Recensione di Carlo Tomeo

 foto carlo

Anna Mazzamauro arriva al Teatro Martinitt con una prima assoluta per Milano e ci porta nel mondo della televisione, dove si costruiscono (e poi si cancellano quando non servono più) quei personggi che riscuotono gran successo perché appassionano i teledipendenti e servono a fare audience, il che vuol dire danaro per chi conduce il tutto.

Divina è una giornalista e opinionista, che è diventata famosa negli anni con un suo programma intitolato con il suo nome. Seguita per anni da un nugolo di fan, fino a quando la sua fama comincia a sgretolarsi  per il motivo che spesso allontana gli spettatori dai propri miti: l’invecchiamento. Anche se Divina ha conservato la sua verve e il suo fascino, non ha fatto i conti con gli anni che sono trascorsi e che le hanno procurato i deprecabili e malcelati segni dell’invecchiamento. Per cui può continuare a credersi divina ma ormai quel nome le si addice sempre di meno perché mal si combina con il suo attuale aspetto fisico. Toccherà al suo assistente Jean Louis, interpretato da Michele Savoia , l’ingrato compito di comunicarle che il suo programma verrà affidato a un’attrice più giovane.

È l’ingrata legge dei mass media, che considera le persone poco più di oggetti subumani che vengono creati ad hoc perché vengano osannati da un pubblico sempre più volubile, fino a quando chi li ha creati capisce che è il momento di sostituirli, perché lo sponsor non vuole più saperne di chi aveva un grosso seguito e ora, con il passar del tempo, inizia a perderlo e il percorso discendente inizia la sua parabola inesorabile.

A Divina non rimane che ricorrere al produttore e conduttore di un programma televisivo che tratta argomenti di cucina per una piccola rete televisiva poco seguita e che l’aveva a suo tempo lanciata per poi essere abbandonato. Desiderosa di riconquistare il posto, che crede le competa, capisce che deve dare un nuovo inizio alla sua carriera, non rendendosi conto che il personaggio interpretato fino ad allora non è più compatibile con quella che è ora diventata: è l’illusione che vivono quelle persone che, una volta interpretato un ruolo di successo, non si accorgono, o non vogliono accorgersene, che la vita reale ha tutt’altro sapore e che prima o poi devono affrontare con dolore la nuova realtà.

Anna Mazzamauro ha adattato lei stessa il testo dell’autore francese Jean Robert-Charrier, tradotto da Giulia Serafini e ne ha reso con la verve che ben le conosciamo, realmente un personaggio divino con le sue battute mordaci, velenose che non risparmiano nessuno, neanche il suo “cavalier servente” e i suoi abiti kitch creati ad hoc da Massimo Castagno le sono stati di grande aiuto.

Il personaggio di Anna Mazzamauro, conquista subito le simpatie del pubblico, proprio con questa recitazione sospesa tra un divertente surrealismo e un’ironia che gli altri personaggi, non sembrano cogliere, perché ancora affascinati dal personaggio di Divina, ormai entrata così tanto dentro di sé da sostituire il suo vero essere.

Si desidera evidenziare anche l’ottima regia di Livio Galassi (che ha saputo ben dirigere tutta la compagnia, dando a ciascuno dei personaggi un carattere ben definito, e in questo distinguiamo, senza nulla togliere agli altri attori, la divertente caratterizzazione di Giorgia Guerra nella parte di Emilie.

Per le situazioni che propone, la brillante commedia non perde colpi e conduce lo spettatore a un divertimento che si mescola a volte all’amarezza che la vicenda racchiude senza per questo toglierle mordente, anzi porta a far riflettere sul mondo attuale dove la solidarietà lascia spesso il posto all’egoismo e al dio denaro.

Grandi applausi alla fine, naturalmente in modo particolare per Anna Mazzamauro, cui non si può non riconoscere ancora una volta il suo gran talento che solo le grandi attrici come lei posseggono.

 

Divina

di Jean Robert Charrier

adattata da Anna Mazzamauro

regia di Livio Galassi

con Anna Mazzamauro

e con Massimo Cimaglia, Giorgia GuerraMichele Savoia e Lorenzo Venturini

produzione E20inscena

traduzione  Giulia Serafini

musiche Sasà Calabrese

scene e costumi: Domenico Franchi

abiti per Anna Mazzamauro: Massimo Castagno

 

Si ringrazia la Sig.ra Federica Zanini dell’ufficio stampa

In scena al Teatro Martinitt di Milano fino al 5 novembre 2017.

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