e un appuntamento col teatro di prosa contemporanea che resta appeso nell’aria) non resta far altro che aspettare il 2 marzo per godersi la bellezza e la magia de La Regina di Ghiaccio!

la regina di ghiaccio

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