Finzioni

Finzioni

TeatroBasilica

20 novembre 2022

Finzioni, tratto dai racconti di Jorge Luis Borges. Un progetto del Gruppo della Creta 

Finzioni è il nuovo spettacolo che il Gruppo della Creta ha portato in scena al Teatro Basilica, di cui è compagnia residente.

Tratto dai racconti di Jorge Luis Borges, Finzioni è la messa in atto dei pensieri di Borges in un esperimento di rielaborazione per la scena.

Operazione difficile e pericolosissima per la complessità che il pensiero di Borges rappresenta.

Entrare in contatto e in profondità con la filosofia dello scrittore, poeta, saggista e accademico argentino richiede una profonda capacità di analisi e di astrazione, un approccio mentale e metodologico non ordinario e assolutamente fuori dagli schematismi razionali del pensiero contemporaneo.

In Borges ogni certezza costituita cade e l’uomo è smarrito in una ricerca di senso che lo porta a percorrere strade nuove, insolite e sconosciute, come perso in un labirinto concettuale.

Ne deriva un senso di smarrimento esistenziale in cui ciò che sembra noto, se visto attraverso le categorie concettuali di Borges, diviene privo di senso e insufficiente per la comprensione del mondo.

Il mondo è troppo complesso e articolato per essere rinchiuso entro categorie certe e nette.

La fitta rete di relazioni tra gli uomini e tra gli uomini e il mondo richiede nuove riflessioni e nuovi approcci per poter tentare di abbracciarla almeno in parte.

Si tratta di un processo in continua evoluzione ed espansione, in cui sogno e veglia, realtà e finzione, si accavallano costantemente e questa continua giustapposizione di più mondi, reale, magico e onirico, rende il processo infinito, privo di un esito che possa definirsi certo, se non nella consapevolezza della sconfitta dell’uomo nei confronti di una comprensione piena e una definizione certa e conclusiva del mondo.

Nel mondo contemporaneo, poi, relazioni e interazioni sono profondamente mediate e veicolate dal web, da una rete virtuale e infinita di collegamenti che definiscono realtà spesso illusorie.

Di fronte a questa duplicità tra mondo fisico e mondo virtuale, l’uomo è ulteriormente diviso, spaesato, smarrito, frammentato.

Finzioni

In Finzioni si ritrovano i temi cari a Borges: il tempo, la memoria, il caso, la morte e le figure che ne abitano il mondo letterario e concettuale, dalla biblioteca di Babele, alla lotteria di Babilonia, al Minotauro. 

Il Gruppo della Creta attraversa i cunicoli del labirinto di Borges affrontando vecchie e nuove complessità che minano la comprensione dell’universo deviandone la strada in continuazione.

Predominante, quasi soffocante, è il senso di smarrimento dell’individuo, soggetto al caos, al disordine e perso nel labirinto delle molteplici esperienze umane.

Esperienze che possono essere reali o virtuali o oniriche.

Il sogno incombe sempre sulla veglia tanto da sfumarne i contorni in maniera tanto decisa che è difficile riconoscere dove si trovi la vita reale.

Il labirinto è abitato da ombre, immagini, illusioni: ogni cosa è trasposizione di se stessa e di altro e con altro si confonde.

Il dentro e il fuori si uniscono, e si confondono per poi dividersi ancora in nuove immagini che non sappiamo più se essere reali o magiche.

Questo smarrimento, questo senso di profondo spaesamento e confusione messo in scena da il Gruppo della Creta è talmente coinvolgente ed efficace, ma anche destabilizzante, da non poter lasciare indifferenti, tanto che dal pubblico è spesso intervenuta una voce a rispondere agli attori in scena, quasi sembrasse un settimo personaggio dello spettacolo.

Si trattava, invece, di una spettatrice: segno che la messa in scena ha colpito, coinvolto, destato dubbi e perplessità a cui il pubblico ha tentato di rispondere attraverso i propri canoni razionali.

Lo spettatore si smarrisce nel labirinto, in cerca di un senso e di una direzione. Questa ricerca, però, non può percorrere strade di senso razionali, conosciute, già battute: si deve andare oltre, perdersi per ritrovarsi o forse per non ritrovarsi più e rimanere smarriti nei cunicoli del labirinto, nelle nostri menti, nei nostri sogni, negli incubi della realtà contemporanea.

La recitazione è naturale, immediata, diretta: immersi in un mondo  sconosciuto e continuamente in bilico tra sogno e veglia, realtà e finzione, gli attori più che recitare, portano in scena le loro riflessioni come se nascessero spontanee sul momento.

Finzioni

L’allestimento utilizza gli strumenti del virtuale: proiezioni tridimensionali, una video camera in presa diretta e la fotocamera di uno smartphone.

La scenografia è in continuo mutamento: composta da cassettoni di legno nero componibili, smontabili e ribaltabili diventa ogni volta una cosa diversa: letto, seduta, armadio, colonna, muro, confine, accesso..

Su tutto domina il nero, il buio, per lo più, ma non solamente, squarciato da lampi di luce e bagliori.

Musica e suoni arricchiscono di stimoli sensoriali le varie fasi distopiche di questo viaggio nella conoscenza di un mondo impossibile da descrivere.

FINZIONI 

tratto dai racconti di JORGE LUIS BOGES 

Regia di Alessandro Di Murro 

Di Anton Giulio Calenda, Alessandro Di Murro, Tommaso Emiliani 

Musiche originali Enea Chisci – Scene Paola Castrignanò – Con Matteo Baronchelli / Jacopo Cinque / Alessio Esposito / Lorenzo Garufo / Amedeo Monda / Laura Pannia 

Assistente alla regia Ilaria Iuozzo – Direttrice Organizzativa Bruna Sdao 

Progetto Grafico Cristiano Demurtas 

La Compagnia

Il Gruppo della Creta è un team di artisti che dal 2015 realizza spettacoli e progetti incentrati sulla nuova drammaturgia, nella speranza di rappresentare le problematiche della realtà contemporanea

Nel 2018 la compagnia debutta al Todi Festival con la messa in scena dello spettacolo Generazione XX, ottenendo un sensibile successo di pubblico e critica. Il Gruppo viene nuovamente invitato al Todi Festival nel 2020 con lo spettacolo D.N.A. – Dopo La Nuova Alba. Queste opere nascono dalla collaborazione artistica tra il regista della compagnia Alessandro Di Murro e il drammaturgo Anton Giulio Calenda. 

Nel 2021 e successivamente per la triennalità 2022-2024 ottiene il finanziamento ministeriale come “Impresa di produzione teatrale Under 35” grazie al quale è riuscita a risollevarsi e a resistere, dopo il difficile periodo della pandemia, con la volontà di affermare la propria identità artistica. 

Nello 2021 presenta La Regola dei Giochi, cinque atti unici di Anton Giulio Calenda, progetto emblematico dell’impegno a sperimentare su forme e contenuti. Nello stesso anno la compagnia sostiene produttivamente altri importanti progetti. 

Il Gruppo nel 2019 decide di prendersi la responsabilità di riqualificare il TeatroBasilica (già Teatro Sala Uno) di Roma, per rispondere alla difficile situazione in cui ver- sa la scena teatrale romana contemporanea. A partire da questo spazio prende vita la ricerca artistica della compagnia.

Foto di Simone Galli

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