
Sala Umberto
20 ottobre 2022
Far finta di essere sani è un percorso di ricongiungimento dell’uomo con la propria interezza.
Giorgio Gaber è stato cronista della propria epoca, ma allo stesso tempo quasi un “profeta”.
La sua analisi della società civile e politica, un’analisi attenta, profonda, lucida, sagace, ironica e pungente, non si limitava a portare in luce e sbeffeggiare i mal costumi e le contraddizioni del tempo, ma era un monito per le generazioni subito appresso, affinché aprissero gli occhi e si rendessero conto della direzione verso cui la vita, individuale e comunitaria, stesse andando.
Lo capivano bene gli intellettuali del tempo, ma anche i politici e chiunque avesse un minimo di coscienza sociale e politica, intesa nel senso ampio originario di partecipazione alla vita della città (la polis appunto).
Allo stesso tempo, attraverso il mezzo comunicativo del teatro canzone, lo capivano bene anche i cittadini più semplici: bastava che avessero un minimo di consapevolezza del presente e che partecipassero con spirito critico alla gestione della res publica (la Cosa pubblica, ossia lo Stato), per comprendere i messaggi sociali, civili e politici che erano materia di lavoro per il genio creativo e artistico di Gaber.
Il realismo con cui Gaber viveva e raccontava il proprio tempo; la sua consapevolezza; la sua lucidità; la sua ironia critica; il suo sarcasmo; il suo essere dentro le cose per poterle comunicare e, magari, trasformare: tutte queste cose lo hanno reso un narratore analitico e critico di un tempo e un uomo capace di guardare al futuro.
In Far finta di essere sani, di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, tutto questo è condensato e presentato in un racconto musicale che raccorda canzoni e monologhi che vanno tutti nella stessa direzione: raccontare l’uomo e la sua complessità.
L’uomo contemporaneo è interiormente scisso, combattuto tra il desiderio di essere qualcosa e la difficoltà o l’impossibilità di esserla.
Viviamo costantemente un dualismo schizofrenico, divisi tra i nostri valori e ideali e una realtà che ci impone di negarli.
L’individuo non è più un insieme intero; piuttosto, un cosmo di frammenti distorti, distanti, spesso in contrasto tra loro, in cui il pensiero è spesso espresso in un gesto che non corrisponde ad esso, anzi lo nega.
Individui interiormente divisi, però, possono dare vita solo ad una società schizofrenica, senza più controllo.
A quel punto, lo slancio personale, gli ideali individuali, non riescono a tradursi in un impegno politico coerente e sano.

Allora, quello che in Far finta di essere sani faceva il Signor G e oggi fanno Andrea Mirò ed Enrico Ballardini, con la preziosissima collaborazione della splendida orchestra Musica da Ripostiglio è ripartire dall’individuo per poter poi costituire una nuova società più sana.
Lo fanno attraverso la musica e le parole di Gaber in uno spettacolo concerto ironico e intelligentissimo che non è semplice intrattenimento, ma un vero atto di impegno civile, sociale e politico (sempre nel senso originario del termine, senza alcun manifesto di partito).
Uno spettacolo che ha cinquant’anni eppure resta sempre incredibilmente attuale e che viene riproposto con l’adattamento e la regia di Emilio Russo.
Far finta di essere sani è un percorso di ricongiungimento dell’io pensante con l’io agente, nel tentativo di ricostituire l’uomo nella sua interezza e poi, partendo da esso, la collettività.

Attraverso brani iconici del grandissimo Signor G, Andrea Mirò, Enrico Ballardini e i Musica da Ripostiglio tracciano con grande enfasi, ironia e partecipazione un percorso di consapevolezza che possa abbattere i muri, superando le difficoltà individuali, ricercando un gesto naturale che sia genuino, realmente umano e in accordo con un pensiero; un percorso che possa dedicarsi con rinnovato coraggio alla nostra salvezza personale.
Un percorso che possa riportare l’uomo dentro di sé e fargli abbracciare la propria interezza prendendo consapevolezza dei propri desideri e ideali e del proprio ruolo nella collettività, in nome di un’uguaglianza, una libertà e una democrazia che siano realmente partecipazione, in cui ognuno possa esprimersi come individuo, affermando le proprie idee per contribuire al bene e all’evoluzione della società.
Far finta di essere sani è un bellissimo tributo, poetico, appassionato, sentito, vissuto, politico, sociale, civile al genio di un uomo e di un artista che cinquant’anni fa era già oltre e che non si piegò mai alle dinamiche del successo per poter sempre affermare una propria forte identità e il proprio personale punto di vista.

Andrea Mirò, Enrico Ballardini e i Musica da Ripostiglio danno vita ad uno spettacolo di teatro canzone elegante e raffinato, coinvolgente, ironico e divertente, in cui danno ampia dimostrazione di passione e affiatamento alternando dialoghi a tratti surreali ai brani di Gaber e suonando con uguale maestria una quantità incredibile di strumenti: batteria, chitarra acustica, chitarra elettrica, pianoforte, contrabbasso, ukulele, marimba, violino e armonica a bocca.
Tra le canzoni eseguite e che intessono il tessuto narrativo dello spettacolo, ci sono: Cerco un gesto, un gesto naturale; Lo Shampoo; Un’idea; Chiedo scusa se parlo di Maria; Far finta di essere sani; L’impotenza; Quello che perde i pezzi; Dall’altra parte del cancello; Un’emozione; L’elastico; Il guarito; La libertà; La marcia dei colitici.
La manifesta sintonia e complicità tra gli artisti, cantanti e musicisti, conferisce un valore aggiunto allo spettacolo sia in fatto di risultato che di credibilità.
Viene da chiedersi dove siano oggi gli intellettuali, gli uomini di cultura, i pensatori, gli amanti della “cosa pubblica”. Che fine ha fatto il pensiero critico? Che fine la partecipazione del singolo cittadino alla collettività?
ANDREA MIRÒ | ENRICO BALLARDINI
E MUSICA DA RISPOSTIGLIO
FAR FINTA DI ESSERE SANI
di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
costumi Pamela Aicardi | luci Andrea Violato
adattamento e regia EMILIO RUSSO
produzione Viola Produzioni e TieffeTeatro Milano
in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber
progetto sostenuto da NEXT – Laboratorio delle Idee
spettacolo vincitore del Premio Franco Enriquez 2022
Foto di Gianfranco Ferrero
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