
A noi italiani piace polemizzare su tutto, anche quando non conosciamo le cose di cui parliamo, soprattutto quando non conosciamo le cose di cui ci parliamo. Non siamo abituati a documentarci prima di esprimere un’opinione, ci piace solo poter dire la nostra immediatamente su un qualsiasi concetto che venga esposto privatamente o pubblicamente da qualcun altro.
Se volessimo fare polemica così, a pacchetto chiuso, su Divo Nerone – Opera Rock potremmo tranquillamente riprendere i già tanti discorsi fatti, e pensare che lo spettacolo non è nemmeno cominciato!
Io, però, non faccio cronaca, ma mi occupo di Teatro e Musical, e a me interessano gli spettacoli.
Certo potrei parlare di un’organizzazione piuttosto carente riguardo alla conferenza stampa, ma, considerando che questa sera ci sarà l’Anteprima è giustificabile il fatto che ci si arrivi un po’ in affanno.
Non è con animo polemico che ho deciso di presenziare alla conferenza stampa, a differenza, purtroppo, di molti colleghi, sicuramente più accreditati di me per studi e per esperienza professionale, che si sono presentati impreparati all’evento e che hanno posto le solite domande provocatorie. Stampa non di settore, ma generalista che deve scrivere un pezzo e nulla più.
Nel mio caso, in cui a muovermi è la passione per il Teatro e per il Musical e a supportarmi è ormai una certa esperienza in questo settore, l’interesse predominante è quello per lo spettacolo e credo che debba esserlo per tutti.
Uno spettacolo che porta firme prestigiose.
A partire da Franco Migliacci, due volte Grammy Awards, autore di tantissimi grandi successi della musica italiana, qui autore della sceneggiatura e dei testi dell’opera (in cui è stato supportato da un importante gruppo di lavoro).
Racconta di essersi sempre sentito come Nerone, perché aveva un padre severo e prepotente come Agrippina, madre di Nerone. Il padre, infatti, non voleva che egli seguisse le proprie aspirazioni artistiche, ma avrebbe preferito che continuasse a studiare ragioneria e che entrasse in banca. Questo ostracismo da parte del padre lo fece soffrire tanto da sentirsi incompreso, così come incompreso è stato Nerone in duemila anni di storiografia.
Capiremo meglio questa ultima affermazione ascoltando le parole di Ernesto Migliacci, figlio di Franco, responsabile della direzione artistica e collaboratore ai testi, il quale nel parlare dell’idea che ha mosso la produzione di questo spettacolo rivela subito che troveremo una figura diversa di Nerone rispetto a quella che la storiografia ci ha trasmesso per tantissimi anni. Basandosi sulle ricerche storiografiche di fine Ottocento, anglosassoni prima e italiane poi, e anche sul saggio di Massimo Fini “Nerone duemila anni di calunnie”, la figura di Nerone subirà una riabilitazione e l’Imperatore verrà presentato in una maniera diversa da quella con cui lo conosciamo.
Aggiungo io che questo è un elemento che deve essere sottolineato e tenuto ben a mente, perché ci dice qualcosa di una storia che potrebbe farci scoprire elementi nuovi e stupirci già a livello drammaturgico.
A dar lustro a Divo Nerone – Opera Rock sono le prestigiose collaborazioni del tre volte premio Oscar Dante Ferretti, scenografo di grandi produzioni hollywoodiane, della tre volte premio Oscar per arredo e decoro Francesca Lo Schiavo, del premio Oscar Gabriella Pescucci per i costumi e del premio Oscar Luis Enriquez Bacalov che per quest’opera ha scritto il brano “Da grande sarò immenso”.
Infine, ma non ultimo, anzi primo nel cuore di chi scrive, il grandissimo e straordinario Maestro Gino Landi, regista e coreografo dei più acclamati musical e varietà italiani, che firma la regia dello spettacolo e, con grandissima simpatia, tiene a precisare di non aver vinto alcun Oscar, ma di avere un Telegatto!
Il Maestro motiva la propria scelta di aderire a questo spettacolo sostenendo che gli piace tutto di questo Musical, di questa idea e che: “faccio tutto quando una cosa mi tocca il cuore anche solo per un attimo. Nerone è un personaggio e la gente ha bisogno di personaggi”.
Dopo questa doverosa presentazione è necessario occuparsi dello spettacolo e dei suoi protagonisti, cosa che è sfuggita a molti dei presenti.
