Teatro Marconi

23 dicembre 2015. Prima

Scritta da Daniele Esposito, Rosario Galli, Gabriele Galli, diretta da Claudio Boccaccini, interpretata da Felice Della Corte, Francesca Ceci, Riccardo Bàrbera, Massimo Milazzo e Gabriele Capparucci, Il Padrone di Casa è una commedia in stile anni ‘60/’70 in cui il problema sociale raccontato sullo sfondo  viene affrontato con comicità ed esuberanza dai personaggi che vivono situazioni divertenti e paradossali.

Una famiglia in gravi difficoltà economiche e in attesa da cinque anni della casa popolare promessa dal Comune, decide di occupare un appartamento apparentemente abbandonato.

Peccato che l’appartamento si trovi in una palazzina acquistata da uno speculatore senza scrupoli che ha deciso di trasformarla in un centro commerciale e non ha alcuna intenzione di lasciare che gli intrusi si impossessino di ciò che gli appartiene sfacendogli sfumare un affare molto fruttuoso.

Il padrone di casa, così, occuperà a sua volta una stanza all’interno dell’appartamento invaso dagli abusivi; ne nasceranno una serie di gag dilaganti ai limiti dell’assurdo che scateneranno molte risate.

La sgangherata famiglia di inquilini è composta da Manuela, donna forte che ha perso prematuramente il marito e vive con il figlio tredicenne, Gabriel Omar, il vecchio padre invalido e il fratello, Emiliano, sfegatato e fanatico tifoso romanista, mentre Claudio, napoletano, è il proprietario dell’immobile, un uomo chiuso ai sentimenti e che ha donne solo a pagamento.

La famiglia cercherà in tutti i modi di cacciare di casa il legittimo proprietario escogitando una serie di espedienti fantasiosi, a tratti deliranti, che daranno vita a situazioni divertenti e imbarazzanti.

Tra gli accesi scontri verbali e i tentativi di spaventare Claudio, si insinuano piccoli momenti di delicatezza e sentimentalismo.

Il Padrone di Casa è una divertente commedia ben interpretata da questi bravi attori. In particolare, molto bella l’interpretazione di Massimo Milazzo con un personaggio veramente ben scritto.

Una commedia leggera, con un testo divertente e snello che consente allo spettacolo di scorrere via veloce.

Mi ha lasciato, però, qualche incertezza: lo svolgersi degli eventi non è sempre fluido e lineare. Nel momento in cui tra Claudio e Manuela sembra nascere della simpatia, gli elementi sentimentali sono appena accennati e poco legati tra loro.

Inoltre, il personaggio di Manuela è eccessivo: ogni battuta viene urlata, ogni parola gridata e anche il linguaggio potrebbe fare a meno di qualche parolaccia di troppo. Non è perbenismo, ma la brutta parola può essere felicemente sostituita da gesti ed espressioni del volto che offrono un’ampia gamma di sfumature più efficaci.

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