L’Ultima Strega, spettacolo di Andrea Palotto e Marco Spatuzzi, debuttò tre anni fa nelle Marche e fece poi delle date a Roma e a Milano che videro un grandissimo successo di pubblico e critica.

Ora torna con un cast parzialmente rinnovato e c’è una grandissima attesa da parte sia di chi lo ha già visto sia di chi non lo ha visto, ma ne ha sentito parlare.

La storia è quella di Anna Goeldi, l’ultima donna in Europa ad essere stata uccisa perché condannata per stregoneria.

In occasione dell’allestimento al Teatro Brancaccio per il debutto del 27 ottobre del 2016, ho avuto l’occasione di intervistare il protagonista maschile, Cristian Ruiz.

Cristian, torni dopo tre anni con L’Ultima Strega, con un cast parzialmente rinnovato. 

Sì è un po’ come uno spettacolo nuovo. Sono passati tre anni, alcuni compagni di viaggio sono nuovi e sono cambiate tante cose. E’ cambiato totalmente anche il testo della mia canzone il cui titolo è passato da Un Piatto Freddo a A Sangue Freddo ed è stata un’avventura impararlo di nuovo, perché una volta che hai un testo nella memoria in un modo, poi è decisamente più difficile impararlo in un altro.

Il tuo personaggio è Johan Jakob Tschudi, un uomo realmente esistito e protagonista della storia. Raccontaci di lui.

Sì, Tschudi è un personaggio storico realmente esistito, come Anna Goeldi. E’ un medico e giudice di Glarona che ha delle idee illuministe. In questo paesotto è l’unica persona che viaggia e conosce quello che accade in Europa e che, come tutte le persone politicamente impegnate, utilizza machiavellicamente le proprie idee e chissà in questa occasione come si comporterà con Anna Goeldi.

Il tuo è un personaggio che resta fedele a se stesso per tutto il tempo. Che tipo è? Cosa vuole?

Tschudi vuole mantenere la stabilità della sua famiglia. Tutto quello che viene dall’esterno può rappresentare un pericolo soprattutto per tutti i non detti che ci sono nelle famiglie e alla fine un paesotto è un po’ come una grande famiglia, dove tutti sanno tutto di tutti e mantenere qualcosa segreto è molto difficile, soprattuto se viene qualcuno dall’esterno che vede le cose in maniera diversa e cerca di capire quali sono gli intrecci di questo paesotto. 

Però così sembrerebbe solo una persona che vuole mantenere l’ordine, invece mi sembra di aver capito che sia anche un po’ cattivo.

Sicuramente è una persona molto lucida e che farebbe di tutto per arrivare ai suoi scopi. E’ una persona abbastanza senza scrupoli. Ha vissuto un’infanzia di povertà, poi ha sposato una donna abbiente che gli ha permesso di arrivare dove è arrivato.

Quale è il tuo modo di dargli faccia, di dargli espressione?

Lui ha un’idea molto lucida del progresso. Da un punto di vista dell’esteriorità, di quello che gli altri vedono, è assolutamente un illuminista, ha il polso della situazione di quello che sta avvenendo in Europa.

La moralità non gli appartiene, appartiene più alla chiesa. Lui non è preoccupato dell’aspetto politico e del progresso che sta prendendo piede sempre di più. Semmai è più Padre Mottini (il curato del paese) a preoccuparsi della moralità delle cose, ed è proprio in questo il loro scontro.

Tschudi è un politico e utilizza la paura della gente.

L’Ultima Strega è anche uno spettacolo politico, è una lotta fra poteri, fra il potere della Chiesa, il potere temporale e il potere della donna, che si cominciava a far sentire, ma viene totalmente scalzato nel suo primo vagito.

E’ davvero una storia di lotta dei sessi. Una donna che cerca di affermare la propria dignità con la propria scaltrezza, col proprio saper fare, saper creare, ma viene contrastata dall’uomo con la forza e la manipolazione delle menti degli altri.

Da dentro, come stai vivendo questo personaggio?

Come un uomo che difende ciò che crede appartenergli e anche proprio come politico. Mi sono ispirato al modo dei politici di attaccare più che di proporre, cercando di sotterrare gli altri.

Quindi lui non ce l’ha con Anna nello specifico.

No. Lei è capitata nel momento  e nel luogo sbagliato. Poteva essere chiunque altro. 

Allora Tschudi smuove l’opinione pubblica contro Anna non per colpa di lei, perché rappresenti una minaccia.

No. Lei è una donna che sa più delle altre, che non si lascia manipolare, comandare, influenzare. Lei, in quel momento, è un pericolo. E’ talmente empatica con la gente che potrebbe sostituirsi a Tschudi nelle preferenze della gente e far insorgere il dubbio nell’opinione pubblica.

L’unico modo che ha lui per soggiogarla è, inizialmente, il sesso. Quando lei non si lascia sottomettere, l’unica altra alternativa è eliminarla.

L’Ultima Strega è un testo molto articolato, che racconta più storie e può essere interpretato da più punti di vista.

Sì, è un testo complesso, articolato: ci sono tanti personaggi, tanti modi vivere e di vedere. Le letture sono davvero tante. E’ un testo molto attuale. Anche il pettegolezzo: lo vediamo tutti i giorni al telegiornale cosa accade quando le persone rendono pubblici fatti privati manipolando l’opinione pubblica.

Raccontami la struttura di questo spettacolo.

E’ un racconto drammatico musicato. C’è tanta musica perché ci sono tanti personaggi che cantano, ma ognuno ha pochi interventi cantati. Andrea scrive in maniera molto dilatata i personaggi, cosicché ognuno abbia qualche cosa da dire. L’importanza della musica è fondamentale, ma non è un musical dovei ogni due pagine di copione c’è una canzone.

E’ stato definito come un musical drama.

Sì. C’è tanta drammaturgia, tanta recitazione.

Negli ultimi anni ti scelgono sempre per ruoli cattivi.

Pino (Processo a Pinocchio) non era cattivo. Aveva qualche problema. Però sì, mi piacciono questi ruoli così lontani da me, che mi permettono di essere qualcosa che in realtà non sono.

Ringrazio molto Cristian per la bella chiacchierata e vi invito ad andare al Teatro Brancaccio, dal 27 ottobre al 6 novembre 2016, per godere di questo bellissimo e originale spettacolo.

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