Recensione di Carlo Tomeo
Davide Lorenzo Palla, mattatore per eccellenza dell’impresa culturale “Tournèe da Bar”, che ha portato a conoscere i maggiori successi di William Shakespeare in tutt’Italia, raccontandone le trame e arricchendo la narrazione di aneddoti dell’epoca del grande Bardo, e non solo, è approdato al grande pubblico facendo tesoro dell’esperienza vissuta quando aveva avuto il pubblico numericamente ristretto dei bar.
In questa occasione di spettatori ce ne erano molti di più e questo è servito a scaldargli l’anima più che a intimorirlo, tanto che, non solo non si è perso d’animo, ma ha regalato al pubblico intero tutta la sua arte, opportunamente arricchita, ispirato dal grande teatro come il Carcano che gli ha messo a disposizione tutti quegli elementi tecnici che i bar solitamente non posseggono.
Lo spettacolo è iniziato prima ancora che il pubblico entrasse a prendere posto, con un divertente piccolo prologo dell’attore in abito da scena sul parquet che terminava i gradini di ingresso alla sala.
Insieme a Tiziano Cannas Aghedu, un polistrumentista che fungeva da cantastorie e che eseguiva musiche in carattere con la vicenda narrata dal collega attore che si è dimostrato un grande istrione, barcamenandosi con naturalezza tra il comico, il surreale e anche il drammatico.
Sì, perché Palla ha raccontato (e possiamo anche dire in parte recitato) una delle opere di Shakespeare che non si riesce a collocare tra la commedia e il dramma.
La storia di Schylock, il mercante di Venezia, è arciconosciuta e Palla ne ha raccontato tutti e cinque gli atti, muovendosi sulla scena costituita da un palchetto di legno e che aveva sul fondale un quadrato rappresentante una sorta di carta geografica dove lui indicava i luoghi dove si svolgevano i fatti che andava raccontando. Naturalmente il suo genere di teatro non è fatto di rappresentazione, o racconto che sia con l’ausilio musicale: uno dei suoi piatti forti è la partecipazione del pubblico che, nei bar, non può non esserci perché, stimolata da vicino, diventa spontanea. Se la rappresentazione avviene in uno spazio molto più ampio e con un numero maggiore di spettatori, il coinvolgimento di costoro non diventa naturale e allora sta nella capacità artistica del mattatore-istrione coinvolgerli anche in più occasioni per farli partecipare meglio alla magia che il teatro sa concedere, tanto da renderli attori al pari di quelli che in quel momento stanno facendo il loro lavoro che si arricchisce con novità che possono cambiare di sera in sera. C’è da dire che Palla non si ferma un attimo in quest’opera, dove racconta, nel frattempo i cinque atti della vicenda.
Certo il racconto di una storia non è come la rappresentazione della stessa con vari personaggi che interagiscono ma Palla ha ottime capacità affabulatorie e riesce a trarre nutrimento al suo racconto dall’ottimo intervento musicale del suo compagno di scena Tiziano Cannas Aghedu, così come i buoni conoscitori dell’opera hanno saputo individuare l’apporto che è stato dato al testo da parte di Moni Ovadia.
Dopo tanto teatro da bar, Davide Lorenzo Palla è pronto ora a frequentare i grandi teatri per rendere noti, specialmente ai più giovani, le grandi opere di Shakespeare. Tuttavia il rischio dell’attenersi al semplice raccontare, o al coinvolgere gli spettatori per attrarne la simpatia e meglio affidarsi alla comicità, alla fine potrebbe rivelarsi ripetitivo, specialmente se si affronteranno le opere più drammatiche di Shakespeare, esperienze peraltro già fatte, dove in molti casi alcuni personaggi sono stati portati “alla berlina”.
Al di là di tale considerazione c’è da registrare il grande apprezzamento dimostrato dal pubblico alla prima cui ho assistito, dove il teatro era strapieno anche in balconata. Sì, il pubblico ha colto la parte comica della commedia, anche perché il dramma vissuto dal pur esecrabile Schylock con il suo famoso monologo( “Non ha occhi un ebreo?…”non sente anche lui le ferite?” ecc. dell’atto terzo è stato bypassato), come lo è stato il significato più recondito che Shakespeare, riconoscendo un problema etico a anche drammatico che ha voluto inserire nella sua opera, non l’ha chiamata “commedia”
Il Mercante di Venezia
di Williamm Shakespeare
raccontato da Davide Lorenzo Palla
con gli affettuosi consigli di Moni Ovadia
musiche e accompagnamento dal vivo di Tiziano Cannas Aghedu
scenografia Guido Buganza
luci Salvo Manganaro
costumi Anna Coluccia
progetto artistico Tournée da Bar
regia Riccardo Mallus
Produzione centro d’arte Contemporanea Teatro Carcano
Si ringrazia la Sig.ra Brunella Portoghese dell’Ufficio Stampa.
in scena al Teatro Carcano di Milano fino al 17 dicembre.
Bellissima recensione, complimenti sig. Tomeo
Bellissima recensione! Grazie, sig, Tomeo.
bella recensione. bravo tomeo.