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Fabio Grossi, attore, regista e drammaturgo porta all’Off/Off Theatre di Roma, L’Enigma dell’Amore, in memoria di Karl Heinrich Urlichs, uno spettacolo scritto da lui e Saverio Aversa, di cui è anche regista.

Lo spettacolo è un omaggio a Karl Heinrich Urlichs, giurista, scrittore, poeta e fine latinista nato nel 1825 e considerato tra i primi ad aver combattuto per il diritto e la libertà di essere omosessuale, testimoniando e difendendo per primo e in prima persona l’omosessualità con scritti e interventi pubblici.

L’Enigma dell’Amore, in memoria di Karl Heinrich Urlichs, è un racconto a ritroso degli episodi della sua vita, una ricostruzione di memorie, lettere, saggi, teorie, suggestioni e amori dell‘uomo che da sempre ha lottato per la propria libertà di amare ed essere sé stesso.

Parliamo con Fabio di questo spettacolo e della sua necessità.

Fabio, da dove nasce l’interesse per questa figura così decisiva eppure non troppo conosciuta?

Soprattutto dal fatto che oltre L’Aquila, dove è vissuto e sepolto, in Italia pochissimi lo conoscano e sappiano dell’importanza che le sue opere e la sua vita abbiano avuto per la conquista dei diritti civili. 

Cosa ti ha colpito di più della vita del protagonista?

Il coraggio … vivere la sua epoca ed affermare il proprio Io e chiedere rispetto, non era facile.

Nello spettacolo Karl ripercorre a ritroso la propria vita ricordando gli uomini che lo hanno affascinato, turbato e che ha in vari modi amato. Qual è stato il tuo approccio come coautore e come regista di questo spettacolo?

E’ stato un approccio di grande rispetto, estremamente attento ad escludere qualunque morbosità che avrebbe potuto suscitare. 

 Assistendo allo spettacolo si potrebbe obiettare se fosse necessario, oggi, nel 2020, uno spettacolo di questo tipo. Si crede che le menti siano più aperte (e certo lo sono per molti versi), ma forse si scordano i numerosi attacchi, anche violenti, di omofobia che ancora oggi accadono con frequenza.Cosa ne pensi?

Nel 2013, anno della prima messa in scena dello spettacolo, che vide la luce nella rassegna “Illecite Visione” diretta da Mario Cervio Gualersi a Milano, la allora presidente dell’AGEDO, signora Rita De Santis, dopo aver assistito alla rappresentazione a Brescia, mi disse: “Assistere a questo spettacolo vale più che partecipare a tre convegni”.

Quale è la necessità che muove questo spettacolo?

La necessità sta nelle orrende notizie che ogni giorno arrivano a mezzo stampa: intolleranza, aggressioni, umiliazioni, sabotaggi, famiglie che ostracizzano, proclami elettorali che parlano alle “gonadi” di elettori razzisti e prevaricatori. 

Rispetto a un secolo e mezzo fa, qual è la situazione attuale in Italia? Quali passi avanti sono stati fatti? Sono esistiti altri Karl Heinrich Urlichs? Esistono oggi?

La situazione in Italia la si conosce. La provincia, ma anche la città, porta in grembo l’intolleranza, il bullismo di fronte a chi sceglie ciò che è differente dalla generale convinzione.

Se esistono o sono esistiti uomini e donne coraggiosi e di grande senso civico? Sì, uno per tutti Harvey Milk .

Quale è la riposta delle Istituzioni oggi agli eventi di intolleranza e bullismo e quale dovrebbe essere?

Forte e determinata al momento della divulgazione, ma debole nell’attuazione delle regole sul campo. Troppo spesso si considerano “ragazzate” atteggiamenti pericolosi per una società civile.

In questo si rispecchia non solo la condizione di genere, ma basta pensare ad Antonio Cosimo Spano, il pensionato vessato da bulli in Puglia, per capire quanto sia fragile questa nostra Società. 

L’Uranismo tanto proclamato da Ulrichs è un concetto superato, ampliato e approfondito da ulteriori speculazioni scientifiche e filosofiche. Oggi le categorie coinvolte sono sempre di più; non si parla più solo di gay, lesbiche, bisessuali e transgender, ma anche queer, cisessuali, pansessuali, intersessuali asessuali e kinky. Si tratta, secondo te, di un processo evolutivo dovuto e necessario, perché sempre più inclusivo di tutte le differenze o di un’esagerazione dovuta alla volontà di definire per forza la natura di un essere un umano?

Sicuramente, ma quanto piace al genere umano definire, etichettare, sottolineare, ghettizzare … non so risponderti differentemente perchè non conosco né voglio le “categorie”. 

Oggi, che viviamo costantemente connessi e possiamo leggere in tempo reale ogni notizia proveniente da ogni parte del mondo e disponiamo di un accesso diretto ad archivi storici, quindi dovremmo essere più informati, esiste una maggiore consapevolezza nella comunità omosessuale di personaggi che, come Ulrichs, sono artefici della conquista di diritti riconosciuti?

Sì. Dobbiamo concentrarci sul Coraggio Civile delle tante persone che possono essere considerate “sano effetto” dell’esperienza Ulrichs. Senza far torto a nessuno posso citare: Mario Mieli, Massimo Consoli, Franco Grillini, Alfredo Ormando, Dario Bellezza, Angelo Pezzana e non ultima Delia Vaccarello, da poco scomparsa. Mi scuso con chi non ho citato. 

 

Foto di Andriy Mishchenko

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