Teatro Quirino
7 maggio
Buoni da morire: bontà e ipocrisia borghese nella commedia di Gianni Clementi diretta da Emilio Solfrizzi

Buoni da morire è la commedia di Gianni Clementi diretta da Emilio Solfrizzi con protagonisti Debora Caprioglio, Pino Quartullo e Gianluca Ramazzotti in scena al Teatro Quirino di Roma.
Una commedia brillante e divertente, ottimamente scritta e molto ben interpretata che cela dietro ai sorrisi interessanti riflessioni.
Emilio (Gianluca Ramazzotti) e Barbara (Debora Caprioglio) sono una coppia dell’alta borghesia romana.
Lui è un famoso e ricco cardiochirurgo e lei una madre sempre in ansia per un figlio che non lascia loro un attimo di tranquillità.
La loro vita scorre noiosa e priva di emozioni tra eleganti cene con amici e vacanze esotiche, mentre l’amore e la passione coniugali sembrano ormai essersi dissolte.
Un’esperienza nuova e diversa li toccherà talmente tanto da sconvolgere le loro vite e rianimare un rapporto di coppia ormai stantio.
Dopo aver passato la vigilia di Natale facendo volontariato tra i senza fissa dimora, Barbara ed Emilio sentono che quella notte li ha cambiati dentro, risvegliandoli da un torpore emotivo individuale e di coppia.
Da allora cominciano a programmare ogni scelta, personale e professionale, in funzione di quel nuovo progetto che li fa sentire nuovamente vivi e innamorati.
L’idillio si scontra con un’altra realtà quando, la mattina di Natale, si presenta a casa loro Ivano, un vecchio compagno di scuola.
Ubriaco, vestito di stracci sporchi, puzzolente e con lunghi capelli unti e intrecciati, Ivano fa irruzione nel loro appartamento con un carrello del supermercato pieno di pezze e roba vecchia e sudicia.
La reazione immediata di Emilio è quella di cacciarlo di casa, ma fuori imperversa una tempesta di neve (a Roma?) e, dopo molte riflessioni e imprecazioni, Ivano viene accolto in casa.
Ivano si ripulisce completamente e, passata la sbornia, si dimostra un uomo colto e intelligente e ancora molto sexy, come ai tempi del liceo quando Barbara aveva una cotta per lui.
Un’emergenza con il figlio in vacanza ad Amsterdam costringe Emilio a lasciare Barbara e Ivano soli a casa.
Al suo ritorno, dovrà fare i conti con la nuova consapevolezza della moglie e con un ospite impegnativo.
Buoni da morire è un testo che segue perfettamente le regole della commedia: una situazione di partenza di stabilità, l’imprevisto, l’equivoco, lo stravolgimento della situazione iniziale e il finale crearsi di una nuova stabilità.
Su questi canoni, Gianni Clementi inserisce diversi elementi ulteriori di riflessione, che danno al testo un’ampia apertura verso ulteriori orizzonti.
Mentre i personaggi vengono travolti dagli eventi, a cui cercano di stare appresso con sempre maggiore difficoltà, le loro storie raccontano qualcosa di più.
Il buonismo che si impossessa di Emilio e Barbara la sera della Vigilia e che li animerà nei giorni successivi, diventerà per loro quasi una missione che richiederà molti sacrifici e metterà in discussione le loro esistenze e il loro rapporto.
Essere buoni, generosi e altruisti è facile quando le buone azioni sono sporadici gesti nei confronti di qualcuno la cui vita non ci coinvolge da vicino.
Quando le vicende degli altri ci toccano da vicino e ci coinvolgono, dimostrare bontà e tolleranza è molto più difficile.
Fratellanza, compassione e solidarietà, però, sono sentimenti che devono avere solide basi nell’anima perché richiedono una pratica continua e quotidiana nei confronti di ogni individuo.
Lo dice lo stesso Emilio, verso la fine dello spettacolo, quando fa un’affermazione tipo: “alcuni cuori sono buoni, altri no” e da cardiochirurgo qualcosa ne saprà.

La commedia è interpretata in maniera molto efficace da Debora Caprioglio, Pino Quartullo e Gianluca Ramazzotti in una successione di ritmi e tempi da manuale, merito anche della regia di Emilio Solfrizzi.
Ognuno riesce a portare con abilità il proprio personaggio verso cambiamenti emotivi anche inaspettati.
Debora Caprioglio passa da moglie borghese annoiata a donna sensibile e generosa, per poi vivere le ansie della mamma protettiva ed essere travolta dai rimpianti della gioventù con conseguenze anche esilaranti.
Pino Quartullo muta da zotico uomo di strada a fine e accattivante uomo vissuto.
Gianluca Ramazzotti riserva i momenti più divertenti dello spettacolo, preso in un personaggio che cerca sempre di stare al passo coi cambiamenti di umore della moglie ed esaudirne i capricci senza mancare di sottolinearne, in maniera diretta e ironica, gli eccessi.
Già ad apertura sipario colpisce l’eleganza della scenografia di Alessandro Chiti: un salotto importante con colonne ed eleganti nicchie di marmo che contengono pregiate statuine.
Al centro domina un divano Chesterfield accoppiato ad una poltrona e su un lato, una grande ed elegante porta finestra dà l’accesso al terrazzo esterno. Molti altri elementi completano, poi, il fine arredamento.
Un’ultima considerazione. La commedia mette in guardia anche da un altro pericolo: a essere buoni si passa spesso per essere fessi. Qui, però, di fessi non ce sono.
Compagnia Moliere e Ginevra Media Production Srl
presentano
DEBORA CAPRIOGLIO | PINO QUARTULLO | GIANLUCA RAMAZZOTTI
in
BUONI DA MORIRE
di Gianni Clementi
Regia
EMILIO SOLFRIZZI
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)