Recensione di Carlo Tomeo

foto carlo

Dopo quasi quattro secoli dalla prima scrittura di “Don Giovani” (avvenuta nel 1616 da Tirso da Molina), Josè Saramago scrisse nel 2005 la sua versione del famoso libertino e si ispirò al titolo dell’opera di Mozart, che era “il dissoluto punito” per sostituirlo con il sottotitolo “Il dissoluto assolto”. La vera novità è stata proprio in questa nuova interpretazione del personaggio, dopo che, sia in teatro, sia nell’opera lirica che nel cinema, la sorte del personaggio dissoluto, che seduceva le donne per poi abbandonarle e non si fermava neppure di fronte all’omicidio, riceve una specie di “riabilitazione”: se Don Giovanni aveva le sue colpe, non è che gli altri personaggi fossero tutti positivi dal punto di vista etico. Il punito, per i misfatti compiuti è solo Don Giovanni, ma la civetteria di Donna Elvira e di Donna Anna, pronta al tradimento, la vigliaccheria del fidanzato di quest’ultimo, la figura del commendatore che vuole difendere l’onore sociale, sono tutti personaggi che nascondono nelle pieghe dei loro animi la mancanza di un vero amore che porta al falso perbenismo. E che dura purtroppo ancora adesso.

E allora ben venga questa nuova e inedita versione di Don Giovanni, che la regista Serena Nardi, ispirata dal testo di Saramago, ha avuto il buon senso di rappresentare.

L’atto unico prodotto da Giorni dispari Teatro è stato presentato con una ricchezza di idee che hanno reso lo spettacolo godibile oltre il solito (in genere “Don Giovanni”, nonostante alcuni tentativi fatti in passato, non è un’opera allegra).

Lo spettacolo si svolge in un’unica scena che potrebbe essere il salotto della casa di Don Giovanni, che ormai, stanco e malato, vive nel ricordo del passato, sfogliando il “quadernone” dove sono annotati i nomi delle donne conquistate e ascoltando musica di Mozart grazie a un riproduttore di CD. Don Giovanni è vissuto nell’ottica della conquista irrefrenabile della donna, ma chi vive nella continua ricerca di amplessi è proprio la persona più lontana dall’amore. L’uomo capisce che è stato concupito ma non amato: le sue numerose conquiste non erano amore perché chi è alla continua ricerca di sesso non è in grado di amare. Fa quasi pena Don Giovanni ora nello sforzarsi di mantenere un ruolo che invece di dargli la carica, lo sommerge sempre di più in un passato che quasi non sente più suo.

L’idea che rende accattivante ma importante questa ennesima commedia su Don Giovanni” è l’inversione dei ruoli maschio/femmina. Tutte le quattro attrici hanno interpretato personaggi maschili e tra queste chi ha brillato in modo particolare per quel suo modo di porgersi al pubblico, con toni ora malinconici, ora irritanti, dimostrando una enorme capacità artistica è stata la protagonista, Monica Faggiani, veramente eccezionale nel ruolo maschile che le è stato affidato. Così come è stato ineguagliabile nelle parti di Donna Elvira, Donna Anna e Zerlina (v. il richiamo all’opera di Mozart), l’attore Andrea Tibaldi, con le sue esilaranti esagerazioni caricaturali  di tre diverse tipologie di donne.

Lo scambio dei ruoli dei sessi ha permesso inoltre di mettere bene in chiaro che non esiste, un Don Giovanni che vittimizza le “povere” e “ingenue” donne, così come non esiste una donna che, indossando i panni di una conquistatrice, compia stragi di uomini “onesti” e “inesperti”.

Il Don Giovanni di Serena Nardi è quindi il simbolo dell’uomo moderno che non ha più un’identità fisica ma una mente che può essere plagiata dagli strumenti della società moderna. Se ne ricava un senso di solitudine che può essere appagato con altri strumenti della nostra epoca. La comunicazione fra le persone, e quindi l’uscita dall’isolamento, oggi è più facile che avvenga su internet, dove tutti possiamo diventare dei Don Giovanni o delle vittime degli stessi, così come possiamo assumere uno o più sessi, a seconda delle idee che ci vengono in testa di volta in volta e  che ci sembrano esigenze assolutamente da soddisfare. Intanto restiamo sempre più bulimici affettivamente, pronti a piangere per mesi quando finisce un amore virtuale nato e finito su internet.

Don Giovanni (ovvero Il dissoluto assolto)

di Josè Saramago

regia di Serena Nardi

con Monica Faggiani, Sarah Collu, Andrea Tibaldi,

Serena Nardi, Silvia de Lorenzo

scene e costumi Officine Red Capet

luci Stefano Capra

musiche W.A. Mozart

Produzione Giorni Dispari Teatro

in scena al Teatro Libero di Milano fino al 21 maggio.

Si ringrazia Simona Griggio dell’ufficio stampa

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