Divo Nerone – Opera Rock si propone come un’opera mastodontica, incredibilmente grande che mette in scena 26 ballerini, 12 cantanti e attori e 100 professionisti operanti tra luci, macchine, effetti speciali da apparecchiature di scena.
A seguito di interviste private ho potuto scoprire che musicalmente ci sarà una grande contaminazione di generi con influenze world, musica d’orchestra, elettronica, rock sinfonico e momenti rock più spinti. In questo i produttori Cristian Casella e Jacopo Capanna puntano sulle qualità di Giorgio Adamo, cantante e attore con un passato in diverse cover band rock (una su tutte, quella dei Deep Purple).
Le coreografie sono affidate a Marco Sellati e promettono di essere dirompenti e coinvolgenti.
Le scenografie di Dante Ferretti già ad un primo impatto visivo sono qualcosa che potrebbe lasciare il segno e sicuramente nasconderanno grandi sorprese e saranno supportate da effetti e proiezioni.
Assistente alla regia è Cristina Arrò.
Arriviamo a chi lo spettacolo lo metterà in scena per sei sere a settimana, dal 6 giugno al 10 settembre per la stagione estiva, ma è già prevista una stagione invernale e la creazione di una seconda compagnia che porterà lo spettacolo in giro per il mondo mentre sarà in scena a Roma.
Dicevo, il cast artistico.
Un cast di enorme valore umano e artistico che merita una citazione a parte e approfondita, composto da grandi professionisti del settore, interpreti e protagonisti che si sono fatti valere, conoscere e amare in Italia e, in alcuni casi, anche all’estero.
Dobbiamo essere fieri di avere in Italia artisti di siffatto talento e bravura, professionisti seri che da mesi lavorano e si impegnano con grandissima fatica e totale dedizione per far sì che questo possa essere uno spettacolo forte e valido.
Di loro si dovrà parlare, di loro che il Teatro lo vivono e lo fanno ogni giorno, con amore e abnegazione.
Di loro su cui enorme è il peso di questo debutto, non solo per una giusta e sana ansia da prestazione e da Prima, ma anche per le polemiche che già girano intorno a questo spettacolo, polemiche che fanno male prima di tutto a loro, ma anche al Teatro in generale.
Stiamo a vedere cosa sarà questo spettacolo, vediamo come crescerà nel tempo e poi trarremo le nostre conclusioni, ma non scordiamoci mai dell’enorme lavoro e fatica che c’è dietro e dei talenti che abbiamo nel nostro Paese.
Sicuramente un debutto non facile visti i pochi mesi di prove (credo tre) che li hanno visti quotidianamente impegnati per moltissime ore. Purtroppo in Italia il problema è sempre quello: non ci sono soldi e il tempo per provare è sempre meno.
Ad aggiungere valore all’impegno di questi artisti è un altro elemento importante: lo spettacolo andrà in scena per cinque giorni in inglese e solo un sesto giorno in italiano.
Ciò significa che questi straordinari artisti hanno dovuto preparare in questi mesi non uno, ma due spettacoli: non deve essere stato facile imparare due copioni, uno in inglese e uno in italiano e non credo possano essere rappresentati allo stesso modo, non fosse solo per l’inflessione e l’intonazione diversa delle due lingue.
A tal proposito va citata la grande Tia Architto come English Dialogue Coach.
Un elemento, questo del doppio spettacolo in inglese, tra l’altro prevalente rispetto alla versione italiana, che lo indirizza decisamente verso un pubblico straniero che potrà così conoscere e ammirare un prodotto completamente italiano portato in scena da artisti italiani (diciamo pure che visti i prezzi, sarà meno allettante per il pubblico italiano, salvo che poi dovessero uscire convenzioni o promozioni).
Nominiamo finalmente questi artisti.
Giorgio Adamo, è stato detto, sarà Nerone;
Rosalia Misseri, Agrippina;
Giosuè Tortorelli, Seneca;
Ilaria De Rosa, Atte;
Rita Pilato, Poppea;
Riccardo Maccaferri, Tullio;
Elia Lo Tauro, Petroni;
Alex Ceccotti, Lucano;
Alessio Ventura, Otone;
Giancarlo Teodori, Tigellino;
Francesco Caramia, Britannico;
Francesca Ingravalle, Zia Lepida/Ostessa Drusilla
Jessica Scorpio, Ottavia;
La meravigliosa Simona Patitucci sarà Locusta.
Dato il gran numero di repliche, inoltre, sono previste delle sostituzioni che saranno effettuate da altri grandi talenti che hanno dovuto imparare anche due ruoli:
Luca Gaudiano interpreterà Tullio e Lucano;
Anna Vinci, sarà Agrippina e Locusta;
Gloria Miele, Poppea e Atte.
A questo punto non resta che vedere per decidere se Divo Nerone – Opera Rock sarà all’altezza delle nostre aspettative. Io sono pronto.
Meraviglia sentir parlare per uno spettacolo teatrale, per un musical, di “sceneggiatura”. La sceneggiatura è un termine specifico solo per il cinema. Il musical ha il libretto o al massimo il copione e le note di regia. Punto.
Ho riportato la terminologia usata in conferenza stampa e presente sul sito ufficiale e sulle varie comunicazioni.
Questo lavoro nasce già con l’intenzione di farne un prodotto televisivo: forse è questo il motivo dell’uso di questo termine. Per il Teatro e per il Musical io uso le parole testo e liriche.
Il copione è il testo utilizzato in prova, le note di regia sono considerazioni del regista (non sono né testo, né sceneggiatura).
Grazie.
Purtroppo temo che abbiano usato quel termine solo per ignoranza, nel senso di ignorare per carità…
Sfido qualunque critico italico a indicarmi un altro Musical, non solo in Italia, ma nel mondo (Broadway included) che abbia un MACCHINARIO SCENOGRAFICO ed UN CAST all’altezza del DIVO NERONE. Vedere per credere.
PS: L’immagine dell’Opera Rock DIVO NERONE, che si erge su un tramonto infuocato di spalle con la chitarra in pugno sulla ROMA del 2017… è già un’icona!
Complimenti. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1574940905902515&set=p.1574940905902515&type=3&theater
Un commento veramente inutile e debole: esistono molti spettacoli con un “macchinario scenografico” simile o anche di maggior impatto e se non li riconosci è un vero peccato. Se leggi la mia recensione, del cast ho solo tessuto lodi. Attenzione: tu scrivi “sfido a trovare un altro Musical che abbia un cast all’altezza del Divo Nerone”. Altro errore. E’ lo spettacolo a non essere adeguato ad un cast così forte, è non esserne all’altezza.
Infine, citare l’immagine come rappresentativa di qualcosa, mi sembra davvero un’ingenuità: innanzitutto uno guarda lo spettacolo, non è che si metta a fissare i manifesti; in secondo luogo se tutto quello che ci presentano bene fosse anche buono, dovremmo acquistare tutti i prodotti che pubblicizzano in maniera efficace. Io ti ringrazio per il commento, ma hai qualcosa di più indicato da dire?
Ottimo articolo.
Una recensione obiettiva e utile.
Non so se ho qualcosa di più indicato, ma volevo dire che, dopo aver visto entrambe,
incredibilmente la versione in inglese dell’Opera Rock-Nero Divine “sounds good”, forse anche per un pubblico latino.
Solo su una cosa mi permetto, se posso, di obiettare: “innanzitutto uno guarda lo spettacolo, non è che si metta a fissare i manifesti”… nella realtà (purtroppo o per fortuna) il pubblico, il cittadino ‘normale’ (non l’addetto ai lavori) prima vede i manifesti, e poi, se questi ultimi lo hanno informato dell’esistenza di uno spettacolo (e se lo hanno incuriosito) è attratto ad andare a vederlo.
FF.
PS: Online: c’è chi oggi per il Poster di “CATS” è disposto a spendere 170 $ , mentre il biglietto stasera al Cats Broadway New York Neil Simon Theatre 250 West 52nd Street, NYC, costa 160 €. Il mondo è bello perché è vario… 😉
https://www.picturestore.com.au/frame.aspx?shoppingItemID=0&varietyID=126010&partOfFramingSequence=True&matt1ID=0&matt2ID=0&frameID=323&glassID=1&laminateID=0&canvasTransferID=0&isBlockMounted=False&frameEntirePrint=True&viewOption=3&wallColour=FFFFFF
Grazie. Attendo di andare anche io a vedere la versione inglese.
Qual è la sua opinione dopo aver visto lo spettacolo ? grazie
Trova la mia recensione tra gli articoli. Grazie a lei.